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Risposte migliori

Inviato

Una domanda vorrei sottoporvi, spesso nel sfogliare dei cataloghi d’asta mi capita di leggere nelle descrizioni di alcune monete la provenienza da zecche militari a seguito di qualche esercito. Ho notato, ma probabilmente sbaglio, che tali zecche compaiono solo nel tardo periodo repubblicano (imperatoriale) e i nessun altro periodo, sbaglio?

Un’ ultima domanda, ma come si fa a stabilire che tali monete provengono da zecche mobili?

Grazie per eventuali vostre risposte

Lorenzo


Staff
Inviato

Non so darti una risposta esauriente, posso aggiungere che di certo anche Silla si servì di zecche mobili al seguito del suo esercito, sia nella guerra mitridatica che nella marcia in Italia:

da coinarchives

Sul come si possano attribuire queste emissioni a zecche mobili non ti so dire, penso però che sia il contesto storico ed alcune fonti a suggerirci questo. A parte i famosi denari legionari di Marco Antonio, non noto differenze stilistiche e qualitative così evidenti... a parte i nomi dei diretti interessati riportati sulle emissioni.

Ho trovato anche questa didramma forse attribuibile ad una zecca militare:

da coinarchives

Awards

Inviato
Non so darti una risposta esauriente, posso aggiungere che di certo anche Silla si servì di zecche mobili al seguito del suo esercito, sia nella guerra mitridatica che nella marcia in Italia:

Non deve sorprendere che anche durante le guerre sociali, contemporanee a Silla, ci fu la battitura di monete in zecche militari itineranti (A. Campana suppone in territorio campano).

Comunque se ricordo bene dovrebbero esserci esempi di usurpatori che batterono monete in "zecche di campo" in aree periferiche dell'impero.

Qualcuno mi corregga se non è così.

Anche nel periodo medioevale furono tante le zecche militari itineranti, macroscopico è l'esempio delle Crociate, e addirittura in epoca ormai moderna e contemporanea, la battitura o contromarcatura di monete su galeoni ed imbarcazioni (statali e privati) diretti verso le Indie Orientali ed Occidentali, quindi anche monete battute in navigazione.


Staff
Inviato

Farei una piccola considerazione sul giustissimo discorso di Gionata...

Nei periodi di guerra civile e sociale era di primaria importanza per i contendenti mantere alta la fedeltà delle proprie truppe. La ricezione della propria paga era per i soldati un fattore importantissimo, gli stipendi regolari non garantivano fedeltà al 100% ma contribuivano parecchio e senza dubbio più dei puri ideali.

Basti pensare al successivo periodo imperiale ed alle elargizioni fatte dagli imperatori entranti alla guardia pretoriana... quante ne sono successe per il vil denaro!

Awards

Inviato

Non per niente molte coniazioni, anche se di provenienza da una zecca fisicamente fissa e non itinerante, avvennero solo per l'esclusiva finalità di pagare le truppe ed i vettovagliamenti.

Questo è logico solo in contesti in cui la moneta aveva ormai già larga diffusione; gli stessi mercenari in epoca preromana provenienti da aree più arretrate (eloquenti i casi di Dionigi e le truppe delle Baleari che assolutamente non riconoscevano il valore della moneta, e l'impresa di Dionigi nel convincere i Lucani ad accettare moneta e non beni) preferivano assolutamente beni materiali piuttosto che ricompense in danaro, e se avessero avuto in cambio nummi, sicuramente li avrebbero spesi prima di far ritorno in patria (purchè facciano ritorno).

Quando si assiste ad una sorta di contratto tra l'autorità sovrana ed il capitano di ventura, che concede la possibilità di impadronirsi dei bottini o almeno di una parte di essi, spesso capita ciò a cui allude Rapax, cioè i mercenari cambiano bandiera per chi garantisce più ricchezza.


Inviato

Di riflesso è poi l'uso della moneta che è solo "soldo di truppa", che resta circoscritto al singolo gruppo militare in movimento.

Martin Frederiksen sostiene ad esempio che in Campania, le prime coniazioni (statali?) avvennero proprio per sostenere mobilitazioni mercenarie.


Inviato

A quanto già precisato vorrei aggiungere che molto spesso sono stati trovati anche dei ripostigli di queste zecche "itineranti". In genere un deposito di questo tipo, una sorta di cassa militare, è caratterizzato dall'omogeneità delle monete in esso presenti, che appaiono di medesime serie o di serie cmq molto vicine tra di loro. In genere, ma non nel 100% dei casi, si tratta di monete fuse, in quanto tale tecnica di produzione, consentendo do ottenere un gran numero di monete in un tempo relativamente breve, ben si addiceva alle esigenze delle milizie.

ciao

dracma


Inviato

Grazie a tutti per le preziose informazioni.


Inviato

Nel corso della storia della Repubblica solo in tre occasioni vennero battute monete al di fuori della zecca di Roma: durante la seconda guerra punica, durante la guerra civile tra Silla e i suoi avversari, durante la guerra civile 49-31.

Le emissioni itineranti, emesse dagli eserciti, ascrivibili al periodo della seconda guerra punica, avvennero sotto il pieno controllo dello Stato. Livio riferisce che alla richiesta dei governatori della Sicilia e Sardegna di denaro, il governo ordinò di provvedervi autonomamente. Questo per evitare che durante il trasporto il denaro cadesse in mani nemiche, e anche per le comprensibili impellenze della guerra. Non c’è nulla in queste monete che faccia mimimamente pensare che i comandanti si fossero arrogati il diritto di battere moneta.

Completamente diverso il discorso delle emissioni di Silla e della guerra civile successiva. Tali emissioni itineranti vanno considerate illegali, in quanto è usurpato il privilegio della zecca di battere denaro. L’emissione di Silla è già stata segnalata, Silla non batte moneta prima dell’83, quando invade l’italia. Analogamente Cesare nel 49, passando il Rubicone, accompagna questa decisione fatale con la scelta di battere moneta propria, il denario strumenti sacrificali/elefante, il primo di una lunghissima serie di monete illegali o di necessità. Nel corso della successiva guerra civile, la zecca di Roma cessa addirittura di funzionare dal 40 al 36 (circa), completamente soppiantata dalla capacità di autofinanziamento dei protagonisti della guerra.

Per completezza riporto le emissioni che secondo il Crawford avvennero in zecche itineranti durante la seconda guerra punica: RRC 59-111 e RRC 125-131. si tratta di denari anonimi, vittoriati e quinari. I simboli adottati: caduceo,vittoriola, apex, martello, chicco di grano, punta di lancia, ancora, clava, pentagramma, testina di donna (attribuita talvolta alla Gens Horatia), scudo, carnynx; le lettere: MA, AVR, KA, C AL, CN CO, QLC, VAR. Queste emissioni avvennero in Sud Italia e in Sicilia.

Non credo che una moneta emessa da zecca itinerante sia riconoscibile su base di elementi formali. Ecco, in genere monete di emergenza sono battute male, scentrate e i coni sono poco raffinati stilisticamente (basti pensare alle galee di Antonio). Ma anche questa osservazione conosce molte eccezioni, basti pensare a certe emissioni di Cesare, molto belle (Venere/Enea oppure Elefante/strumenti sacrificali).

Allego immagine della rara emissione nota come Gens Horatia, caratterizzata dalla testa di donna tra le gambe dei cavalli.

Caius

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Inviato

Grazie Caius per l’esauriente risposta, da cui si apprezza la tua grande preparazione nella monetazione repubblicana.

Allego un denario di Marco Antonio emesso nel 42 a.C., data assegnata dai testi numismatici. Se tale data fosse corretta è probabile che la moneta fu coniata da una zecca itinerante all’ esercito di Marco Antonio per finanziare le proprie truppe impegnate nella battaglia di Filippi e la pacificazione della parte Orientale dell'impero romano.

Si può notare la scarsa qualità stilistica del conio.

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  • 2 settimane dopo...
Staff
Inviato

"Nella sua vocazione originale questa monetazione era coniata al di fuori dell'Italia e nel corso di campagne militari e viveva giuridicamente dell'autorità eccezionale che era conferita ai comandanti supremi degli eserciti, i quali producevano avvalendosi dei loro questori o proquestori i quali, in qualche caso, apponevano la loro firma o almeno una menzione del loro grado (in genere PRO Q, per "pro quaestor).

Il loro uso fu abbastanza sporadico prima di Silla e si limitò a non molte occasioni nelle quali forse giunse anche l'autorizzazione del Senato (RRC, II, 604). Ma con Silla, prima durante la campagna d'Asia e poi dall'83 a.C. con l'invasione dell'Italia, il fenomeno si ingigantì; Lucullo, suo questore, passò anche alla storia per aver coniato in Peloponneso una grande massa di monete che Plutarco riferisce venivano denominate con il suo nome nònisma... Loùkoulleion (Plutarco, Lucullus, 2, 2)."

Questo è quanto riporta il Savio sulle zecche militari.

Awards

  • 2 anni dopo...
Inviato

Scrive Caius: "Per completezza riporto le emissioni che secondo il Crawford avvennero in zecche itineranti durante la seconda guerra punica: RRC 59-111 e RRC 125-131". Nel senso che tutte le serie comprese fra 59 e 111 sono attribuite a zecche itineranti? Anche, quindi, quelle che si ritengono coniate in Sardegna (63, 64 e 65, se ben ricordo)?


Inviato

Si, per la Sardegna sono da considerare emissioni di una zecca romana ausiliaria o legionaria quelle monete contrassegnate dalla lettera C (211 a.C.), dal monogramma MA (210 a.C.), dal monogramma AVR (209 a.C.)

seguono alcuni esempi:

Asse di Caralis del 211 a.C. a nome del pretore Lucius Cornelius Lentulus, Gens Cornelia?

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Inviato

AE 31,5 - g.32,030 - orientamento dei coni ad ore 4

riferimenti bibliografici: Cr. 63/2 - Gr. 189 - Sear 644 - Syd 157

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Inviato

Denario di Caralis del 210 a.C. a nome del propretore Publius Manlius Vulso, Gens Manlia:

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Inviato

AR 20 - g. 3,260 - orientamento dei coni ad ore 10

Riferimenti bibliografici: B.32 - Cr. 172/1 - Gr. 118 - Sear 68

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Inviato

Sestante di Caralis del 209 a.C. a nome del propretore Caius Aurunculeius

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Inviato

AE 18,5 - g. 4,880 - orientamento dei coni ad ore 6

Riferimenti bibliografici: B. 14 - Cr. 65/6 - Gr. 130 - Sear 1219 - Syd. 162 d

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Inviato

Grazie Marcus, molto interessante


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Vorrei segnalare due articoli molto interessanti di Fusi Rossetti....

- A. Fusi Rossetti, l'introduzione dei nomi gentilizi nella monetazione di roma repubblicana, in rivista italiana di numismatica n. 89, 1987.

- Ibidem, le zecche militari romane nel III secolo a.C., in rivista Ita. di Numis., n. 91, 1989.


  • 3 anni dopo...
Inviato

Ciao,

complimenti per la discussione, invero un po' datata ma assolutamente interessante, su un tema cui si hanno spesso riferimenti generici ma mai approfondimenti specifici.

Ciao e grazie

Illyricum

:)


  • 4 settimane dopo...
Inviato

AE 31,5 - g.32,030 - orientamento dei coni ad ore 4

riferimenti bibliografici: Cr. 63/2 - Gr. 189 - Sear 644 - Syd 157

Marcus Didius,

This is a forgery, a tooled fake, a coin altered from a much later issue, perhaps 170 BC. The coins of Sardinia in the second Punic war have a very distinct style, and the extremely rare C As, which is known from a single die pair, exactly matches the style of the other denominations. The coin you show above is certainly a tooled.forgery. I show below some genuine coins from the Sardinia C issue, they all have the same style.

Andrew

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  • Mi piace 1

  • 6 anni dopo...
Inviato

Discussione molto interessante, posto qui due sestanti "sardi" (di tipo MA e C) per tenerne traccia:

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  • Mi piace 1

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