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VENEZIA. Marco Carburi (professore di chimica e mieralogista).


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I tre fratelli.

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L’istituzione del primo laboratorio di chimica a Padova si deve a Marco Carburi (1731-1808). Carburi si era laureato in filosofia e medicina a Padova nel 1757, specializzandosi poi a Bologna con il professor Beccari. Nel 1760 iniziò a insegnare a Padova ma il Consiglio dei Dieci lo scelse per una missione segreta di “spionaggio industriale”: con un disegnatore al seguito cominciò a studiare le miniere in Ungheria, Germania e Svezia, per carpire i segreti delle nuove tecniche estrattive che poi saranno sperimentate nelle miniere dell’Agordino.
 

Richiamato in cattedra a Padova, dal 1767 iniziò a prodigarsi per allestire, nella casa già abitata dal Poleni, un laboratorio di chimica. I Riformatori allo Studio scelsero questo edificio per scongiurare i pericoli d’incendio, in quanto piuttosto isolato rispetto agli altri che sorgevano nelle vicinanze e lambito su un lato dal canale della Bovetta, che al tempo circondava la cosiddetta “isola di San Giacomo”.

Carburi iniziò a cercare in tutte le farmacie il materiale di cui aveva bisogno: non trovò praticamente nulla ma non si scoraggiò. Nel giro di pochi anni infatti i Riformatori, ammirati da una visita al suo laboratorio, sostennero che “sia per la sua costruzione che per la raccolta di suppellettili chimiche esso non aveva né modello né pari in Italia”. Nella relazione i Riformatori aggiunsero: “Anzi dobbiamo asserire a lode del vero ch’egli si dà un continuo travaglio nel cercar argille e terre di varie qualità, nel raffinarle e impastarle per formar crogiuoli ed altri vasellami, e non cessa mai di far prove, da noi anche in copia vedute, per valersi d’utensili ricavati da materiali e dall’opera dello Stato, per sfuggire di provvedersene da forestieri”.

La Scuola di Chimica diventò presto un modello per le altre università italiane, come l’Università di Parma e diversi atenei toscani. Qui nel 1772 Carburi riuscì a scoprire il segreto della “carta incombustibile”: un’invenzione estremamente importante per le sue applicazioni. La carta che rivestiva i proiettili (da cui il termine cartuccia) poteva infatti lasciare dei residui nella canna dopo lo sparo, provocando un colpo anticipato durante il caricamento successivo.

 

Sempre in ambito militare Carburi studiò anche le leghe migliori da impiegare per la fusione dei cannoni: i suoi pezzi d’artiglieria si dimostreranno molto precisi, venendo impiegati alcuni anni dopo dall’ammiraglio della Serenissima Angelo Emo (1731-1792) per i bombardamenti di Tunisi e Biserta, una delle ultime imprese miliari della Serenissima.

Con la caduta della Repubblica e l’alternarsi dei dominatori stranieri, Carburi, che nel 1785 era stato identificato dagli Inquisitori di Stato come uno dei capi di una loggia massonica a cui aderivano diversi altri intellettuali, venne alternativamente avversato o visto di buon occhio, ma i fondi destinati al suo laboratorio saranno comunque sempre esangui. Ciononostante la sua casa-laboratorio avrebbe continuato a essere meta di visitatori illustri: nel 1804 l’arciduca Giovanni (fratello dell’imperatore) si trattenne per più di due ore per assistere alle sue dimostrazioni di chimica; Carburi in quei momenti avrà certamente pensato a quando nel 1775 era stato onorato della visita nel suo laboratorio dell’imperatore Giuseppe II e del fratello Pietro Leopoldo di Toscana (futuro imperatore Leopoldo II) discutendo diffusamente con loro di chimica, metallurgia e artiglieria.

 

https://ilbolive.unipd.it/it/news/scienza-nascosta-nei-luoghi-padova-casa-poleni


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E veniamo allo Schabel:

Antonio Schabel corrisponde alle seguenti sigle che si possono trovare sulle monete: AS

Nato in Austria, inizia la sua attività come incisore alla zecca di Vienna nel 1755, ma l'anno seguente è già a Venezia come allievo incisore dei conii. In quegli anni Venezia ha la necessità di produrre un tallero per la Dalmazia e il Levante che potesse competere con quelli Austriaci, ma le maestranze veneziane erano contrarie all'impiego di nuovi metodi di conio per monete di largo modulo. 

Nel 1755 la magistratura veneziana decide di chiamare il direttore della zecca di Parma, Michel Dubois Chateleraut, per installare i nuovi macchinari, ma c'è anche la necessità di cercare un nuovo incisore; cosí Schabel diviene aiutante-incisore di Dubois e piú tardi incisore dei conii e delle monete da battersi con il torchio. 

L'osella del 1760, battuta utilizzando il torchio, non ha successo; ad ogni modo, Schabel continua ancora a lavorare alla zecca.

È lui nel 1768 a preparare i disegni e conii del nuovo tallero del Levante e dei relativi sottomultipli e, cosa inconsueta per la monetazione veneziana, a siglarlo con le sue iniziali.

Rimane in attività a venezia per 49 anni, diventando capo incisore e ritirandosi solamente il 4 ottobre 1805, pochi mesi prima della morte (1806).

https://numismatica-italiana.lamoneta.it/zecchieri/Antonio Schabel


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Nel post #18 si è parlato del fratello di Marco Carburi, Marino (Marinos) Carburi e si è fatto cenno alla sua opera del trasporto della “Pietra”.

In onore di tale avvenimento, è stata coniata la medaglia che posto esitata in asta n.7 Sincona dell’ottobre 2012, lotto 1904, aggiudicata a 13.000 CHF con base di partenza a a 2.000 CHF, così descritta in catalogo e relativa foto:

Silver medal 1770. Transportation of the granite monolith for the monument to Peter I. Dies by J. C. G.

Jaeger. Laureate bust of Catherine II to I., mantled and wearing star and ribbon. Rev. View of the transport of the granite block with the Tsarina, workers and spectators. 100,28 g. Diakov 150.1. Smirn. 263. Original with Proof-like surfaces and beautiful lustrous condition. Brilliant uncirculated.

The reverse is based on an engraving by I. F. Schley of the drawing by Y. M. Felten.

The block of granite used as a pedestal for the monument was called „the thunder stone" and considered to be the largest stone ever moved by man. Its weight was calculated at 1500 tons. It was moved 6 km overland to the Gulf of Finland and then by barge to St. Petersburg. The project was considered a historic engineering feat. All work was done by men, no animals or machines were used in the transport of the stone. The engineer in charge was a Greek serving as a lieutenant-colonel in the Russian Army, Marinos Carburis. He was the first Greek to hold a diploma in engineering. The equestrian bronze statue by Etienne Falconet and the pedestal were commissioned by Catherine II. Interestingly, the face of Peter I was the work of an 18 year old female apprentice, Marie-Anne Collot. The Soviet Union issued a 5 rubel commemorative coin in 1988.

Серебряная медаль 1770. Доставка в С.Петербург гранитного монолита для памятника Петру І.

Гравер И.К.Г.Егер. Бюст Екатерины влево, в лавровом венке и мантии, с орденскими звездой и лентой. Рев. Сцена передвижения рабочими каменной глыбы при многочисленных зрителях, сверху камня - барабанщики и каменотесы. 100,28 г. Дьяков 150.1. Смирнов 263. Оригинал с поверхностью пруфлайк и красивым штемпельным блеском. Состояние безупречно превосходное.

(Probably) ex Adolph Cahn auction #74, 4th of April 1932, lot 168.

(Вероятно) происходит с аукциона Адольф Кан #74, 4 апреля 1932 г, лот 168.

 

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Modificato da Oppiano

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Un esemplare in bronzo della medaglia di cui alla presente discussione rimase invenduto all’asta Bertolami del giugno 2015 n. 16.

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13 minuti fa, Oppiano dice:

Silver medal 1770. Transportation of the granite monolith for the monument to Peter I. Dies by J. C. G.

Jaeger. Laureate bust of Catherine II to I., mantled and wearing star and ribbon. Rev. View of the transport of the granite block with the Tsarina, workers and spectators. 100,28 g. Diakov 150.1. Smirn. 263. Original with Proof-like surfaces and beautiful lustrous condition. Brilliant uncirculated.

The reverse is based on an engraving by I. F. Schley of the drawing by Y. M. Felten.

https://en.numista.com/catalogue/exonumia126725.html

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(segue da #29)

Versione in bronzo del trasporto del monolite, esitata in asta Heritage del 2013.

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Modificato da Oppiano

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Ritornando al Marco Carburi.

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A proposito della carta incombustibile…del Carburi…

 

http://www.salesian.online/wp-content/uploads/2021/03/Cerruti-scrittiDB.pdf

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Versione in bronzo

 

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(segue post #28)

Antonio Schabel mori a Venezia il 19 novembre 1806. Questa informazione non si trova facilmente nei testi numismatici.

Il dato è stato reperito direttamente dall’atto di morte ritrovato e che molto volentieri condivido.

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Testimone della ricognizione della morte, fu anche il figlio di Antonio, Lorenzo Schabel, traduttore e maestro della lingua tedesca, rettore del Collegio di Santa Giustina.

Traduttore ufficiale dell’Imperiale Regio Governo in Venezia.

Dall’atto di morte, rileviamo che il padre di Antonio Schabel, il sig. Ignazio, era orefice.

Modificato da Oppiano

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