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Salve.

Un anello greco in elettro che raffigura probabilmente Paride, nudo in leontè con copricapo frigio, seduto su una roccia mentre esamina una lunga freccia che tiene in mano. L’oggetto vicino alla gamba destra è probabilmente una lancia. Nel campo alle sue spalle una stella e una luna crescente.

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Lot 17. A fine electrum greek ring. Paris seated with an harrow. Late 4th century B.C. 19 x 22 mm; ring size 16 x 19 mm circa; 9,72 gr.

L’anello è valutato 20.000 GBP e sarà battuto alla Bertolami AUCTION 107 del 22 aprile a un prezzo di partenza di 8.000 GBP.

apollonia


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Secondo il mito, per l’elettro dobbiamo essere grati a Mida, il re frigio meglio conosciuto per il suo 'tocco d'oro'. Quando gli fu offerta una ricompensa a sua scelta da Dioniso per il trattamento ospitale offerto a suo padre adottivo ubriaco Silenos, l'avido re desiderò che tutto ciò che toccava fosse trasformato in oro. Tuttavia Mida si rese presto conto che il dono divino era in realtà una maledizione, dato che non era più in grado di mangiare o bere. Affamato e morente di sete, implorò Dioniso: 'Padre Lenaios, perdonami! Abbiamo peccato. Ma abbi pietà di me, ti prego, e salvami da questo costoso male!’ (Ovidio met. XI, 133.4). Il dio misericordioso perdonò il re e gli ordinò di lavarsi nella sorgente del fiume Pattolo per consegnare il potere divino al fiume, che così spiegava la sua ricchezza di oro alluvionale usato per battere la prima moneta di elettro lidio.

apollonia


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Mida non è noto solamente per il potere/maledizione di poter tramutare in oro qualsiasi cosa toccasse, ma anche per la particolarità fisica che gli valse il soprannome de “il re dalle orecchie d'asino”. Dopo l’episodio del bagno purificatore, il racconto di Ovidio prosegue con la decisione di Mida di rinunciare al proprio titolo monarchico e alle proprie ricchezze, decidendo di vivere il resto dei suoi giorni in mezzo ai boschi. Ad allietare le giornate vissute in mezzo a fiori, piante e animali c’è il dio Pan che suona la zampogna. C’è solo un piccolo problema: Pan soffre di un piccolo complesso di superiorità che lo porta ad affermare di essere talmente bravo a suonare da sfidare Apollo. Il dio del sole, della poesia e della musica raccoglie il guanto di sfida e i due contendenti si sfidano in questa gara musicale il cui giudice è Mida. Ma nonostante Apollo abbia indubbiamente suonato meglio, il sovrano dà comunque la vittoria a Pan. Come è noto gli dei non sono i tipi che accettano volentieri la sconfitta e Apollo lo dimostra scagliando la sua collera su Mida. Infatti sulla sua testa fa comparire due orecchie d’asino che gli provocarono una vergogna talmente enorme da costringerlo a coprirsi con un enorme copricapo, anche per evitare che qualcuno potesse vedere la bizzarria fisica. L’unica persona a conoscenza del segreto del “re dalle orecchie d’asino” è il suo barbiere. Mida gli implora di non rivelarlo a nessuno, ma l’uomo proprio non riesce a stare zitto. A un certo punto non riesce più a trattenere il silenzio che scava una buca nel terreno per poi urlarci dentro queste parole: «Re Mida ha le orecchie d’asino!». Ma Apollo, accortosi del gesto, fa crescere sopra quel buco delle canne che, mosse dal vento, ripetono la frase del barbiere che si sparge per il mondo intero. E così segreto del re dalle orecchie d’asino non era più tale.

apollonia

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Sono andato a rileggere la vicenda della sfida tra Apollo e Pan raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi (cfr. XI 150-193) e ho visto che il ruolo di Mida era diverso da quello attribuito nel post precedente.

Nel poema latino la competizione si svolge sotto l’arbitrato di Tmolo, il giudice che dà il nome al vicino monte della Lidia, non lontano dall’antica città di Sardi. Al rustico suono della zampogna di Pan, che riesce a incantare solo Mida, si contrappone l’estrema dolcezza della cetra di Apollo, descritto dal poeta come un abilissimo suonatore e come un dio di straordinaria bellezza, avvolto in uno sfolgorante mantello di porpora e intento a suonare uno strumento tempestato di gemme e intarsiato d’avorio (cfr. Ov. Met. XI 165-168: «Ille caput flavum lauro Parnaside vinctus / verrit humum Tyrio saturata murice palla / instrictamque fidem gemmis et dentibus Indis / sustinet a laeva; tenuit manus altera plectrum»).

La superiorità di Apollo nei confronti del rivale appare dunque qualcosa che, prescindendo dallo svolgimento stesso della gara, si ricava dalla sua innata posa di artista (cfr. Ov. Met. XI 169: «Artificis status ipse fuit»); non a caso, prima ancora che la sfida avesse luogo, era stata sottolineata la mancanza di equilibrio fra i due contendenti (cfr. Ov. Met. XI 156: «certamen...inpar»). Il verdetto di Tmolo, approvato da tutti i presenti, incontra però l’opposizione di Mida, che viene punito da Apollo con le celebri orecchie asinine, simbolo della sua irrimediabile mancanza di senno (cfr. Ov. Met. XI 174-177: «Nec Delius aures / humanam stolidas patitur retinere figuram, / sed trahit in spatium villisque albentibus implet / instabilesque imas facit et dat posse moveri»).

apollonia

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La posa del personaggio raffigurato sull’anello è tipica di alcune monete greche, per esempio del rovescio di tetradrammi del regno seleucide come questo di Antiochos Hierax (Gorny & Mosch 284-285) che mostra Apollo seduto sull’omphalos con una freccia nella mano destra e l’altra appoggiata all'arco messo a terra.

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Lot 376. NÖRDLICHE LEVANTE. SELEUKIDEN.  
Antiochos Hierax, 241 - 227 v. Chr. Tetradrachme ø 28mm (16,07g). Mzst. Lampsakos. Vs.: Kopf mit Königs­binde n. r. Rs.: ΒΑΣΙΛΕΩΣ - ΑΝΤΙΟΧΟΥ, nackter Apollon auf Omphalos sitzend, mit der R. Pfeil haltend, mit der L. sich auf Bogen stützend, zu seinen Füßen Pegasos-Protome n. l., unter dem Omphalos Monogramm. Newell, WSM 1553, Taf. LXXI, 8 (stempelgl.); HGC 399c (stgl.); SC 848.
Feine Tönung, gutes ss

Ex Leu Numismatik AG, Zürich, Auktion 79, 31. Oktober 2000, Nr. 726.

Starting price: 960 EUR. Estimate: 1.200 EUR. Result: 5.500 EUR.

apollonia

 


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