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Dopo la recente discussione sul ripostiglio di Dorchester, vi scrivo oggi di altri due interessanti ripostigli, che forse son tre, ma più probabilmente uno solo! Non preoccupatevi, non sto dando i numeri, mettevi comodi che vi racconto una storia.

I primi di Agosto del 1989 i Brian Malin se ne va a spasso per la campagna attorno al villaggio di Chalgrove - a una decina di miglia a sud-est di Oxford - assieme al padre e al fratello Ian. I tre hanno un metal detector per cercare qualche moneta sparsa nel terreno, un hobby di famiglia che quel giorno regalerà loro l'inizio di un'avventura che durerà anni. Nei pressi di Chalgrove Farms (Home Farm) infatti si imbattono in quello che ha l'aria di essere un ritrovamento notevole: un vaso in terracotta con all'interno un considerevole quantitativo di monete!

I tre raccolgono il tutto con molta attenzione e il 7 agosto portano vaso e monete all'Ashmolean Museum.

Controllando di non aver lasciato nulla nel sito, i tre - lo stesso giorno - si imbattono in un secondo vaso, rotto in cocci, contenente anch'esso molte monete e allargando l'area di ricerca raccolgono un considerevole quantitativo di monete sparse. L'8 agosto si recano nuovamente all'Asmolean Museum per consegnare anche la seconda parte del ritrovamento.

Il ripostiglio, che prenderà il nome di Chalgrove I contiene 4145 antoniniani così ripartiti:

- 2766 nel primo vaso (Pot A)
- 634  nel secondo vaso (Pot B)
- 745 pezzi dispersi nel terreno (scatter) che molto probabilmente facevano parte del secondo vaso rinvenuto rotto

Il ripostiglio è stato studiato e catalogato tenendo conto di questi tre sottogruppi che però non hanno rilevato sostanziali differenze cronologiche o di composizione tranne una minor presenza di monete di Aureliano nel Pot A e una maggior corrosione delle monete trovate sparse (scatter) per ovvi motivi di minor protezione dagli agenti atmosferici e per contatto diretto con il terreno.

La distribuzione delle zecche è quella tipica dei ripostigli britannici del III secolo con una prevalenza dell'85% della zecca di Roma per l'Impero Centrale seguita da Milano con il 7.5% e Siscia con il 3.7%.
L'Impero Gallico invece domina con la Mint I (Treviri) con il 69% seguita dalla Mint II (Colonia) con circa il 25,5%.

La composizione del ripostiglio rispecchia la composizione standard dei depositi del III secolo terminanti con monete di Probo e chiusi durante gli anni '80 del secolo. Questi ripostigli vedono generalmente una presenza di monete dell'Impero Centrale compresa in un range che va dal 20 al 30% e una presenza di galliche stimata tra il 60 e il 75%. Il Chalgrove I presenta rispettivamente le percentuali del 20.2% e del 60.7%

Il ripostiglio termina con emissini a nome di Probo battute a Lione che Bastien data al 278/9 ed è quindi ragionevole pensare alla chiusura del deposito attorno al 280.

Nel ripostiglio sono presenti ben 689 imitazioni, circa il 16.6% dell'intero deposito. Di questo gruppo il 78% imita monete ufficiali dell'impero Gallico, l'11.5% monete dell'impero Centrale e la rimanenza tipi incerti. Da sottolineare come il diametro delle imitazioni più piccole si attesti attorno ai 12-13 mm e che questo dato si raccorda con quanto sostenuto da Doyen ovvero che la produzione dei cosiddetti minimi imitativi (7-9 mm) fa il suo exploit a partire dal 282 (cioè dopo la chiusura del nostro ripostiglio.

Ed ecco l'assetto del ripostiglio:

Impero Centrale
Valeriano e Gallieno -- 12
Gallieno e Salonina -- 337
Claudio II -- 364
Divo Claudio -- 67
Quintillo -- 23
Aureliano -- 12
Tacito -- 11
Probo -- 14

Impero Gallico
Postumo -- 44
Leliano -- 1
Mario -- 6
Vittorino -- 700
Tetrico I -- 1176
Tetrico II -- 519
Galliche incerte -- 72

Incerte -- 98
Imitative -- 689

Totale 4145

Il racconto potrebbe finire qui e io potrei inserire una serie di monete da presentarvi dicendo che provengono da questo ripostiglio e poi lasciare spazio ai commenti come al solito, ma... la storia non finisce in quell'agosto del 1989!

Pass qualche decennio, ma la passione non si affievolisce e il nostro Brian Malin il 7 aprile del 2003 a circa 100 piedi di distanza da dove aveva rinvenuto il ripostiglio di cui abbiamo parlato finora fa un'altra scoperta destinata a cambiare la sua vita e - un po' - anche la storia della numismatica e la storia dell'impero gallico.

Mr Malin si imbatte a una profondità di 30-60 cm in un nuovo vaso in terracotta di produzione romana locale (bottega di Oxford) con un diametro alla base di 8,5 cm e alla "pancia" di 20,5 cm per un'altezza superstite di 18,5 cm ricolmo di antoniniani: 4957 per la precisione, legati assieme come fossero un unico blocco.

Chalgrove_Hoard_prior_to_conservation_(FindID_509491).jpg

Il nuovo deposito prende il nome di Chalgrove II e viene portato dalle autorità locali al British Museum dove i due conservatori Simon Dove e Abby Dickson iniziano le operazioni di studio, pulizia e conservazione.

La singolarità e la sorpresa si avranno non tanto al momento del ritrovamento - sebbene non sia così comune trovare due ripostigli nella medesima zona a distanza di anni - quanto durante le operazioni di distaccamento e pulizia degli antoniniani perchè, con grande stupore, si imbattono in quello che è a oggi il secondo esemplare noto di Domiziano II:

domiziano.jpg

La scoperta pone fine ai dubbi che erano stati avanzati circa la bontà del solo esemplare fino ad allora conosciuto che proveniva da un ripostiglio del 1900 trovato a Cleons. I due pezzi condividono la medesima coppia di conii di dritto e di rovescio.

Da questo momento dunque la cronologia dei sovrani gallici - con buona pace dei detrattori - inizia ad annoverare ufficialmente un nuovo imperatore che va a inserirsi tra Vittorino e Tetrico I.

Il Chalgrove II consta di 1486 monete dell'impero Centrale di cui 165 sono imitazioni costituendo il 30% (o 27% senza imitazioni) dell'intero ripostiglio. Le monete più vecchie sono di Treboniano Gallo e le più recenti di Probo (zecca di Lione) coprendo un range temporale che va dal 251 al 278/9. Anche qui la zecca di Roma domina con il 72% della porzione delle monete centrali seguita all'11% da Milano e al 3.8% da Siscia.

Le monete galliche sono 3178 e costituiscono il 72% del deposito. Le imitazioni galliche contano 293 pezzi e rappresentano solo l'8.4% della monetazione dell'impero Gallico.

Ed ecco l'assetto del ripostiglio:

Impero Centrale
Treboniano Gallo -- 2
Valeriano e Gallieno -- 43
Gallieno e Salonina -- 744 (di cui 20 imit.)
Claudio II -- 519 (di cui 78 imit.)
Divo Claudio -- 102 (di cui 67 imit.)
Quintillo -- 51
Aureliano -- 18
Tacito -- 3
Probo -- 4

Impero Gallico
Postumo -- 178 (di cui 15 imit.)
Leliano -- 5
Mario -- 11
Vittorino -- 1145 (di cui 11 imit.)
Domiziano II -- 1
Tetrico I e II -- 2092 (di cui 218 imit.)

Incerte -- 39

Totale 4957

La domanda che sorge spontanea e che si sono posti anche gli studiosi è: si tratta allora di un solo ripostiglio oppure siamo di fronte a due depositi distinti?

L'analisi dei dati ci offre una possibile e probabile risposta:
1) la dimensione dei due depositi è analoga: 4145 pezzi (Chalgrove I) e 4957 pezzi (Chgalgrove II)
2) l'arco cronologico è pressoché lo stesso ed entrambi i depositi terminano con emissioni di Probo della zecca di Lione databili al 278-9
3) la composizione generale dei due depositi offre una serie di parallelismi di percentuali compositive impressionanti
4) notevole vicinanza
5) i contenitori rinvenuti sono tutti di produzione romana locale della zona di Oxford e risalenti al medesimo periodo
6) entrambi i depositi sono di tipo "saving hoard" cioè di accantonamento di risparmi e riflettono la situazione del circolante al momento della sua sottrazione per costituire il deposito.

Cercando le differenze possiamo dire che il Chalgrove I contiene più imitative, meno monete di Postumo e meno monete di Vittorino e può far pensare a un deposito costituito con un occhio maggiore all'accantonamento di esemplari con un maggior contenuto di fino, ma si tratta di valori comunque trscurabili e lontani ad esempio dal caso del Beachy Head hoard dove lì era ben più marcata la differenziazione delle monete sui vari contenitori in base al loro valore intrinseco.

Alla luce di questi dati non sembrano esserci molti dubbi sul fatto che il tutto vada visto come un unico deposito interrato in più contenitori e in punti diversi e vicini tra loro dal medesimo proprietario attorno al 280 d.C.

Tuttavia, non ho ancora finito... vi ricordate in premessa che davo i numeri? 1-2 o 3?

Il 1 marzo del 2013, nell'area in questione è stato trovato un terzo piccolo deposito di soli 10 antoniniani:
Postumo -- 1
Vittorino -- 1
Tetrico I -- 5
Imitative -- 3 (di cui una della serie Divo Claudio)

E questo Chalgrove III come va considerato? Legato o a parte? Si tratta di pochi esemplari ma ben si raccordano con i ritrovamenti precedenti... chissà!

Fine della storia... forse... 

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Chalgrove Roman Coin Hoard 

The hoard was discovered in 2003 by Brian Malin while metal detecting on farmland near Chalgrove, less than ten miles from Oxford. He found it only 100 feet away from another hoard, which he and other members of his family had unearthed fourteen years earlier. The jar in the ground held 4957 Roman coins ranging in date from AD 251 to 279. Most of the coins look bronze, but they contain some silver. But this hoard also held a surprise. Fused within the mass of coins lay hidden an important coin revealing the ‘lost emperor’, Domitianus.

The finder brought the coins to the Ashmolean still fused together in the jar. They were then taken to the British Museum for cleaning. The conservators carefully removed the coins from the pot by hand, using warm water and alcohol to loosen the soil. They cleaned off the green and red copper corrosion using ultrasound and chemical solvents. Finally, the coins were dried and stabilized before being coated with lacquer to protect them for the future.

Most of the coins are relatively common. It was only after they had been carefully separated and cleaned by the British Museum that the wholly unexpected coin of Domitianus was discovered.

This is a remarkable coin of a previously unknown Roman emperor named Domitianus. It was found in the Chalgrove Hoard behind it. A second, identical, coin was said to have been found in France a hundred years earlier. Some scholars rejected it as a hoax because there was no other evidence of an emperor called Domitianus at this time.  The new coin, coming straight from the ground, proves that the earlier one was genuine and that Domitianus really did claim to be emperor. The extreme rarity of the coin suggests that Domitianus’ bid for power lasted only a few days. Between AD 200 and 300 the Roman Empire was in crisis and central control was sometimes lost. Emperors might control only part of the empire, with other emperors controlling other parts.

The majority of coins in the hoard were from what we call the Gallic Empire, which lasted from AD 260 to AD 274. The rest of the coins were struck in the Central Empire, centred on Rome itself. The Gallic emperors look very alike with their rays-of-the-sun crowns, longish hair and flowing beards. Only the young Tetricus II is unbearded.
 

da: https://britisharchaeology.ashmus.ox.ac.uk/coins/chalgrove-hoard.html#

 

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Qui sono anche visibili parecchi esemplari rinvenuti.

https://www.hisoma.mom.fr/numismatique/PDF/Mairat Chalgrove II-1.pdf

Pag. 113 e segg.

 

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Di grande fascino anche i sei esemplari di Laelianus 


Inviato

E le monete? Quasi me ne dimenticavo... mentre l'intero Chalgrove II è stato musealizzato, il Chalgrove I è stato disperso nel mercato e qualche esemplare, sei per l'esattezza, è finito nella mia collezione.

1) Claudio II - Antoniniano, Zecca di Milano

IMG_20220817_163850.jpgInShot_20220817_163152539.jpg

D\ IMP CLAVDIVS PF AVG
R\ FELIC TE(N/M)PO --//T
RIC 145, Chalgrove I 81d (1 es. - Scatter)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

2) Divo Claudio, Antoniniano, zecca di Cizico

InShot_20220817_163738832.jpgInShot_20220817_163712295.jpg

D\ DIVO CLAVDIO, °°
R\ CONSACRATIO
RIC 266, Chalgrove I 85c (1 es. - Pot A)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

3) Vittorino, Antoniniano, Zecca Mint II (Colonia)

InShot_20220817_162542924.jpgInShot_20220817_162733761.jpg

D\ IMP C VICTORINVS PF AVG
R\ PROVIDENTIA AVG
Elmer 743, Chalgrove I 123 (101 es.)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

4) Tetrico I, Antoniniano, zecca Mint II (Colonia)

InShot_20220817_163559329.jpgInShot_20220817_163511591.jpg

D\ IMP TETRICVS PF AVG
R\ LAETITIA AVG N
Elmer 786, Chalgrove I 147 (37 es.)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

5) Tetrico I, Antoniniano, Zecca Mint I (Treviri)

InShot_20220817_163647812.jpgInShot_20220817_163626079.jpg

D\ IMP TETRICVS PF AVG
R\ HILARITAS AVGG
Elmer 789, Chalgrove I 137 (104 es.)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

6) Tetrico II, Antoniniano, zecca Mint I (Treviri)

InShot_20220817_163038784.jpgInShot_20220817_162935554.jpg

D\ C PIV ESV TETRICVS CAES
R\ PAX AVG
Cunetio 2613, Chalgrove I 155b (20 es.)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

Le monete, di per sé, sono in conservazione mediocre, ma comunque identificate e godibili. Laddove possibile ho anche indicato con maggior precisione il contenitore in cui stavano (Vaso A e terreno sparso), operazione quest'ultima fattibile solo per quei pezzi presenti in un solo esemplare.

Il tutto per me ha un grande fascino e un valore storico incredibile... pensare che il proprietario di questo ripostiglio ha maneggiato un Domiziano II è qualcosa di incredibile! In più, l'acquisizione di queste monete, che ancora non posseggo fisicamente, è stata un'ottima occasione per recuperare la storia di questi depositi per poi farne uno studio comparato.

Per chi fosse interessato, i riferimenti bibliografici sono:
- Chalgrove, Oxfordshire: 4145 radiates to ad 279, di C.E. King in The Chalfont Hoard and other Roman coin hoards, CHFRB vol. IX
- Chalgrove II (2003), Osfordshire, di J. Mairat, R. Abdy, P. Booth, J.D. Hill in CHFRB vol XII
- The second-known specimen of a coin of Domitian II recorded in a hoard from Oxfordshire, di R. Abdy in Revue Numismatique n. 160
- L'usurpateur Domitianus, di S. Estior in Revue Numismatique n. 160
- An Inventory of Romano-British Coin Hoards, di A.S. Robertson

Come vedete quello che ho sintetizzato in un paio di post in questo forum è frutto della lettura e delo studio di tutti questi testi e ci tengo a sottolinearlo non per farvi vedere "quanto sono bravo" (gran poco in realtà!) quanto piuttosto per farvi vedere come intendo io la numismatica e cosa sta dietro a questi "insignificanti" e "umili" tondelli che mi ostino a cercare, comperare e mettere in collezione: le monete sono solo un "medium", un oggetto che - come un portale - mi porta altrove e mi fa viaggiare nella storia e nello studio di essa.

La speranza, come sempre, è quella di avervi fatto venire un po' di curiosità su questo affascinante mondo dei ripostigli monetali romani.

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Complimenti veramente!


Inviato
27 minuti fa, grigioviola dice:

E le monete? Quasi me ne dimenticavo... mentre l'intero Chalgrove II è stato musealizzato, il Chalgrove I è stato disperso nel mercato e qualche esemplare, sei per l'esattezza, è finito nella mia collezione.

1) Claudio II - Antoniniano, Zecca di Milano

IMG_20220817_163850.jpgInShot_20220817_163152539.jpg

D\ IMP CLAVDIVS PF AVG
R\ FELIC TE(N/M)PO --//T
RIC 145, Chalgrove I 81d (1 es. - Scatter)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

2) Divo Claudio, Antoniniano, zecca di Cizico

InShot_20220817_163738832.jpgInShot_20220817_163712295.jpg

D\ DIVO CLAVDIO, °°
R\ CONSACRATIO
RIC 266, Chalgrove I 85c (1 es. - Pot A)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

3) Vittorino, Antoniniano, Zecca Mint II (Colonia)

InShot_20220817_162542924.jpgInShot_20220817_162733761.jpg

D\ IMP C VICTORINVS PF AVG
R\ PROVIDENTIA AVG
Elmer 743, Chalgrove I 123 (101 es.)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

4) Tetrico I, Antoniniano, zecca Mint II (Colonia)

InShot_20220817_163559329.jpgInShot_20220817_163511591.jpg

D\ IMP TETRICVS PF AVG
R\ LAETITIA AVG N
Elmer 786, Chalgrove I 147 (37 es.)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

5) Tetrico I, Antoniniano, Zecca Mint I (Treviri)

InShot_20220817_163647812.jpgInShot_20220817_163626079.jpg

D\ IMP TETRICVS PF AVG
R\ HILARITAS AVGG
Elmer 789, Chalgrove I 137 (104 es.)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

6) Tetrico II, Antoniniano, zecca Mint I (Treviri)

InShot_20220817_163038784.jpgInShot_20220817_162935554.jpg

D\ C PIV ESV TETRICVS CAES
R\ PAX AVG
Cunetio 2613, Chalgrove I 155b (20 es.)
Ex Michael Ford; Ex B. Malin; Ex Chalgrove Hoard I

Le monete, di per sé, sono in conservazione mediocre, ma comunque identificate e godibili. Laddove possibile ho anche indicato con maggior precisione il contenitore in cui stavano (Vaso A e terreno sparso), operazione quest'ultima fattibile solo per quei pezzi presenti in un solo esemplare.

Il tutto per me ha un grande fascino e un valore storico incredibile... pensare che il proprietario di questo ripostiglio ha maneggiato un Domiziano II è qualcosa di incredibile! In più, l'acquisizione di queste monete, che ancora non posseggo fisicamente, è stata un'ottima occasione per recuperare la storia di questi depositi per poi farne uno studio comparato.

Per chi fosse interessato, i riferimenti bibliografici sono:
- Chalgrove, Oxfordshire: 4145 radiates to ad 279, di C.E. King in The Chalfont Hoard and other Roman coin hoards, CHFRB vol. IX
- Chalgrove II (2003), Osfordshire, di J. Mairat, R. Abdy, P. Booth, J.D. Hill in CHFRB vol XII
- The second-known specimen of a coin of Domitian II recorded in a hoard from Oxfordshire, di R. Abdy in Revue Numismatique n. 160
- L'usurpateur Domitianus, di S. Estior in Revue Numismatique n. 160
- An Inventory of Romano-British Coin Hoards, di A.S. Robertson

Come vedete quello che ho sintetizzato in un paio di post in questo forum è frutto della lettura e delo studio di tutti questi testi e ci tengo a sottolinearlo non per farvi vedere "quanto sono bravo" (gran poco in realtà!) quanto piuttosto per farvi vedere come intendo io la numismatica e cosa sta dietro a questi "insignificanti" e "umili" tondelli che mi ostino a cercare, comperare e mettere in collezione: le monete sono solo un "medium", un oggetto che - come un portale - mi porta altrove e mi fa viaggiare nella storia e nello studio di essa.

La speranza, come sempre, è quella di avervi fatto venire un po' di curiosità su questo affascinante mondo dei ripostigli monetali romani.

 

Ti auguro un giorno di beccare il terzo Domitianus II ,scambiato per Postumus ?


Supporter
Inviato (modificato)

Ho apprezzato molto questa discussione, tanto avvincente quanto curata nella analisi scientifica e nella stesura. Per un appassionato dilettante come me una grande occasione di studio su un argomento, quello degli hoards, estremamente affascinante e che sto scoprendo un poco alla volta proprio grazie al forum (prima erano per me "illustri sconosciuti").

Interessante il modo in cui erano state occultate le monete. La fantasia corre....chi sarà stato il proprietario? Cosa gli sarà successo?

Sto cercando di capire anche come mai il Chalgrove I sia stato in gran parte disperso ed il II musealizzato, considerando che sono molto simili ed addirittura assimilabili. Forse tra le due scoperte era cambiata la normativa sui ritrovamenti in Inghilterra? O ci sono altri motivi?

Infine, ho trovato molto interessante questa cosa che riguarda solo marginalmente l'hoard in questione:

"Da sottolineare come il diametro delle imitazioni più piccole si attesti attorno ai 12-13 mm e che questo dato si raccorda con quanto sostenuto da Doyen ovvero che la produzione dei cosiddetti minimi imitativi (7-9 mm) fa il suo exploit a partire dal 282 (cioè dopo la chiusura del nostro ripostiglio)".

Ciao e complimenti al nostro @grigioviola

Stilicho

 

 

Modificato da Stilicho
correzione di errore

Inviato

@Stilicho in realtà la normativa nel mentre non è variata. Diciamo che entrambi i ripostigli sono estremamente "tipici e comuni" e di per sé taglie quali a tanti altri già pubblicati. Sostenerne la spesa per l'acquisto non ha granché senso quindi per un museo. Tuttavia il C. 2 presentava l'appeal del secondo pezzo di Domiziano II e quindi credo si sia voluta preservare l'integrità del rinvenimento e quindi si sia deciso l'acquisto dell'intero blocco.

Il passaggio sulla datazione dei minimi in realtà è si marginale ma è anche, allo stesso tempo, un elemento di supporto per la corretta datazione delle emissioni radiate.

Poi, ci sarebbe anche da fare un ulteriore approfondimento sul fatto che questo ripostiglio è stato trovato fuso in un unico blocco e questo ha permesso di compiere anche uno studio sulla stratificazione delle monete e ricostruire quindi quali sono state messe prima e quali dopo.

Sebbene sia di poco riscontro uno studio su di un singolo hoard, quanto emerso sembra confermare quanto accertato anche da altre analisi di ripostigli in situazioni simili ovvero una presenza di Claudio II che diventa via via più massiva e importante a partire dalla fine dell'impero gallico sebbene Claudio II fosse morto 5 anni prima della fine del periodo regnante di Tetrico.

Questo testimonia la "velocità" con cui le emissioni centrali arrivavano in Britannia penetrando all'interno dei domini gallico.

 

1 ora fa, modulo_largo dice:

Ti auguro un giorno di beccare il terzo Domitianus II ,scambiato per Postumus ?

 

Più facile scambiato per Tetrico! Ma prima o poi.... Sarà mio! ?

  • Grazie 1
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Inviato
44 minuti fa, grigioviola dice:

 

Più facile scambiato per Tetrico! Ma prima o poi.... Sarà mio! ?

 

Ok! Io mi accontenterei di un banalissimo Laelianus ! A te aspetto, che me ne scovi uno! ??


  • 1 anno dopo...
Inviato
Il 17/8/2022 alle 19:30, grigioviola dice:

@Stilicho in realtà la normativa nel mentre non è variata. Diciamo che entrambi i ripostigli sono estremamente "tipici e comuni" e di per sé taglie quali a tanti altri già pubblicati. Sostenerne la spesa per l'acquisto non ha granché senso quindi per un museo. Tuttavia il C. 2 presentava l'appeal del secondo pezzo di Domiziano II e quindi credo si sia voluta preservare l'integrità del rinvenimento e quindi si sia deciso l'acquisto dell'intero blocco.

Il passaggio sulla datazione dei minimi in realtà è si marginale ma è anche, allo stesso tempo, un elemento di supporto per la corretta datazione delle emissioni radiate.

Poi, ci sarebbe anche da fare un ulteriore approfondimento sul fatto che questo ripostiglio è stato trovato fuso in un unico blocco e questo ha permesso di compiere anche uno studio sulla stratificazione delle monete e ricostruire quindi quali sono state messe prima e quali dopo.

Sebbene sia di poco riscontro uno studio su di un singolo hoard, quanto emerso sembra confermare quanto accertato anche da altre analisi di ripostigli in situazioni simili ovvero una presenza di Claudio II che diventa via via più massiva e importante a partire dalla fine dell'impero gallico sebbene Claudio II fosse morto 5 anni prima della fine del periodo regnante di Tetrico.

Questo testimonia la "velocità" con cui le emissioni centrali arrivavano in Britannia penetrando all'interno dei domini gallico.

 

Più facile scambiato per Tetrico! Ma prima o poi.... Sarà mio! ?

 

ALBERTO, SEI UN MOSTRO !!!

P.S. Il maiuscolo è voluto !

Ciao

Mario

  • Mi piace 1

Inviato

Non ho capito bene due punti:

1. "Il ripostiglio, che prenderà il nome di Chalgrove I contiene 4145 antoniniani così ripartiti:

- 2766 nel primo vaso (Pot A)
- 634  nel secondo vaso (Pot B)
- 745 pezzi dispersi nel terreno (scatter) che molto probabilmente facevano parte del secondo vaso rinvenuto rotto

Il ripostiglio è stato studiato e catalogato tenendo conto di questi tre sottogruppi che però non hanno rilevato sostanziali differenze cronologiche o di composizione tranne una minor presenza di monete di Aureliano nel Pot A e una maggior corrosione delle monete trovate sparse (scatter) per ovvi motivi di minor protezione dagli agenti atmosferici e per contatto diretto con il terreno.

La distribuzione delle zecche è quella tipica dei ripostigli britannici del III secolo con una prevalenza dell'85% della zecca di Roma per l'Impero Centrale seguita da Milano con il 7.5% e Siscia con il 3.7%.
L'Impero Gallico invece domina con la Mint I (Treviri) con il 69% seguita dalla Mint II (Colonia) con circa il 25,5%."

85%, 7,5% e 3,7%  -  69%  e 25,5%  - a cosa si riferiscono ?  Ad un totale riferito all'impero centrale ed un altro riferito all'impero Gallico - non riportati ?

2. Il primo ritrovamento è stato restituito allo scopritore ? quindi nel Regno Unito i ritrovamenti appartengono a chi li scopre e denuncia ? O che ?

Scusa per la pignoleria


Inviato

scusate ma quel vaso era così: nel mezzo della brughiera senza che nessuno se ne sia accorto per secoli?


Inviato

Bhe, era interrato ed è stato ritrovato con l ausilio di metal detector,non c è niente di strano..ci sono stati nei secoli ritrovamenti fortuiti e non ancora più incredibili..


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