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Tra Magna Grecia e Sicilia: il caso di Skylletion

Molteplici sono i casi di monete rinvenute nell’Italia meridionale per le quali il centro di emissione e la peculiare tipologia restano di controversa definizione. L’assenza di solidi elementi di ancoraggio e di puntuali confronti impediscono infatti sia di definire a pieno gli aspetti squisitamente numismatici sia generano non poche difficoltà sul piano della valutazione cronologica e dell’inquadramento storico. Exempli gratia un esemplare (unicum) con testa di Sileno/due chicchi di grano entro quadrato incuso e iscr. ΣVΡΑ(?), oggetto di studi abbastanza recenti e a cui particolare attenzione è stata dedicata proprio all’interno del forum:

https://www.lamoneta.it/topic/202880-le-prime-di-siracusa/

Un ulteriore caso di studio, non meno dibattuto, è rappresentato da una serie ben nota su base bibliografica dalla fine del XIX secolo, se non prima, il cui computo degli esemplari si è implementato in progresso di tempo valicando ampiamente le 50 unità.

Si tratta di monete in bronzo anepigrafi con moduli compresi tra 22 e 17 mm caratterizzate dai seguenti tipi (fig. 1) :

D/Testa maschile a s. con elmo conico (pileus?) talora laureato.

R/ Scylla a s. con braccio d. proteso e remo nella s.

 

1 - Künker 318, 2019, 290 (ex Savoca N. 10, 2016, 26)

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Sul piano ponderale i valori risultano compresi tra gr. 13,16 e 5,13 benché numerosi valori degradati (anche in modo intensivo) derivano in massima parte dal notevole grado di usura dei pezzi, che in ogni caso registrano un complessivo addensamento delle frequenze nella fascia compresa tra a gr. 7,30 e 7,20 circa.

Interpretazione

Per il carattere anepigrafo e la peculiare tipologia le monete in oggetto, buona parte delle quali riconiate su litre dionigiane del tipo testa di Athena/ippocampo (fig. 2), appaiono nella storia degli studi numismatici alquanto dibattute.

2 - CNG-Triton V, 2002, 193

SICILY, Mercenaries? Circa 344-336 BC. Æ Litra (8.62 gm). Male head left, wearing pileus / Skylla left, holding club over left arm. SNG ANS 800 (Skylletium in Bruttium); Calciati III pg. 319, 1; SNG Copenhagen 1992 (Skylletium); SNG Morcom 878; Laffaille -; Virzi 457 (Skylletium). Near VF, brown patina. Appears to be overstruck on a Syracusan litra, Athena/Hippocamp (Calciati II pg. 87, 42), with a trace of the hippocamp's tail visible on the pileus.

Often attributed to Skylletium in Bruttium on the basis of the Skylla on the reverse, this type has been found in excavations in Locri and in north-central Sicily, and as is the case with this coin, is often times overstruck on a Syracusan litra.

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Una breve messa a punto della questione in J. Morcom, “Some South Italian Questions”, in S. Mani Hurter-C. Arnold-Biucchi curr., Pour Denyse. Divertissements Numismatiques, Bern 2000, 161-3; M.H. Hansen – Th.H. Nielsen curr., An Inventory of Archaic and Classical Poleis, s.v. Skylletion, 258. Generico risulta invece l’inquadramento di Rutter (HN, p. 192, n. 2565).

L’attribuzione è stata negli studi numismatici alquanto controversa e l’emissione riferita a centri diversi:

 a) Cuma (Head, HN, 37)

b) Skylletion/Scolacium (odierna Roccelletta di Borgia, CZ: Sambon 1870, 358 e pl. XXIV, 37; Garrucci 1885, 161, tav. CXIII, 25. V. in proposito M. Govers Hopman, Scylla: Myth, Metaphor, Paradox, Cambridge 2012, 146).

c) Sicilia (Calciati)

d) Settore meridionale della Calabria (phrourion di Scylla: Castrizio)

a-b) Tralasciando l’ipotesi dell’attribuzione a Cuma, ormai definitivamente abbandonata, uno dei principali elementi addotti a favore della localizzazione del centro di emissione nella greca Skylletion, risiede nell’interpretazione dell’immagine del rovescio (Scylla) come “tipo parlante”, allusivo al nome di un centro ben noto alle fonti letterarie. Esse, tuttavia, prospettano localizzazioni differenti: città della Sicilia (Steph. Byz. s.v. Skylletion fr. 320 Lasserre; Lycophr., Alex., 852-5); territorio gravitante in orbita crotoniate fondato dall’ateniese Menesteo e collegato ai nostoi (Strab. VI 1, 10 C 261. Cfr. Plin., NH III, 95; Solin. II, 10) o da Ulisse che nella tradizione post-virgiliana (Serv. ad Aen. III, 553: navifragum Scylaceum) vi avrebbe fatto naufragio, una testimonianza che forse evidenzia la pericolosità e l’insidia dei venti che dovette essere sperimentata anche dai Romani all’altezza del golfo di Scillezio.

Ai dati forniti dalla tradizione letteraria si aggiungono quelli delle esplorazioni archeologiche condotte nel secolo scorso, a seguito delle quali Skylletion venne identificata con Roccelletta di Borgia (CZ), benché l’originario assetto urbanistico della colonia greca appaia non più visibile in quanto del tutto obliterato dalle strutture di epoca romana.  Per l’età greca la documentazione restituita risulta scarsa e desultoria e limitata a materiale ceramico attico a figure nere databile nella seconda metà del VI secolo a.C. e a più tardi frammenti a figure rosse di età ellenistica. Sulla base di un passo purtroppo corrotto della citata Alessandra di Licofrone (852-5) che restituisce una supposta menzione di Athena Skyletria, è stato ipotizzato nell’area un culto Athena Skyllatia che secondo alcuni studiosi troverebbe un possibile ancoraggio nella denominazione assunta dal centro in età imperiale (Scolacium Minervium. Si veda R. Spadea cur., Da Skylletion a Scolacium. Il parco archeologico della Roccelletta, Roma-Reggio Calabria 1989)

Si tratta in ogni caso di rinvenimenti che concorrono a valorizzare sul piano topografico la posizione strategica del sito, la cui fondazione, forse un originario epineion alla foce del Corace, dovette rientrare in quel processo di espansione della chora crotoniate in atto forse già alla fine del VII secolo a.C. Dal versante ionico attraverso l’istmo scilletico Crotone mirava infatti al controllo e alo sfruttamento delle principali arterie di comunicazione che attraverso le aree interne della regione lametina consentivano un immediato sbocco verso l’area tirrenica, come ben documentano la conquista di Temesa alla fine del VI secolo – centro gravitante fino al 510 in orbita sibarita - e la fondazione di poco successiva - inizi V sec. -  di Terina (od. S. Eufemia Vetere. Per una messa a punto della questione v. anche G. Genovese, I santuari rurali nella Calabria greca, Roma 1999, 94 ss.).

Per Freeman (History of Sicily, IV, Oxford 1894, 203), che cita Cassiodoro, si tratterebbe di Roccella del Vescovo soprattutto alla luce dei numerosi rinvenimenti dall’area e dagli scavi di Locri (P. Visonà, The Coinage of Skylletion: an archaeological note, “SM” 40/1990, 91-3; N.K. Rutter, Campanian Coinages 475-380 B.C., Edinbourgh 1979, 41).

c) Per un’emissione ascrivibile e non meglio identificati mercenari prodotta forse nel comparto centro-settentionale della Sicilia, a Scillezio, propende invece Calciati (CNS 3, 319), che riconosce nel tipo del D/, così come nelle serie di Entella e, forse di Mitistrato, il riferimento ad una divinità guerriera (Mamers?) che veicolerebbe (e suggellerebbe) il collegamento con il mercenariato.

d) Castrizio (La monetazione mercenariale in Sicilia. Strategie economiche e territoriali fra Dione e Timoleonte, Soveria Mannelli 2000, 58-9; Id., Quattro serie monetali di oppida autonomi nel Bruttium meridionale, “Quad. Arch. Mess.”, 7, 1992, 44-7) accoglie l’ipotesi di un’emissione mercenariale - come già prospettato da Calciati (CNS, 3, 319) – ma ne individua il centro di emissione nel settore meridionale della Calabria in età dionigiana, un periodo storico segnato dal sorgere di numerose roccaforti militari in mano a ex mercenari dionigiani, secondo modalità ben note e sperimentate già in ambito siceliota. Tali phrouria sarebbero stati infatti promossi dallo stesso Dionisio I, che avrebbe elargito ai mercenari terre al posto del tradizionale misthos, facendo dell’emissione monetale uno strumento di controllo e gestione dei suoi territori, per la maggior parte oppida brettii (tra cui forse Hyporon, Noukria, Mystia), sorti in un periodo - dall’età dei Dionisii all’arrivo di Timoleonte - denso di eventi traumatici e destabilizzanti. La distruzione di Rhegion, il ridimensionamento della sua chora ad opera di Dionisio I (387-6 a.C.) e la successiva ricostruzione della città con il nome di Phoibia da parte Dionisio II (358 a.C.), segnarono infatti un drastico mutamento dell’assetto socio-politico della Calabria meridionale, determinando ampi vuoti di potere che favorirono il nascere di nuovi centri abitati oppure l’insediamento da parte di mercenari italici di territori già occupati dagli indigeni. Si trattava di arroccamenti militari a cui, evidentemente, era stato concesso il diritto di battere moneta ma sempre in posizione subordinata all’egemonia siracusana.

Sulla base di queste osservazioni, Castrizio assegna le monete con t. maschile/Scylla non a Skylletion bensì a Skyllaion, la rupe all’ingresso dello stretto di Messina e precedentemente annessa al territorio reggino, già fortificata da Anaxilas (Strabo VI 1,5), e forse sede di un presidio di mercenari di Dionisio I di Siracusa dal 386 a.C.  

Sul piano tipologico Castrizio, sulla scia di Manganaro (Dai mikrà kermata al chalkrokratos kassiteros in Sicilia nel V sec. a.C., “JNG”, 34, 1984, 22 e nt. 39), identifica la testa maschile del D/ con Odisseo a motivo del pileo, il classico copricapo del viandante, rilevando come proprio alla rupe scillaica fossero associate le vicende mitiche legate ai viaggi dell’eroe.

In questa direzione sembrerebbero ricondurre anche i dati di circolazione. Nello specifico, rinvenimenti di monete da contesti noti si registrano nelle seguenti località (i dati sono tratti da G. Gargano, Una moneta di Methana da Castellace? Nuove ipotesi su una zecca ME-  in Italia meridionale, “SNR”, 87, 2008, p. 32 a cui si rimanda per una più ampia bibliografia):

  • area di Skylletion/Scolacium (2 ess.)
  • versante ionico della Calabria (numerosi ess.)
  • Palmi, loc. Donna Canfora (1 es.)
  • territorio locrese (7 ess., dei quali uno dal ripostiglio rinvenuto nel 1986 in località Marasà in associazione con tre stateri AR acarnani, un hemilitron di Agatocle e 1 AE illeggibile)
  • Monasterace marina (antica Caulonia): 1 es. da una collezione privata di provenienza locale

Le presenze monetali di “Skylletion” risultano pertanto non particolarmente cospicue nel Bruttium mentre una considerevole quantità di esemplari è stata rinvenuta nella zona centro-settentrionale della Sicilia (E. Arslan, La moneta, in R. Spadea cur., Da Skylletion a Scolacium, cit., 189-91; S. Garraffo, La monetazione dell’età dionigiana: contromarche e riconiazioni, in La monetazione dell’età dionigiana, Atti VII Conv. CISN-Napoli 1983, Roma 1993, 229 con bil. prec.).

Si impone pertanto un’attenta riflessione sulla possibilità di localizzare la zecca nell’area brettia dello Stretto, benché incerta appare l’ipotesi di una sua collocazione presso Scillato, ai piedi delle Madonie occidentali (V. Cammarata, Da Dionisio a Timoleonte. Problemi di numismatica della Sicilia antica, Modica 1984, 120 su cui v. G. Manganaro, in “Gnomon”, 60, 1988, 456). Se invece il centro dovesse ubicarsi in Sicilia, la presenza di numerario di Skylletion a Locri costituirebbe un aspetto non secondario, considerata la cospicua quantità di bronzo siceliota rinvenuto nella città magno-greca (M. Taliercio Mensitieri, Problemi monetari di Hipponion e delle città della Brettia tra IV e III sec. a.C., in M.L. Napolitano cur., Crotone e la sua storia tra IV e III sec. a.C., Napoli 1993, 169 con bibl. prec.).

Alla luce della documentazione disponibile la questione dell’esatta localizzazione ed interpretazione di queste monete resta tuttavia ancora dibattuta. Allo stato attuale della documentazione si può solo osservare che l’assenza dell’etnico, le opzioni tipologiche (testa maschile pileata), la compattezza della serie e le frequenti riconiazioni su litre dionigiane costituiscono indizi che sembrerebbero ben descrivere i caratteri di un’emissione connessa a pratiche mercenariali.

Link alle principali discussioni su Skylletion:

https://www.lamoneta.it/topic/177785-skylletium-e-la-sua-moneta/

https://www.lamoneta.it/topic/117212-una-misteriosa-emissione-mercenariale/

https://www.lamoneta.it/topic/142882-le-pi%C3%B9-belle-rappresentazioni-di-guerrieri/?do=findComment&comment=1938536

 

 

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Catalogo degli esemplari (in ordine di peso decrescente):

1)      SNG Davis, I/2, 44 (gr. 13,16)

2)      BFA 113, 2022, 178 (gr. 10,10)

3)      Collezione privata (per gentile concessione del collezionista: gr. 9,36)

4)      BFA 59, 2018, 158 (gr. 9,22)

5)      Künker 94, 2004, 233 (gr. 9,15)

6) Meepzorp's Ancient Coins (posted November 2015: gr. https://www.forumancientcoins.com/meepzorp/gi_brut_skyl_vibo.htm

7)      BFA 68, 2019, 96 (gr. 8,70)

8 )      Paris, BNF, 1988.128 (gr. 8,70)

9)      CNG 130, 2006, 87 (coll T. Hardy: gr. 8,64)

10)  CNG-Triton V, 2002, 193 (gr. 8,62)

11)  Paris, BNF, Chandon de Briailles 16 (gr. 8,54)

12)  CNG 60, 2002, 176 (ex Semenzato, 29.11.1980, 199: gr. 8,42)

13)  Peus 410, 2013, 33 (gr. 8,30)

14)  SNG ANS 3, 800 (gr. 8,27)

15)  Nomos AG-Obolos 6, 2016, 191 (coll. in Ticino: gr. 8,20)

16)  Numismatique L. Brousseau (gr. 8,12)

17)  Paris, BNF, Luynes 816bis (gr. 8,08)

18)  SNG Kikpe, 134 (gr. 8,07)

19) Coll. P. Guillard, 7341 (www.ogn-numismatique.com/article.asp?langue=fr&article=7341: gr. 8,00)

20)  CNG 367, 2016, 33 (ex E.L. Owen Ltd., Ancient Greek Coins, Coll. L, 3858 ex Virzì, 1907: gr. 7,93)

21)  RN 25, 2016, 15 (ex LAC 54, 2016, 15 ex RN 7, 2014 ex coll. Bussey: gr. 7,90)

22)  RN 69, 2020, 227 (coll. Amilcare: gr. 7,90)

23)  Nomos-Obolos Web A. 13, 2019, 167 (gr. 7,82)

24)  RN 91, 2021, 69 (coll. Z.P., Austria: gr. 7,79)

25)  SNG Australia, 1221 (gr. 7,73)

26)  Peus 421, 2017, 1030 (gr. 7,66)

27)  RN 47, 2018, 50 (“coll. of a Scientist”. Ex InAsta 37, 2010, 22: gr. 7,53)

28)  Lanz 138, 2007, 80 (gr. 7,41)

29)  SNG Cop., 1992 (gr. 7,37)

30)  SNG X, Morcom 878 (ex Leu 6, 1973, 48 ex Virzì 457: gr. 7,34)

31)  RN 47, 2018, 49 (“coll. of a Scientist”: gr. 7,15)

32)  Artemide LVI, 2021, 58 (gr. 6,90)

33)  Künker 318, 2019, 290 (ex Savoca 10, 2016, 26: gr. 6,89)

34)  Dr. R. Fischer, 167, 2019, 4 (ex 165, 2018, 8 ex 164, 2018, 2 ex 162, 2018, 13 ex 157, 2017, 1: gr. 6,82)

35)  RN 17, 2015, 54 (ex RN 12, 2014, 78 ex coll. F. James: gr. 6,77)

36)  Tintinna, 9.7.2020, 16 (gr. 6,70)

37)  Gorny & Mosch 237, 2016, 1087 (ex Artemide XLI, 2014, 61: gr. 6,60)

38)  Chaponnière & Firmenich SA 9, 2017, 23 (ex Naville XII, 1926, 655: gr. 6,54)

39)  CNG 294, 2013, 18 (coll. R. e J. Diez. Ex coll. G. Philipsen: Hirsch XV, 1906, 877: gr. 6,49)

40)  Peus 392, 2007, 4178 (gr. 6,44)

41)  SNG Catanzaro II, 731 (gr. 6,43)

42)  Artemide XLVII, 2017, 54 (gr. 6,31)

43)  BFA 32, 2016, 142 (gr. 6,26)

44)  BFA 83, 2020, 152 (gr. 6,22)

45)  RN, 2014, 35 (coll. J. Swithenbank: gr. 6,19)

46)  CNG 146, 2006, 18 (coll. Garth R. Drewry. Ex Coin Galleries, 1988, 179: gr. 6,19)

47)  Gorny & Mosch 224, 2014, 40 (ex NAC 8, 1995, 442)

48)  BFA 8, 2014, 64 (gr. 6,10)

49)  Peus 407/8, 2012, 140 (coll. P. Hammerich: Peus 355, 1998, 31: gr. 5,97)

50)  SNG Kikpe, 133 (gr. 5,95)

51)  Paris, BNF, FG 2055 (gr. 5,81)

52)  CNG 327, 2014, 309 (“Continental collection”: gr. 5,65)

53)  SNG Cop., 1993 (gr. 5,54)

54)  Paris, BN, FG 2054 (gr. 5,26)

55)  Peus 371, 2002, 68 (gr. 5,13)

56)  Hirsch 348, 2019, 136 (ex coll. R.P., 1997)

57)  Coll. Virzì 458

58)  Coll. Virzì 459

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