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IGNORED

Ci stanno rompendo il giocattolo


fagiolino

Risposte migliori

39 minuti fa, ARES III dice:

Non capisco perché l'UE non apra un procedimento d'infrazione

Non so, credo sia necessaria una denuncia e dovrebbe farla qualche associazione , NIP ?

Posso capire che si vogliano proteggere i beni culturali. Ma che c'entra con l'italica cultura un Ducato dell'ordine teutonico o un Ryo Koban giapponese a suo tempo comprati all'estero e che oggi un collezionista vuole vendere a un commerciante straniero che li paga meglio di uno italiano ? Capisco si cerchi di impedire la vendita a un cinese di una Deka Siracusana ma non ha nessun senso lo stesso comportamento per una tetra  seleucide.

 

 

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Supporter

Ciao @fagiolino,

solo per contributo, riferendomi al tuo post #1, segnalo quanto prevede Nomisma Aste Srl (società italiana) per l’Asta 3 (sala/live) che si terrà dal 2 al 4 c.m.:

EXPORT PERMIT INFORMATION 

ANCIENT COINS 
The lots marked with the § symbol (Ancient coins) CANNOT be exported/shipped outside of Italy. Nomisma Aste will not apply for export permits for said lots, as we consider the release of the permits highly unlikely. 

Per Italian law INTERNATIONAL SHIPPING (EU included) OF COINS/MEDALS OVER 50 YEARS OLD is subject to specific procedures and Monuments and Fine Arts Office/Ministry of Cultural Heritage: 

Coins valued under €13.500 -> DVAL export permit: estimated waiting time 50/60 days from when the application is sent to the Export Office.

Coins valued over €13.500 -> ALC export permit: estimated waiting time 10/12 weeks from when the application is sent to the Export Office.

The application for the export permit is the buyer’s responsibility. The auction house can apply for said permits in the buyer’s name but under no circumstance is Nomisma Aste Srl liable for the outcome or the waiting time of the export permit application process. 

Addirittura ci sono esemplari che non potranno formare oggetto di esportazione (o spedizione) fuori dall’Italia, indipendentemente dall’appartenenza alla EU o meno.

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Supporter

Potremmo parlare di una sorta di “danno patrimoniale” (perdita subita e mancato guadagno)?

La vedo abbastanza “dura”…..

La soluzione dovrebbe essere assunta -a mio avviso- a livello europeo. Del resto facciamo parte di una Comunità e lo spirito dovrebbe essere quello di armonizzare le normative.

In tal senso, potrebbero essere anche utili i legami sinergici tra le varie associazioni numismatiche riconosciute a livello comunitario.

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8 ore fa, Oppiano dice:

Potremmo parlare di una sorta di “danno patrimoniale” (perdita subita e mancato guadagno)?

Tecnicamente è un gravame che subiscono indirettamente i compratori esteri (dell'UE)  rispetto a quelli italiani.  E così i compratori italiani hanno un vantaggio od una corsia privilegiata rispetto ai compratori residenti in altri Paesi UE.

La normativa dell'UE può prevedere in determinate circostanze dei gravami ma questi non devono essere su base territoriale. In somma  si possono fare delle restrizioni ma debbono valere per tutti o anche per solo alcune categorie ma non basete su territorio di residenza del compratore/venditore, se no si creano delle storture alla libera circolazione delle merci (una delle quattro libertà fondamentali e storiche dell'Unione).

9 ore fa, fagiolino dice:

credo sia necessaria una denuncia e dovrebbe farla qualche associazione , NIP ?

Si dovrebbe informare la Commissione UE, che è guardiana e preposta al rispetto dei Trattati.

Comunque essendo un organo anche "Politico" non sempre applica il proprio ruolo in modo imparziale e con dovizia (basta fare una ricerca in merito e si vedrà. Un esempio è quando sono intervenuti per vietare che le banche italiane private potessero intervenire a salvare le 4 banche nostrane , (Banca Etruria, Banca Marche ed altre due che non ricordo) che erano in stato di insolvenza o in crisi di liquidità, perché lo avevano considerato come un aiuto di Stato. Poi dopo molti anni la Corte di giustizia dell'UE ha invece ha dichiarato che questo tipo di aiuto era lecito perché non poteva essere considerato come aiuto di Stato. Tale soluzione come si comprenderà è stata dirompente: infatti ricordiamo benissimo i piccoli azionisti ed obbligazionisti che si sono visti bruciare tutti i loro capitali e trovarsi dall'oggi al domani con in mano un pugno di mosche...alcuni e non pochi si sono anche suicidati! Tutto questo si sarebbe potuto evitare permettendo ad ABI e alle altre banche italiane di intervenire...ma forse qualcuno ha voluto fare un regalo alle banche di altri Paesi UE ? Chissà ? E chi pagherà i danni ? Si potrebbero richiedere dei risarcimenti? E poi chi pagherà effettivamente: i membri della commissione che hanno sbagliato oppure saranno sempre i contribuenti europei ? ).

 

Modificato da ARES III
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  • 2 settimane dopo...
Il 1/5/2023 alle 19:02, fagiolino dice:

Da italiano a italiano puoi vendere quello che vuoi, anche monete estere. L'autorizzazione ci vuole per vendite a stranieri di monete vecchie e antiche.

 

ma quando?

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Il 2/5/2023 alle 02:37, ARES III dice:

Tecnicamente è un gravame che subiscono indirettamente i compratori esteri (dell'UE)  rispetto a quelli italiani.  E così i compratori italiani hanno un vantaggio od una corsia privilegiata rispetto ai compratori residenti in altri Paesi UE.

La normativa dell'UE può prevedere in determinate circostanze dei gravami ma questi non devono essere su base territoriale. In somma  si possono fare delle restrizioni ma debbono valere per tutti o anche per solo alcune categorie ma non basete su territorio di residenza del compratore/venditore, se no si creano delle storture alla libera circolazione delle merci (una delle quattro libertà fondamentali e storiche dell'Unione).

Si dovrebbe informare la Commissione UE, che è guardiana e preposta al rispetto dei Trattati.

Comunque essendo un organo anche "Politico" non sempre applica il proprio ruolo in modo imparziale e con dovizia (basta fare una ricerca in merito e si vedrà. Un esempio è quando sono intervenuti per vietare che le banche italiane private potessero intervenire a salvare le 4 banche nostrane , (Banca Etruria, Banca Marche ed altre due che non ricordo) che erano in stato di insolvenza o in crisi di liquidità, perché lo avevano considerato come un aiuto di Stato. Poi dopo molti anni la Corte di giustizia dell'UE ha invece ha dichiarato che questo tipo di aiuto era lecito perché non poteva essere considerato come aiuto di Stato. Tale soluzione come si comprenderà è stata dirompente: infatti ricordiamo benissimo i piccoli azionisti ed obbligazionisti che si sono visti bruciare tutti i loro capitali e trovarsi dall'oggi al domani con in mano un pugno di mosche...alcuni e non pochi si sono anche suicidati! Tutto questo si sarebbe potuto evitare permettendo ad ABI e alle altre banche italiane di intervenire...ma forse qualcuno ha voluto fare un regalo alle banche di altri Paesi UE ? Chissà ? E chi pagherà i danni ? Si potrebbero richiedere dei risarcimenti? E poi chi pagherà effettivamente: i membri della commissione che hanno sbagliato oppure saranno sempre i contribuenti europei ? ).

 

 

Non illudetevi, non succederà assolutamente nulla a livello europeo. E nessuno pagherà. 

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2 minuti fa, Scudo1901 dice:

Non illudetevi, non succederà assolutamente nulla a livello europeo. E nessuno pagherà. 

 

Lo so, in virtù di chi lavora in quei posti....

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33 minuti fa, manuelcecca dice:

ma quando?

 

quando e dove l'hai letta questa "Da italiano a italiano puoi vendere quello che vuoi, anche monete estere. L'autorizzazione ci vuole per vendite a stranieri di monete vecchie e antiche."?

 

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4 minuti fa, manuelcecca dice:

quando e dove l'hai letta questa "Da italiano a italiano puoi vendere quello che vuoi, anche monete estere. L'autorizzazione ci vuole per vendite a stranieri di monete vecchie e antiche."?

 

 

Ma lei l'ha letta tutta la discussione ? 

Mi  dica come vendere a stranieri un aureo romano senza chiedere l'autorizzazione  e farà un piacere a tutti.

Anche a Alberto Varesi che nella sua ultima asta ha contrassegnato tutte le antiche con un simbolo a significare che non potevano essere spedite all'estero.

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24 minuti fa, fagiolino dice:

Ma lei l'ha letta tutta la discussione ? 

Mi  dica come vendere a stranieri un aureo romano senza chiedere l'autorizzazione  e farà un piacere a tutti.

Anche a Alberto Varesi che nella sua ultima asta ha contrassegnato tutte le antiche con un simbolo a significare che non potevano essere spedite all'estero.

 

sì. mi spiace, ma hai frainteso la normativa e pure cosa ha scritto Varesi.

intanto non si tratta di autorizzazione a "vendere", come hai scritto. Chiunque può vendere a chiunque.

Infatti non c'entra nulla essere stranieri o italiani. ma solamente l'eventuale esportazione all'Estero. cosa che può riguardare anche italiani.
Uno straniero può comprare da Varesi (o altri) tutti i lotti che vuole, farseli spedire in italia, o ritirarli di persona, e poi gestirsela da solo. Varesi ha contrassegnato lotti per i quali ritiene improbabile venga concessa la documentazione necessaria, il che non significa che uno straniero non li possa comprare.

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@fagiolino ha natualmente omesso l'ipotesi straniero che si fa consegnare la moneta in Italia, perché è come se si trattasse di un italiano residente.

La questione principale è spedire monete antiche fuori dai confini nazionali. Come ho già detto la normativa, secondo me, è alla fine discriminatoria e viola le norme UE (ma potrei sbagliarmi).

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Importante: la legge italiana ci impone l'obbligo di identificazione degli acquirenti all'asta, pertanto
gli offerenti sono tenuti a fornire Codice Fiscale e copia di un documento in corso di validità

Un cinese residente con c.d'Id. e CF  può comprare tutte le monete che vuole e poi spedirle o portarsele a Pechino. Commettendo un reato.

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9 minuti fa, ARES III dice:

@fagiolino ha natualmente omesso l'ipotesi straniero che si fa consegnare la moneta in Italia, perché è come se si trattasse di un italiano residente.

La questione principale è spedire monete antiche fuori dai confini nazionali. Come ho già detto la normativa, secondo me, è alla fine discriminatoria e viola le norme UE (ma potrei sbagliarmi).

 

È un normativa vergognosa, questo sì, ma non è discriminatoria perché riguarda CHIUNQUE voglia portare con sé una moneta (o altro oggetto d'arte) fuori dai confini nazionali.
il punto è che non c'entra nulla la vendita, né l'essere italiano o straniero.

Modificato da manuelcecca
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Il 2/5/2023 alle 02:37, ARES III dice:

La normativa dell'UE può prevedere in determinate circostanze dei gravami ma questi non devono essere su base territoriale. 

Rileggi

 

11 minuti fa, manuelcecca dice:

È un normativa vergognosa, questo sì, ma non è discriminatoria perché riguarda CHIUNQUE voglia portare con sé una moneta (o altro oggetto d'arte) fuori dai confini nazionali.
il punto è che non c'entra nulla la vendita, né l'essere italiano o straniero.

 

Se fai parte di un mercato unico si devono rispettare delle regole che non creino gravami ed ostacoli in base alla residenza in un altro Paese UE. 

O creano un gravame per tutta la categoria di monete antiche riguardante tutti i possibili acquirenti europei o può essere fatto uno per varie categorie ma non su base territoriale.

 

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2 minuti fa, ARES III dice:

Rileggi

 

Se fai parte di un mercato unico si devono rispettare delle regole che non creino gravami ed ostacoli in base alla residenza in un altro Paese UE. 

O creano un gravame per tutta la categoria di monete antiche riguardante tutti i possibili acquirenti europei o può essere fatto uno per varie categorie ma non su base territoriale.

 

 

non sono "gravami su base territoriale"

è proprio sbagliata la prospettiva con cui valuti la faccenda. ti fissi sul fatto che chi è all'estero ha svantaggi a comprare, ma non è una legge mirata  a gestire gli acquisti o le vendite.

il materiale non può uscire dall'italia. punto. 

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9 minuti fa, manuelcecca dice:

è proprio sbagliata la prospettiva con cui valuti la faccenda. ti fissi sul fatto che chi è all'estero ha svantaggi a comprare, ma non è una legge mirata  a gestire gli acquisti o le vendite.

il materiale non può uscire dall'italia. punto. 

Parlo dal punto di vista del Diritto dell'Unione Europea, che fino a prova contraria, è una fonte superiore rispetto a quella nazionale (non si può dire quando ci conviene che è l'Europa che ci impone qualcosa e poi quando c'è un altro obbligo che non ci garba, fare finta di niente).

In particolare la norma italiana viola il principio fondamentale della libera di circolazione di beni. Basta.

O le monete possono circolare a parità di trattamento in tutti i Paesi UE come in Italia o si decide definitivamente che non possono essere vendute (e allora è lo Stato italiano che deve farsi carico dell'acquisto di tutto il carrozzone).

 

 

Modificato da ARES III
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22 minuti fa, ARES III dice:

Parlo dal punto di vista del Diritto dell'Unione Europea, che fino a prova contraria, è una fonte superiore rispetto a quella nazionale (non si può dire quando ci conviene che è l'Europa che ci impone qualcosa e poi quando c'è un altro obbligo che non ci garba, fare finta di niente).

In particolare la norma italiana viola il principio fondamentale della libera di circolazione di beni. Basta.

O le monete possono circolare a parità di trattamento in tutti i Paesi UE come in Italia o si decide definitivamente che non possono essere vendute (e allora è lo Stato italiano che deve farsi carico dell'acquisto di tutto il carrozzone).

 

 

 

intanto ti ripeto che la legge non ha nulla a che vedere con le vendita. possono essere vendute (dove non vi siano altri cose illegali nel mezzo).

i beni culturali hanno una legislazione particolare. non è come sposta' una partita di seggiole.
anche all'estero ed anche a livello europeo ci sono normative in materia, per esempio riguardanti beni provenienti da zone di guerra come iraq e siria, per la cui circolazione sono previsti particolari condizioni. 
Semmai ci sono diverse regolamentazioni e differenze tra stato a stato, ma i beni culturali non son comunque considerati semplici beni.



 

Modificato da manuelcecca
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9 minuti fa, manuelcecca dice:

intanto ti ripeto che la legge non ha nulla a che vedere con le vendita. possono essere vendute (dove non vi siano altri cose illegali nel mezzo).

La normativa europea è onnicomprensiva di qualsiasi forma di gravame (diretto o indiretto). In questo ambito c'è una foltissima e svariata casistica , quindi non ci "attacchiamo" al solo e nudo contratto di compravendita, ma si devono calcolare anche le norme connesse e a quelle applicative.

9 minuti fa, manuelcecca dice:

iraq e siria

Questi sono fuori UE, quindi l'esempio non è calzante (usando un eufemismo).

 

9 minuti fa, manuelcecca dice:

Semmai ci sono diverse regolamentazioni e differenze, ma i beni culturali non son comunque considerati semplici beni.

Le restrizioni e i gravami possono essere fatti , non ci sono problemi, ma non creando di fatto delle disparità di trattamento in base alla residenza. 

PS: ha fatto giurisprudenza ?

Modificato da ARES III
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6 minuti fa, ARES III dice:

La normativa europea è onnicomprensiva di qualsiasi forma di gravame (diretto o indiretto). In questo ambito c'è una foltissima e svariata casistica , quindi non ci "attacchiamo" al solo e nudo contratto di compravendita, ma si devono calcolare anche le norme connesse e a quelle applicative.

Questi sono fuori UE, quindi l'esempio non è calzante (usando un eufemismo).

 

Le restrizioni e i gravami possono essere fatti , non ci sono problemi, ma non creando di fatto delle disparità di trattamento in base alla residenza. 

PS: ha fatto giurisprudenza ?

 

mi riferivo a beni provenienti da iraq e siria la cui circolazione nell'EU è regolamentata dall'EU

NON esiste alcuna disparità di trattamento in base alla residenza. ancora insisti. ti sfugge completamente che la legge non riguarda le vendite verso italia vs. estero, per cui non c'è nessuna disparità di trattamento.
se tu italiano, residente in italia, vuoi portare opere d'arte in germania per farle vede' ad un tuo amico, hai bisogno dei necessari attestati.
Se lo fa un tedesco residente in svizzera  che da roma vuol andare in spagna a vende' le monete al mercatino di barcellona, uguale.
 

Modificato da manuelcecca
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10 minuti fa, manuelcecca dice:

mi riferivo a beni provenienti da iraq e siria la cui circolazione nell'EU è regolamentata dall'EU

Sarò più chiaro: è normale che i beni provenienti da Paesi extra UE siano disciplinati da normative comunitarie e in modo differente rispetto a quelli europei.

13 minuti fa, manuelcecca dice:

NON esiste alcuna disparità di trattamento in base alla residenza. ancora insisti. ti sfugge completamente che la legge non riguarda le vendite verso italia vs. estero, per cui non c'è nessuna disparità di trattamento.
se tu italiano, residente in italia, vuoi portare opere d'arte in germania per farle vede' ad un tuo amico, hai bisogno dei necessari attestati.
Se lo fa un tedesco residente in svizzera  che da roma vuol andare in spagna a vende' le monete al mercatino di barcellona, uguale.

Sei veramente di coccio:

1- chissenefrega se uno che abita a Roma e vive a Roma vuole che la sua moneta venga spedita o portata ad un fantomatico amico a Berlino. Che stiamo parlando seriamente oppure scriviamo tanto per far perdere tempo (e la pazienza) agli altri ?

2- La compravendita prevede la cessione di un bene a fronte di un compenso. L'invio/spedizione è una questione secondaria rispetto alla vendita se si tratta di una spedizione in Italia, ma se si tratta di una località europea la questione diventa di primaria importanza: abbiamo mai sentito qualcuno che compra qualcosa solo per il gusto di farlo senza poi entrarne in possesso ? Se discipliniamo in modo differente la questione dell'invio di un bene acquistato, allora si crea un gravame in modo indiretto (ripeto indiretto). In ambito comunitario non si possono fare gravami diretti, ne tantomeno meno quelli indiretti o mascherati altrimenti si falsa il mercato europeo.

3- non importa se le monete antiche sono un bene tutelato: le tutele non possono creare direttamente o indirettamente delle disparità. Anche perché le monete antiche sono alla fine sempre dei beni economici.

4- pregherei di leggere delle sentenze della Corte di Giustizia dell'UE in merito alle questioni di alterazione del mercato comune Europeo.

E adesso finiamola con ipotesi astruse o per assurdo, perché a questo punto chi vuole fare qualcosa di irregolare/illegale lo farà comunque e in barba alle leggi, come acquistare una moneta antica e farsela consegnare da qualche parte in Italia e poi se la porta a casa (in tasca) in un altro Paese europeo perché non ci sono controlli doganali.....(cosa che condanno).

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1 ora fa, manuelcecca dice:

il materiale non può uscire dall'italia. punto.

E questa, al di là delle questioni di mercato o giurisprudenza, è una bestialità di principio. Se fossimo furbi lo faremmo a livello europeo, nel senso che il materiale non può uscire dall'UE. punto.   

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6 ore fa, ARES III dice:

Sarò più chiaro: è normale che i beni provenienti da Paesi extra UE siano disciplinati da normative comunitarie e in modo differente rispetto a quelli europei.

Sei veramente di coccio:

1- chissenefrega se uno che abita a Roma e vive a Roma vuole che la sua moneta venga spedita o portata ad un fantomatico amico a Berlino. Che stiamo parlando seriamente oppure scriviamo tanto per far perdere tempo (e la pazienza) agli altri ?

2- La compravendita prevede la cessione di un bene a fronte di un compenso. L'invio/spedizione è una questione secondaria rispetto alla vendita se si tratta di una spedizione in Italia, ma se si tratta di una località europea la questione diventa di primaria importanza: abbiamo mai sentito qualcuno che compra qualcosa solo per il gusto di farlo senza poi entrarne in possesso ? Se discipliniamo in modo differente la questione dell'invio di un bene acquistato, allora si crea un gravame in modo indiretto (ripeto indiretto). In ambito comunitario non si possono fare gravami diretti, ne tantomeno meno quelli indiretti o mascherati altrimenti si falsa il mercato europeo.

3- non importa se le monete antiche sono un bene tutelato: le tutele non possono creare direttamente o indirettamente delle disparità. Anche perché le monete antiche sono alla fine sempre dei beni economici.

4- pregherei di leggere delle sentenze della Corte di Giustizia dell'UE in merito alle questioni di alterazione del mercato comune Europeo.

E adesso finiamola con ipotesi astruse o per assurdo, perché a questo punto chi vuole fare qualcosa di irregolare/illegale lo farà comunque e in barba alle leggi, come acquistare una moneta antica e farsela consegnare da qualche parte in Italia e poi se la porta a casa (in tasca) in un altro Paese europeo perché non ci sono controlli doganali.....(cosa che condanno).

 

la legge non crea nessuna diparitÀ di trattamento tra acquirenti perché non è una legge che disciplina la vendita. È una legge che si occupa di altro. una legge ingiusta per altro, ma questo è un altro discorso.


vero è invece, molto più prosaicamente, che non invoglia acquirenti residenti all'Estero, indipendentemente dalla nazionalità, a comprare in italia. che questo "falsi" il mercato non ha nessuna rilevanza. che poi cosa dovrebbe "falsare"?
non c'è alcuna disparità di trattamento in merito alla ratio  e all'applicazione della legge. lo straniero che vuol farsi spedire la moneta all'estero esplica le pratiche come ogni residente in italia che porta le monete all'estero.
MAgari ci vorrebbe una legge migliore, ma la disparità di trattamento non c'è manco a cercarla. prima ai parlato di circolazione dei beni, ora di disparità indirette.

i beni culturali sono una cosa diversa da beni di uso e consumo, e necessitano di una legislazione che li tuteli. Non tutte le monete ci dovrebbero rientrare, e la legge italiana è fatta -come sempre- male.
MA a parte questo, È gusto riconoscere che -generalmente parlando- un'opera d'arte con interesse culturale non è la stessa cosa di un televisore. a te la differenza non è chiara, e difatti non hai capito che i beni culturali   provenienti dall'iraq non son semplici beni esteri. son tutelati in quanto beni culturali a rischio. Si tratta dell'ordinanza 1210/2003 del 7. luglio 2003, per la quale è proibita la circolazione di BENI CULTURALI iracheni di cui non si ha documentazione antecedente il 6 agosto  1990.
ripeto: il commercio di beni culturali non è uguale al commercio di computer.
per cui, che vengano comprati, ereditati, trasportati a mano o spediti all'estero non fa differenza, vengono disciplinati diversamente da come è previsto per i televisori. All'interno di questa premessa tutti vengono trattati allo stesso modo, il contrario di quanto sostieni.

Modificato da manuelcecca
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12 ore fa, ART dice:

E questa, al di là delle questioni di mercato o giurisprudenza, è una bestialità di principio. Se fossimo furbi lo faremmo a livello europeo, nel senso che il materiale non può uscire dall'UE. punto.   

 

È proprio qui il punto: se un bene è commerciabile (e non viola alcuna norma degli stati membri, si pensi alle cosiddette droghe a scopo ricreativo nei Paesi Bassi) deve poter circolare all'interno dell'intera Unione. Sono queste le regole.

11 ore fa, manuelcecca dice:

la legge non crea nessuna diparitÀ di trattamento tra acquirenti perché non è una legge che disciplina la vendita. È una legge che si occupa di altro. una legge ingiusta per altro, ma questo è un altro discorso.


vero è invece, molto più prosaicamente, che non invoglia acquirenti residenti all'Estero, indipendentemente dalla nazionalità, a comprare in italia. che questo "falsi" il mercato non ha nessuna rilevanza. che poi cosa dovrebbe "falsare"?
non c'è alcuna disparità di trattamento in merito alla ratio  e all'applicazione della legge. lo straniero che vuol farsi spedire la moneta all'estero esplica le pratiche come ogni residente in italia che porta le monete all'estero.
MAgari ci vorrebbe una legge migliore, ma la disparità di trattamento non c'è manco a cercarla. prima ai parlato di circolazione dei beni, ora di disparità indirette.

i beni culturali sono una cosa diversa da beni di uso e consumo, e necessitano di una legislazione che li tuteli. Non tutte le monete ci dovrebbero rientrare, e la legge italiana è fatta -come sempre- male.
MA a parte questo, È gusto riconoscere che -generalmente parlando- un'opera d'arte con interesse culturale non è la stessa cosa di un televisore. a te la differenza non è chiara, e difatti non hai capito che i beni culturali   provenienti dall'iraq non son semplici beni esteri. son tutelati in quanto beni culturali a rischio. Si tratta dell'ordinanza 1210/2003 del 7. luglio 2003, per la quale è proibita la circolazione di BENI CULTURALI iracheni di cui non si ha documentazione antecedente il 6 agosto  1990.
ripeto: il commercio di beni culturali non è uguale al commercio di computer.
per cui, che vengano comprati, ereditati, trasportati a mano o spediti all'estero non fa differenza, vengono disciplinati diversamente da come è previsto per i televisori. All'interno di questa premessa tutti vengono trattati allo stesso modo, il contrario di quanto sostieni.

 

Perfetto: a questo punto dall'alto della sua giurisprudenza, vada a trattare con i giudici della Corte di Giustizia dell'UE e gli dica che non capisco un tubo sulla questione.

11 ore fa, manuelcecca dice:

la legge non crea nessuna diparitÀ di trattamento tra acquirenti perché non è una legge che disciplina la vendita. È una legge che si occupa di altro. una legge ingiusta per altro, ma questo è un altro discorso.

Comunque noto che non comprende il significato delle parole italiane e cercherò di essere ancora più chiaro.

Il sistema del mercato comune Europeo è volto per creare un unico spazio unico dove beni, servizi, capitali e forza lavoro possano circolare senza restrizioni.

Quando si deve giudicare se una norma rispetta questi parametri non ci si sofferma solo al suo testo ma si controlla anche l'intero complesso normativo nel quale si trova: la norma sulla compravendita di monete antiche non ha nessuna differenziazione di trattamento ma poi quando si osserva l'intero complesso si trovano delle norme restrittive che disciplinano la sua circolazione in ambito europeo (quelle fuori UE non interessano). O meglio esistono dei gravami burocratici ed autorizzazioni da ottenere.

Questi sono per forza di cose degli ostacoli INDIRETTI, proprio perché non contenuti nella norma sulla vendita ma sulla sua circolazione.

 

 

 

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