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La storia di Milda: simbolo di libertà ed indipendenza lettone


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Buonasera a tutti,

ho voluto aprire questa discussione dopo aver acquistato il 5 Lati d'argento lettone, meglio conosciuta come Milda, per la mia collezione e fare un viaggio nel tempo e nello spazio con parole, immagini e video per rivivere la sua bellissima ed affascinante storia provando l'emozione che allora ed ancora oggi suscita questa moneta per questo popolo che per lunghi anni ha lottato per la conquista della propria libertà ed indipendenza.
Spero che questo viaggio possa essere interessante e coinvolgente per tutti e qualsiasi approfondimento sarà ulteriormente apprezzato per migliorarne i contenuti.
Quando il 1 gennaio 2014 in Lettonia è stato introdotto l'euro, è tornato in circolazione un simbolo molto popolare che celebra il trionfo della libertà, la fanciulla popolare lettone: icona dell'indipendenza e dell'orgoglio lettone è tornata nella monetazione quotidiana della nazione circa 70 anni dopo la guerra. Il suo conio risale al 1929 su quella che, indubbiamente, è la più popolare delle monete lettoni, il 5 lati d'argento:

                              mildafrre.thumb.jpg.99646f39a8d8913829d9bbf83408816a.jpg

Ogni moneta è un piccolo libro di metallo prezioso ricco di storia e Milda ha una sua storia da raccontare dietro il design e la donna che ne hanno ispirato il motivo che sono senza tempo.

Nel suo discorso l'accademico Jānis Stradiņš, membro del Comitato per il design delle monete della Banca della Lettonia, in occasione del 90° anniversario rimarcava:

"I simboli sono molto importanti per l'esistenza ininterrotta di uno stato e di una nazione; non sono solo segni formali di distinzione. I simboli uniscono la nazione, fanno pensare ai percorsi della storia, al destino della nazione, danno origine alle tradizioni. Molti di questi simboli lettoni sono nati durante il cosiddetto risveglio nazionale (seconda metà del XIX secolo), ad esempio alla bandiera rosso-bianco-rossa e al nostro inno "Dio, salvi la Lettonia", ma altri all'alba della nostra indipendenza. Tra questi ultimi, lo stemma nazionale, l'istituzione della presidenza, il Monumento alla Libertà, la scultura della Madre Lettonia e altri simboli, tra cui il lati, associato alla moneta da cinque lati prebellica: la nobile fanciulla con il tradizionale copricapo e spighe di grano è il simbolo e l'immagine della Lettonia condiviso da tutti."

In tutta la sua storia, la Lettonia ha conosciuto solo cinquantuno anni di indipendenza: vent'anni tra le due guerre mondiali (1919-1939) e trentuno dal 1991 ad oggi. Terra di missioni, conversioni accompagnate da interventi militari ed economici dal XII secolo, questo paese ha vissuto 750 anni di occupazione straniera. Che fosse germanica, svedese, polacca, russa, nazista o sovietica, questa dominazione ebbe generalmente conseguenze simili per questa popolazione: essere alla mercé degli occupanti, avere condizioni di vita spesso difficili, scarso potere economico e politico, conoscere l'imposizione di una lingua straniera.
L'identità di questo popolo è stata costantemente minata, se non imbavagliata fino alle sue fondamenta. 

 

Grazie a tutti

numys 

Il viaggio continua

“La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)

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Buongiorno a tutti,

riprendiamo il viaggio della libertà e della storia di Milda: era il 18 novembre 1918 quando alle ore 16, nel Teatro Nazionale di Riga (Rīgas Krievu teātris) 

                             National_Theatre_Riga-min.jpg.616f1e7a29218bece0a7fe68de38bef1.jpg

gremito di persone entusiaste e adornato con le bandiere nazionali, il Latvijas Tautas Padome, il Consiglio nazionale della Lettonia, che si era costituito poche ore prima, proclamò ufficialmente l’indipendenza e la nascita di un nuovo Stato con un governo provvisorio alla guida. Il percorso per arrivare a questa giornata memorabile per il Paese Baltico era stato arduo e non privo di ostacoli ma alla fine i maggiori esponenti politici di quel periodo riuscirono a donare l’autonomia ai propri connazionali.
La Lettonia era reduce dalla Grande Guerra, durante la quale aveva dovuto assistere a numerosi e violenti scontri sul suo territorio. Il Paese, in quegli anni sotto il controllo dell’Impero russo degli Zar, era in una posizione a dir poco scomoda, poiché si trovava sulla linea del fronte tra russi e tedeschi. Furono molti i soldati uccisi e le città rase al suolo, con diverse persone che si ritrovarono senza una casa e costrette a fuggire verso il Kurzeme e lo Zemgale per scappar via dall’avanzata della Germania.
La Prima Guerra Mondiale però non fu soltanto sinonimo di morte e distruzione per i lettoni. Infatti, con la caduta della Russia zarista, si accentuarono le speranze di poter finalmente avere una patria libera e indipendente. Quando il 3 marzo 1918 fu firmato il trattato di Brest-Litovsk, 

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si stabilì la fine delle operazioni belliche tra la Russia e la Germania, con quest’ultima che ebbe maggiore libertà di azione sul territorio baltico. I tedeschi però non stavano attraversando una fase florida della loro storia, poiché si temeva che a Berlino potesse scoppiare da un momento all’altro una rivoluzione, mentre i militari ormai erano esausti e poco motivati a continuare a rischiare la vita.
Il mondo politico lettone non fu compatto nel sostenere il movimento per l’indipendenza. I partiti socialisti e socialdemocratici volevano restare nell’orbita della Russia sovietica, mentre gli altri schieramenti erano convinti che ormai fosse giunto il momento di proclamare un nuovo Stato autonomo e lontano dalle lotte e dagli interessi delle grandi potenze. Fu questa seconda corrente a prevalere e, di conseguenza, si attivò la macchina diplomatica per trovare il giusto compromesso affinché la Lettonia potesse essere finalmente indipendente.

 

Grazie a tutti

numys 

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Buonasera a tutti,
riprendiamo questo viaggio storico-numismatico del 5 Lati.
Uno dei maggiori artefici della rinascita lettone fu Zigfrīds Anna Meierovics, il quale si recò in Inghilterra per provare ad ottenere l’appoggio delle forze dell’Intesa per la fondazione del nuovo Stato:
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Sulla carta sembrava una montagna troppo ardua da scalare, invece Meierovics mostrò di avere una sopraffina arte diplomatica e ottenne l’approvazione scritta tramite una lettera firmata dal ministro degli Esteri inglese Lord Balfour:                        lettera1-min.jpg.78eb4fa971fb0b12d4c6b460f6cb515f.jpg

Meierovics era partito da Pietrogrado con in tasca la lettera che gli dava pieni poteri di rappresentanza degli interessi lettoni all’estero. Nella lettera in realtà non c’era solo la delega a Meierovics, ma vi si trovavano descritti i contenuti principali della missione diplomatica lettone. Il Consiglio Nazionale lettone si proponeva come organismo in grado di prendere il controllo politico e amministrativo del territorio lettone, garantendo la libera navigazione del mar Baltico e l’accesso ai principali porti lettoni. Uno stato lettone indipendente avrebbe assicurato la libera circolazione di persone e merci dall’Europa occidentale verso la Russia e il libero accesso ai porti del mar Baltico, questioni che stavano particolarmente a cuore alle potenze dell’Intesa, specie al Regno Unito. Sul sostegno di Regno Unito e Francia i lettoni contavano molto per la formazione del loro nuovo stato, in contrapposizione alle mire espansionistiche tedesche e come argine da opporre al nascente stato bolscevico in Russia.
L’11 novembre 1918, dopo aver ricevuto la missiva, il brillante politico lettone poté gettare le basi per arrivare all’agognata libertà del territorio di Riga.
Il 17 novembre 1918 fu costituito il Tautas Padome, il Consiglio nazionale lettone. Ovviamente, siccome non c’erano le basi e nemmeno il tempo per indire delle elezioni, non si trattò di un organismo scelto dal popolo, ma formatosi dall’unione delle due principali forze politiche del periodo: Latviešu Pagaidu Nacionālā Padome (Consiglio lettone nazionale temporaneo) e Demokrātiskais Bloks (Blocco Democratico) che raccoglieva diversi movimenti ma non formava una realtà politica unitaria e autonoma.
Lo storico evento del 18 novembre si tenne alla presenza di appena 34 deputati. In molti, infatti, non riuscirono a raggiungere in tempo Riga perché il Paese era ancora in regime di guerra, con diversi territori occupati da tedeschi e russi. Il Latviešu Zemnieku Savienība, il partito dei contadini guidato da Kārlis Ulmanis, fu quello che riuscì a presenziare con il numero più alto di esponenti. Il palco ormai era sovrastato dalle bandiere della nuova Lettonia, due bande orizzontali rosso scuro divise da una banda bianca: questi colori erano stati usati la prima volta nel 1873, in occasione del I Dziesmu Svētki, il festival delle canzoni popolari. In quell’occasione nel 1873 fu cantato per la prima volta anche “Dievs svēti Latviju” (Dio benedica la Lettonia), che quella sera del 18 novembre 1918 sarebbe diventato l’inno ufficiale della Lettonia.
Uno dei tanti paradossi di quel giorno fu che il presidente eletto, Jānis Čakste, trovandosi fuori città, non ricevette in tempo il telegramma di convocazione ed allora fu il vice presidente, Gustavs Zemgals (Partito Radicaldemocratico) a prendere la parola, per proclamare la nascita della Repubblica di Lettonia.
A seguire Kārlis Ulmanis, nominato il giorno prima dal Tautas Padome capo del governo provvisorio lettone, nel suo discorso affermò che l’obiettivo del governo era quello di rafforzare la Lettonia sia all’interno del suo territorio, che all’esterno attraverso il grande lavoro diplomatico di Meierovics.
Ulmanis non nascose la gravità della situazione in cui versava il paese ma per il processo di ricostruzione fece leva sullo spirito nazionale lettone, sulla volontà di tutto un popolo di liberarsi da secoli di schiavitù e oppressione.
C’era un fotografo in sala, Vilis Rīdzenieks che immortalò in una foto leggendaria, l’unica foto che ritraeva il palco di quella straordinaria serata: 
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Da quel giorno in realtà passerà ancora un anno di guerra e grandi tribolazioni prima che la Lettonia possa considerarsi davvero uno stato libero e indipendente in buona parte del suo territorio.
La ricostruzione del nuovo Stato della Lettonia libero ed indipendente non poteva prescindere da un elemento di fondamentale importanza: una nuova unità monetaria identitaria.
....ma di questo parleremo nel prossimo post

 

Grazie a tutti

numys 

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Buongiorno a tutti,

continuiamo questo viaggio con la speranza possa essere di vostro interesse.

Il denaro riflette, non soltanto economicamente, ma anche da un punto di vista storico, culturale, politico e sociale, l’intero sviluppo della civiltà. Inoltre contiene informazioni visive uniche dei propri governanti e degli individui del passato, degli eventi storici e culturali. Racconta antiche leggende e tradizioni o cambiamenti politici del paese ed è indubbiamente parte integrante della cultura.

Il sistema monetario sviluppatosi in Lettonia è stato sconvolto dalla Prima Guerra Mondiale e dalla successiva rivoluzione entrando in una fase di caos.

Alla fine del 1918, il nuovo stato lettone ha ereditato questo caos di denaro: circolavano rubli zaristi, kerenkas, marchi tedeschi, ostmark ognuno con il proprio potere di acquisto. Si rese necessaria una riforma monetaria che fu intrapresa il 22 marzo 1919 con l’emissione di buoni del tesoro in rubli lettoni, stampati presso la litografia G. Meijer, che, con decisione del Consiglio popolare del 18 marzo 1920, furono designati come unico mezzo di pagamento e rimasero in circolazione fino al 1925.

Ormai si sentiva il bisogno di avere una moneta che avesse una vera identità lettone in cui il popolo si potesse riconoscere ed infatti nell'estate del 1919, il governo provvisorio guidato da Kārlis Ulmanis elaborò un primo disegno di legge che prevedeva il lats come unità monetaria, ma il Consiglio Nazionale ne rinviò l'adozione e l'idea fu attuata solo diversi anni dopo.

Il 14 giugno 1921, l'Assemblea Costituzionale esaminò la questione di come poter chiamare la valuta lettone: furono prese in considerazione varie proposte come "ozols" (quercia), "zīle" (ghianda), "saule" (sole), "austra" (alba), "daile" (bellezza), "dižā" (grande), sīkā" (minuscolo), nonchè latva. Il termine "lats" fu molto criticato perché presumibilmente era associato alla parola legno su cui c'era molta speculazione a quel tempo. Tra i sostenitori del “lats” c'era anche il rappresentante del Partito Popolare, il poeta Kārlis Skalbe, che spingeva perché si identificasse la moneta con un nome lettone semplice e chiaro per favorire la conoscenza della Lettonia nel mondo e  facilitare allo stesso tempo il popolo nel suo uso quotidiano.

Il Gabinetto dei Ministri guidato da Zigfrīds Meierovics il 3 agosto 1922 decise che il nuovo sistema di valuta doveva essere il lats e santim (dove 100 santim equivalevano a 1 lat).

Per vedere il design dell'iconica fanciulla popolare lettone sulla moneta da 5 lats bisognerà attendere fino al 1929: infatti il Ministero delle Finanze dichiarò che il disegno per decorare il denaro doveva essere il "volto di una Vergine", la donna del popolo (tautameita) che simboleggiasse la Repubblica di Lettonia, la libertà e l'amore. L'Academy of Arts, dunque, indisse un concorso in cui era necessario ritrovare l'immagine della "vergine" che fu vinto da Karlis Zemdega ma il suo bozzetto non fu mai utilizzato perché criticato dal ministero delle Finanze, affermando che: "la tautumeita deve essere non solo ben disegnata dal punto di vista tecnico, ma deve simboleggiare anche l'immagine nazionale lettone". Non rappresentava, dunque, il "carattere lettone distintivo" ricercato.

Questa esigenza fu soddisfatta dall'importante artista lettone Rihards Zariņš (1869-1939):  zarins.jpg.251914d9fe309ca678721684575d96c2.jpg

tornato in Lettonia nel 1919 dopo l'indipendenza. Nato a Vidzeme iniziò a studiare presso la Stiglitz Central School of Technical Drawing nel 1888 a San Pietroburgo, diplomandosi nel 1895. Lì si specializzò in xilografia e successivamente in tecnica dell'acquaforte con Vasily Matthew, noto grafico russo.

La sua formazione di giovane artista continuò a Berlino, Monaco, Vienna e Parigi. Dal 1899, Rihards Zariņš lavorò presso la Stamperia statale della carta a San Pietroburgo con una carriera di grande successo dove disegnò dei veri capolavori di arte grafica e creatività sulle banconote della Russia zarista:

- 100 rubli 1909

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- 500 rubli 1912

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senza dimenticare la serie di francobolli russi “Per i soldati e loro famiglie” disegnati all’inizio della Prima Guerra Mondiale con il bellissimo “San Giorgio”, probabilmente uno dei più belli della filatelia russa:

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Trasferitosi nella sua terra natale divenne fondatore e manager della Stamperia Statale Lettone e fondatore della Scuola nazionale di grafica lettone nonché sviluppatore e divulgatore di apparecchiature per incisione. Questo gli permise di ricevere numerosi incarichi di rilevanza nazionale: nel 1921, insieme all'artista grafico Vilhelms Krūmiņš, disegnò lo stemma araldico della Lettonia (che troveremo sul rovescio del 5 Lati) che andò ad unire i simboli patriottici utilizzati singolarmente in passato:

                   Coat_of_arms_of_Latvia_min.thumb.png.b5d975edc40abe87de98df455a5d4424.png

Lo stemma fu adottato ufficialmente il 16 Giugno del 1921 e raccoglie i simboli dei quartieri storici lettoni.

Il sole nascente (simbolo dei soldati lettoni durante la Grande Guerra sotto il giogo russo) rappresenta la statualità lettone; le tre stelle sopra lo stemma rappresentano l’unità della Lettonia, ogni stella indica una regione storica (Vidzeme, Latgale, Courland-Semigallia); Il leone rosso dello stemma rappresenta Curlandia-Semigallia, mentre il grifone d'argento rappresenta Vidzeme e Latgale.

Il talento di Rihards Zariņš è esemplificato dalla scrupolosa precisione sia dei suoi progetti in bozza che di quelli effettivamente prodotti. La sua massima espressione artistica la ritroviamo nella creazione del design della moneta d'argento da cinque lats, la cui composizione presenta la figura della fanciulla popolare, diventata un simbolo idiosincratico della Lettonia indipendente e libera.

Ma di questo suo progetto parleremo nel prossimo post

 

Grazie a tutti

numys

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Buonasera a tutti o meglio buonanotte,
anche se con alcuni giorni di ritardo proseguiamo il viaggio intrapreso della storia di Milda.
Rihard Zarriņš per la creazione del suo design aveva bisogno di trovare il prototipo di ragazza che potesse rappresentare la fanciulla popolare lettone e allo stesso tempo riuscisse ad idealizzare la libertà e l’amore.

Un giorno l’artista ritrovò sulla sua strada una donna che gli avrebbe cambiato la vita artistica e non solo, Zelma Brauere: infatti lei lavorava come revisore di bozze presso la tipografia di stato e grazie alla correzione di un grave errore su un libro, da mandare in stampa, di Zarriņš riuscì a conquistare la sua fiducia. Da quel momento l'artista rimase affascinato dal suo senso di responsabilità, dal contegno gentile, dalla sua intelligenza nonché dalla sua particolare bellezza.

Ma chi era Zelma Brauere?

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Nacque 1900 a Riga e si laureò in filologia presso l'Università della Lettonia e conosceva sette lingue. Donna affascinata dal giardinaggio, si appassionò all'arte ed in particolare ai libri mantenendo sempre vive le relazioni con gli amici. Particolarmente attenta ad aiutare gli altri prestò servizio presso la Croce Rossa.
Dopo la laurea, Zelma iniziò a lavorare come correttore di bozze presso la State Paper Printing House dove vi rimase per 43 anni fino al pensionamento. Giovane, bella, ma molto seria, tranquilla e riservata grazie al suo lavoro catturò l’attenzione dell’artista ed iniziò una lunga collaborazione tra i due. Infatti Zarriņš invitò Zelma a posare come modella con i costumi popolari lettoni immortalandola sulla rivista satirica "Svari" edita da J. R. Tillbergs e successivamente nell’edizione edita da Zarrins “Latvju raksti”, libro che trattava di ornamenti lettoni:


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L’artista era molto legato a Zelma, non solo professionalmente: infatti, da alcune lettere ritrovate, erano evidenti i sentimenti per la giovane donna ma la loro relazione rimase platonica. Del resto Zelma fu fidanzata con un pilota di aereo che sfortunatamente rimase coinvolto in un incidente mortale all'aeroporto di Krustpils nel 1935. Da quel momento lei rimase fedele al suo compagno e non si sposò mai vivendo fino alla sua morte con la sorella in una casa di legno sopravvissuta fino ad oggi nel distretto di Āgenskalns di Riga. 
Zarriņš, apprezzando Zelma come donna virtuosa, onesta e nobile, non c'è da meravigliarsi che l'abbia scelta come modello ideale per il 5 lati d'argento.

Così Rihards Zarriņš disegnò l'allora 29 enne giovane donna:

 

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per rappresentala come la fanciulla popolare, così umile, intatta e pura per natura, diventando tra le immagini più popolari del folklore lettone.

Sul dritto disegnò Zelma di profilo, vista dal lato destro, circondata da entrambi i lati dall'iscrizione “Latvijas Republika” ma per far emergere l'idea di amore e libertà in modo potente, l'artista optò solo per pochi dettagli: spighe di grano che ricoprivano la spalla della modella, una ricca treccia che le scendeva lungo la schiena e il colletto e il copricapo ricamati con un disegno ornamentale caratteristico del costume popolare lettone. L'espressione artistica era intensificata dalla bellezza serena del rapporto reciproco di tutti gli elementi e dalla simultanea leggerezza e fermezza della silhouette.
Ma un contributo fondamentale al raggiungimento dell’obiettivo lo offrì l'incisore britannico Percy Metcalf che rese l'immagine più nobile, più espressiva, un simbolo di libertà e di etica. Quindi il pezzo a cinque lats fu il risultato del lavoro congiunto di artisti lettoni e britannici. Oggi, grazie alla gentile concessione della British Royal Mint, possiamo ammirare le forme in gesso usate molti anni fa per coniare la moneta da 5 lats con la possibilità di confrontare l’originale di Zarriņš, un ritratto realistico di Zelma Brauere, con le modifiche apportate dall'incisore britannico Percy Metcalf:

 

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A sinistra il disegno di Rihards Zariņš a destra la fotografia dei modelli in gesso di Percy Metcalfe.
Per il rovescio scelse il suo disegno del 1921 del grande stemma araldico della Repubblica di Lettonia, creato sulla base del progetto dello stemma statale realizzato dall'artista grafico Vilhelms Krūmiņš. Il bordo della moneta fu contrassegnato dalla frase “DIEVS SVETI LATVIJU”, che si traduce in "Dio benedica la Lettonia". Coniata in argento fino all'83,5% in 25 grammi di peso e 37 mm di dimensione: la coniazione di questa moneta durante i suoi tre anni di breve durata è stata di soli 3,6 milioni. Quando la moneta fu emessa il 23 dicembre 1929, i residenti formarono lunghe file in banca per averla e bisogna tener presente che in quell’anno la Lettonia stava attraversando una crisi economica ma anche una "svalutazione del valore della moneta", secondo la Royal Mint: "La gente desiderava qualcosa di nobile, bello e il disegno sulla moneta era ampiamente accettato come incarnazione sentimentale di quelle qualità. Il popolo lettone, la classe contadina lettone, è sentimentale e sensibile alle idee romantiche nazionali: il nuovo pezzo da cinque lats era l'incarnazione del suo ideale di bellezza.

La moneta d'argento da 5 lats divenne estremamente popolare grazie alla sua piacevole espressione artistica, al suo valore e la sua immagine ottenne un grande significato simbolico al pari della statua del Monumento alla Libertà a Riga:


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Durante la seconda guerra mondiale, nella Lettonia occupata, le belle monete da cinque lats non avevano più corso legale, ma continuarono la loro vita di simbolo, forse rafforzandone il significato. Le monete salvate durante le occupazioni tedesche e sovietiche, servirono per fare spille e ciondoli, diventarono un regalo ambito in occasione di matrimoni e battesimi. Erano state tenute come un prezioso cimelio di famiglia da persone in Lettonia, nonché da coloro che erano stati deportati in Siberia e in esilio all'estero. Il pezzo d'argento da cinque lats svolgeva una missione molto rara per una moneta: per chi "sapeva" era un simbolo di libertà e statualità della Lettonia, come spilla significava l'appartenenza alla nazione lettone e la speranza di riconquistare l'indipendenza.

 

Grazie a tutti

numys

il viaggio continua .... ma ormai siamo quasi alla fine della storia

 

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Buongiorno, molto interessante , non lo sapevo.

Ecco il mio 5 lati 1931:

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Buonasera a tutti,

con questo post andiamo a chiudere il viaggio intrapreso della storia di Milda.

Nel 1939 il governo lettone iniziò a prepararsi a coniare nuove monete da 5 lats da emettere nel 1941. La fanciulla lettone doveva essere sostituita da un ritratto del leader autoritario della Lettonia, Karlis Ulmanis, ma quelle monete non furono mai coniate causa lo scoppio della seconda guerra mondiale. Già prima della guerra la gente in Lettonia aveva iniziato ad accumulare monete d'argento per prepararsi alla crisi imminente ma il 23 agosto del 1939, dieci giorni prima dello scoppio della II guerra mondiale, il ministro degli esteri tedesco Joachim Von Ribbentrop giunse a Mosca per firmare insieme al suo omologo sovietico, Vjaceslav Molotov un patto di non aggressione fra la Germania di Hitler e l’Urss di Stalin che darà il via libera all’inizio del conflitto mondiale:

 

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Il patto di non aggressione venne reso pubblico, ma in quello stesso giorno Ribbentrop e Molotov firmarono anche un altro accordo, un protocollo segreto, con il quale Hitler e Stalin si spartiscono l’Europa orientale e i paesi baltici.

Quel protocollo segreto segna, il 23 agosto del 1939, il destino di Lettonia, Lituania ed Estonia, che verranno invase nel 1940 dall’Armata Rossa, poi nel 1941 dall’esercito tedesco nell’operazione Barbarossa, per tornare sotto l’occupazione sovietica fra il 1944 e il 1945.

Dopo l'occupazione sovietica della Lettonia nel 1940, il lat continuò a circolare insieme al rublo sovietico, sebbene le monete d'argento fossero in gran parte scomparse dalla circolazione. Il 25 marzo 1941, la monetazione lettone fu sostituita definitivamente dal rublo russo. Si stima che 50 milioni di lats non siano mai stati scambiati con rubli. Le persone rimasero con monete e banconote improvvisamente senza valore, ad eccezione del valore sentimentale e del contenuto d'argento delle stesse. Le autorità sovietiche, tuttavia, avevano monete da 5 lats per un valore di circa 3,6 milioni di lats. Si dice che negli anni '60 la Vneshtorgbank dell'URSS commerciasse in lat d'argento lettoni, offrendoli a un prezzo piuttosto alto a collezionisti stranieri. A partire dal 1941, i lats divennero un oggetto da collezione.

L’occupazione sovietica durò circa 40 anni con deportazioni di massa, esili e guerriglie da parte della resistenza lettone ma tale regime favorì soltanto una forte unità nazionale. Nella Lettonia occupata dai sovietici, i lettoni aiutarono i loro concittadini in tutti i modi possibili. In genere i lettoni fecero del loro meglio per mantenere la loro lingua, la loro cultura, le loro tradizioni e lo spirito e identità nazionale ricordato da Milda.

Cinquanta anni dopo la firma del protocollo segreto, il 23 agosto del 1989, i Lettoni insieme agli Estoni e Lituani decidono di mettere in atto una clamorosa azione di protesta pacifica, per denunciare la firma fra nazisti e sovietici e mostrare a tutto il mondo la loro voglia e il loro diritto a tornare ad essere paesi liberi ed indipendenti. E’ la Via Baltica, una catena umana di circa due milioni di persone che scendendo in strada e prendendosi per mano compose una catena che attraversò i tre paesi baltici, unendo le capitali Tallin, Riga e Vilnius:

 

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Non fu semplice organizzare una protesta pacifica, senza i mezzi che abbiamo oggi, e difatti gli organizzatori comunicavano via telefono, via fax, da un distretto all’altro, per informare e organizzare la gente nei vari punti di raccolta. Di seguito un famoso fax che circolò per esortare tutti i popoli baltici alla protesta:

 

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Il problema per i movimenti di liberazione quel giorno non era solo quello di organizzare la buona riuscita della protesta all’interno dei tre paesi baltici, ma anche la pubblicizzazione e la diffusione delle immagini nei media internazionali. Era questo l’obiettivo della protesta: far sentire a tutto il mondo la voce dei popoli baltici che reclamavano il loro diritto alla libertà e all’indipendenza.

 

 

L’obiettivo fu raggiunto grazie alla diffusione delle foto e delle immagini in tutto il mondo e la stampa internazionale diede grande risalto all’evento:

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Lettonia, Estonia e Lituania ottennero l’indipendenza due anni dopo, nell’agosto del 1991.

Intanto in quegli anni Zelma Brauere continuò a partecipare a vari eventi presso la Casa degli Insegnanti (ora Ambasciata Svedese), davanti alla quale una sera fu investita da una motocicletta. Zelma all'epoca aveva 77 anni. Le autorità la fecero seppellire al cimitero di Lāčupe con il suo costume tradizionale come è stata disegnata sulla moneta.

La Banca di Lettonia ha dedicato una moneta d'oro da 5 lats per commemorare i 90 anni della sua emissione:

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Infine con l’entrata dell’euro che rimpiazza il lat, ritorna Milda sulla moneta corrente per la felicità del popolo lettone. Sarà l’effigie della moneta lettone da 1 e 2 euro, anche se l’immagine non è quella originale del 1929 ma una nuova versione disegnata da Ilze Kalniņa che prende spunto dalla Milda originale:

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Come afferma Stradiņš a fronte dell’introduzione dell’euro: "Milda sarà la donna lettone più famosa, almeno in Europa. Quelle monete circoleranno in tutti i paesi dell'UE".

Vi lascio anche un video sulla storia di Milda:

 

 

5 Lats, Milda, una moneta che racconta e continuerà a raccontare un popolo, le sue tradizioni, la libertà e l’identità nazionale.

 

Grazie a tutti

numys

il viaggio e il racconto termina con questo post e ringrazio tutti coloro che con pazienza hanno seguito, spero con interesse, la storia di Milda.

 

“La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)

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E' giusto completare questo viaggio di Milda ricordando che l'immagine di Zelma Brauere fu riportata anche su alcune banconote nel corso degli anni.

Infatti Rihards Zariņš fu il disegnatore del taglio da 100 lats del 1923:

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Qualche anno più tardi l'artista fu commissionato per il disegno del 10 lats (1934):

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e successivamente sul bellissimo taglio da 20 Lats del 1935:

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Poi nel 1992 i disegnatori Imants Žodžiks e Valdis Ošiņš ripropongono Milda nel terza serie delle banconote lettoni:

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P.S.: qualsiasi integrazione e/o correzione di questa discussione sarà utile a migliorarla come strumento di condivisione di conoscenza.

Grazie a tutti e un ringraziamento particolare a @nikita_

numys

 

“La storia è madre della verità, emula del tempo, depositaria delle azioni, testimone del passato, esempio e annuncio del presente, avvertimento per il futuro.” (M. De Cervantes)

 

 

Modificato da numys
  • Grazie 1

  • 1 anno dopo...
Supporter
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Riporto in alto questa discussione per dare la possibilità di leggerla a chi a suo tempo non ha potuto e magari a qualche nuovo utente.

Aggiungo pure l'immagine riportata sulla moneta da 50 santimu del 1922 ovunque citata con un generico "figura in piedi" , il creatore è sempre l'artista Rihards Zariņš, figura chiaramente molto somigliante alla nostra Milda.

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Modificato da nikita_
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