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La villa di S. Basilio nel Polesine


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Oggi vi presento un altro sito archeologico, sempre della Valle Padana. Si tratta della Villa di S. Basilio di Ariano nel Polesine (RO) località dove il canale Archeo Reporter ha realizzato un servizio nello scorso giugno.

Insisto con questa archeologia della pianura padana in quanto è quasi sconosciuta, non appariscente, molto "silenziosa" ma non meno interessante. Un po' come le monete che piacciano tanto al "nostro" immenso @Poemenius.
E potenzialemente ricchissima di reperti e dati. Basti pensare a quanto sia stato individuato coi soli saggi relativi al tratto
Treviglio-Brescia della linea ad alta velocità: 44 siti archeologici databili dall’età protostorica (XII secolo a.C.); all’età medioevale e altomedioevale (fra cui spicca la sepoltura di un guerriero longobardo con la cassa in legno ancora integra) fino ad arrivare all’età rinascimentale (XV secolo).

Archeologia della pianura padana vuol dire nella maggioranza dei casi grandi strutture romane spogliate per secoli per ricavarne materiali da costruzione, obliterate e poi arate per millenni. Pertanto come spesso succede nei contesti archeologici del Nord Italia le strutture si conservano a livello di fondazione e di pavimenti. La situazione di questa tipologia di archeologia è molto simile a quella della campagna inglese (consiglio di guardare la serie - SPLENDIDA - in inglese "Time Team", si trova su youtube, lascio link nel primo commento).

Gli scavi archeologici, iniziati negli anni '70 e poi recentemente ripresi,
hanno portato alla scoperta di una villa rustica, indagata solo parzialmente per la presenza di alcuni frutteti attigui, con tre fasi di utilizzo.

  • Alla prima fase (I sec. a.C.- I sec. d.C.), fortemente intaccata da interventi successivi, appartiene un vano absidato con pavimentazione in opus spicatum.
  • La seconda fase (I - III sec. d.C.) comprende vari ambienti contigui, intervallati da spazi aperti forse porticati; uno di questi presentava una vasca per abluzioni con canaletta di scarico e un vano con impianto per il riscaldamento; altri ambienti dovevano avere funzione abitativa. Una struttura è stata interpretata come essiccatoio per laterizi, mentre una serie di condutture di scarico sembrano probabilmente riferibili ad un’area produttiva. La tecnica costruttiva impiegata comprendeva l'uso di sesquipedali e di tegole poste in orizzontale, legati con malta e cocciame laterizio; nella pavimentazione era stato utilizzato anche il cocciopesto e il mosaico.
  • L'ultima fase (III - V sec. d.C.) ha restituito solo pochi muretti, realizzati a secco con materiale di reimpiego, un focolare e pavimenti in terra battuta. E' stata anche proposta l'identificazione del complesso con la "Mansio Hadriani", citata nella "Tabula Peutingeriana"
     

 

Modificato da Vel Saties
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(*) Link alla serie Time Team Classic: https://www.youtube.com/c/TimeTeamClassics
 


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