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Oggi vi parlo di questa moneta che ho acquistato recentemente in asta e che ho trovato un po’ per caso (se così si può dire) girando in rete, attratto dalla tipologia che, onestamente, non conoscevo.

Come sempre accade, la moneta e’ stata poi  lo spunto per un personale approfondimento che ho il piacere di condividere ora con voi.

Eccola:

image.pngimage.png

Antoniniano, zecca di Antiochia.

Peso: 3,42 grammi

Diametro massimo: 21 mm

D/ P COR SAL VALERIANVS CAES: busto di Salonino, radiato e drappeggiato, a destra

R/ DII NVTRITORES: il sovrano, stante a destra con il braccio destro disteso e con un bastone (o corto scettro) nella mano sinistra, riceve un globo niceforo da Giove stante a sinistra con un lungo scettro verticale nella mano sinistra ed una clamide che scende dalla spalla sinistra.

Salonino, quindi.  

Vediamone per sommi capi la breve storia partendo dal capostipite della sua famiglia, Valeriano I.

Bisogna dire che tutta la faccenda dinastica e’ piuttosto complessa e presenta ancora lati oscuri. Io ho cercato di sintetizzare quelle che ad oggi paiono le ipotesi più plausibili sulla base delle fonti  e delle letture che ho fatto, ma non sono escluse altre interpretazioni. Anzi, se qualcuno di voi ne sa di più, ben venga.

Valeriano I sposò Mariniana da cui ebbe probabilmente un solo figlio, ovvero Gallieno.

Dopo la morte di Mariniana, Valeriano I  si risposò con Cornelia Gallonia da cui avrebbe avuto un altro figlio, ovvero  Publio Licinio Valeriano, detto talora “Il giovane” che condivise la sorte finale con il suo fratellastro Gallieno trovando  la morte in quel di Mediolanum nel 268 durante l’assedio di Aureolo. Sul fatto che Publio Licinio Valeriano sia fratellastro di Gallieno non sono tutti d’accordo; anzi oggi molti tendono a considerarlo secondogenito di Valeriano I e Mariniana.

Valeriano I, salito potere  nel 253,  si associò subito al trono Gallieno e regnò insieme a lui fino alla tragica fine che lo colse nel 260 d.C. mentre era prigioniero di Sapore I, re dei Persiani della dinastia sasanide.

Alla morte del padre, Gallieno divenne imperatore unico regnando poi fino al 268, come accennato.

Gallieno, in un anno imprecisato, sposò Cornelia Salonina. Dalla coppia sarebbero nati tre figli: Valeriano II (Publio Licinio Cornelio Valeriano) , Salonino (Publio Licinio Cornelio Valeriano Salonino) e Mariniano. Ma su Mariniano ci sono dubbi. Qualcuno dice che il terzo figlio fosse, in realtà, una figlia. L’Epitome de Caesaribus addirittura sostiene che lo stesso Salonino fosse, il realtà, figlio di una concubina di Gallieno di nome Pipa o Pipara, ma questa ipotesi pare poco probabile alla luce dei gentilizi e dei cognomina.

Insomma, una Beautiful. Io non vado oltre: sono già negato con le mie parentele, figuratevi con quelle degli altri. Comunque, il dato di fatto e’ che Valeriano I aveva probabilmente intenzione di creare una sorta di dinastia che avrebbe dovuto dare maggior solidità all’impero, limitando, almeno in teoria, il rischio di usurpazioni. Sappiamo, però, come andò poi a finire. Ma questa e’ una altra storia.

Ad ogni buon conto, noi abbiamo monete soltanto di due figli della coppia imperiale Gallieno/Salonina: Valeriano II  e Salonino.

Su Salonino, poi, si sa davvero poco.

Come detto, Salonino dovrebbe essere il secondogenito di Gallieno e Salonina e sarebbe nato intorno al 243 d.C. con il nome di Publius Licinius Cornelius Valerianus Saloninus.

Quando Gallieno fu associato al trono da suo padre, il giovane primogenito Valeriano II  fu nominato Cesare e quando questi morì (forse nella primavera/estate del 258)  il titolo passò a Salonino. Era poco più di un bambino (o un adolescente che dir si voglia)…ma si sa…in quegli anni si cresceva in fretta. O meglio, si doveva crescere in fretta. E, infatti, Salonino fu subito inviato in Gallia, sotto la tutela del Prefetto del Pretorio Silvano per proteggere i settori settentrionali dell’impero.

Nel 260 d. C. il governatore della Germania Inferiore, Postumo, fermò una invasione di  Franchi che avevano saccheggiato alcune città romane. Salonino e Silvano chiesero a Postumo di restituire subito l’ingente bottino recuperato, ma questi non lo fece. Postumo, infatti, fattosi elevare al trono imperiale dai soldati, si ribellò alla autorità imperiale rappresentata in quei territori proprio dal giovane Salonino. La drammaticità della situazione indusse Silvano a spingere per la  nomina di Salonino al rango di augusto, al fine di  aumentarne la fedeltà da parte delle truppe non ancora schierate con il ribelle ed acquartierate a Colonia, città verso la quale Postumo di stava muovendo. Postumo, dopo un breve assedio, espugnò Colonia (forse  favorito anche dal tradimento di alcuni soldati imperiali) e fece mettere a morte Salonino e Silvano, inaugurando il cosiddetto “Impero delle Gallie”.

Salonino fu, dunque, anche augusto per meno di un mese; tuttavia, a suo nome, furono addirittura coniate monete con tale titolo. Una carriera rapidissima e purtroppo culminata con una fine tragica e prematura.

Torniamo alla mia moneta.

Spesso le monete di Salonino vengono attribuite al fratello Valeriano II. Ed anche in questo caso e’ stato così: la moneta era in vendita come antoniniano di Valeriano II. Come mai? Forse  la legenda inganna in quanto il nome Salonino e’ espresso qui dalle sole lettere SAL, mentre appare scritto per esteso il cognomen VALERIANVS. O forse che Valeriano II ha più mercato di Salonino? Su quest’ultimo punto non saprei….non ho elementi per dirlo.

Secondo il Goebl (un testo di riferimento per la monetazione di questo periodo, ma anche per la datazione degli eventi di questi anni convulsi ad occidente come ad oriente) si tratta di una moneta della 5^ emissione di Antiochia (datata al 258 d.C.) per Valeriano I che era così strutturata:

image.png

La mia moneta e’ la 1606e secondo Goebl (la “e” indica la tipologia di busto):

image.png

Sempre il Goebl ne indica 36 esemplari noti (quindi C, comune).

Devo dire che trovo la moneta piuttosto gradevole:  le effigi sono nette e ben centrate, le legende si leggono praticamente per intero e poi, cosa per me non da poco, ci sono ancora chiare tracce di argentatura (quelle chiazze più chiare che si vedono al dritto dietro la testa di Salonino ed al rovescio tra le due figure).

Il dritto e’ molto espressivo. L’effigie di Salonino e’ quasi quella di un bambino che indossa una corona più grande di lui, in tutti i sensi, direi. Con l’abito drappeggiato, poi, mi ricorda quasi gli anni delle mie elementari, quando di andava a scuola con il grembiule nero ed il fiocco azzurro. Scusate la divagazione, ma l’immagine mi ha suscitato quel ricordo.

Ma molto particolare e’ il rovescio.

Cominciamo dalla legenda, DII NVTRITORES.

E’ la prima e ultima volta che la troviamo su una moneta romana. Cosa significa? Con una libera traduzione potremmo dire “allevato ed educato dagli dei”, anche se letteralmente sarebbe “Dei nutritori”.

Vediamo ora le due figure.

Quella sulla sinistra e’ in abito militare,  con corona di alloro, mantello e scettro; chiaramente un sovrano che Goebl (salomonicamente) indica genericamente con K (kaiser in tedesco, che potremmo tradurre con "principe"). Quella sulla destra e’  nuda, con una clamide che scende giù dalla spalla sinistra. E’ Giove, il primo e il più rappresentativo degli dei.

Ma di quale sovrano si tratta? Ho letto un po’ di cose, ma i dubbi restano. Dovrebbe essere proprio  il giovane Salonino, innanzi tutto in quanto la moneta e’ sua. Poi  in quanto riceve la Vittoria quale agente e beneficiario della stessa (con chiaro riferimento alla sua  missione in Gallia come rappresentante della autorità imperiale) con il sostegno e l’appoggio degli dei  che ne alimentano e sostengono le doti (soprattutto militari, ma non solo).  Ma potrebbe anche trattarsi di una sorta di cerimonia di investitura divina al momento della assunzione del titolo di cesare (avvenuta in quell’anno), considerando il globo niceforo come simbolo del carisma imperiale e della virtus dinastica del giovane principe. Tuttavia, il sovrano ha la testa coronata di alloro e Salonino al momento della emissione della moneta era solo un cesare. Potrebbe quindi essere anche suo padre Gallieno? Lui, in quando padre, era colui che letteralmente nutriva e allevava Salonino, con il l’aiuto ed il buon auspicio degli Dei. Inoltre, Gallieno era pur sempre uno degli imperatori (con Valeriano I) e  quindi fautore e beneficiario ultimo della vittoria in senso lato in quegli anni burrascosi.

Infine: perché la legenda al plurale?

Giove sarebbe qui, nel suo ruolo di padre degli dei, il rappresentante di tutte le divinità e questo spiegherebbe il titolo al plurale: gli dei tutti allevano ed educano  il giovane cesare.

Comunque (che sia Salonino o Gallieno) il sovrano era ancora vivo al momento della coniazione della moneta e pertanto non poteva essere divinizzato e associato agli dei. A meno che qui il termine “dio” sia attribuito per estensione proprio anche a Gallieno per esaltarne il ruolo di padre di Salonino così come Giove era il padre degli dei. Gallieno e Giove uniti nel sostenere Salonino.

Mi farebbe piacere conoscere il vostro parere in proposito.

Due parole ancora sullo stile: e’ quello “orientale” (siamo nella zecca di Antiochia).

Si caratterizza per tratti del volto un po’ più magri ed allungati, più piccoli, ma comunque ben delineati e rifiniti anche se meno naturalistici.

 

Questo stile “orientale” si protrarrà anche successivamente al periodo di cui parliamo nelle emissioni di Claudio II ed Aureliano un po’ in tutte le zecche orientali, non solo ad Antiochia, quindi.

Gli antoniniani orientali si caratterizzano per un più alto quantitativo di argento rispetto agli analoghi contemporanei prodotti nelle zecche occidentali. Onestamente, non so a spiegare  il motivo di questa differenza.

Inoltre, guardando le monete in fotografia,  devo dire che pare abbiano anche un metallo di aspetto diverso, un po’ più poroso, ruvido per così dire (cose che ho riscontrato direttamente sull’esemplare in oggetto). Ma magari questa e’ solo una mia impressione.

Tornando al nostro, le emissioni di Antiochia per Salonino si caratterizzano per la legenda di rovescio P COR SAL VALERIANVS CAES, come sulla mia moneta.

Per Salonino esistono anche altre emissioni “orientali” con una legenda di dritto diversa, ovvero SALON VALERIANVS NOB CAES che sono state attribuite ad una generica “Second Eastern Mint” la cui sede è stata assegnata dallo stesso Goebl a Samosata (sulla base dei tradizionali studi di Alföldi del 1937), sebbene ci siamo opinioni contrastanti; infatti, alcuni attribuiscono questa zecca a Emesa, o a Cyzico o addirittura ad una non precisata sede in oriente. Questa zecca deve comunque essere stata di una certa rilevanza se si pensa che nell’hoard di Qula (scavato nel 2016 nell’odierna Palestina), gli antoniniani assegnati al regno congiunto Valeriano/Gallieno provengono per il 72% dalla zecca di ‘Samosata’ e per il 28% dalla zecca di Antiochia.

Come avete capire da questi minimi accenni ci sono molti punti oscuri circa le zecche orientali in questi periodi turbolenti, ma e’ normale, se pensiamo che era in corso una lunga e logorante guerra coi Sasanidi e che le zone di confine passavano spesso di mano e di conseguenza le zecche aprivano o chiudevano in rapporto agli eventi bellici.

Comunque, io mi fermo qui in quanto non avrei le conoscenze e le capacità per andare oltre. Per chi volesse approfondire allegherò qualcosa in calce.

Ecco un esempio assegnato alla “Second Eastern Mint” , una SPES PVBLICA:

image.png

Come si vede molto simile come stile.

Come raffronto della ritrattistica di Salonino in  altre zecche abbiamo una PIETAS AVGG  di Lugdunum:

image.png

Ed una PRINCIPI IVVENT di Roma:

image.png

Fonti:

-          Goebl

-          Wildwinds

-          Forum Ancient Coins

-          Bruno Bourdel: Les antoniniens emis sous le regne conjoint del empereurs Valerien et Gallien; III Monetae

-          Storiche: Epitome de Caesaribus, Historia Augusta, Zosimo, Zonara

Per chi volesse approfondire gli aspetti dinastici/familiari ecco un assaggio:

 

Per chi volesse approfondire il breve regno di Salonino come augusto con le sue rare emissioni ecco un articolo del nostro Grigioviola:

Tre_nuovi_antoniniani_a_nome_di_Salonino (1).pdf

Per chi volesse approfondire la questione intricata delle zecche orientali nel III secolo:

2016_A_Hoard_of_Antoniniani_from_Qula_At.pdf

Poi...a voi!  sul forum c'e' un tutto! Buona ricerca e buono studio.

Ciao da Stilicho

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Inviato
11 ore fa, Stilicho dice:

Infine: perché la legenda al plurale?

Giove sarebbe qui, nel suo ruolo di padre degli dei, il rappresentante di tutte le divinità e questo spiegherebbe il titolo al plurale: gli dei tutti allevano ed educano  il giovane cesare.

Comunque (che sia Salonino o Gallieno) il sovrano era ancora vivo al momento della coniazione della moneta e pertanto non poteva essere divinizzato e associato agli dei. A meno che qui il termine “dio” sia attribuito per estensione proprio anche a Gallieno per esaltarne il ruolo di padre di Salonino così come Giove era il padre degli dei. Gallieno e Giove uniti nel sostenere Salonino.

Mi farebbe piacere conoscere il vostro parere in proposito.

 

Sono lievemente fuori periodo, ma forse posso aggiungere qualcosa in quanto mi ero imbattuto in questi DII NVTRITORES per colpa (o per merito) di una capra, che appare anche in ambito repubblicano ma risulta decisamente più criptica rispetto a questo contesto.

L'iconografia della tua interessantissima moneta va analizzata parallelamente a quella di questo antoniniano di Valeriano II:

image03222.jpg

 

Ed a quella di un sesterzio con al dritto legenda PIETAS SAECVLI e con medesima iconografia di rovescio ma con legenda IOVI EXORIENTI (RIC V.1, 32).

"Particolarmente interessanti certi conii dell’impero di Gallieno: in un tipo il Cesare fanciullo (Valeriano II) è raffigurato come il dio rinato che cavalca la capra Amaltea. L’immagine – come dimostra l’iscrizione «Iovi crescenti» – allude esplicitamente a Giove che, rinato fanciullo, sta di nuovo crescendo: egli è allo stesso tempo vecchio e giovane. Una seconda serie di monete di Gallieno (coniate per Valeriano II o per il figlio minore Salonino) rappresenta, sul recto, la testa del giovane di profilo, mentre sul verso ripropone il modulo iconografico consueto, con il bambino che cavalca la capra da destra a sinistra: l’iscrizione, in questo caso, recita «Iovi exorienti», «al Giove che sorge». Nella propaganda d’età imperiale, l’idea di renovatio del novum saeculum si rispecchia, sovente, in rappresentazioni che, attingendo ai materiali mitici della religione greco-romana, riproducono le epifanie della divinità secondo il ciclo naturale del sole, delle stagioni e delle età della vita."

Valerio Marotta - GLI DEI GOVERNANO IL MONDO. LA TRASMISSIONE DEL POTERE IMPERIALE IN ETÀ TETRARCHICA (p. 175)

Stessa interpretazione è fornita dalla Perassi (Mala tempora current, La crisi del III secolo attraverso il ripostiglio di Pombia, p.74)

PerassiC2007.MalaTempora.pdf

 

Al rovescio dovremmo quindi avere Gallieno (il Giove personificato) e Giove (in accezione celeste). Il Giove fanciullo, Valeriano II o Salonino, è reso o in modo esplicito, mentre cavalca la capra che nutrì Giove stesso o con un riferimento implicito che lo identifica a mezzo della continuità dinastica e divina (coloro che lo nutrono) quale nuova epiclesi di Giove, dunque un Giove fanciullo (cosa che collima con l'età di Salonino).

Tale concezione fu sfruttata dalla propaganda imperiale fin da Domiziano ed ha origine dalle Bucoliche di Virgilio, più precisamente dalla quarta ecloga (il ritorno dei Saturnia Regna a seguito della nascita di un bambino divino):

"Magnum Iovis incrementum", il “nuovo grande virgulto della stirpe di Giove”.

 

 

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Ringrazio molto @Rapax per questo approfondimento che arricchisce e completa la discussione anche con contributi di livello.

In effetti, parlando del giovane Salonino non si può non fare riferimento al giovane Valeriano II, entrambi ragazzi cresciuti troppo in fretta.

Come ho letto nell'interessante articolo che hai allegato dietro queste emissioni per i giovani cesari vi e' il desiderio del padre Gallieno di propagandare i due figli come portatori di una nuova età dell'oro, una renovatio del novum saeculum, come hai sottolineato tu poco sopra. Il tutto rientra in una chiara politica dinastica iniziata da Valeriano I che per l'appunto, come ho detto su,  si augurava e si proponeva di creare una discendenza adatta a garantire un periodo di prosperità e stabilità, ovviamente con la protezione degli dei.

Gallieno ha addirittura fatto un ulteriore passo indietro nel ricostruire ed esaltare la sua dinastia. Sua madre Mariniana era originaria di Falerii, in Etruria, dove Giove era particolarmente venerato come si può vedere da questo medaglione d'oro di Mediolanum che mostra al dritto Gallieno e Salonina faccia a faccia ed al rovescio una legenda PIETAS FALERII che circonda due infanti che suggono il latte da una capra, con una aquila in campo destro ed un fulmine in esergo (chiari riferimenti a Giove). 

Questa e' l'unica immagine che ho trovato (e solo del rovescio):

image.png

Ora, secondo Babelon i due fanciulli rappresenterebbero le due versioni di Giove venerate a Falerii, ovvero Dijovis (Giove buono) e Vejovis (Giove cattivo). Invece Alfoldi identificava uno dei due infanti come Giove e l'altro come Salonino, il figlio più giovane di Gallieno e Salonina che viene identificato come il portatore di una nuova età dell'oro.

I due studiosi concordano sul fatto che uno dei due bambini sia Giove per la presenza dell'aquila e del fulmine.

Fonte:  N. M. Mcq. Holmes, Some note of the IOVI CRESCENTI coinage of Valerian II, The Numismatic Chronicle, vo. 177 (2017) , pp: 153-158 

Parlando di Pietas e' necessario ricordare cosa si intendesse con questa parola. 

Essa non corrisponde alla "pietà" in senso moderno ne' alla "carità" cristiana. La pietas esprimeva il senso del dovere, del rispetto ed anche della devozione dovuta in primo luogo agli dei, ma anche alla patria ad alla famiglia.

Ecco che il cerchio si chiude con la moneta citata su da Rapax con al dritto la PIETAS SAECVLI ed al rovescio la capra Amaltea andante a sinistra e la legenda IOVI EXORIENTI e di cui ho solo trovato questa brutta immagine dalla stessa fonte citata su:

 

image.png

Qui viene indicato come un unico medaglione di bronzo conservato "in national collection" (?) a Parigi ed assegnato alla zecca di Viminacium.

Buona domenica da Stilicho

 

 

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Il 15/5/2022 alle 09:49, Stilicho dice:

Gallieno ha addirittura fatto un ulteriore passo indietro nel ricostruire ed esaltare la sua dinastia. Sua madre Mariniana era originaria di Falerii, in Etruria, dove Giove era particolarmente venerato come si può vedere da questo medaglione d'oro di Mediolanum che mostra al dritto Gallieno e Salonina faccia a faccia ed al rovescio una legenda PIETAS FALERII che circonda due infanti che suggono il latte da una capra, con una aquila in campo destro ed un fulmine in esergo (chiari riferimenti a Giove). 

Questa e' l'unica immagine che ho trovato (e solo del rovescio):

image.png

Ora, secondo Babelon i due fanciulli rappresenterebbero le due versioni di Giove venerate a Falerii, ovvero Dijovis (Giove buono) e Vejovis (Giove cattivo). Invece Alfoldi identificava uno dei due infanti come Giove e l'altro come Salonino, il figlio più giovane di Gallieno e Salonina che viene identificato come il portatore di una nuova età dell'oro.

I due studiosi concordano sul fatto che uno dei due bambini sia Giove per la presenza dell'aquila e del fulmine.

Fonte:  N. M. Mcq. Holmes, Some note of the IOVI CRESCENTI coinage of Valerian II, The Numismatic Chronicle, vo. 177 (2017) , pp: 153-158 

 

Holmes nella nota introduttiva del catalogo CNG dove è stata messa all'asta la sua collezione di monete della dinastia Valeriana, a riguardo l'identificazione di Giove con uno dei due figli di Salonino dice:

Cita

The explanation for the use of this design on coins of Valerian II now becomes clearer. It can be seen as depicting the young prince – the future of the imperial dynasty – as not only enjoying the protection of Jupiter, the deity most associated with his family heritage, but even being identified with the god in the sense that he is being shown as destined, like Jupiter, to grow into a great and successful ruler and conqueror of his enemies. Tragically, of course, his life was to be cut short by a fatal illness just two years after his elevation to the rank of Caesar.

Riguardo al culto di Giove e del mito della capra Amaltea, il tema viene ripreso anche nelle emissioni provinciali da Valeriano I dove però Amaltea non è rappresentata dalla mitica capra che allevò Giove ma dalla omonima ninfa (per la precisione una naiade), secondo la versione del mito riportata da altri autori (ad esempio Apollodoro):

710.jpg

Lotto n. 710. CNG eAuction 442, collezione Holmes:
PHRYGIA, Apameia. Valerian I. AD 253-260. Æ (37mm, 24.11 g, 6h). Proclianus Tryphonos, panegyriarch.
AVT K ΠO ΛIK OVAΛЄPIANO CЄBACTOC, laureate bust right, wearing full aegis with gorgoneion
ΠAPA ΠPOKΛIANOV TP[YΦΩNOC], AΠAMεΩN in exergue, Adrasteia running right, looking back, holding infant Zeus; around her, the three Kuretes, holding spears and shields.
MC –; SNG von Aulock 3514.

Il tema ricorre anche nell'ulteriore variante della ninfa Adrastea (anch'essa identificata nella mitologia come una delle ninfe che allevarono Zeus (anche qui, ad esempio, sempre nell'interpretazione di Apollodoro) e riproposto sempre in ambito provinciale in una moneta emessa a nome di Salonina:

image.png

Lotto n. 718. CNG eAuction 442, collezione Holmes:

PHRYGIA, Synnada. Salonina. Augusta, AD 254-268. Æ (28.5mm, 10.08 g, 7h).
KO-[P] CAΛΩNINA CЄB, diademed and draped bust right
CYNNA[Δ-ЄΩN IΩ]NΩN, Amaltheia standing right, resting on scepter and holding infant Zeus; goat at her side.
SNG Copenhagen 735 var. (arrangement of legends).

Per quanto riguarda l'iconografia della Pietas Saeculi invece abbiamo anche una bella testimonianza su di un antoniniano emesso a Viminacium da Gallieno e conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna:

gallPIET01.pnggallPIET02.png

Per quanto riguarda il medaglione d'argento purtroppo, sebbene conservato nel medesimo museo, il catalogo online non offre una riproduzione digitale e ci si deve accontentare di questa piccola immagine se si vuole vedere anche il dritto:

piet-fal.jpg

L'immagine è presa da un ottimo saggio pubblicato qualche anno fa sull'American Journal of Numismatics avente proprio come soggetto il rovescio PIETAS FALERI e il culto di Amaltea per Gallieno:

Woods, David. “Gallienus, Amalthea, and the Pietas Faleri.” American Journal of Numismatics (1989-), vol. 31, 2019, pp. 189–206, https://www.jstor.org/stable/27095032. 

Sul contenuto di questa ottima discussione ho ben poco da aggiungere rispetto a quanto detto da @Stilicho e @Rapax quindi mi limito alle immagini riportate e all'ulteriore indicazione di questo saggio di Woods di mia conoscenza sul tema.

La politica iconografica della dinastia Valeriana e in particolar modo di Gallieno non è affatto banale! La produzione di Gallieno è stata vastissima e nonostante l'apparente semplicità delle emissione note ai più, esiste un notevole quantitativo di varianti di busti e di soggetti di rovescio che dimostrano come questo imperatore avesse in realtà messo in atto un ambizioso programma politico supportato da uno tra i repertori iconografici più articolati del III secolo.

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Ringrazio molto@grigioviola . Il suo intervento integra e completa il discorso sul mito che ha sapientemente iniziato Rapax. 

Ritorna in concetto di dinastia, intesa più esattamente come "politica dinastica" di Valeriano e, soprattutto, di Gallieno con l'utilizzo anche del potente mezzo propagandistico fornito dalla moneta, con un utilizzo del mito non solo sulla monetazione provinciale, ma anche su quella imperiale.

Personalmente, come autore della discussione, sono molto contento. Il discorso, partito da una apparentemente semplice monetina,  si e' ampliato in maniera davvero interessante toccando una tematica che non conoscevo e che mi ha spinto a studiare ed ad approfondire ulteriormente. Stimolante!

Ciao da Stilicho

 

 

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