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Altri utilizzo (non monetale specifico) del "manufatto moneta" in epoca imperiale ad Aquileia


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Inviato

Buongiorno,

in questi ultimi giorni ho avuto modo di leggere l’interessante testo “Ritualità connesse alla costruzione di domus. Le offerte monetali di fondazione ad Aquileia” di Grazia Facchinetti ( https://www.academia.edu/1646860/Ritualit%C3%A0_connesse_alla_costruzione_di_domus._Le_offerte_monetali_di_fondazione_ad_Aquileia ).

   A seguito di ciò, nell’ottica di continuare un percorso già iniziato che indaga l’utilizzo non propriamente commerciale del “manufatto monetale” in favore di quello cultuale/spirituale in epoca romana vi presento un breve riassunto dell’articolo stesso.  

  Per prima cosa va segnalato che non è pervenuta alcuna fronte scritta latina che descriva i rituali di fondazione (e in cosa consistessero) in relazione ad edifici privati. Cosa intendiamo con questo termine è presto detto: un insieme di pratiche religiose e divinatorie che venivano osservate non solo al momento della costruzione di un edificio (pubblico o privato) ma anche più in generale di insediamenti di carattere urbico. Secondo la tradizione, Roma e tutte le città definibili come urbes erano state fondate secondo un protocollo rituale di matrice etrusca i cui passaggi fondamentali sono riassunti da Plutarco nella Vita di Romolo. Ma tralasciando quest’ultimo aspetto focalizziamoci sulla costruzione di edifici. Si tratta di rituali già in uso nella preistoria - Fornace Gattelli (Ravenna) boccale in terracotta rovesciato sopra alla zampa destra di un cane e Serra Cicora (Nardò – Lecce) sepoltura T7 come un atto fondativo compiuto dal gruppo che per primo occupò il pianoro - per dirne due reperibili sul web.

Tornando al contesto di apertura discussione, le indagini archeologiche svolte in Aquileia e nel suo territorio hanno evidenziato alcuni episodi di offerta di monete durante la costruzione di abitazioni. Questo tipo di ritualità trova numerosi confronti nel mondo romano e nella stessa Aquileia risulta praticato anche nel caso di edifici pubblici con funzione verosimilmente beneaugurante e protettiva nei confronti delle costruzioni in cui veniva realizzato.

image.png

Le attestazioni di rinvenimento sono certamente sotto rappresentate in quanto:

-          - Nella maggior parte dei casi non sono state individuate perché ancora occultate

-          - Potrebbero non esser state interpretate come esiti rituali.

Al momento dell’articolo il rinvenimento più arcaico era il seguente

-          - Quadrante del 8 a.C. rinvenuto in un muro augusteo-tiberiano della domus attigua dei magazzino portuali, rinvenuto inglobato nella malta e frammenti di calcare di Aurisina.

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Il fatto che non provenga sia stata rinvenuta conglobata alla malta del muro ma in giacitura secondaria, per quanto prossima, non permette di suffragare con una buona probabilità l’ipotesi del rito di fondazione. D’altra parte la presenza di scaglie di calcare nella malta è tipica delle fondamenta delle abitazione dell’epoca (in elevato malta + laterizio).

-          - Follis di Costante emesso tra il 337 e il 340 ad Aquileia rinvenuto dopo il distacco di alcune tessere musive dalla domus dei Putti danzanti ( file:///C:/Users/Andrea/Downloads/83_84_12.pdf ).

image.pngimage.png

La sua posizione subito sotto le tessere del mosaico fa ritenere che sia stato deposto prima del confezionamento dello stesso. Altre monete sono state rinvenute nel 2010 ma al momento dell’uscita dell’articolo non erano ancora state studiate: nota interessante, in genere sono deposte agli angoli della stanza.

-          - AE3 di Costanzo II (FTR del periodo 351-561) in un livello di preparazione di un mosaico della domus delle Bestie ferite. Una seconda è illeggibile. Entrambe rinvenute agli angoli della sala mosaicata.

-    - Moneta nello strato di preparazione di un mosaico di età tardo antica in Fondo ex-Violin (struttura di utilizzo non ben noto). Tre esemplari sono stati scoperti sotto i basoli dell’attigua area scoperta.

 

-     -

Moneta illeggibile proveniente da un intonaco da edificio ad est de Foro (domus? Edificio pubblico?)

 

-         -    Follis di Massenzio (307 d.C.) sotto il pavimento in cotto dell’ambiente C della Villa di Vidulis e moneta di Massimiano nel livello di preparazione del mosaico della sala

image.pngV

Vi sono poi segnalazioni in edifici pubblici aquileiensi di cui allego stralcio dello scritto:

image.png

Si può pertanto segnalare che le maggiori documentazioni sono legate a deposizioni a livello pavimentale che non murario. Forse il fatto che le domus dei Putti danzanti e quella delle bestie ferite siano cronologicamente prossime può indicare che nel periodo vi era un rituale propiziatorio (?) che prevedeva la deposizione di esemplari agli angoli dalla stanza; va segnalato che nei riti di fondazione urbici le deposizioni sono sempre nei pressi di porte o angoli, ritenuti punti importanti.

 

 

 

Altro dato interessante è il fatto che le deposizioni coinvolgono monete comuni di rame/bronzo e non nominali di pregio. La scelta era casuale? Si posizionava una moneta di basso valore perché tanto il gesto era meramente simbolico? La maggior evidenza in epoca tardoantica è casuale (sono state indagate maggiormente domus del periodo) o spiegabile con lo svilupparsi di nuovi riti più tardi? La moneta avveniva solo in occasione di fondazione o anche in caso di restauro. Chi poteva essere l’offerente? Il proprietario dell’edificio o gli stessi mosaicisti magari auspicando un buon esito del lavoro in opera? La deposizione aveva lo stesso significato in ogni stanza o vi erano diversi auspici  a secondo dell’utilizzo del vano? In altre occasioni ed in altre zone si sono visti fenomeni di deposizioni simili ma non uguali: scavi Università cattolica di Milano, rinvenimento di un vaso fittile contenente 3 denari I-II secolo a.C. sotto vari strati di pavimentazioni successive; Ptuj, contenitore in terracotta contenente 2 assi I secolo d.C., 1 lucerna, ossa di uccello e gusci d’uovo. Una ipotesi proposta è stata quella, nel caso dei ritrovamenti tardoantichi, che si trattasse di nuovi riti simbolici da parte di proprietari di religione cristiana, dal momento che vi è qualche attestazione di riti di fondazione nei luoghi di culto (Battistero?).

Tante domande aperte e che rimarranno irrisolte… questa volta poche immagini ma sempre delle nostre care monete abbiamo parlato! ;)

Saluti

Illyricum

;)

 

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Inviato

Un rito (augurale? Propiziatorio? Spirituale? Altro?) che è comunque proseguito nei tempi. Vado off topic "temporale" con tre esempi che mi vengono di primo acchito: una tessera di natura medaglio-monetiforme (definita "muraria") della signora carrarese (siamo nel 1300) murata nel castello di Padova (torre conosciuta col nome di Specola, sede dell'inaf osservatorio astronomico), un paio di monetine in lire gettate nelle fondamenta da mio suocero quando fece costruire casa sua e un paio di monetine da 50cent immerse superficialmente sulla soglia in cemento fronte ingresso di una casa in quel di Gallio (sull'altopiano di Asiago).

Non me ne vogliate per i 2/3 "beceri" di esempi citati, ma è per inquadrare il diverso uso che si è perpetrato nel tempo e che affonda le sue radici in tradizioni antiche di millenni.

La tessera carrarese probabilmente serviva a "marcare" la proprietà (un controllo di qualità?).

Le monetine buttate da mio suocero avevano l'anno di conio corrispondente all'anno di costruzione della casa.

I due pezzi da 50cent immersi nel cemento son messi lì quasi a mo' di burla per chi arriva per vedeyse si china a raccoglierli.

Da intenti banali a intenti profondi, tuttavia un qualcosa che ha un'origine antica e che utilizza come medium diffusore di messaggi l'elemento moneta (trasfigurato anche in medaglia/gettone) decontestualizzato dal suo scopo prettamente economico a cui è stato inizialmente destinato.

Davvero un articolo interessante quello proposto da @Illyricum65 e brillantemente esposto in forma divulgativa.

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  • Illyricum65 ha rinominato il titolo in Altri utilizzo (non monetale specifico) del "manufatto moneta" in epoca imperiale ad Aquileia

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