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La lira italiana nella musica


stf

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Mamma mia, dammi cento lire
Che in America voglio andar (io voglio andar)
Cento lire io te le do
Ma in America no, no, no

Questo è l'incipit di una delle più famose canzoni popolari italiane sul tema dell'italiane sul tema dell'emigrazione. Autore e data non sono noti, ma sicuramente è databile intorno alla metà dell'800, a cavallo dell'Unità d'Italia.

Dal sito inflationhistory si può calcolare il valore della lira nei diversi anni. Per esempio nel 1861, anno dell'Unità d'Italia, 100 lire equivalevano a circa 481,80€. Probabilmente una somma simile a quella che un emigrante italiano avrebbe dovuto sborsare per ottenere un passaggio su una nave per tentare la fortuna oltreoceano.

Nel 1861 e anni successivi la somma di 100 lire sarebbe stata probabilmente pagata con 5 marenghi (monete d'oro da 20 lire) col volto del Re Vittorio Emanuele II.

 

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La prima classe costa mille lire
La seconda cento, la terza dolore e spavento
E puzza di sudore dal boccaporto
E odore di mare morto

Signor Capitano, mi stia a sentire
Ho belle e pronte le mille lire
In prima classe voglio viaggiare
Su questo splendido mare

Così comincia la canzone "Titanic" del celebre Francesco de Gregori, scritta nel 1982 ma ovviamente risalente al tragico e noto naufragio di 70 anni prima.

Nel 1912, 100 lire equivalevano approssimativamente a 395,87€ odierni, mentre 1000 lire a 3.958,71€.

Per pagare 100 lire nel 1912 probabilmente si sarebbe usata una banconota di tale valore della serie Barbetti, stampata a partire dal 1897, mentre per pagare 1000 lire, una banconota "Grande M", emessa a partire dal 1896.

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Se potessi avere mille lire al mese
Senza esagerare, sarei certo di trovare
Tutta la felicità

..............................

Se potessi avere mille lire al mese
Farei tante spese, comprerei fra tante cose
Le più belle che vuoi tu

Così cantava Gilberto Mazzi nel 1939, nella canzone intitolata appunto "Mille lire al mese".

1000 lire, che nel 1939 si concretizzavano in una banconota della tipologia "Regine del mare", stampata a partire dal 1930 e dedicata alle Repubbliche Marinare di Genova e Venezia, equivalevano approssimativamente a 870,41€ di oggi. Non una grande cifra come stipendio mensile, ma probabilmente nella povera Italia di allora molte persone percepivano ancora meno...

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Nei quartieri dove il sole del buon Dio
Non da i suoi raggi
Ha già troppi impegni per scaldar la gente
D'altri paraggi

Una bimba canta la canzone antica
Della donnaccia
Quel che ancor non sai tu lo imparerai
Solo qui fra le mie braccia

...............................

Tu la cercherai tu la invocherai
Più d'una notte
Ti alzerai disfatto rimandando tutto
Al ventisette
Quando incasserai dilapiderai
Mezza pensione
Diecimila lire per sentirti dire
"Micio bello e bamboccione"

Questo è parte del testo della celebre canzone "La Città Vecchia", cantata nel 1965 da Fabrizio De André. Il tema della canzone è la prostituzione.

10000 lire, equivalenti a circa 103,33€ odierni, era probabilmente un prezzo standard di una prestazione sessuale nella metà degli anni 60 del 900.

Probabilmente il personaggio della canzone di De André avrà allungato una banconota da 10000 lire col volto di Michelangelo (emessa a partire dal 1962) nelle mani (o nel reggiseno ?) della sua prostituta preferita.

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Una canzone dedicata interamente alla vecchia valuta italiana si intitola proprio "Mille Lire", ed è stata cantata da Sergio Endrigo nel 1981.

Nella canzone, l'ormai non più giovanissimo cantautore (nel 1981 aveva 48 anni) descrive un suo incontro con una giovane venditrice ambulante a un semaforo.

Ragazzina che mi salti addosso
In agguato al semaforo rosso
Per mille lire mi offri due rose
Fazzoletti di carta e mille cose

Mille lire nel 1981 sono pochi spiccioli (circa 2,06€ di oggi), sufficienti appena a comprare qualcosa di scarsissimo valore (un pacco di fazzoletti o due rose) da un venditore ambulante.

Nella canzone, il cantautore fa un flashback nel suo passato, ricordando i tempi quando 1000 lire erano una cifra ben più consistente, prima che il suo valore venisse eroso dall'inflazione.

E io distratto e stanco di guidare
Senza volere mi metto a ricordare
Mille lire del tempo che fu
Molto prima che nascevi tu

Mille lire, mille lire di una volta
La prima volta che le ho visto tutte intere
Ho capito che la vita era a una svolta
Che mi aprivano tutte le frontiere
Mille lire, mille lire avventuriere

Quando Endrigo era un giovane ragazzo (quindi intorno agli anni 50, essendo lui nato nel 1933), 1000 lire erano una cifra che permetteva "1000 avventure", non certo gli spiccioli che si danno all'ambulante.

Mille lire colorate rosso e paglia
Mille lire grandi come una tovaglia
Un lenzuolo da piegare in otto
Una coperta per stare caldi sopra e sotto
Mille lire, mille lire un terno al lotto

Infatti, allora le 1000 lire erano un biglietto piuttosto grande che per farlo stare in tasca dovevi piegarlo tante volte. Erano le 1000 lire "Grande M" emesse nei primi anni della Repubblica con un disegno simile alla banconota da 1000 lire emessa durante il Regno.

Ben diverso dal bigliettino con la faccia di Verdi (1969-82) con cui si potevano comprare i fazzoletti nel 1981!

E volare felice in aeroplano
Con la tua squadra andare su a Milano
In tribuna come un pascià
E la Triestina militava in Serie A

Nel 1959 (ultimo anno della Triestina in serie A), 1000 lire equivalevano a circa 13,64€ odierni. Probabilmente il giovane Endrigo e i suoi coetanei avrebbero potuto spendere quella cifra per il biglietto dello stadio.

La canzone si conclude con:

Mille lire, mille lire, che bellezza
Ma si doveva cantare giovinezza
A dire il vero io ero appena nato
Però mi basta quel che mi hanno raccontato
Mille lire, mille lire e sei fregato

Nel 1933, quando Endrigo era appena nato (e in Italia tutti cantavano "Giovinezza", l'inno fascista), 1000 lire erano equivalenti a ben 1.108,22€!

 

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Con un deca non si può andar via
Non ci basta neanche in pizzeria
Fermati un attimo
All'automatico
Almeno a piedi non ci lascerà
In questa città

Questo è il ritornello della canzone "Con un Deca" che gli 883 cantavano nel 1992. Il "deca" era uno slang per la somma di lire 10.000.

Considerato che 10.000 lire nel 1992 equivalevano a 8,76€ di oggi, per forza non si poteva andare via solo con quella cifra! Non bastava nemmeno per una pizza fuori casa, al massimo per mettere qualche litro di carburante nel serbatoio e riuscire ad arrivare a casa!

Le 10.000 lire che giravano nel 1992 le abbiamo viste tutti. Erano biglietti azzurri col ritratto di Volta, in circolazione dal 1984 all'avvento dell'euro.

Nello stesso album è inclusa anche la canzone "Hanno ucciso l'Uomo Ragno", di cui una delle strofe recita:

Giù nelle strade si vedono gangs
Di ragionieri in doppiopetto pieni di stress
Se non ti vendo mi venderai tu
Per cento lire o poco più, eh

Cento lire in quel contesto è una metafora per una somma di infimo valore. Infatti, 100 lire nel 1992 erano equivalenti a circa 9 centesimi di euro odierni. Praticamente non ci compravi neanche un pacchetto di chewing gum, era la classica monetina che ti davano di resto al supermercato e la dimenticavi in qualche tasca o qualche cassetto. Il valore era così basso che due anni prima la zecca ne aveva ridotte le dimensioni di circa la metà.

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Minchia signor tenente
E siamo qui con queste divise
Che tante volte ci vanno strette
Specie da quando sono derise

Da un umorismo di barzellette
E siamo stanchi di sopportare
Quel che succede in questo paese
Dove ci tocca farci ammazzare
Per poco più d'un milione al mese

E c'è una cosa qui nella gola
Una che proprio non ci va giù
E farla scendere è una parola
Se chi ci ammazza prende di più
Di quel che prende la brava gente

Queste sono alcune strofe della canzone "Signor Tenente", con la quale Giorgio Faletti partecipò al Festival di Sanremo del 1994, riferita ai drammatici attentati mafiosi che due anni prima uccisero i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Un milione di lire nel 1992 era circa pari a 866,51€ odierni. Quindi "poco più di un milione al mese", probabilmente lo stipendio di un giovane allievo carabiniere di allora, equivaleva a circa un migliaio di euro. Sicuramente molto meno di quanto guadagnavano gli uomini di Cosa Nostra con le loro attività criminose!

Allora un milione di lire in contanti (anche se all'epoca per pagare cifre simili era più comune mettere mano al libretto degli assegni, e gli stipendi ovviamente venivano versati direttamente in banca come oggi) era costituito da 10 banconote da 100.000 lire col volto di Caravaggio, in circolazione dal 1983 all'introduzione dell'euro (con un restyling nel 1993 per migliorare le misure anticontraffazione).

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