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Bronzi provinciali romani e mitologia greca


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SMINTEO

(Gr.) - Letteralmente significa "topo", ed era un epiteto di Apollo che nella Troade e nelle isole era onorato come sterminatore di topi. Poiché in India esistono usanze del genere sarebbe interessante sapere se i Greci l'hanno importato dall'India e in che modo.

Per comprendere l’epiteto di Apollo bisogna fare riferimento all’Iliade, più precisamente a quando, dopo che Troia è stata insediata dagli achei, Agamennone rifiuta di concedere Criseide a suo padre, sacerdote di Apollo, e lo scaccia dall’insediamento greco. L’uomo chiama Apollo in giudizio: “Odi, o Sminteo, la mia voce. Se mai un tempio gradito ti ho eretto, se mai pingui cosce di capre e di tori ho bruciato per te sull’altare, compimi questo voto: paghino i danai il pianto mio con i tuoi dardi.” La leggenda narra che queste parole furono fatali: Apollo prese di mira l’insediamento greco e questo venne piegato dalla pestilenza. Alla fine gli achei dovettero fare resa e consegnare la ragazza. L’interpretazione omerica attribuisce quindi ai topi il ruolo di portatori della peste. Inoltre Apollo veniva considerato non solo come il mandante dei topi, ma anche colui che li scacciava. Si riscontra quindi una dualità in Apollo come dio della salute e della morte, capace di dare o togliere la vita. Apollo rivestì poi ruoli analoghi che gli fecero guadagnare altri epiteti quali uccisore di lupi o sterminatore di cavallette. Ruolo importante aveva anche per quanto riguardava la preservazione dei cereali e degli ortaggi dai… topi, appunto.

 

Nella mitologia greca Sminteo è anche il nome dell’eroe ai comandi di Echela, il figlio di Pentilo, che prese parte alla colonizzazione di Lesbo. Quando, nel viaggio verso Lesbo, il gruppo dei colonizzatori giunse davanti a uno scoglio noto con il nome di Mesogeo, si dovettero appagare le richieste avanzate tempo addietro dall'oracolo di sacrificare un toro e una donna, l’animale per soddisfare il dio dei mari Poseidone e la ragazza per placare le possibili ire delle Nereidi. Scelsero a caso la fanciulla da sacrificare e il destino volle che fosse la figlia di Sminteo. Enalo, un ragazzo innamorato della ragazza, si la seguì nel sacrificio con lei, e forse si salvarono entrambi.

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Bronzo di Caracalla che raffigura sul rovescio l’imperatore a cavallo, con la mano sinistra alzata, e a sinistra la statua di Apollo Sminteo con arco e patera (Numismatik Naumann 48).

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TROAS. Alexandria. Caracalla (198-217). Ae As. Obv: M AVREL ANTONIN. Laureate head right.
Rev: COL ALEXAN / D AVG. Caracalla on horse rearing left, raising hand; to left, statue of Apollo Smintheus, with bow and patera. Bellinger A295.
Condition: Good very fine. Weight: 7.08 g. Diameter: 23 mm.

La zecca è di Alessandria Troade, una delle città fondate da Alessandro Magno in Asia la cui precisa localizzazione nell'attuale Turchia non è nota.

Base d’asta: 40 EUR. Valutazione: 50 EUR. Risultato: 120 EUR.

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Bronzo di Gallieno (Syedra, Cilicia) che raffigura al rovescio Ares in piedi, di fronte, con la testa rivolta a sinistra, tra Dike a sinistra e con la testa rivolta a destra, con la spada nella mano destra, ed Ermes, a destra, con il caduceo nella mano sinistra (Leu WEB AUCTION 15).

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Lot 1335. CILICIA. Syedra. Gallienus, 253-268. 11 Assaria (Bronze, 29 mm, 14.52 g, 1 h). AYT KAI ΠO ΛIK ΓAΛΛIHNOC CЄB Laureate, draped and cuirassed bust of Gallienus to right, seen from behind; to right, IA (mark of value). Rev. CYЄΔPЄΩN Ares standing facing, head to left, between Dike, on the left and with her head turned to right, holding sword in her right hand, and Hermes, on the right, holding kerykeion in his left. SNG Levante 437. SNG Paris 663. An unusually attractive example of this interesting issue. Minor deposits, otherwise, good very fine.
Starting price: 75 CHF. Result: 1.050 CHF.

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Il rovescio di questa emissione allude al Giudizio di Ares, avviato dai suoi simili dopo che il dio della guerra aveva ucciso il figlio di Poseidone, Alirrozio, per aver violentato sua figlia Alcippe. Ares fu processato per l'omicidio dagli altri dei radunati in Atene e fu assolto. Il luogo in cui fu pronunciato il giudizio di assoluzione prese il nome di Areopago, vocabolo formato da Ares, il nome del dio, e da Pagos, borgo.

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Bronzo di Massimino I Tarso, Cilicia) che raffigura al diritto il busto dell’imperatore drappeggiato e corazzato e al rovescio Dioniso con il tirso nella mano destra e Arianna su un carro trainato da due centauri a destra, uno dei quali ha in mano una lira (Leu WEB AUCTION 15).

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Lot 1341. CILICIA. Tarsus. Maximinus I, 235-238. Hexassarion (Bronze, 35 mm, 22.82 g, 12 h). AYT•K•Γ•IOY•OYH•MAΞIMЄINOC•CЄ• / Π - Π Laureate, draped and cuirassed bust of Maximinus I to right, seen from behind. Rev. TAPCOY - THC MHTP/OΠOΛЄ• / Α Μ Κ / Γ / B Dionysos, holding thyrsos in his right hand, and Ariadne in a cart drawn by two centaurs right, one holding a lyre. SNG Levante 1104. SNG Paris 1609. Rare and with a very interesting reverse. Minor adjustment marks on the reverse, otherwise, very fine.

Starting price: 100 CHF. Result: 900 CHF.

 

Il bronzo raffigura una rara scena mitologica delle nozze di Arianna con Dioniso. La cerimonia ebbe luogo a Nasso, dove Arianna aveva avuto il primo rapporto amoroso con Teseo in una grotta, ma all’alba del giorno dopo era stata abbandonata quando era ancora immersa nel sonno. Secondo un mito Teseo si comportò così per ordine del dio Dioniso che raggiunse immediatamente Arianna per farne la sua sposa. Ubi maior!... Per le nozze Dioniso fece dono ad Arianna di un diadema d'oro creato da Efesto che, lanciato in cielo, andò a formare la costellazione della Corona Boreale.

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Bronzo di Lucio Vero (Meonia, Lidia) che raffigura al rovescio un tempio a quattro colonne che al suo interno ha una statua di Estia velata, in piedi, con uno scettro sulla spalla sinistra (Elsen 117).

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397. LYDIE, MAIONIA, Lucius Verus (161-169), AE bronze, Droit : B. l., drapé, cuirassé à droite. Revers : Temple tétrastyle sur quatre degrés. Au centre, Hestia voilée debout à droite. Ref.: SNG von Aulock 8235. 14,67g. Rare. Patine brun foncé.
presque Superbe
a. EF
Estimate: 200 EUR

Iscrizione al diritto ΑV Κ Λ ΑVΡ οVΗΡΟϹ, al rovescio ƐΠΙ ΚVƐΙΝΤοV Β ΑΡΧ Α Τ Β ΜΑΙΟΝΩΝ

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Estia (in greco antico Ἑστία / Hestía; in latino Vesta)

Nella mitologia greca Estia (con l’accento sulla i nel greco antico) è la dea corrispondente alla dea romana Vesta. Figlia primogenita di Crono e Rea e quindi sorella maggiore degli dei dell’Olimpo della prima generazione (Zeus, Poseidone, Era e Demetra), Estia apparteneva al ristretto gruppo delle dodici maggiori divinità dell'Olimpo con Atena, Apollo, Artemide, Afrodite, Ares, Efesto ed Ermes, ma lasciò volentieri il suo trono a Dioniso quando questi divenne dio: per questo venne chiamata anche "Ultima dea".

Estia, come Atena e Artemide, era una dea vergine e quindi non ebbe figli. Lei aveva rifiutato di coniugarsi con Apollo e con Poseidone che avevano chiesto a Zeus la sua mano, affermando chiaramente di aver fatto voto di castità. Zeus respinse le loro proposte, evitando così un possibile concorrente al suo trono, e per riconoscenza di questa scelta donò alla sorella il privilegio di essere presente in ogni edificio, umano o divino. Estia significa focolare, sia adibito alla cottura di cibi, sia alla preparazione di sacrifici. La dea rappresenta e incarna la centralità in quanto il focolare si trovava sempre al centro della dimora, come se ne fosse stato il cuore. Estia era presente non solo nelle dimore private ma anche nei centri pubblici della democrazia, come il Pritaneo, l’edificio dove risiedevano i magistrati. Infatti un altare a lei dedicato si trova nel Pritaneo di Atene dove sono affisse le leggi di Solone. Un’usanza era quella di consegnare ai coloni in partenza un fuoco simbolico acceso nel Pritaneo della loro madrepatria che sarebbe servito a consacrare ogni nuova costruzione.

Estia presiedeva i banchetti sacrificali e veniva invocata all’inizio e alla fine del simposio attraverso una libagione. Da qui il detto “Cominciare da Estia” per indicare l’inizio di qualcosa di importante. Un mito vuole che dopo un banchetto Priapo, ubriaco, avesse tentato di farle violenza ma un asino, con il suo raglio, svegliò sia lei che si era addormentata sia gli altri dei che costrinsero Priapo a darsi alla fuga.
L'episodio ha un carattere di avvertimento aneddotico per chi pensi (se accolte in casa come ospiti), di poter abusare delle donne sotto la protezione del focolare domestico in quanto anche l'asino, simbolo della lussuria, ha condannato con il suo raglio la follia criminale di Priapo.

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(segue)

Il simbolo di Estia era il cerchio e la sua presenza era avvertita nella fiamma viva posta nel focolare rotondo al centro della casa e nel braciere circolare nel tempio di ogni divinità.

Estia compariva spesso insieme a Ermes, messaggero degli dei, ma mentre quest'ultimo aveva il compito di proteggere dal male e di propiziare una buona sorte, Estia santificava la casa. Nelle case, il focolare rotondo di Estia era posto all'interno, mentre il pilastro fallico di Ermes si trovava sulla soglia. Il fuoco di Estia provvedeva calore e santificava la dimora, mentre Ermes rimaneva sulla soglia a portare fortuna e a tenere lontano il male. Anche nei templi queste due divinità erano legate l'una all'altra. Così, nelle dimore e nei tempIi, Estia ed Ermes erano insieme ma separati. Ciascuno dei due svolgeva una funzione distinta e preziosa. Estia provvedeva il luogo sacro dove la famiglia si riuniva insieme: il luogo dove fare ritorno a casa. Ermes dava protezione sulla soglia della porta ed era guida e compagno nel mondo, dove la comunicazione, la capacità di orientarsi, l'intelligenza e la buona fortuna sono tutti elementi assai importanti.
Ogni città, nell'edificio principale, aveva un braciere comune, il Pritaneo, dove ardeva il fuoco sacro di Estia che non doveva spegnersi mai. Poiché le città erano considerate un allargamento del nucleo familiare, era adorata anche come protettrice di tutte le città greche. Il neonato diventava membro della famiglia cinque giorni dopo la nascita, con un rito (anfidromie) in cui il padre lo portava in braccio girando attorno al focolare. La novella sposa portava il fuoco preso dal braciere della famiglia di origine nella sua nuova casa, che solo così veniva consacrata.

I coloni che lasciavano la Grecia portavano con loro una torcia accesa al Pritaneo della loro città natale, il cui fuoco sarebbe servito a consacrare ogni nuovo tempio ed edificio. Un rito che sopravvive anche nelle Olimpiadi moderne.

Estia provvedeva il luogo dove sia la famiglia che la comunità si riunivano insieme: il luogo dove si ricevevano gli ospiti, il luogo dove fare ritorno a casa, un rifugio per i supplici. La dea e il fuoco erano una cosa sola e formavano il punto di congiunzione e il sentimento della comunità, sia familiare che civile. Il fuoco che divampa indicava quindi la presenza della divinità invocata nel sacrificio. Il fuoco, sia quello della casa sia quello degli altari posti all'interno dei templi, non andava mai lasciato perire. In seguito la sua presenza sarà sostituita da una lampada perennemente accesa. Gli altari collocati all'esterno dei templi – allora la modalità più diffusa–  non possedevano un fuoco perenne, ma la loro accensione era uno dei momenti più importanti del rito sacrificale. Il fuoco è l’Altare odoroso riservato agli dei: a partire dall'VIII secolo a. C. sarà costume bruciare incenso o mirra (prodotti importati dalla Fenicia) sugli altari.

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Seguono altri bronzi con la raffigurazione di Estia sul rovescio.

Bronzo di Marco Aurelio (Corinto, Corinzia) che raffigura sul rovescio Estia in piedi su un basamento, di fronte e con volto a sinistra, con corona murale(?), che regge una patera e un lungo scettro (o lancia?) (Berlin, Staatliche Museen (Germany)).

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Bronzo del regno di Antonino Pio (Maeonia, Lidia) che raffigura al diritto Faustina II e al rovescio Estia velata in piedi, rivolta a sinistra (Kunsthistorisches Museum, Vienna (Austria)).

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Bronzo di Elagabalo (Marcianopolis, Mesia inferiore) che raffigura al diritto Elagabalo  e Giulia Maesa e al rovescio Estia (?) in piedi, di fronte, testa a sinistra, con patera nella mano destra sopra un altare in fiamme e un bastone (?) (https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coin/421468 ).

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Bronzo di Alessandro Severo (Marcianopolis, Mesia) che raffigura al rovescio Estia (?) in piedi di fronte, con in mano una patera e una corta asta (o fiaccola o scettro?) (https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coin/421545).

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Bronzo di Volusiano (Nicopolis, Epiro) che raffigura al rovescio Hestia Boulaia seduta di fronte, testa a destra (Numismatic Museum, Athens (Greece)).

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Estia Boulaia era la divinità protettrice della Bulè, cioè del senato cittadino che aveva sede nel pritaneo dove si pensa si svolgessero anche cerimonie, udienze, banchetti.

 

Il pritaneo (in greco antico πρυτανεῖον, prytaneion, "presidenza") era, nell'antica Atene, l'edificio pubblico dove in origine era ospitato il primo magistrato (pritano: vi era custodito il focolare sacro della città e potevano esservi accolti ospiti di particolare riguardo o cittadini benemeriti).

L'edificio tuttavia aveva un ruolo molto più ampio, in quanto rappresentava il focolare e il cuore della città, dove si trovava il fuoco sacro che non si spegneva mai. Simbolo della continuità della città, consacrato ad Estia, dea del focolare, della casa e della famiglia, il pritaneo era il cuore simbolico e politico della polis: in esso sedevano i magistrati, si accoglievano gli ambasciatori e si celebravano le cerimonie pubbliche, si prendeva il fuoco per fondare le colonie (e il loro pritaneo), si tenevano i sacrifici solenni e le offerte agli dei.

Ad Atene il Pritaneo non va confuso con la Thòlos (Θόλος) dell'agora dove i pritani, eletti dalle tribù di Atene per assicurare la presidenza della Bulè (assemblea ristretta), vivevano e lavoravano; il Pritaneo era invece un edificio più antico, situato alle falde settentrionali dell'Acropoli. In origine vi si riunivano i pritani, intesi in senso arcaico come sommi magistrati della costituzione ateniese precedente alla riforma di Clistene. Successivamente, pur mantenendo la funzione di custodire il fuoco sacro, l'edificio fu adibito ad accogliere i cittadini onorati del δεῖπνον, il pranzo offerto per merito dalla città, mentre la sede dei pritani fu trasferita nell'Agorà. Chi veniva onorato di sedere continuativamente alla mensa comune (il δεῖπνον infatti valeva per un solo pasto), cioè chi godeva del privilegio della σίτησις (vitto), era anche detto parassito, con il significato di "mangio insieme, sono commensale". Plutarco (Solon, 24) riferisce di cittadini illustri mantenuti a spese dello Stato nel Pritaneo come ad esempio Cleone, che venne onorato del privilegio del vitto dopo la vittoria contro i Lacedemoni nella battaglia di Sfacteria nel 425 a. C., durante la guerra del Peloponneso.

Da https://it.wikipedia.org/wiki/Pritaneo

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Bronzo di Antonino Pio (Tium, Bitinia) che raffigura al rovescio Estia seduta a sinistra, con in mano patera e scettro (Bibliothèque nationale de France, Paris (France)).

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Bronzo di Marco Aurelio (Gangra Germanicopolis, Paflagonia) che raffigura al rovescio Estia seduta a sinistra, con un grappolo d’uva (?) nella mano destra e un velo nella mano sinistra (Bibliothèque nationale de France, Paris (France)).

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Bronzo di Gallieno (Lampsaco, Misia) che raffigura al rovescio una statua di culto di Priapo itifallico in piedi di fronte, con la testa rivolta a sinistra, che tiene il cantaro nella mano destra e il tirso nella sinistra; a sinistra, un altare acceso (Leu 11).

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Lot 192. MYSIA. Lampsacus. Gallienus, 253-268. AE (Bronze, 23 mm, 6.09 g, 12 h), Phirmos, magistrate. AY K Π ΛIK ΓAΛΛIHNOC A Laureate, draped and cuirassed bust of Gallienus to right, seen from behind. Rev. ЄΠI ΦIPMO/Y - ΛANΨAKH/N/Ω (sic!) Cult statue of ithyphallic Priapos standing front, head to left, holding kantharos in his right hand and thyrsos in his left; to left, lighted altar. ANS 1944.100.43036 = Kraft pl. 50, 23 (same reverse die). BMC -. SNG Leypold -. SNG Paris -. SNG von Aulock -. Winterthur -. Extremely rare. Beautifully struck and with an impressive ithyphallic rendering of Priapos. Somewhat smoothed, otherwise, nearly extremely fine.
Ex Künker 318, 11-12 March 2019, 1692.

Starting price: 400 CHF. Estimate: 500 CHF. Result: 500 CHF.

messo

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Priapo

Priapo è un dio della mitologia greca e romana noto per la sua dote della lunghezza del pene. Sua madre era Afrodite, la dea nata dalla spuma del mare, e come padre figurava per lo più Dioniso, se non Ermes o Adone o addirittura Zeus stesso. Era, gelosa del rapporto adulterino di Zeus con Afrodite, toccò con la sua mano il corpo di Afrodite incinta e Priapo nacque deforme, con pancia enorme, lingua lunga e membro mostruosamente smisurato. Era talmente brutto che Afrodite lo rinnegò e lo abbandonò ad Abarnis (campo dei mentitori) regione intorno a Lampsaco nella Misia. Lo allevarono dei pastori che dalla sua mostruosità fallica ne avevano tratto dei buoni auspici per la fertilità dei campi e delle greggi. E fu così che Priapo divenne la deità della fertilità dei campi, protettore di giardini, vigneti e frutteti.

Il suo animale era l’asino, sia a causa dell’importanza che esso aveva nella vita contadina, sia per una sorta di analogia fra il pene del dio e quello dell’animale. Narra il mito che Priapo, ubriaco dopo un banchetto sull’Olimpo con gli altri dei, stava insidiando la dea Estia dormiente che fu svegliata dal raglio di un asino, impedendo al dio di raggiungere il suo intento. Per questo comportamento Priapo fu espulso dall’Olimpo e da allora, per vendetta, pretese il sacrificio annuale di un asino.

Il culto di Priapo risale ai tempi di Alessandro Magno e fu largamente ripreso anche dai Romani, soprattutto collegato ai riti dionisiaci e alle orge dionisiache. Il suo culto era anche fortemente associato al mondo agricolo ed alla protezione delle greggi, dei pesci, delle api, degli orti. Spesso infatti, cippi di forma fallica venivano usati a delimitare gli agri di terra coltivabile. Questa tradizione è continuata nel corso dei secoli ed è resistita alla moralizzazione medievale del monacheismo. Infatti ancora oggi, possiamo trovare diversi esempi di cippi fallici in Italia, nelle campagne della Sardegna, Puglia (soprattutto nella provincia di Lecce) e Basilicata o nelle zone interne della Spagna, Grecia e Macedonia.

Nell’arte romana veniva spesso raffigurato in affreschi e mosaici, generalmente posti anche all’ingresso di ville e abitazioni patrizie. Il suo enorme membro era infatti considerato un amuleto contro invidia e malocchio. Inoltre, il culto del membro virile eretto nella Roma antica era molto diffuso tra le matrone di estrazione patrizia a propiziare la loro fecondità e capacità di generare la continuità della gens. Per questo, il fallo veniva usato anche come monile da portare al collo o al braccio. Sempre a Roma, le vergini patrizie, prima di contrarre matrimonio, facevano una particolare preghiera a Priapo, affinché rendesse piacevole la loro prima notte di nozze.

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Bronzo di Clodio Albino (Saitta, Lidia) che raffigura al rovescio Afrodite nuda, in piedi di fronte, con la testa rivolta a sinistra; a sinistra, un amorino alato in piedi rivolto a destra, che presenta una fiaccola; a destra un delfino che nuota verso il basso (Leu AUCTION 11).

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Lot 196. LYDIA. Saitta. Clodius Albinus, as Caesar, 193-195. Tetrassarion (Bronze, 29 mm, 16.48 g, 5 h), Androneikos, son of Iollas Kratistos Stephanophoros and first archon for the second time, late 193-195. KΛΩ•CЄΠ• - •ΑΛBЄINOC K-AICAP Bare head of Clodius Albinus to right. Rev. ЄΠI•ANΔPONЄIK-OY APX A CAITT/HN-ΩN Aphrodite, nude, standing front, head to left; to left, winged cupid standing right, presenting torch; to right, dolphin swimming downwards. GRPC Lydia 98 = NAC 80 (2014), 125 (same dies, but badly tooled). Imhoof-Blumer, Lydische Stadtmünzen, p. 129, 7. SNG München 440 (same dies).

Extremely rare and very likely the finest known example. A beautiful coin with a spectacular portrait and a very interesting reverse. Very light porosity, otherwise, nearly extremely fine.
From a European collection, formed before 2005.

Starting price: 8.000 CHF. Estimate: 10.000 CHF. Result: 8.000 CHF.

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Bronzo di Caracalla (Isaura, Cilicia) che raffigura sul rovescio a sinistra Licaone, laureato, in piedi, in abiti militari rivolto a destra, con un lungo scettro nella mano sinistra mentre riceve nella destra una tavoletta da Apollo, in piedi, nudo, con un ramo di alloro nella mano sinistra; tra i due un lupo reclinato a sinistra che tiene in bocca una mano umana in bocca; in esergo un altare (Leu AUCTION 11).

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Lot 202. CILICIA. Isaura. Caracalla, 198-217. Diassarion (Bronze, 25 mm, 7.82 g, 7 h), 205-209. AY K M AY ANTΩNЄINOC Laureate and cuirassed bust of Caracalla to right, breastplate decorated with gorgoneion. Rev. MHTPOΠOΛЄΩC ICAYPΩN Lycaon, laureate and on the left, standing right in military attire, holding long scepter in his left hand and receiving a tablet from Apollo, on the right, standing left, nude, holding laurel branch in his left hand; between them, wolf recumbent to left, head to right, holding human hand in his mouth; in exergue, altar. SNG Levante 262 (same dies). SNG Paris 494-495 var. (differing reverse legend arrangement and wolf reclining right). SNG von Aulock 5410-5411 var. (differing reverse legend arrangement and wolf reclining right).

Rare and undoubtedly the finest known example. A magnificent coin of wonderful style, very sharply struck from fresh dies and with a beautiful brown patina. Small flan fault on the reverse edge, otherwise, good extremely fine.

Ex Leu 7, 24-25 October 2020, 1474 corr. (reverse reinterpreted).

Starting price: 2.000 CHF. Estimate: 2.500 CHF. Result: 3.200 CHF.

apollonia

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Il rovescio di questa magnifica emissione era stato finora interpretato come raffigurante l'imperatore e Apollo (si veda anche la nota relativa all'ultima volta che abbiamo proposto questa moneta in Leu 7 (2020), 1474). Tuttavia, il piccolo animale reclinato a sinistra è la chiave per l'interpretazione della scena, poiché è apparso chiaro a questo catalogatore che l'oggetto tenuto in bocca dall'animale non è un ramo, ma in realtà una mano umana! Simili raffigurazioni sono note a Laranda in Licaonia, dove un lupo che cammina verso sinistra con una mano umana in bocca compare su monete di Filippo II (SNG von Aulock 5401. Per una discussione più approfondita, si veda Peter Weiss: Mythen, Dichter und Münzen von Lykaonien, in: Chiron 20 (1990), pp. 222-235), il cui significato è rivelato dall'autore bizantino Eustathius di Tessalonica (circa 1115-1195/6), che afferma: "I Licaoni prendono il nome da un certo Licaone, un arcadico, che, secondo un oracolo, fondò una città nel luogo in cui apparve un lupo inquieto, che teneva una mano umana nelle sue grinfie - questo era ciò che Apollo aveva predetto". (Eustath. comm. Dion. Per. 857).

Con questa reinterpretazione diventa ora chiaro che la moneta mostra esattamente il mito di Licaone, che appare a sinistra in abbigliamento militare, ricevendo la profezia da Apollo a destra, con in mezzo il lupo che tiene una mano umana tra le fauci. Inoltre, un'attenta analisi del lotto 201 rivela che lo stesso lupo appare anche ai piedi della dea-città su quella moneta, un dettaglio trascurato in tutte le discussioni sulla monetazione di Isaura fino ad oggi.

Isaura trae quindi le sue origini dal mitico Licaone, eponimo della Licaonia. A questo proposito vale la pena notare che la convenzione numismatica di assegnare le città greche a province specifiche e invariabili come la Lidia, la Frigia o la Cilicia non fornisce un quadro accurato della realtà storica, poiché i confini delle regioni geografiche dell'Asia Minore spesso non erano chiaramente definiti e i confini delle province romane erano soggetti a numerosi cambiamenti nel corso dei secoli. Pertanto, il fatto che oggi assegniamo Isaura alla Cilicia non esclude che i suoi cittadini si sentissero licaoni ai loro tempi. L'identità, dopo tutto, è autodeterminata e autodefinita a prescindere dalle attribuzioni esterne.

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Bronzo che raffigura al diritto il busto diademato e drappeggiato di Giulia Mesa e al rovescio Pan in piedi, di fronte, a gambe incrociate, che suona il flauto e si appoggia a un tronco d'albero; due insegne affiancate a sinistra e a destra (Leu AUCTION 11).

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Lot 204. JUDAEA. Caesaraea Panias. Julia Maesa, Augusta, 218-224/5. Tetrassarion (Bronze, 27 mm, 14.33 g, 1 h), CY 223 = 221 AD. ΙΟΥΛΙΑ ΜЄϹΑ ΑΥΓ Diademed and draped bust of Julia Maesa to right. Rev. ΚΑΙϹ ΠΑ ϹЄ•Ι• ΑϹΥΛ / ϹΚΓ Pan standing facing with crossed legs, playing flute and leaning on tree trunk; two signa flanking to left and right. Meshorer, Caesarea Panias, 46-47. RPC VI online 9205. Very rare and in exceptional condition for the issue. Slightly rough, otherwise, good very fine.

Starting price: 800 CHF. Estimate: 1.000 CHF. Result: 4.400 CHF.

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La regione di Panias e il suo capoluogo omonimo prendono il nome dal locale Paneion, una grotta sacra dedicata al culto di Pan. Da questa grotta nasce il fiume Panias (l'attuale Banias) che costituisce uno dei tre affluenti del Giordano. Dopo la scomparsa del dinasta locale Zenodoro nel 20 a.C., Augusto trasferì il Panias a Erode I "il Grande" che eresse un grandioso tempio in onore dell'imperatore vicino alla grotta. Il figlio di Erode, Erode IV Filippo (4 a.C.-34 d.C.), rifondò la città di Panias con il nome di Caesaraea Panias nel 3/2 a.C., un evento monumentale a cui si riferì successivamente l'epoca della città locale. Oggi Banias è anche il nome di una riserva naturale che comprende la grotta di Pan, i siti di scavo e metà del corso del fiume Banias.

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Bronzo di Traiano (Alessandria d’Egitto) che raffigura al rovescio Eirene, a sinistra, in piedi, con delle spighe di grano nella mano sinistra e che stringe la mano a Homonoia, a destra, in piedi, con una doppia cornucopia nella mano sinistra (Leu AUCTION 11).

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Lot 205. EGYPT. Alexandria. Trajan, 98-117. Drachm (Bronze, 34 mm, 19.39 g, 1 h), RY 16 = 112/3. ΑΥΤ ΤΡΑΙΑΝ CЄΒ ΓЄΡM ΔΑΚΙΚ Laureate heroic nude bust of Trajan to right, with aegis on his left shoulder. Rev. ЄΙΡΗΝΗ ΚΑI ΟΜΟΝΟ-ΙΑ / L Iς Eirene, on the left, standing right, holding grain ears in her left hand and clasping hands with Homonoia, on the right, standing left, holding double cornucopiae in her left hand.

Dattari (Savio) 7006 ff. Emmett 450.16. K&G 27.445. RPC III 4715.5. Sharply struck and with a beautiful brown patina. Minor flan faults and with light deposits, otherwise, good very fine.

From the collection of a historian ('Aus der Sammlung eines Altertumswissenschaftlers'), Künker 347, 22 March 2021, 93, previously privately acquired from Günther Schlüter (Berlin) in August 1996, who reportedly acquired it from Spink in November 1967.

Starting price: 800 CHF. Estimate: 1.000 CHF. Result: 1.800 CHF.

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EIRENE (Εἰρήνη)

Dea e personificazione della pace. Appare come figlia di Zeus e Temi e quindi come sorella di Dike ed Eunomia in Esiodo (Theog., 901 ss.) e negli altri poeti greci. Il culto alla dea è attestato principalmente ad Atene, dove in occasione delle feste dette Sinecie, il 16 del mese di Ecatombeone, era uso offrirle un sacrificio incruento da parte degli strateghi (Dittenberger, Sylloge3, n. 1029, r. 30, e 63; anni 333 e 332). Dopo la vittoria dell'Eurimedonte, le fu forse innalzato un altare (Plut., Kim., 13). Il culto ebbe nuovo impulso dopo le vittorie di Timoteo a Leucade (Isocr., xv, 110; Corn. Nep., Timoth., 2,2). Fuori di Atene esso è attestato in età greca anche ad Eritre, sulle coste dell'Asia Minore (Dittenberger, nn. 1014, r. 140), a Nisa e in occidente a Locri, come provano le monete; più diffuso sembra questo culto, secondo la testimonianza delle monete, in età romana, soprattutto in Asia Minore; ma in questo caso occorrerebbe distinguere le testimonianze del culto preesistente da quelle derivanti dal sincretismo con la dea romana Pax.

Da https://www.treccani.it/enciclopedia/eirene_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29/

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