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Inviato

Navigando in rete mi sono imbattuto per caso in questo breve articolo pubblicato nel 1988 a firma di Peter Bicknell che non conoscevo:

https://numismatics.org.au/wp-content/uploads/2021/06/Vol-4-Article-5.pdf

Ignoro se sia mai stato mai citato da studiosi e/o numismatici ma a prescindere da ciò l’ho trovato particolarmente interessante sia per l’argomento trattato sia per alcune singolari analogie con materiali apparsi qualche anno fa in cataloghi di vendita all’asta.

Il contributo descrive e commenta un disco di piombo (mm. 32-30; gr. 42,44) custodito presso il Museo di Udine (ex coll. de Brandis) caratterizzato dai seguenti tipi:

D/ Tripode a zampe leonine su linea di base sormontato da due anse sul bacino e con due anelli tra i sostegni. A s.  :Greek_Pi::Greek_Alpha::Greek_Nu::Greek_Delta::Greek_Omicron:, ad.  :GreeK_Sigma::Greek_Iota::Greek_epsilon::Greek_omega_small::Greek_Nu: (?).

R/ Toro retrospiciente volto a d. entro rettangolo incuso. Bordo radiato.

 

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Come correttamente osservato da Bicknell le immagini corrispondono ai tipi della nota serie Crotone-Pandosia (post 510 a.C.) di cui si è recentemente trattato benché con alcuni elementi di diversificazione. Sull’es. in piombo l’etnico (nella seconda parte di non certa lettura) compare al D/ in forma estesa (:Greek_Pi::Greek_Alpha::Greek_Nu::Greek_Delta::Greek_Omicron::GreeK_Sigma::Greek_Iota::Greek_epsilon::Greek_omega_small::Greek_Nu:) a differenza delle monete a legenda Cro-Pando, dove è posto sempre al rovescio nella forma abbreviata :Greek_Pi::Greek_Alpha::Greek_Nu::Greek_Delta::Greek_Omicron:, bipartita tra il campo in alto (:Greek_Pi::Greek_Alpha::Greek_Nu:) e l’esergo (:Greek_Delta::Greek_Omicron:). Peculiare anche la resa del tripode, in particolare per la presenza di due anse, peraltro asimmetriche, al posto delle tre canoniche e dei due anelli tra i sostegni che a Crotone trovano riscontro solo nella fase avanzata delle emissioni a doppio rilievo.

A livello interpretativo il peso eccessivo del disco induce Bicknell ad escludere l’ipotesi di una moneta suberata -  il cui rivestimento sarebbe andato perso - e forti dubbi vengono sollevati anche sulla eventualità che il reperto sia riferibile all’attività di un falsario, per le troppo marcate anomalie nell’esecuzione dei tipi rispetto a quelli “ufficiali”.

Lo studioso propende pertanto per una sorta di “prova tecnica” per una coniazione ufficiale, pur rilevando che allo stato attuale non risultano documentate monete battute da conii che ripetono con puntualità i tipi del disco in piombo. L’ipotesi tuttavia non mi convince: l’iconografia del tripode con due anelli tra i sostegni e la presenza di probabili lettere in alfabeto ionico (sigma e omega) difficilmente possono collocarsi alla fine del VI secolo

Mi è parso interessante focalizzare l’attenzione su questo particolare oggetto non solo perché un piombo monetiforme con l’immagine di Hera Lacinia riferibile a Crotone o a Pandosia è apparso recentemente sul mercato antiquario (https://www.lamoneta.it/topic/202928-non-solo-argento-un-piombo-monetiforme-con-hera-lacinia/#comment-2240392) ma anche (e soprattutto) perché il tipo del D/ del disco trova una singolare somiglianza con il disegno di uno statere pandosino (non documentato) riprodotto da Goltzius sul quale pure si è recentemente discusso (https://www.lamoneta.it/topic/207880-pandosia/page/2/).

 

image.png

 

Come il disco in piombo, nemmeno il disegno di Goltzius appare riferibile ad una coniazione ufficiale in quanto non esistono allo stato attuale monete di Pandosia con tripode/Hera Lacinia. È pertanto presumibile che lo studioso abbia arbitrariamente combinato tipi pertinenti (ma neanche troppo considerata la legenda) a serie differenti. Ma da dove aveva tratto ispirazione?

Goltzius aveva viaggiato parecchio ed esaminato per sua stessa ammissione più di mille collezioni. Potrebbe (il condizionale è d'obbligo) in una delle sue peregrinazioni aver visionato anche il pezzo ex de Brandis, riproducendolo con eccezionale fedeltà ed abbinandolo ad un tipo più squisitamente pandosino (Hera) con lo scopo di attrarre (?) il lettore del XVI secolo con una moneta artificiosamente rara?

 

image.png   image.png

 

E quel tipo del tripode con sostegni così rastremati, in verità non comune a Crotone, potrebbe ripetere l’analoga immagine - suggestivamente ibridata con elementi (anelli, legenda allungata) tratti da altre emissioni -  riprodotta su due stateri d’argento altrettanto rari ma di una serie “ufficiale” a legenda Crotone-Pandosia?

https://www.lamoneta.it/topic/208676-pandosia-e-la-sua-moneta-tra-vi-e-iv-secolo-ac/page/2/

 

                                        Schlessinger, 13-14/2/1935, 195 (ex Ermitage)                                          

image.png   

 

Paris, BN, Y 4864. Rotschild 2429

image.png  image.png

 

                 

 

@numa numa @Archestrato @VALTERI @skubydu e altri pareri saranno graditi 😉

 

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Inviato

Grazie @dracma per l' interessante articolo che non conoscevo .

Potrebbe valere uno sguardo, al riguardo, la tessera in piombo uniface di Pandosia, passata 11 mesi or sono in RomaNum. 89 al n. 36 .

una buona serata

001 RomaNum. 89 n. 36.jpg

002 RomaNum. 89 n. 36.jpg


Inviato

Questi ‚dischi‘ o ‚tessere‘ di piombo erano monete o avevano un‘altra funzione ?


Inviato (modificato)

Grazie Dracma per avermi  citato in connessione a Pandosia e al 'Goltzius', ambedue mie grandi passioni.

Senza avere pretese e addentarmi nel tema specifico posso solo dire che il 'padre' della letteratura numismatica (ben piu' di Eckel che venne due secoli dopo) ci ha lasciato preziosissime testimonianze coeve delle numerose collezioni di monete da lui visitate in tutta europa. Al contempo Gotzius è stato (a mio avviso spesso ingiustamente) vituperato dagli autori successivi perche molti suoi disegni/incisioni rappresentavano, agli occhi degli autori successivi , delle pure invenzioni o ibridi che non trovavano riscontro nella documentazione monetale che ci è pervenuta.

Tuttavia in diverse istanze le monete dei suoi testi, disconosciute dagli studiosi posteri, si sono poi rivelate vere quando ne vennero scoperti degli esemplari.

Un esempio ne è la famosa emissione di Lopadousa. di cui Goltzius riporta un incisione già alla fine del 1500: testa di Zeus/Tonno con etnico) che addirittura già il Torrmuzza alla fine del 1700 bollava come pura fantasia. Goltzius o chi per lui ne aveva invece visto un esemplare in una delle tante collezioni visitate e lo aveva inciso assieme alle altre monete viste. Torremuzza in un aggiornamento successivo alla sua opera annuncia di averne visto un altro esemplare e fa ammenda del suo giudizio affrettato riconoscendo a Goltzius la veridicità di quanto aveva scritto. Qualche secolo piu' tardi un ritrovamento ha portato in luce tre esemplari di questa rarissima emissione che sono stati descritti e illustrati dal Calciati.

Potrebbe quindi essere verosimile l'esistenza di uno statere pandosino con Hera Licinia e il tripode - non ancora ritrovato (le monete di Pandosia sono tutte super rare) ma che magari un domani potrebbe comparire in un ritrovamento o sul mercato antiquario...

Modificato da numa numa
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Inviato

Buona Domenica,

Condivido tutte le tue riflessioni e dubbi @dracma .

Sicuramente c’è un filo conduttore che collega l’oggetto monetiforme in piombo della collezione di Augusto de Brandis (1870-1928), l’esemplare raffigurato da Hubert Goltz, la moneta dell’Ermitage e quella della collezione Rothschild, tuttavia credo che per dipanare la matassa oltre che un esame diretto degli oggetti per verificarne la possibile datazione e l’autenticità, sarebbe di non poco aiuto poterne indagare e ricostruirne la provenienza. Ma, ahimè, anche in questo secondo caso la strada è poco percorribile e porta ad un nebbioso ginepraio.

 

A quanto pare poco o nulla resta dei carteggi ed altri documenti inerenti la formazione della collezione di Augusto de Brandis, ma sappiamo che un’area che in merito ricopriva grande rilievo era la regione Puglia, in particolare Taranto.

http://www.quaderni.archeofriuli.net/wp-content/uploads/04_cap1_monete_apulia.pdf

Su questa collezione, molto piacevole il video al link seguente con la partecipazione dell’archeologa Marina Rubinich, ricercatrice presso l’università di Udine ed autrice tra l’altro di “Il sogno della Magna Grecia nella collezione de Brandis”.

https://www.udimus.it/video/show/12253/

 


Per Goltz/Goltzius non saprei approfondire la questione, ma ha già detto molto Numa.

 


Per quanto riguarda le monete che provengono dalla collezione dell’Ermitage il problema è il medesimo, senza conoscere eventuale documentazione custodita nel museo di San Pietroburgo l'esemplare di Pandosia dell’asta Schlessinger del 1935 potrebbe essere stato parte della collezione privata degli zar (a partire dalla seconda metà del ‘700), un acquisto avvenuto nel periodo zarista successivamente alla metà dell’800 quando il museo divenne un’istituzione pubblica o addirittura essere frutto delle requisizioni perpetrate ai danni di istituti privati e singoli collezionisti dall’URSS a seguito della rivoluzione del 1917.

 

Per la moneta della collezione Rothschild non mi pare che il sito della Biblioteca Nazionale di Francia indichi una data per l’acquisizione, ma membri della famiglia Rothschild hanno partecipato al mondo del commercio e del collezionismo numismatico almeno dal 1757.

 

 


Un elemento della raffigurazione dell’esemplare de Brandis che mi preme approfondire è la descrizione degli anelli che sormontano ognuna delle tre gambe del tripode.

Ritengo se ne vedano due perché il terzo (quello di destra) manca a causa di difetti di produzione o scarsa conservazione, mentre quello centrale mi pare normale (col beneficio del dubbio data la qualità dell’immagine) e sorretto da un segmento verticale paragonabile a quello visibile (?) nelle tavole di Goltz. Ho frainteso o mi servono gli occhiali? Che ne pensate?

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Inviato
25 minuti fa, Archestrato dice:

itengo se ne vedano due perché il terzo (quello di destra) manca a causa di difetti di produzione o scarsa conservazione, mentre quello centrale mi pare normale (col beneficio del dubbio data la qualità

Esattamente. 

Si tratta di un particolare evidenziato anche da Bicknell, che ritiene alquanto anomala la raffigurazione del tripode con due anelli sul bacino al posto dei tre canonici. Ovviamente non si può escludere che il terzo non sia visibile a causa della cattiva conservazione del disco e purtroppo la scarsa risoluzione della foto non aiuta.


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