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IGNORED

La Federazione Russa ha perso la guerra.


Risposte migliori

Inviato
15 minuti fa, fagiolino dice:

Fonti affidabilissime, come la distruzione da parte di Bashar di 336 ospedali (qualcuno li ha contati). 

 

Questo argomento è generalmente divertente. A proposito di esperti russi. Lì, l'umorismo della trasmissione è che gli esperti chiedono un attacco atomico alla NATO. Criticano davvero Putin. Ma non per il fatto che ha scatenato una guerra. E per il fatto che ha pietà delle persone nei paesi della NATO.


Inviato
6 ore fa, FFF dice:

Orpo! Cosa vedo! il mittttico Orsini: ?

 

 

3 ore fa, FFF dice:

A tutti i partecipanti,  sto cercando di fare una cronistoria degli avvenimenti di questi giorni e dei prossimi.

Coerenza, questa sconosciuta...

PS: quello che ha detto molti mesi fa poi si è avverato.


Inviato
21 minuti fa, Brios dice:

Criticano davvero Putin. Ma non per il fatto che ha scatenato una guerra. E per il fatto che ha pietà delle persone nei paesi della NATO.

E' bello sapere che ci vuole bene. Confortante.

Arka

Diligite iustitiam

  • Haha 1

Inviato
11 minuti fa, Arka dice:

Приятно знать, что он любит нас. Утешительный.

Арка

Diligite iustitiam

 

Anch'io ti amo. Per lo più monete italiane. E io sono molto contrario agli attacchi atomici. È un peccato per le monete, i dipinti, la natura.


Inviato
1 minuto fa, Brios dice:

E io sono molto contrario agli attacchi atomici. È un peccato per le monete, i dipinti, la natura.

Su questo siamo perfettamente d'accordo.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato
3 ore fa, Arka dice:

Su questo siamo perfettamente d'accordo.

Arka

Diligite iustitiam

 

Poi c'è un suggerimento logico. Tutti quelli che sono contro Putin vengono in Ucraina. E lì condividiamo il nostro amore. Monete, natura, arte restano in Italia.

 


Inviato (modificato)
Il 12/9/2022 alle 01:14, ARES III dice:

Le persone, ma le industrie non tutte, creando disoccupazione e povertà.

Sopportabile con adeguati provvedimenti. E' la guerra, baby.

Il 12/9/2022 alle 01:14, ARES III dice:

Non ci sarà: non lo vogliono gli Americani, gli Olandesi, i Norvegesi, i Tedeschi (il parere degli Ungheresi alla fin fine non conterà) perché non gli conviene economicamente, alla faccia della solidarietà...

Gli americani e i norvegesi non c'entrano niente, i tedeschi si cercherà di condurli alla ragione dopo aver capito cosa li blocca davvero. Non è scontato che si riesca ma non sottovaluterei la capacità di reazione europea, non dopo quello che si è visto in questi mesi, e nonostante le "sovranità nazionali" a indebolirci.

Il 12/9/2022 alle 01:14, ARES III dice:

Proprio per questo che finora ha fatto una performance buona: l'Ucraina è imbottita di armi dal 2014 e comunque è stata invasa. È rifornita ancora oggi, ma resta ancora occupata. Non siamo poi così bravi.

Conoscendo le intenzioni iniziali di Vladimiro nostro sarebbe stata comunque invasa, anche armata meglio fin da prima, cosa che non abbiamo fatto perchè eravamo ancora nell'epoca del fregarcene dei piani strategici russi in nome del commercio. Non è certo facile contrastare un nemico come la russia, ma i risultati sono fin troppo evidenti vista la disparità-standard dei contendenti sul campo.

Il 12/9/2022 alle 01:14, ARES III dice:

Anche su di noi direi. Ma il tracollo rapido non c'è stato come sbandierato molti mesi fa. Errore di analisi o non si voleva dire all'opinione pubblica che le sanzioni avrebbero funzionato dopo parecchio tempo e con il nostro sacrificio economico?

Che comportino sacrificio economico è del tutto ovvio, la guerra non si vince di certo gratis. Che le sanzioni (quelle che non hanno colpito nell'immediato facendo tracollare il PIL russo) avrebbero funzionato a medio/lungo termine lo sapevamo tutti, anche se IW russa & amici in Europa cercano disperatamente di far credere il contrario proprio perchè alla Russia fanno male, e parecchio. In ogni caso il loro scopo primario a breve termine non è di mettere in difficoltà la Russia ma di sconnettere il più possibile i sistemi politici ed economici unionale europeo e russo, e questo è già avvenuto abbondantemente se non per la rimanente fornitura di gas che resta da annullare.

 

Il 12/9/2022 alle 01:14, ARES III dice:

 per reperire tecnologia c'è la possibilità di rifornirsi dalla Cina e da altri (la Corea del Nord in campo di armi non è da sottovalutare, altrimenti gli Americani, i Giapponesi...non si comprende perché ne avrebbero così paura),

Perchè è dotata di arsenale nucleare. Ma la questione non è quanto siano tecnologiche la Cina o la Corea del nord o quanto abbiano da offrire, è che cicciobello vladimiro ben lungi dal controllare che le forze armate russe fossero ben curate ha permesso che la Russia accumulasse un ritardo nello sviluppo degli armamenti difficile da colmare, che si sta vedendo fin troppo bene adesso, sia nella disponibilità di certe categorie di armi che nel confronto con quelle che stiamo fornendo all'Ucraina. Ha fatto in modo che tutta l'attenzione e le risorse fossero concentrate sui famosi missili ipersonici e sul rinnovamento dell'arsenale nucleare, trascurando quasi tutto ciò che realmente serve per combattere una guerra convenzionale. Ma soprattutto ha permesso che l'industria continuasse a dipendere dalle forniture estere (anche occidentali e prima del 2014 addirittura ucraine) per apparati che oggi gli servirebbe avere in produzione autonoma di massa. Giustamente dirai: "C'è la Cina". Sì, ma a che prezzo politico ed economico? E con quale tempistica? Mendicare alla Cina gli costerà caro sia in termini di dipendenza dalla loro industria che di convenienza della Cina che questa faccenda vada avanti, danneggiando un partner commerciale di gran lunga maggiore della Russia (l'UE).

Il 12/9/2022 alle 01:14, ARES III dice:

Non ne sarei così sicuro: i finanziamenti che le banche hanno concesso qualcuno li dovrà pur ripagare, se non vogliamo dei fallimenti come nel 2008 e conseguente ed ulteriore crisi economica globale. E comunque il patrimonio mobiliare sequestrato ai Russi non verrà intaccato nel breve medio termine. Quindi gli aiuti militari all'Ucraina, il mantenimento dello stesso stato ucraino, gli aiuti umanitari, e il peso delle controsanzioni russe sulle nostre economie, le stiamo già anticipiamo noi e non si sa per quanto tempo la cosa potrà essere sostenuta. Ricordiamoci che usciamo già da una crisi sanitaria che ha colpito l'economia globale.

Quello che si deva fare si farà. E' LA GUERRA, BABY ✌️

Modificato da ART

Inviato (modificato)

SIGNORI, abbiamo una situazione molto interessante che è bene analizzare un po' nel dettaglio prima della chiusura del thread.

E' stato liberato tutto l'oblast di Kharkiv e due nodi strategici fondamentali come Kupyansk e Izyum, conquistate dai russi la scorsa primavera a caro prezzo, e i grandi centri di Slovjansk e Kramatorsk. In generale c'è un incremento della pressione ucraina su tutto il settore nordoccidentale dell'oblast di Lugansk e un non trascurabile impatto psicologico documentato da diversi blog e account russi Telegram e Twitter, dove fra l'altro si chiede la testa dei comandi militari locali e si invoca la mobilitazione generale.

Gli ucraini hanno eseguito un'azione da manuale: dopo aver scelto il punto più debole del dispositivo russo, difeso da pochi reparti della milizia secessionista, hanno sfruttato la schiacciante superiorità numerica, ma anche qualitativa, e con tre reparti eccellenti (la 25a Brigata Aeroportata, l'80a Brigata d'Assalto Aereo e la 92a Brigata meccanizzata) hanno sfondato in punti che non erano neanche stati messi "in sicurezza" con campi minati, entrando rapidamente molto in profondità nel'area sotto controllo russo. Il fattore sorpresa e la velocità dell'azione hanno messo in crisi il comando russo, che non ha avuto tempo e modo di richiamare le riserve dispiegate sul fronte di Kherson. L'aviazione russa si è dimostrata incapace di tamponare, vista anche la fornitura massiccia all'Ucraina di MANPADS (missili anti-aerei spalleggiabili) quali soprattutto Stinger e Starstreak, a cui si stanno aggiungendo batterie di NASAMS (*). Quindi i russi hanno mollato tutto e sono scappati a occidente del fiume Oskil, per evitare l'accerchiamento e perdite ancor più ingenti. Il ritiro è stato rapido, tanto che in mano ucraina sono finiti un'ottantina tra carri armati e veicoli da combattimento per la fanteria, compresi diversi T-80 della 4a Divisione corazzata russa, più alcuni UAV (droni) e 3 o 4 depositi di munizioni e armi.

Oltre ai numeri, che da soli non bastano, gli ucraini avevano come sempre una superiorità schiacciante in termini di ISR (a livello informativo, di ricognizione e d'intelligence), fornita dalla NATO, ma anche a livello di pianificazione. Cosa interessante che si vista a livello tattico è che gli ucraini hanno messo in piedi un'operazione combinata con unità meccanizzate tradizionali e squadre di tecniche (pick-up armati), che sono avanzate rapidamente in profondità gettando scompiglio nelle unità russe. Ha partecipato attivamente anche l'aeronautica ucraina, che coi missili antiradiazione HARM (**) e insieme all'uso delle munizioni circuitanti (droni kamikaze) Switchblade e Phoenix Ghost hanno inflitto gravi perdite alle batterie anti-aeree russe. Non secondario è stato il ruolo dell'artiglieria di precisione a lungo raggio, con forniture occidentali che com'era anche facile immaginare sono in quantità ben superiore a quanto dichiarato ufficialmente. Il targeting (basato sul sistema Gis Arta di assegnazione dei bersagli con intelligenza artificiale) è molto accurato: gli ucraini eliminano senza problema posti di comando, depositi di munizioni, infrastrutture e centri di stoccaggio, cosa che ai russi costa molte più risorse e tempo.

 

(*) Postazioni che sparano le versioni lanciabili da terra di alcuni missili aria-aria per i caccia. 

(**) Missili che rilevano il fascio radar delle batterie anti-aeree nemiche e lo seguono automaticamente. Sono stati integrati a tempo di record sui MiG-29 ucraini.

Modificato da ART
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Inviato

Sulle sanzioni:

1- pochi avevano ammesso i problemi

25 Febbraio:

Il pericolo delle sanzioni alla Russia: ecco quanto ci costano

L'Italia potrebbe essere tra i Paesi più colpiti indirettamente dalle sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina

https://quifinanza.it/economia/video/pericolo-sanzioni-russia-quanto-costano-italia/606919/amp/

O a Luglio più esplicitamente:

«Le sanzioni alla Russia non saranno efficaci prima di due anni»

L'analista Sergei Vakulenko, veterano dell'industria del gas e del petrolio, suona un campanello d'allarme mostrando i difetti della strategia occidentale. Nel breve periodo saranno gli europei a pagare il costo maggiore delle sanzioni e Putin potrebbe presto «azzerare le forniture di gas»

https://www.tempi.it/le-sanzioni-alla-russia-non-saranno-efficaci-prima-di-due-anni/amp/

2- ma non credo che il sole24ore sia un giornale amico di Putin 

Stati Uniti, perché l’arma delle sanzioni alla Russia funziona solo a metà

https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AEry36EB

 


Inviato

ARESIII, che diavolo ci fai in piedi a quest'ora? Pensa a dormire, non all'Ucraina ?


Inviato
4 ore fa, ART dice:

ARESIII, che diavolo ci fai in piedi a quest'ora? Pensa a dormire, non all'Ucraina ?

Scusa ma la propaganda russa non si scrive da sola, qualcuno dovrà pure lavorare di notte affinché l'indomani sia servita e a disposizione del pubblico....:rofl:

Soffro di qualche problemino che non mi dormire o meglio dormo poco. 

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Inviato
12 ore fa, ART dice:

norvegesi

Norvegia ha preso posizione. Il premier Jonas Gahr Store si è detto 'scettico' sulla possibilità di introdurre una «misura che non risolverebbe i problemi di approvvigionamento dell’Europa ».

E la Norvegia fa parte del SEE, della NATO (il cui segretario è norvegese),...ma anche se è un alleato col piffero che ci vende il gas a prezzo d'amico in questo momento (come gli americani).

 

Premier Norvegia, 'siamo scettici sul price cap al gas'

Colloquio telefonico tra capo governo Oslo e von der Leyen

La Norvegia è "scettica" sulla possibilità di un price cap europeo all'import di gas e sostiene che la misura non risolverebbe i problemi di approvvigionamento dell'Europa. E' quanto ha sottolineato il premier norvegese Jonas Gahr Store in una nota diramata dopo un colloquio telefonico con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. "Siamo d'accordo sull'avere un dialogo ancora più stretto con l'Ue in futuro sulle diverse proposte che sono sul tavolo. Stiamo affrontando le discussioni con una mentalità aperta, ma siamo scettici riguardo a un prezzo massimo per il gas", ha spiegato Store.

https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2022/09/12/premier-norvegia-siamo-scettici-sul-price-cap-al-gas-_5dbe874f-c569-4e49-be81-f76c5c808c14.html


Inviato
23 minuti fa, ARES III dice:

Premier Norvegia, 'siamo scettici sul price cap al gas'

Facendo un volo di fantasia se l'Italia fosse al posto della Norvegia che farebbe... :unsure:

Arka

Diligite iustitiam


Inviato
59 minuti fa, Arka dice:

Facendo un volo di fantasia se l'Italia fosse al posto della Norvegia che farebbe... :unsure:

E io ti rigiro la domanda se l'Italia fosse al posto dell'Ungheria....

Dal momento che sono 5 giorni che tutti i tg, giornali, politici di una certa area politica (quelli che fanno i santiarellini ma che fino agli anni '90 prendevano i rubli russi) ecc...non fanno che dire che non si fa per la sola colpa dell'Ungheria!

Olanda, Germania, Slovenia, Austria, Slovacchia, Cechia, ecc...non sono mai citate...


Inviato

La situazione economica e pregressi:

L’UCRAINA IN FALLIMENTO

23 Febbraio 2019

A Bruxelles non se ne parla, ma tutti sanno che l’Ucraina è economicamente in fallimento. Nessuno lo dice apertamente perché dimostrerebbe che i soldi finora regalati a Kiev per motivi politici sono soldi gettati dalla finestra e perché comunque si vuole attendere quale sarà l’esito delle elezioni del prossimo 31 marzo. È tuttavia bene si sappia che la volontà di assimilarla all’Europa per sottrarla all’influenza di Mosca, oltre che fallimentare per ragioni politiche, lo è anche dal punto di vista del denaro sottratto dalle tasche dei cittadini dell’Unione per rimpinguare i portafogli degli oligarchi di Kiev.
Lo scorso dicembre il Fondo Monetario Internazionale approvò un nuovo fondo di assistenza di circa 4 miliardi di dollari come parte del suo programma di assistenza quadriennale. Nonostante le reticenze del Fondo il versamento si è reso indispensabile per mettere una pezza, seppur temporanea, ai problemi finanziari del Paese. Purtroppo è del tutto inutile per contribuire alla misera vita quotidiana dei cittadini. Il rappresentante dell’ONU residente in Ucraina ha dichiarato che il 4% della popolazione vivrebbe con un reddito inferiore del 75% alla media delle entrate individuali, ma la popolazione che vive al di sotto del minimo indispensabile per la sopravvivenza è ben il 60%. Il ministro ucraino per gli Affari sociali ha notato che la povertà in Ucraina tra il 2014 (data in cui è entrato in carica un governo post-Yanukovich) e il 2017 è passata dell’8 al 55% e le statistiche del 2018 (non ancora annunciate ufficialmente) darebbero cifre ancora peggiori.
Un commentatore ucraino citato da un sito di analisi americano (Geopolitical Futures) dice che l’unico miglioramento economico visibile è quello che dal budget pubblico va verso gli imprenditori (leggi oligarchi) e non tocca minimamente la popolazione comune”.
Il tasso ufficiale di inflazione dichiarato è del 10% per il periodo tra il giugno e il dicembre 2018 ma i media ucraini lo stimano tutti molto più alto. La testata Vesti UA ha riportato che i prezzi dei beni di primo consumo sono aumentati dell’80%. L’ente Info-SHUVAR che informa in merito ai prezzi agricoli ha scritto che il prezzo delle patate tra novembre e dicembre è raddoppiato. Secondo il servizio statale di statistica il prezzo delle cipolle ha avuto un incremento del 115%, i cavoli e le carote del 60% e le barbabietole del 30%. Nell’arco di un anno, il pane, la farina, il semolino e la pancetta hanno visto incrementi tra il 14 e il 17% mentre la carne, il pesce e le salsicce sono aumentate tra il 9 e 11%. Perfino i mezzi pubblici hanno visto il loro costo alzarsi del 26% e le medicine del 10%.
Il Fondo Monetario Internazionale, nel tentativo di far tornare i conti dello Stato, ha cercato di imporre anche un aumento del prezzo per il consumo di gas ma il governo locale ha resistito fino allo scorso maggio. Poi lo ha alzato del 15% annunciando che, a partire dal 2020, dovrà essere pagato al prezzo di mercato. Attualmente i cittadini ucraini stanno ancora pagando il gas ad un valore vicino al 40% del normale prezzo internazionale mentre fino al 2015 lo pagavano addirittura circa 88% in meno. Ciò era possibile a causa dei rapporti allora molto buoni con la Russia e chi ha favorito la rottura tra i due Paesi non ha tenuto conto delle conseguenze della rottura di quelle relazioni. Nel tentativo di procrastinare il più possibile l’aumento del prezzo al consumo per motivi elettorali, Kiev ha dato fondo alle riserve di questo combustibile in suo possesso riducendole al 40% circa della capacità di stoccaggio.
I prestiti cui il governo di Kiev ha dovuto ricorrere negli anni 2014 e 2015 e che dovrebbero essere ripagati entro la seconda metà del 2019 ammontano a 17 miliardi di dollari. La cifra potrebbe sembrare relativamente ridotta se non fosse che coincide con il totale del valore in oro ed in valuta straniera attualmente nelle casse dello stato.
Mentre la gente soffre la fame, gli oligarchi si arricchiscono e il bilancio dello stato va in malora, il governo in carica ha aumentato le spese militari e prevede di aumentarle ancora di un + 16% nel 2019. Da un certo punto di vista è comprensibile, visto che nella parte est del Paese è tuttora in atto una guerra civile di cui nessuno riesce ad immaginare la fine. È bene però sapere che la cifra investita in armamenti (stimata in 16 miliardi di dollari) rappresenta il 5% del prodotto nazionale lordo e che solo cinque Paesi al mondo, magari anche più benestanti, superano questa percentuale. Il presidente in carica Petro Poroshenko una volta eletto annunciò che lo slogan dell’Ucraina sarebbe stato:” Esercito, Lingua, Fede”. Aggiunse che gli ucraini avrebbero finalmente potuto “vivere in una maniera nuova”. Che, da allora, i poveri ucraini stiano vivendo davvero una vita diversa è sicuro. Che sia esattamente questa la vita che si aspettavano dopo quelle parole è piuttosto improbabile. Chi, invece, è certamente soddisfatto sono gli oligarchi che continuano ad arricchirsi sulle spalle della povera gente. La rivista Forbes ha scritto che il maggior numero al mondo di nuovi ricchi è proprio in Ucraina.
Mentre gli oligarchi e i loro clientes prosperano sulla corruzione e sul malgoverno, l’ONU stima che al 2017 circa 6 milioni di ucraini sono partiti per l’estero in cerca di lavoro e molti di loro, per questioni culturali e di lingua, sono andati a cercarlo proprio nella “nemica” Russia.

https://www.notiziegeopolitiche.net/lucraina-in-fallimento/

19/07/2022

È improbabile che l'Ucraina vada in default sul suo debito estero, ma la situazione finanziaria interna al Paese dilaniato dalla guerra è "disastrosa" e richiede aiuti esteri urgenti per colmare un deficit di bilancio mensile di 5 miliardi di euro, avverte l'ambasciatore dell'Ue nel Paese. 

I fondi sono necessari per mantenere a galla l'economia e pagare le pensioni, gli stipendi e i servizi pubblici di base, mentre le forze russe proseguono la loro brutale invasione.

"L'assistenza finanziaria internazionale arriva da diverse font, ma non è ancora sufficiente per colmare questo divario", ha dichiarato l'ambasciatore Matti Maasikas ad Euronews, durante una recente visita a Bruxelles.

La scorsa settimana, i Paesi dell'Unione hanno deciso di erogare la prima tranche di 1 miliardo di euro del pacchetto di aiuti finanziari da 9 miliardi, promesso dal blocco a maggio.

 

Gli Stati membri debbono ancora raggiungere un accordo sui restanti 8 miliardi di euro: il denaro viene raccolto dalla Commissione europea sui mercati dei capitali e viene poi erogato a Kiev sotto forma di prestiti agevolati a lungo termine.

I costi degli interessi derivanti dalla transazione saranno coperti direttamente dal bilancio dell'Unione.

Il Corriere Della Sera riferisce che la Germania starebbe andando contro l'assistenza, perché comporta l'emissione di un nuovo debito comune dell'Unione.

Un portavoce della rappresentanza permanente della Germania presso l'Ue non ha commentato le notizie riportate dai media: i funzionari di Bruxelles non hanno confermato il blocco dei finanziamenti, ma hanno detto che discussioni sulle garanzie aggiuntive erano ancora in corso.

https://it.euronews.com/my-europe/2022/07/19/ambasciatore-ue-a-kiev-ucraina-non-fara-default-ma-la-situazione-finanziaria-e-disastrosa

7/08/2022 

Ucraina, dall'Italia 200 milioni di euro per pagare gli stipendi degli insegnanti

Si tratta di un prestito agevolato della durata di 15 anni, con un periodo di grazia di 7,5 anni e un tasso di interesse pari a zero. 

S&P e Fitch hanno abbassato il rating di Kiev

Vale la pena ricordare che la settimana scorsa le agenzie di rating globali S&P e Fitch hanno abbassato i rating in valuta estera dell'Ucraina,  rispettivamente a default selettivo e a default limitato. «Riteniamo praticamente certo che il governo ucraino interromperà i pagamenti almeno su parte del debito estero», ha affermato S&P nella nota in cui ha annunciato il downgrade. I creditori dell'Ucraina, nel frattempo, hanno accettato la richiesta di Kiev di congelare per due anni i pagamenti di quasi 20 miliardi di dollari in obbligazioni internazionali.

https://www.milanofinanza.it/amp/news/ucraina-dall-italia-200-milioni-di-euro-per-pagare-gli-stipendi-degli-insegnanti-202208171759452060

6 Settembre 2022 

Ucraina, il piano di privatizzazioni di Zelensky e il rischio default

È iniziata la prima fase di privatizzazioni dell'Ucraina e a breve saranno messe sul mercato anche le grandi società statali. Nei fatti Zelensky e il governo Shmyhal rischiano di svendere gli asset di un Paese destinato al default. E salvato per ora dai creditori internazionali.

L‘Ucraina è un Paese al collasso. Se non fosse per gli aiuti occidentali, sia militari che economici, da un lato sarebbe stata fagocitata almeno per metà dalla Russia, nonostante la campagna bellica mal organizzata del Cremlino frutto anche, ma non solo, di un tentativo di diplomazia coercitiva andato male; dall’altro sarebbe andata già ufficialmente in default, se appunto non fossero intervenuti i creditori internazionali a concedere due anni di tempo per ripianare i debiti.

In questo contesto che l’avvicina di più alla qualifica di Stato fallito piuttosto che pienamente sovrano, il presidente Volodymyr Zelensky e il governo guidato dal premier Denys Shmyhal hanno rilanciato il progetto di privatizzazioni che era già stato avviato da Petro Poroshenko nel 2018 e poi congelato con il passaggio di consegne nel 2019, l’arrivo prima della pandemia e poi della guerra. In sé è già strano il fatto che in proprio in questo momento ritorni d’attualità il tema, dato che in tempi di crisi solitamente è lo Stato che eventualmente aiuta le imprese in difficoltà, eventualmente nazionalizzando e non il contrario, ma evidentemente l’Ucraina in una fase che al momento sembra più di implosione che non di rilancio si offre come banco di prova per questo tipo di operazione. E così all’inizio di agosto è stato comunicato che a settembre sarebbe iniziata la prima fase di privatizzazioni, partita puntualmente il primo del mese, riguardante solo piccole imprese, poche centinaia, tra distillerie, panetterie e altre fabbriche di analoghe dimensioni, in attesa di una seconda, quando verranno messe sul mercato le grandi società statali che già ora hanno raggiunto, o quasi, almeno secondo le agenzie internazionali di rating, la bancarotta. Come il colosso energetico Naftogaz, che alla fine di luglio è stato degradato da Fitch insieme con Ukrenergo e Ferrexpo  all’ultimo livello a un passo dal default.

I giudizi negativi di  Standard&Poors  e Fitch sul debito sovrano dell’Ucraina rilasciati tra fine luglio e inizio agosto sono stati parzialmente corretti quando è arrivata la decisione di buona parte dei creditori occidentali, oltre il 75 per cento, di concedere due anni di tempo a Kyiv per rimettersi in carreggiata. Di fatto la questione della bancarotta dichiarata dell’ex repubblica sovietica è stata posticipata. E in questo lasso di tempo Zelensky, che resterà in carica fino al 2024, vuole rilanciare le privatizzazioni che assumeranno probabilmente la forma di una vera e propria svendita.

Sia per la prima fase che per la seconda è difficile prevedere infatti se le casse dello Stato si riempiranno, dato che il valore di mercato sia di piccole sia di grandi imprese è chiaramente in costante discesa. Non solo: già cominciata con Poroshenko, riprenderà vita la privatizzazione della terra, che dopo un paio di decenni di moratoria per evitare la concentrazione del possesso tra oligarchi e grandi multinazionali, è ritornata all’ordine del giorno. Considerando il fatto che i poteri forti ucraini sono sempre meno forti e si stanno preoccupando più di disinvestire nel Paese che viceversa, è verosimile che ad approfittare saranno gli investitori esteri, che, a guerra in corso e nella ricostruzione postbellica, saranno così gli attori principali. La grande incognita, sia per Kyiv che per l’Occidente, con Stati Uniti e Gran Bretagna in prima fila, è quanto dell’odierna Ucraina, in termini geografici e industriali, rimarrà da privatizzare. La situazione al momento vede circa un quinto del Paese occupato dalla forze russe e anche in caso di controffensiva ucraina è probabile che le posizioni tra un paio di mesi, quando il conflitto verrà comunque rallentato e congelato con l’arrivo dell’inverno, non saranno tanto diverse da quelle di oggi. La decisione dei creditori internazionali di soprassedere sino al 2024 per il ripianamento dei debiti rispecchia in sostanza la volontà di concedersi tempo per capire quello che potrà succedere a livello militare non tanto negli ultimi mesi del 2022, ma dalla primavera del 2023. Poi prenderanno le nuove misure.

https://www.tag43.it/ucraina-privatizzazioni-debito-rating-zelensky-creditori-internazionali-russia-guerra/?amp

11/08/2022

L’Ucraina schiva il default. Mentre la Russia si salva (per ora)

Kiev strappa ai propri creditori una proroga di 24 mesi del pagamento delle cedole legate ai bond sovrani, evitando all’ultimo un fallimento figlio di un’economia devastata dalla guerra. Mentre a Mosca gas e petrolio garantiscono la sostenibilità dei conti pubblici, anche se per le agenzie di rating il Paese è formalmente insolvente

 

La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina si sta lentamente trasformando in una lenta lotta per la sopravvivenza, non solo umana, ma anche finanziaria. Il conflitto sta polverizzando l’economia ucraina, comportando un crollo del Pil compreso tra il 35 e il 45%, solo per il 2022.

Tutto questo espone Kiev ai creditori esteri, che negli anni hanno finanziato il Paese comprando titoli pubblici e sottoscrivendone il debito sovrano. Ora, come può un Paese che in pochi mesi ha perso oltre un terzo della propria ricchezza, onorare il debito? Non è la stessa cosa per la Russia, dal momento che, come raccontato da Formiche.net a più riprese, Mosca seppur tecnicamente insolvente a partire dalla fine dello scorso giugno continua a godere di solide entrate grazie alla vendita di gas e petrolio.

 

Ciò crea una discrasia che ha un che di surreale: un Paese, la Russia, ufficialmente in default (da quasi due mesi alcuni bond sovrani non sono stati ripagati, anche e non solo per effetto delle sanzioni) in realtà non lo è. Mentre l’Ucraina insolvente rischia di diventarlo per davvero. Come ha scritto Reuters infatti, è andata in scena in questi giorni una delicata trattativa tra il governo di Kiev e i creditori esteri e nazionali. Ai quali è stata sottoposta la richiesta di una proroga di 24 mesi relativamente al pagamento delle cedole legate a bond per 20 miliardi di dollari.

La proposta è stata accettata e così il governo ucraino ha potuto portare a casa il congelamento di 20 miliardi di debito. valutata ma non è chiaro se sia stata respinta o meno. E la Russia, che nelle more della guerra sta provando a ingabbiare le imprese occidentali che tentano la fuga, pur di assicurarsi una qualche forma di aiuto alla propria industria?

Il default, ad oggi puramente tecnico, è scattato alla scadenza del periodo di grazia sui circa 100 milioni di dollari di cedole non pagate, lo scorso 27 giugno, bloccate a causa delle sanzioni ad ampio raggio adottate ai danni del Cremlino in risposta all’invasione dell’Ucraina. Lo stato di insolvenza è scattato formalmente ma non per mancanza di soldi, bensì a causa dell’impossibilità di rimborsarle in dollari per effetto delle sanzioni inflitte dagli Stati Uniti, che hanno bloccato i pagamenti sul mercato americano, pilastro della strategia statunitense di portare Mosca a un fallimento pilotato.

https://formiche.net/2022/08/ucraina-russia-debito-guerra/

 

 

 


Inviato
1 ora fa, Arka dice:

Facendo un volo di fantasia se l'Italia fosse al posto della Norvegia che farebbe... :unsure:

Arka

Diligite iustitiam

 

Grazie per avermi fatto ridere. Il prossimo passo è immaginarti al posto della Russia.:rofl:


Inviato
36 minuti fa, Brios dice:

Il prossimo passo è immaginarti al posto della Russia.:rofl:

Quando ho letto Tolstoj e, soprattutto, Cechov ho provato a immedesimarmi. Ma è difficile. Siamo molto diversi...

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato
11 minuti fa, Arka dice:

Quando ho letto Tolstoj e, soprattutto, Cechov ho provato a immedesimarmi. Ma è difficile. Siamo molto diversi...

Arka

Diligite iustitiam

 

Grazie. hai detto la cosa principale. Formalmente, siamo tutti umani. Siamo tutti abitanti del pianeta terra. Viviamo tutti nel 21 ° secolo. Guarda il grafico. Dai giorni nostri Alle origini. Il regime totalitario da Stalin a Putin è inaccettabile per L'Europa. le idee tedesche della rivoluzione del comunismo non sono accettabili per la vecchia Europa. Le idee della Rivoluzione Francese-Libertà, uguaglianza, fratellanza non hanno messo radici in Russia. Il cristianesimo cattolico è molto diverso dall'ortodossia bizantina. Sono due mondi diversi.


Inviato (modificato)
6 ore fa, ARES III dice:

Norvegia ha preso posizione. Il premier Jonas Gahr Store si è detto 'scettico' sulla possibilità di introdurre una «misura che non risolverebbe i problemi di approvvigionamento dell’Europa ».

La Norvegia può essere scettica quanto vuole ma il price cap è adottato eventualmente dall'UE nei confronti del gas russo, e solo di quello. E' una misura pensata per contrastare la speculazione sul gas (per quello la Norvegia fa finta che a noi non convenga) e contemporaneamente fra le tante per incastrare la russia, non certo per "risolvere i problemi di approvvigionamento dell'Europa": quelli più passa il tempo e meno ci saranno, visto che la dipendenza dal gas russo scenderà gradualmente fino a zero.

17 ore fa, ARES III dice:

Sulle sanzioni:

Il pericolo delle sanzioni alla Russia: ecco quanto ci costano

«Le sanzioni alla Russia non saranno efficaci prima di due anni»

Stati Uniti, perché l’arma delle sanzioni alla Russia funziona solo a metà

Tanto le sanzioni sono efficaci solo fra "due anni" e "a metà" che la Russia quest'anno ha avuto una recessione di circa l'8% , e i nostri amiconi ex-sovietici continuano a minacciarci per farle levarle (che altruisti, non vogliono che ci facciamo male da soli!). L'ho già detto e lo ripeto: E' LA GUERRA, BABY. Avanti così, costi quel che costi.

4 ore fa, ARES III dice:

L’UCRAINA IN FALLIMENTO

L'Ucraina in fallimento non è un problema, la teniamo in piedi noialtri occidentali che di grana ne abbiamo a sufficienza. E' il minimo che possiamo fare visto che stanno combattendo una guerra anche per noi.

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18 ore fa, ART dice:

SIGNORI, abbiamo una situazione molto interessante che è bene analizzare un po' nel dettaglio prima della chiusura del thread.

Vedo che il thread tarda a chiudere, allora vediamo gli ultimi aggiornamenti dal fronte.

Gli ucraini stanno premendo sulla città di Lyman ma avanzano anche nell'oblast di Donetsk, su Yampil, e altre località di tutto Donbass. Da rilevare che nell'area appena ripresa di Kupiansk sono stati trovati i rottami di una munizione circuitante (drone kamikaze) Shahed 136 di produzione iraniana, a conferma che i russi sono in grande difficoltà anche nella categoria degli UAV (droni) e devono mendicare aiuto ovunque possibile.

Non mi stupisce che si parli di "disastro" e si continui ad invocare la mobilitazione generale (oggi c'è un sistema ibrido di unità ordinarie, mercenari e reclutamento più o meno forzato di ex-soldati e disgraziati che altro non hanno per mangiare), che però è un grosso rischio, perchè equivale ad ammettere che la "operazione speciale" è un fallimento e per ottenere risultati bisognerà sforzarsi molto più, a caro prezzo. A complicare il tutto c'è che in Russia ultranazionalisti e malati di mente vari chiedono addirittura che vengano considerati seriamente degli attacchi nucleari tattici, a testimonianza del non indifferente marasma nella classe dirigente russa dopo la caduta del bluff  "La-Russia-superpotenza-spaccherà-presto-la-faccia-al-nemico". Siamo invece al "Tutto va ben, madama la marchesa" e al dichiarare senza il minimo senso del ridicolo che questa catastrofe sul campo è solo una "mossa tattica" russa.

Strategicamente la guerra sta entrando nella sua fase più pericolosa.

Modificato da ART

Inviato
1 ora fa, ART dice:

Vedo che il thread tarda a chiudere

Dai tempo al tempo... prima o poi un commentino politico lo facciamo, magari sugli occhi di triglia o sull'amore verso i poveri che quando governano loro aumentano,...:rolleyes:


Inviato
45 minuti fa, ARES III dice:

Dai tempo al tempo... prima o poi un commentino politico lo facciamo,

A quanto ne sapevo io era proprio vietato parlare della guerra in Ucraina.


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