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Possibile soluzione di un dubbio relativo a uno dei coni del Fiorino MIR 3.2


Risposte migliori

Buon Giorno,

Mi scuso per la monotonia dei miei interventi che riflettono il solo argomento numismatico del quale penso di essere in grado di discettare più o meno compitamente, ritengo generalmente inutile, talvolta dannoso intervenire su argomenti che non si conoscono appieno, è preferibile limitarsi a leggere per imparare.

Cercherò di valutare alcune possibili ipotesi relative a uno dei coni di rovescio di una delle varianti del Fiorino di S, Jacopo al Serchio. (MIR 3-2  Bernocchi 4103)

Al di là di valutazioni in merito alla discrepanza tra la descrizione che ci è pervenuta della moneta, diversa dal Fiorino convenzionalmente indicato come di S. Jacopo al Serchio, vorrei comprendere come sia possibile la coesistenza della variante richiamata con il Fiorino della seconda serie recentemente passato nell’asta indiana Marudhar Arts asta num.35 del 26-02-2022.

Chiaramente non ho visto dal vivo l’ultima moneta richiamata, diversamente da alcuni esemplari di Fiorini MIR 3-2 (variante Bernocchi 4103), ma sorprende l’identità di conio tra i Rovesci al netto del trifoglio prossimo al piede sinistro del Santo.

Devo ammettere che il primo dubbio mi aveva portato a valutare ipotesi in merito alla possibile manomissione di Fiorini della seconda serie. La esistenza di numerosi esemplari di Fiorino con il medesimo conio di rovescio, tutti con le medesime caratteristiche al netto delle variazioni legate al processo di conio, esclude la possibilità possano essere stati modificati in un tempo successivo a quello della coniazione originale. Mi sembra di ricordare, tra le altre cose, di aver visto negli anni 80 un esemplare con quelle caratteristiche.

Certamente il fatto che il segno del trifoglio su questa moneta, rispetto ad altri coni, risulti quasi in tono minore, poco evidente con un rilievo modesto, giustifica eventuali e ragionevoli dubbi.

Nell’ipotesi, tutta da confermare, si tratti effettivamente della moneta battuta per umiliare il nemico, una possibile giustificazione della realizzazione incerta del segno potrebbe essere la modifica improvvisata sul campo di un conio generico. Ho avuto modo di esprimere in altri interventi i mei dubbi in merito, sia in ragione dei rischi che dei problemi logistici.

Per le ragioni precedentemente riportate escludo possa trattarsi di una manomissione, ritengo fuori dalla realtà una ipotesi in questo senso.

Analizzando l’immagine emerge la probabile soluzione, quello che potrebbe sembrare un Fiorino della seconda serie risulta essere in effetti un Fiorino di S. Jacopo al Serchio mal riuscito, a conferma del fatto che essere prevenuti impedisce di vedere chiaramente e di valutare in modo oggettivo. Tracce del “trifoglio” in effetti restano identificabili, la possibile causa il conio “sporco” e il rilevo modesto del segno.

Restano, il dubbio in merito al segno insolitamente evanescente e quello, se possibile amplificato dal fatto che il conio in esame è stato impiegato fino a consumarlo, della possibile coniazione “fuori sede”.

Non ripropongo le immagini dei Fiorini oggetto dell’intervento che sono disponibili nell’intervento “Fiorino notevole, attribuibile alla seconda o alla terza serie”, nella attuale pagina due di questa sezione.

Cordialità

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4 ore fa, ghezzi60 dice:

Analizzando l’immagine emerge la probabile soluzione, quello che potrebbe sembrare un Fiorino della seconda serie risulta essere in effetti un Fiorino di S. Jacopo al Serchio mal riuscito, a conferma del fatto che essere prevenuti impedisce di vedere chiaramente e di valutare in modo oggettivo. Tracce del “trifoglio” in effetti restano identificabili, la possibile causa il conio “sporco” e il rilevo modesto del segno.

 

..e questa ipotesi si concilia con la descrizione di una moneta battuta in una situazione particolare, sicuramente non ottimale per una produzione che rispettasse gli standard qualitativi, molto elevati, che la zecca di Firenze aveva saputo raggiungere nel coniare queste monete.

Lo stesso Massimo De Benetti, nel lavoro sui primi 100 anni del fiorino, ripropone tutti i dubbi già espressi da altri autori sulla effettiva possibilità che si siano coniate monete a S. Iacopo al Serchio. In breve: una situazione improvvisata, come quella dove si batte moneta sul campo di battaglia, mal si concilia con le evidenze rappresentate dai fiorini arrivati fino a noi, ossia monete che sembrano possedere la stessa qualità e lo stesso stile delle altre prodotte a Firenze. Visto anche il numero non esiguo delle monete che conosciamo De Benetti sembra suggerire che la battitura possa essere iniziata a S. Iacopo in un limitato numero di pezzi e poi proseguita in zecca..

Ps

Credo di non aver ancora ringraziato abbastanza @ghezzi60  per aver condiviso le informazioni su come reperire il lavoro di Massimo De Benetti ma mi rendo conto dell'importanza di questo materiale solo ora che sono avanti con la lettura. Per chi non lo conosce:  son sicuro che questo testo sia fondamentale per la classificazione dei fiorini delle prime IV serie.

un saluto

Modificato da cippiri76
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