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In occasione di Halloween nel sito archeologico di Aquincum (Budapest) hanno deciso di festeggiare Samhain (Halloween celtico). Prima della conquista romana, nel territorio della capitale ungherese abitavano gli Eravisci. Per far conoscere meglio i costumi e le feste dei Celti, il Museo di Aquincum dedica loro per la quarta volta gli ultimi giorni di ottobre. La fine di ottobre era considerata infatti la fine dell'estate dal calendario celtico, e fu allora che si svolse la festa di Samhain, che può essere interpretata come l'antenata dell'odierno Halloween. 

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Aquincum è l'antica città romana alla periferia dell'attuale Budapest, nella zona di Óbuda, sulla riva destra del Danubio. A partire dal principato dell'imperatore Domiziano, qui sorse una fortezza legionaria per fronteggiare le popolazioni  germaniche dei Quadi e sarmatiche degli Iazigi. Divenne la capitale della nuova provincia della Pannonia inferiore, o a partire dalla divisione operata da Traiano del 103 (anche se è più probabile sia stata Sirmio  sulla Sava), o forse dopo la nuova suddivisione operata da Caracalla  nel 212-214, fino alla riorganizzazione provinciale operata da Diocleziano.

Fu sede di un importante forte  ausiliario di un'ala di cavalleria (190 x 250 metri circa), installato nei pressi dell'attuale quartiere di Víziváros già dai tempi di Claudio (49-50), su un precedente sito celtico.

La costruzione di tale postazione militare fu resa necessaria quando Vannio, re dei Quadi e dei Marcomanni (dal 19 al 50 ca.), fu cacciato dai suoi stessi sudditi, grazie anche all'aiuto del re degli  Ermunduri, un certo Vibilio, e dei  Lugi. In questa circostanza l'imperatore Claudio, preoccupato per i disordini venutisi a creare a nord del fiume Danubio, pur rifiutandosi di intervenire direttamente in questa contesa, ordinò al governatore della  Pannonia, un certo Sesto Palpellio Istro, "di disporre una legione con un corpo scelto di milizie ausiliarie sulla riva del Danubio" per proteggere i perdenti e dissuadere i barbari vittoriosi dalla tentazione di invadere la provincia. Fu così che, proprio in questa circostanza, furono "aperti" sia i forti ausiliari di  Aquincum e Brigetio, sia la fortezza legionaria  di Carnuntum, lungo il limes danubiano.

Nel 73 la cohors I Tungrorum Frontoniana costruì un nuovo forte (140 x 180 metri circa) nell'odierna zona di Óbuda, che sembra essere stato distrutto durante la seconda fase della guerra suebo-sarmatica nel 92-93 e dove fu posizionata in questi primi anni (almeno fino alla metà degli anni 80). In seguito a questi eventi venne dislocata un'unità di equites singulares, che qui rimasero almeno fino al III secolo.

Per diversi secoli Aquincum svolse la funzione di base legionaria (415 x 415 metri, pari a circa 16,6 ha), presumibilmente a partire dall'89, durante la prima fase della guerra suebo-sarmatica, iniziata da  Domiziano e conclusa da  Traiano nel 97.

La prima legione che qui fu acquartierata per pochi anni, attorno alla fine del I secolo (dall'89 al 92), potrebbe essere stata la legio V Alaudae o la legio XXI Rapax, una delle quali fu completamente distrutta in seguito ad un'invasione dei Sarmati Iazigi. Venne quindi inviata in sostituzione la II Adiutrix, che qui rimase fino al V secolo. Quest'ultima unità partecipò in toto o anche solo con alcune sue vexillationes a numerose campagne militari dei secoli successivi, ad es.:

- in Dacia sotto  Traiano dal  101  al 106 e in Partia dal 114  al 116  (forse sostituita dalla X Gemina);

- ancora in Partia sotto l'alto comando di Lucio Vero dal 163  al  166 (sostituita in questo caso, da alcune vexillationes della IIII Flavia Felix).

La fortezza fu poi ricostruita e ampliata agli inizi del regno di Adriano, nel 118/199, al termine della crisi sarmatica: le sue dimensioni all'epoca erano di 520 x 460 metri.

Questa fortezza legionaria fu coinvolta sia nella guerra che scoppiò "a cavallo" dei regni di  Adriano e Antonino Pio degli anni 136-142 (al termine della fu celebrato: Rex Quadis datus), sia in quella ben più devastante, che scoppiò al tempo di Marco Aurelio  contro le vicine popolazioni  germaniche dei Quadi (a nord-ovest, in Slovacchia) e sarmatiche degli  Iazigi (ad est, nella piana del Tibisco) tra il 170 ed il 182.

Si racconta, infatti, che sia Marco Aurelio, sia il figlio Commodo, combatterono una lunga ed estenuante guerra contro le popolazioni barbariche, prima respingendole e "ripulendo" i territori della Gallia cisalpina,  Norico e Rezia (170–171), poi contrattaccando con una massiccia offensiva in territorio germanico, che richiese diversi anni di scontri, fino al 175. Questi avvenimenti costrinsero lo stesso imperatore a risiedere per numerosi anni lungo il fronte pannonico, senza mai far ritorno a Roma. La tregua apparentemente sottoscritta con queste popolazioni, in particolare  Marcomanni, Quadi e Iazigi, durò però solo un paio d'anni. Alla fine del 178 l'imperatore Marco Aurelio era costretto a fare ritorno nel  castrum di Brigetio da dove, nella successiva primavera del 179, fu condotta l'ultima campagna. La morte dell'imperatore romano nel 180 pose presto fine ai piani espansionistici romani e determinò l'abbandono dei territori occupati della Marcomannia, sebbene il figlio Commodo, avesse continuato a combattere a fasi alterne nella piana del Tibisco negli anni successivi (almeno fino al 188/189). Anche Aquincum costituì un'importante base strategica per condurre attacchi contro le popolazioni degli Iazigi da occidente, anche con la costruzione in questi anni dei forti ausiliari in  barbarico di Transaquincum e Contra Aquincum, sulla sponda sinistra del Danubio, opposta alla fortezza legionaria.

Sotto Settimio Severo, in occasione di un suo viaggio lungo il limes danubiano (nel 202), il vicino agglomerato civile ottenne lo status  di colonia, che oggi corrisponde al quartiere di Óbuda  (nell'odierna  Budapest, capitale dell'Ungheria).

Sotto l'imperatore Caracalla (attorno al 213), anche alcune iscrizioni  sembrano essere attinenti a possibili spedizioni punitive contro i Daci liberi del Banato, compresi tra la Pannonia inferiore ad occidente e la Dacia ad oriente. E sempre allo stesso anno sarebbero da attribuire anche due altre incursioni in Dacia e in Pannonia inferiore, lungo il tratto danubiano attorno ad Aquincum, ad opera di Carpi e Vandali.

L'anno successivo (nel 214) Caracalla partì nuovamente per il fronte danubiano, poiché al principio dell'anno o forse già alla fine del precedente, si erano verificate nuove incursioni tra Brigetio e Aquincum da parte di Quadi e sarmati Iazigi. L'imperatore, in seguito a questi eventi e nel tentativo di cercare di mantenere inalterata la situazione clientelare lungo il Danubio, fu costretto a giustiziare il re dei Quadi, Gabiomaro, per le resistenze che si erano create da parte di questo popolo, alleato dei Romani dai tempi di Marco Aurelio ma che recentemente si era rivoltato al potere romano, invadendo al principio dell'anno le due Pannonie. Caracalla riuscì, infine, a battere anche gli Iazigi, alleati probabilmente a Quadi e Vandali, assumendo l'appellativo di  Sarmaticus, come si racconta nella biografia del fratello Geta. In seguito a questi avvenimenti, la Pannonia inferiore fu ampliata, includendo ora anche la fortezza legionaria di  Brigetio, oltre a quella di Aquincum (che divenne capitale), in modo che ognuna delle due Pannonie potesse disporre di due legioni.

Nel 228, sotto il regno di Alessandro Severo, gli Iazigi portarono una nuova incursione lungo il limes della Pannonia inferiore, e ancora negli anni 231–232. Nel respingerne questa nuova incursione fu decisivo l'intervento del futuro imperatore Marco Clodio Pupieno Massimo.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Aquincum


Inviato (modificato)

Julian of Pannonia (usurper, AD 284-285). AE antoninianus (21mm, 3.54 gm, 1h). NGC AU 5/5 - 2/5. Siscia, 3rd officina, December AD 284. IMP C M AVR IVLIANVS P F AVG, radiate, draped and cuirassed bust of Julian right, seen from front / PAN-NONIAE-AVG, the two Pannoniae standing facing with outstretched right hands, the one on left looking left, the one on right looking right and holding a signum with her left hand; • above S between, XXIΓ in exergue. RIC V.II 4. Flan crack, Very rare.

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Modificato da ARES III

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Trajan Decius. 249-251 AD
AR Antoninianus
Rome mint, struck 250 AD
Radiate, draped, and cuirassed bust right / The two Pannoniae standing front, each facing outward and holding signum
4.16 g, 21-23 mm, silver, several small greenish deposits on obverse

RIC IV 21b; RSC 86; Roman Historical Coins 7aex Stan Speck collection

Decius was born in Pannonia.  This coin celebrates that heritage and the support of the legions in both upper and lower Pannonia

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Trajan Decius (249-251). AR Antoninianus (22mm, 4.04g, 6h). Rome, AD 251. Radiate, draped and cuirassed bust r. R/ The two Pannoniae facing one another, clasping r. hands; signum between. RIC IV 26; RSC 81. 

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Inviato (modificato)

Obv: IMP C M Q TRAIANVS DECIVS AVG.
Laureate and cuirassed bust right.
Rev: PANNONIAE.
The two Pannoniae standing facing, heads turned outward, each holding signum.

RIC 21a var. (bust also draped); Calicó 3295.

Weight: 4.64 g.
Diameter: 20 mm.

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Modificato da ARES III

Inviato
Trajan Decius AD 249-251. Æ Sestertius (29mm, 17.04 g.)
Rome mint, struck AD 251.
Obv. Laureate and cuirassed bust right.
Rev. The two Pannoniae standing facing, heads left and right, each holding signum.
RIC IV 124a

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Features

Issuer Roman Empire (Rome) 
Emperor Hadrian (117-138)
Type Standard circulation coin
Year 137
Value Uncertain (Dupondius = 1⁄8 Denarius or As = 1⁄16 Denarius) (⅛)
Currency Denarius, Reform of Augustus (27 BC – AD 215)
Composition Bronze
Shape Round (irregular)
Technique Hammered
Demonetized Yes
Number N# 257087
References RIC II.3# 2661, OCRE# ric.2_3(2).hdn.2661

Obverse

Head of Lucius Aelius Caesar, right.

Lettering: L AELIVS CAESAR

Translation:
Lucius Aelius Caesar.
Lucius Aelius Caesar.

Reverse

Pannonia standing facing, head left or right, holding vexillum and robe.

Lettering:
TR POT COS II
PANNONIA
S C

Translation:
Tribunicia Potestate, Consul Secundum. PPannonia. Senatus Consultum.
Holder of tribunician power, consul for the second time. Pannonia. Decree of the senate.

 

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