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IGNORED

POSTUMO.........Sesterzi o Doppi sesterzi, monete particolari o volute?


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Inviato

Il titolo parla da solo e forse potrò sbagliarmi, ma credo che solo questo Imperatore (Barbaro) ebbe l'idea di coniare questi due tipi di monete diversi per il peso, basti pensare al doppio sesterzio di peso: 20,09/17,66 gr. mentre il sesterzio con peso: 13,48/8,99 gr ca.
Ma quanto ci si può basare sul peso, spesso abbastanza "irregolare" e non coincidente? Allora si potrebbe "seguire" il diametro, ma a volte neanche quello: sul sito della CNG Coins si trova ad esempio, un doppio sesterzio e un sesterzio della serie LAETITIA AVG "prua di nave con rematori" del diametro rispettivamente di 28,5 mm e di 29,5 mm? E quindi come fare a identificare il tipo di moneta?

 

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Inviato (modificato)
5 ore fa, Artax dice:

Il titolo parla da solo e forse potrò sbagliarmi, ma credo che solo questo Imperatore (Barbaro) ebbe l'idea di coniare questi due tipi di monete diversi per il peso, basti pensare al doppio sesterzio di peso: 20,09/17,66 gr. mentre il sesterzio con peso: 13,48/8,99 gr ca.
Ma quanto ci si può basare sul peso, spesso abbastanza "irregolare" e non coincidente? Allora si potrebbe "seguire" il diametro, ma a volte neanche quello: sul sito della CNG Coins si trova ad esempio, un doppio sesterzio e un sesterzio della serie LAETITIA AVG "prua di nave con rematori" del diametro rispettivamente di 28,5 mm e di 29,5 mm? E quindi come fare a identificare il tipo di moneta?

 

 

Ciao, la tua è una bella domanda (se non sbaglio mi sembra di aver visto  anche per Traiano Decio dei doppi sesterzi). Io personalmente non mi sono mai dato una risposta del perché venissero coniati e le tue perplessità su peso e diametro a volte uguali a quelli dei normali sesterzi sono anche le mie?

ANTONIO 

Modificato da Pxacaesar

Inviato

La materia è complessa e vasta oltre che oggetto di dibattito che dura da anni. Non esiste nessuna proposta va documentale circa il loro valore. I nominali si distinguono sostanzialmente per la presenza della corona radiata o della corona laureata.

Ma che uno valesse il doppio dell'altro, è una deduzione (arbitraria?) contemporanea.

Indubbiamente Postumo attuò una ritariffazione del sesterzio, introducendo un tipo che sostanzialmente aveva un valore fiduciario dato che i valori ponderali e metrici erano pressoché paragonabili. 

Tuttavia il concetto di valore fiduciario era ancora poco radicato nella popolazione e il proliferare di imitazioni locali coeve (inizialmente di ottimo stile) che cercavano di trarre vantaggio producendo versioni ridotte del nuovo nominale (guadagnando sul risparmio di materiale) fecero saltare l'intero sistema.

Il sesterzio era un nominale in crisi e in breve scomparve e divenne, nelle gallie, materia prima ricercata dagli atelier locali per le emissioni di moneta imitativa (antoniniani).

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Inviato

Come già detto il doppio sesterzio era stato gia introdotto da Traiano Decio,  si distingueva dalla corona radiata,  io ne ho uno di imitazione di ottimo stile , con un peso però ridicolo ( 5 grammi circa ),  l ho preso appositamente per questo,  rende bene l idea del tramonto del sesterzio nel sistema monetario romano..


Inviato

In merito ai cosiddetti "doppi sesterzi" di Traiano Decio vi rimando a questa discussione:

 

Mentre su Postumo ci sono alcune discussioni interessanti.

Qui si parla dell'atelier II ovvero del sito produttivo di imitative più importante della Gallia:

mentre qui in si è dibattuta la questione sesterzi/doppi sesterzi per Postumo:

 

Cercando ne emergono anche altre discussioni sul tema, a riprova che la questione offre sempre spunti di ricerca e difficilmente si arriverà a una conclusione definitiva.

 

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Inviato

Inoltre la confusione aumenta nel momento in cui alcuni classificano la moneta come dupondio per via del peso calante..


Inviato

si......è un bel casino....


Inviato

A mio avviso, nel caso di Postumo, è corretto parlare di bronzi ufficiali e bronzi imitativi. Per entrambi poi vale l'ulteriore distinzione tra bronzi laureati e bronzi radiati.

Sul loro valore si può speculare a lungo, ma alla fine resteremo sempre nel campo delle ipotesi.

Logicamente la nuova moneta dovrebbe aver avuto un valore superiore nonostante una sensibile riduzione ponderale, questo probabilmente per far fronte alla penuria di materia prima per produrre moneta. Inoltre una tariffazione al rialzo dei sesterzi con corona radiata è provata anche dall'esistenza di sesterzi con corona laureata con sopra incisa una corona radiata e dal riuso di precedenti sesterzi (di Postumo ma anche e soprattutto di altri imperatori precedenti) ribattuti con l'effige di Postumo radiato.

In più, a ulteriore conferma, il proliferare (e progressivo degenerare) delle emissioni locali imitative.

Ma da qui a dire che il sesterzio radiato valeva il doppio piuttosto che il triplo o una volta e mezzo o quel che volete rispetto all'omologo laureato... non è possibile affermarlo con certezza.

Tra i sovrani gallici, Postumo fu l'unico imperatore che tentò - anche a livello prettamente propagandistico-politico - di ripristinare il trimetallismo monetario tipico dell'età d'oro dell'impero con grandi bronzi, radiati in biglione, denari (con buon contenuto di fino), quinari e aurei: bronzo-argento-oro nell'intento, quando invece nella pratica la parte da leone la fece l'antoniniano. 

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Inviato
23 minuti fa, grigioviola dice:

A mio avviso, nel caso di Postumo, è corretto parlare di bronzi ufficiali e bronzi imitativi. Per entrambi poi vale l'ulteriore distinzione tra bronzi laureati e bronzi radiati.

Sul loro valore si può speculare a lungo, ma alla fine resteremo sempre nel campo delle ipotesi.

Logicamente la nuova moneta dovrebbe aver avuto un valore superiore nonostante una sensibile riduzione ponderale, questo probabilmente per far fronte alla penuria di materia prima per produrre moneta. Inoltre una tariffazione al rialzo dei sesterzi con corona radiata è provata anche dall'esistenza di sesterzi con corona laureata con sopra incisa una corona radiata e dal riuso di precedenti sesterzi (di Postumo ma anche e soprattutto di altri imperatori precedenti) ribattuti con l'effige di Postumo radiato.

In più, a ulteriore conferma, il proliferare (e progressivo degenerare) delle emissioni locali imitative.

Ma da qui a dire che il sesterzio radiato valeva il doppio piuttosto che il triplo o una volta e mezzo o quel che volete rispetto all'omologo laureato... non è possibile affermarlo con certezza.

Tra i sovrani gallici, Postumo fu l'unico imperatore che tentò - anche a livello prettamente propagandistico-politico - di ripristinare il trimetallismo monetario tipico dell'età d'oro dell'impero con grandi bronzi, radiati in biglione, denari (con buon contenuto di fino), quinari e aurei: bronzo-argento-oro nell'intento, quando invece nella pratica la parte da leone la fece l'antoniniano. 

 

che dire......c'è da ragionare e pensare bene a tutti questi preziosi dati


Inviato
2 ore fa, grigioviola dice:

A mio avviso, nel caso di Postumo, è corretto parlare di bronzi ufficiali e bronzi imitativi. Per entrambi poi vale l'ulteriore distinzione tra bronzi laureati e bronzi radiati.

Sul loro valore si può speculare a lungo, ma alla fine resteremo sempre nel campo delle ipotesi.

Logicamente la nuova moneta dovrebbe aver avuto un valore superiore nonostante una sensibile riduzione ponderale, questo probabilmente per far fronte alla penuria di materia prima per produrre moneta. Inoltre una tariffazione al rialzo dei sesterzi con corona radiata è provata anche dall'esistenza di sesterzi con corona laureata con sopra incisa una corona radiata e dal riuso di precedenti sesterzi (di Postumo ma anche e soprattutto di altri imperatori precedenti) ribattuti con l'effige di Postumo radiato.

In più, a ulteriore conferma, il proliferare (e progressivo degenerare) delle emissioni locali imitative.

Ma da qui a dire che il sesterzio radiato valeva il doppio piuttosto che il triplo o una volta e mezzo o quel che volete rispetto all'omologo laureato... non è possibile affermarlo con certezza.

Tra i sovrani gallici, Postumo fu l'unico imperatore che tentò - anche a livello prettamente propagandistico-politico - di ripristinare il trimetallismo monetario tipico dell'età d'oro dell'impero con grandi bronzi, radiati in biglione, denari (con buon contenuto di fino), quinari e aurei: bronzo-argento-oro nell'intento, quando invece nella pratica la parte da leone la fece l'antoniniano. 

 

È spontaneo pensare che valesse l esatto doppio per la regola introdotta da Nerone col dupondio ( corona radiata ) che valeva il doppio dell ' asse, e da Caracalla con l antoniniano ( corona radiata) che valeva il doppio del denario.. per le auguste invece si utilizzava una mezzaluna ..


Inviato

Un mio pensiero su questa bella e interessante discussione . Parlando di pesi delle monete emesse da Postumo quello che piu' salta all' occhio e' la grande differenza di pesi nel settore dei bronzi , mentre per gli Antoniniani ed Aurei i pesi rientrano piu' o meno in quelli emessi ufficialmente dalla zecca di Roma , se questo fosse vero che conclusioni si potrebbero trarre per cercare di trovare una soluzione alla grande differenza di pesi dei bronzi postumiani ? Questo tipo di emissione bronzea puo' variare da poco piu' di 10 grammi fin quasi alla soglia dei 40 grammi , qualcosa non quadra , il divario e' enorme .

In teoria si potrebbe ipotizzare che questa differenza di pesi nei bronzi non fosse casuale , ma voluta , o meglio , di necessita' , cioe' dovuta forse a penuria delle materie prime che producevano il bronzo : Rame e Zinco ; penuria di minerali che poco dopo probabilmente produsse la progressiva scomparsa dei grossi Sesterzi , Dupondi ed Assi a favore dei piu' piccoli Antoniniani in solo bronzo ricoperto di Argento . Questo potrebbe anche spiegare perche' alcune zecche "galliche" piu' importanti , quali Lugdunum e Colonia , emisero bronzi di pesi molto diversi a secondo della quantita' di lingotti di Rame e Zinco che ricevevano per battere moneta .

 


Inviato

I bronzi ufficiali di Postumo sono stati emessi un'unica zecca ovvero la sola zecca attiva nella fase in cui vennero emessi: Treviri.

La zecca di Lione non fu mai operativa durante l'impero gallico, venne aperta da Aureliano dopo la riannessione delle province separatiste galliche e dopo una prima emissione di due tipi presso la zecca di Treviri, che chiuse appunto in favore dell'apertura/spostamento a Lione.

La zecca traduzionalmente identificata con Colonia è da identificare in realtà con Treviri in quanto Colonia venne aperta solo verso la fine del regno di Postumo con le emissioni contraddistinte dalle marche di questa zecca.

Pertanto ne derivca che i bronzi ufficiali di Postumo sono stati emessi in una sola zecca e che questa è Treviri.

Un altro cospicuo corpus di bronzi (anche di ottimo stile) è stato emesso dall'atelier II ovvero un atelier locale assai grosso e importante che batté sia moneta bronzea (conuiata e fusa) che antoniniani.

La variabilità di pesi, diametri ecc va pertanto valutata rapportando ufficiali con ufficiali e imitative con imitative.

Nel panorama delle ufficiali la variabilità è relativa e possono essere ritenute emissioni omogenee. In più vanno analizzate raportandole in base al loro presunto valore (corona radiata e corona laureata).

Per le imitative invece la faccenda è molto più complessa. Con la quantità di "materia prima" ricavabile da un sesterzio se ne producevano diversi quindi vien da sé il calo metrico e ponderale.

La necessità di moneta divisionale, la penuria di materia prima, la riforma "fiduciaria" messa in atto da Postumo, furono tutti elementi che portarono al proliferare della produzione imitativa (di bronzi) che nell'arco di poco tempo di fatto fece degenerare il sistema "sesterzio laureato / radiato" e posero di fatto fuori dalla circolazione monetaria l'uso di tale nominale (che era già scomparso qualche tempo prima negli altri territori dell'impero centrale).

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Inviato (modificato)

Buonasera @grigioviola "Pertanto ne deriva che i bronzi ufficiali di Postumo sono stati emessi in una sola zecca e che questa è Treviri"

Dunque : andrebbero corrette tutte le attuali attribuzioni di bronzi alle zecche di Lione e Colonia a favore della sola Treviri ?

Modificato da Cremuzio
@

Inviato

Ciao, mi ero già fatto una mia idea per quanto riguarda la monetazione emessa sotto il regno di Postumo anche se non avevo approfondito, cosa che questa discussione e le altre fatte in passato che ho letto con molto interesse, hanno contribuito a rafforzare. Che dire rimango della stessa opinione che ho dato nel post iniziale, le spiegazioni di una riforma monetaria voluta da Postumo(penso la peggiore che sia mai stata fatta) io non me la so dare. Se era quella di introdurre un valore fiduciario delle monete penso, ed i fatti lo confermano, abbia miseramente fallito e portato al contrario ad un sistema 'sfiduciario' . Con una tale confusione di emissioni di monete tra doppi sesterzi, sesterzi, antoniniani ufficiali, non ufficiali ed imitativi da parte di varie Zecche (tra le quali mi è parso di capire che quella di Treviri o Colonia fosse la sola ufficiale) e facile spiegarsi differenze così marcate di peso e diametro oltre che di stile. Ed io a queste aggiungerei anche quelle dei normali falsari che in un periodo di confusione come questo saranno andati a nozze?

ANTONIO 


Inviato

Io trovo che con Postumo la monetazione si sia distinta parecchio,  in confronto ad altri imperatori del periodo, sia come tecnica che come valore intrinseco,  gli antoniani hanno spesso una buona percentuale di fino, oltre che ottimo stile, inoltre il tentativo di tenere in vita ( anzi, direi riesumare ) una moneta come il sesterzio ( ed il doppio sesterzio ),  che tanta fortuna ebbe nei primi secoli dell impero , sopratutto come efficace mezzo di propaganda,  evidenziano un personaggio sensibile a questa tematica..


Inviato
34 minuti fa, modulo_largo dice:

Io trovo che con Postumo la monetazione si sia distinta parecchio,  in confronto ad altri imperatori del periodo, sia come tecnica che come valore intrinseco,  gli antoniani hanno spesso una buona percentuale di fino, oltre che ottimo stile, inoltre il tentativo di tenere in vita ( anzi, direi riesumare ) una moneta come il sesterzio ( ed il doppio sesterzio ),  che tanta fortuna ebbe nei primi secoli dell impero , sopratutto come efficace mezzo di propaganda,  evidenziano un personaggio sensibile a questa tematica..

 

Ciao, nelle intenzioni di Postumo forse si ma in pratica bisogna ammettere che il risultato fu disastroso. Infatti da lì a pochi anni i moduli importanti in bronzo sesterzi, asse e dupondii scomparvero definitivamente. Riesumo' tali monetazioni importanti  che nei primi due secoli dell'impero funzionarono benissimo perché c'era più disciplina e regole molto più chiare per le Zecche che battevano monete per poi tombarle definitivamente,grazie alla grande confusione ed approssimazione.Per gli abitanti dell'impero ai tempi di Postumo penso non fu certamente semplice  districarsi con le monete che circolavano?

ANTONIO 

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Inviato
14 ore fa, Cremuzio dice:

Buonasera @grigioviola "Pertanto ne deriva che i bronzi ufficiali di Postumo sono stati emessi in una sola zecca e che questa è Treviri"

Dunque : andrebbero corrette tutte le attuali attribuzioni di bronzi alle zecche di Lione e Colonia a favore della sola Treviri ?

 

Esattamente.

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Inviato
18 minuti fa, grigioviola dice:

Esattamente.

 

Ciao, e quindi la confusione monetaria dei tempi di Postumo è vivissima anche oggi.... ?

ANTONIO 


Inviato
15 ore fa, grigioviola dice:

I bronzi ufficiali di Postumo sono stati emessi un'unica zecca ovvero la sola zecca attiva nella fase in cui vennero emessi: Treviri.

La discussione e' interessantissima e constatato che sei molto esperto sulla monetazione di Postumo vorrei chiederti se esiste un metodo per distinguere i bronzi ufficiali di Postumo emessi a Treviri , dai "non ufficiali" prodotti da altre zecche "clandestine" che , stando a quanto hai sopra scritto , lascia supporre emettessero  monete di propaganda , autorizzate o meno da Postumo ; per peso ? , per stile ? per legende ? per modulo ? o piu' genericamente per incrementare le emissioni a favore di Postumo ?


Inviato

La base (ma è ben di più di un semplice "fondamentale") è il grandissimo lavoro fatto da Bastien e raccolto nel suo libro Le monnayage de bronze de Postume del 1967. Indubbiamente datato ma ancora fortemente attuale e imprescindibile per addentrarsi nello studio della monetazione di bronzo di Postumo.

Bastien ha catalogato tutta questa parte di monetazione di Postumo (i bronzi appunto) individuando sostanzialmente tre grossi contenitori:

1) la zecca ufficiale (che lui, seguendo Elmer, ha mantenuto a Colonia)
2) una zecca molto attiva che ha prodotto un'enorme quantità di moneta sia coniata che fusa che ha definito Atelier II e classificata come un centro produttivo locale (zecca clandestina quindi, non autorizzata) che successivamente Pilon è riuscito a identificare nel sito di Chateaubleau (indispensabile il testo: Atelier monétaire de Chateaubleau "Seine et Marne" del 2016). Identificazione sicuramente esatta frutto di campagne di scavi archeologici durati anni che, prove archeologiche alla mano, non lascia spazio a dubbio alcuno.
3) un terzo "contenitore" più ampio di cui porta alcuni esempi e che identifica come "ateliers divers" ovvero altre zecche locali che hanno prodotto moneta imitativa in quantità (prese singolarmente) decisamente meno numerosa dell'Atelier II

La questione della zecca ufficiale, dibattuta da Elmer, Besly, Drinkwater, Schulzki, Gilljam, Bland, Gricourt, Hollard ecc trova secondo me un assetto credibile prima con lo studio di Besly-Bland in occasione della pubblicazione del testo The Cunetio Treasure nel 1983 e poi nell'aggiornamento di Gricourt-Hollard del 2010 pubblicato su The Numismatic Chronicle: Les productions monétaires de Postume en 268-269
et celles de Lélien (269) 
che schematicamente viene riassunto qui:

zecche galliche.jpg

Va detto infine che nessun autore ha mai raggruppato in un unico lavoro le emissioni trimetalliche di Postumo fino a Mairat che nella sua tesi di dottorato del 2014 The Coinage of the Gallic Empire ha finalmente cercato di unire tutti gli studi precedenti e ricostruire incastrando cronologicamente le varie emissioni ufficiali di bronzo con gli antoniniani, i denari, i quinari e gli aurei di Postumo (e ovviamente poi anche le varie emissioni degli altri sovrani gallici).

Il testo di Mairat diventa quindi una sorta di sintesi di tutti gli studi precedenti ed è un ottimo manuale per districarsi nella monetazione gallica, soprattutto perché raduna in ben 6 tomi quasi tutte le emissioni note con ben 5 volumi di tavole fotografiche a colori in cui tutti questi esemplari noti sono riprodotti in scala 1:1 (il lavoro è immane perché Mairat ha fotografato per ogni singolo tipo tutti gli esemplari noti provenienti da rispotigli pubblicati, musei, cataloghi d'asta e collezioni pubbliche e private più o meno note).

Fatta questa lunga, ma doverosa e spero utile premessa, la distinzione tra bronzo ufficiale e bronzo imitativo/locale è al tempo stesso semplice e complessa.

E' semplice in tutti i casi in cui ci troviamo di fronte a una moneta di modulo e peso estremamente ridotti, lo è altrettanto quando le legende presentano errori o comunque lo stile dei ritratti e delle figure al rovescio è chiaramente più rozzo, ingessato, stilizzato.

E' difficile quando ci si trova al cospetto di emissioni dell'Atelier II che, nelle sue varie fasi produttive, è stato caratterizzato da una fase iniziale dove le emissioni hanno raggiunto un livello stilistico davvero vicino alle emissioni ufficiali (addirittura alcune emissioni fuse sono state realizzate ricavando gli stampi da monete ufficiali!).

Ecco che diventa quindi fondamentale, tanto per l'esperto/appassionato del settore quanto per il neofita, ricorrere alla consultazione del lavoro di Bastien. Poi ci sono numerosi saggi e articoli di approfondimento di autori come Gricourt, Hollard, ecc che hanno analizzato ancor più attentamente la produzione dell'Atelier II identificando nuove tipologie e proponendo altre attribuzioni.

Quanto alla motivazione del proliferare dell'Atelier II e conseguentemente di tutte le altre zecche locali indubbiamente vi è una forte motivazione legata al "lucro", al guadagno fraudolento. Non è pensabile che l'Atelier II (e a maggior ragione gli altri) fossero centri di emissione autorizzata o comunque satelliti della zecca ufficiale. Tuttavia, dato l'elevato numero di imitazioni e soprattutto data l'importanza di Chateaubleau, ci dev'essere stata una qualche tolleranza da parte dell'autorità imperiale nei confronti di questa monetazione.

Quanto alla confusione, per il popolo, credo non ce ne fosse. Come siamo in grado di distinguere noi una moneta buona da una marcatamente falsa, lo erano anche gli antichi. Specialmente i cambiavalute, i commercianti, gli esattori ecc

Le monete nate con l'intento di essere dei "buoni falsi" avevano lo scopo di trarre in inganno.

Le monete più marcatamente imitative e chiaramente non ufficiali, molto probabilmente rispondevano a una esigenza di circolante minuto per le transazioni quotidiane, serviva un numerale spicciolo di uso comune e destinato principalmente a soddisfare il bisogno di moneta nelle aree più rurali e lontane dai grossi centri cittadini dove il baratto aveva ancora un ruolo di grande rilevo.

Certamente doveva esserci anche una sorta di possibilità di cambio di questa valuta locale (presso gli stessi centri di emissione imitativa?).

Lo studio dei ripostigli, la loro composizione, l'analisi della tesaurizzazione ha fornito dati molto interessanti e, in linea di massima, si può dire che:

1) sono estremamente rari i ripostigli misti antoniniani/sesterzi, generalmente venivano tesaurizzati separatamente
2) sono meno comuni i ripostigli in cui le imitazioni e le emissioni ufficiali si equivalgono numericamente (sia per gli antoniniani che per i bronzi)
3) i minimi (ovvero quei radiati imitativi di dimensioni estremamente ridotte rispetto gli omologhi antoniniani ufficiali) quasi mai venivano tesaurizzati con gli antoniniani ufficiali o con le imitazioni di modulo e peso vicini alle emissioni regolari 

certo, ci sono poi le eccezioni, i casi particolari che stridono con queste linee generali e ovviamente necessitano di studi e contestualizzazioni specifiche, ma questo andamento da anche l'idea di come doveva essere organizzato il flusso circolante.

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Inviato
12 ore fa, Pxacaesar dice:

Ciao, nelle intenzioni di Postumo forse si ma in pratica bisogna ammettere che il risultato fu disastroso. Infatti da lì a pochi anni i moduli importanti in bronzo sesterzi, asse e dupondii scomparvero definitivamente. Riesumo' tali monetazioni importanti  che nei primi due secoli dell'impero funzionarono benissimo perché c'era più disciplina e regole molto più chiare per le Zecche che battevano monete per poi tombarle definitivamente,grazie alla grande confusione ed approssimazione.Per gli abitanti dell'impero ai tempi di Postumo penso non fu certamente semplice  districarsi con le monete che circolavano?

ANTONIO 

 

Postumo, che poteva contare sulla disponibilità mineraria spagnola di metallo prezioso, emise antoniniani con un contenuto di fino molto superiore delle contemporanee emissioni dei sovrani legittimi.

Attuò una politica monetaria per certi versi audace, cercando di emettere monete di ottimo stile e livello superiore rispetto a quelle che circolavano precedentemente nei territori gallici.

Cercò poi di dare ossigeno al sesterzio che stava già agonizzando, purtroppo fallendo. tuttavia questo tentativo di riforma riflette a mio avviso la comprensione dell'esigenza di numerario spicciolo che si avvertiva fortemente nell'area. Semplicemente non era questa la riforma da attuare. Tuttavia fallirono anche altri, venuti dopo di lui, basti pensare anche alle riforme attuate da Aureliano che, nei territori gallici, oltre a non incontrare favore alcuno, fecero "schizzare" alle stelle la produzione dei radiati imitativi gallici e in particolare dei cosiddetti minimi. Non va fatto l'errore di pensare alla produzione e circolazione degli antoniniani imitativi dei tetrici come a un fenomeno contemporaneo all'impero gallico. Anzi! Si può ormai affermare tranquillamente che questa monetazione, indubbiamente iniziata in maniera massiva a ridosso degli ultimi 2 anni dell'impero gallico, ha avuto il suo exploit dopo la riannessione all'impero centrale ed è continuata in maniera sempre più marcata fino al regno di Probo.

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15 minuti fa, grigioviola dice:

Postumo, che poteva contare sulla disponibilità mineraria spagnola di metallo prezioso, emise antoniniani con un contenuto di fino molto superiore delle contemporanee emissioni dei sovrani legittimi.

Attuò una politica monetaria per certi versi audace, cercando di emettere monete di ottimo stile e livello superiore rispetto a quelle che circolavano precedentemente nei territori gallici.

Cercò poi di dare ossigeno al sesterzio che stava già agonizzando, purtroppo fallendo. tuttavia questo tentativo di riforma riflette a mio avviso la comprensione dell'esigenza di numerario spicciolo che si avvertiva fortemente nell'area. Semplicemente non era questa la riforma da attuare. Tuttavia fallirono anche altri, venuti dopo di lui, basti pensare anche alle riforme attuate da Aureliano che, nei territori gallici, oltre a non incontrare favore alcuno, fecero "schizzare" alle stelle la produzione dei radiati imitativi gallici e in particolare dei cosiddetti minimi. Non va fatto l'errore di pensare alla produzione e circolazione degli antoniniani imitativi dei tetrici come a un fenomeno contemporaneo all'impero gallico. Anzi! Si può ormai affermare tranquillamente che questa monetazione, indubbiamente iniziata in maniera massiva a ridosso degli ultimi 2 anni dell'impero gallico, ha avuto il suo exploit dopo la riannessione all'impero centrale ed è continuata in maniera sempre più marcata fino al regno di Probo.

 

Ciao, molto interessante, ma senza assolutamente andare contro ai tanti studi che sono stati fatti, con precisione e riscontri reali di ripostigli trovati, oltre che a riscontri storici restano molti dubbi, a me uno in particolare:perché vi era una sola Zecca ufficiale che batteva moneta se così si può dire per l'impero e di contro da quanto letto numerose Zecche pseudo ufficiali o addirittura clandestine? Se erano clandestine penso non venissero ufficialmente autorizzate da nessuno. Quindi in un qualsiasi posto dell'impero, essendoci disponibilità di metallo e di maestranze chiunque poteva aprire una Zecca ed iniziare a battere moneta? Una cosa ovviamente mai verificatasi prima di Postumo o sbaglio?

ANTONIO 


Inviato

Le zecche clandestine c'erano anche... in Italia! una grossa produzione di antoniani della serie DIVO CLAVDIO ad esempio venne realizzata addirittura nelle zone limitrofe di Roma da parte delle stesse maestranze impiegate nella zecca ufficiale oltre che nella stessa zecca romana (ma qui usciamo dal discorso gallie ed entriamo in un altro affascinante discorso che riguarda la rivolta del monetiere Felicissimo e la riforma di Aureliano).

Nei territori periferici dell'impero ci sono sempre stati atelier locali di produzione di moneta fraudolenta, i falsari e le loro officine son sempre esistiti (e tutt'ora esistono!).

Tuttavia è innegabile che in periodi particolari e in zone specifiche dell'impero questo fenomeno ha subito degli incrementi considerevoli e così evidenti che non si può più parlare solo e banalmente di attività di falsificazione in senso stretto.

Dicevo prima di non fare l'errore di ritenere il fenomeno degli antoniniani imitativi gallici come prettamente "contemporaneo" dell'impero gallico stesso.

Analizzando i ripostigli e i ritrovamenti singoli collocabili temporalmente a ridosso della riannessione dei territori gallici all’impero centrale, appare evidente che nel periodo 274-275 vi era in circolazione una grandissima quantità di antoniniani ufficiali emessi dagli imperatori gallici che circolava unitamente a un altrettanto ingente quantitativo di emissioni di Claudio II e Gallieno.

In un simile contesto, l’introduzione della nuova moneta riformata di Aureliano mandò in crisi l’intero sistema economico. L’introduzione del suo nuovo "radiato in biglione" dal contenuto di fino di circa il 5% (quindi di molto superiore rispetto a quello presente nelle emissioni galliche e nei precedenti antoniniani di Claudio II e Gallieno), non trovò grande apprezzamento nel territorio in quanto il cambio era decisamente sconveniente sia in virtù appunto della composizione che anche del probabile valore ritariffato della nuova moneta radiata che era stato portato più vicino all’aureo rispetto al precedente antoniniano.

Se a questa situazione aggiungiamo anche una forte inflazione che interessava l’intera area, si arrivò in breve alla stringente necessità di produrre moneta da destinare a piccoli scambi di uso quotidiano in modo da garantire quel piccolo commercio di mera sussistenza di uso comune un po’ in tutte le aree rurali ma anche nei centri urbani più periferici.

Ecco allora che in questi anni ci fu un vero e proprio boom produttivo di moneta imitativa locale accompagnato da un massiccio fenomeno di hoarding di antoniniani gallici e centrali ufficiali che non risultava conveniente cambiare con i nuovi radiati ritariffati di Aureliano.

Il culmine di questo fenomeno si ebbe attorno agli anni ‘80 del III secolo durante il regno di Probo e Caro, mentre un’inversione di tendenza cominciò ad apprezzarsi a ridosso dell’inizio del IV secolo periodo in cui sono attestati numerosi hoard composti da quantitativi ingenti di radiati imitativi come ad esempio il deposito di Autun (Saone-et-Loire) con più di 100.000 esemplari di questa tipologia, che probabilmente riflettono il tentativo di Diocleziano di riformare il sistema monetario ponendo fine alla circolazione della moneta imitativa che veniva quindi accatastata e messa da parte in attesa di poter essere riutilizzata in tempi futuri.

Tutto questo discorso ovviamente vale per spiegare (meglio, inquadrare) il fenomeno dei radiati imitativi gallici. Tuttavia per analogia si può applicare un ragionamento simile anche per le emissioni di bronzo di Postumo visto che alla base anche lì ci fu una riforma monetaria che introdusse una ritrariffazione di un precedente nominale per rispondere sicuramente a un qualche bisogno/esigenza.

E' ovvio che tutto questo proliferare di atelier locali risulta molto marcato in quest'area anche per la sua lontananza dal cuore amministrativo/politico dell'impero centrale che produceva quindi come effetti sia un allentamento dei controlli che una maggior lentezza di approvvigionamento monetale che veniva solo in parte sopperito dalle zecche ufficiali attive in loco. Il tutto mixato con le specificità e le criticità tipiche di queste province.

La monetazione imitativa, per lungo tempo mai o poco considerata sia dagli studiosi che dai collezionisti, è in realtà un fenomeno di grande portata e di notevole interesse storico ed economico... basti pensare ad esempio (e butto là altra carne al fuoco) al riuso successivo di questo numerario una volta "estinto" e "scacciato" dalle Gallie in altre zone isolate dell'impero: Sardegna, parte della Sicilia e soprattutto in nord Africa. Nelle province nord africane si assiste infatti a una prima fase di "importazione" di questa moneta dai territori in cui era stata prodotta e dove ormai non era più in uso o comunque non era più economicamente conveniente usarla, a una seconda fase con la produzione locale riutilizzando medesimo stile e tipologia.

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Ci tengo a dire una cosa,  andando Ot, qui nel forum Grigioviola e' l utente più ferrato nell impero delle Gallie,in altre parole Grigioviola sta al terzo secolo come Poemenius sta al quinto secolo.. spesso mi ritrovo a chiedergli consigli,  ed è sempre disponibilissimo , molto preparato tra l altro..

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