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Bronzi provinciali romani e mitologia greca


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Per chi però non s'accontentasse delle narrazioni mitologiche, ecco un'interessante ipotesi filologica delle origini sia dei nomi sia del mito di Scilla e Cariddi:

"Nell’antichità, a causa della tenuità e precarietà dell'informazione, spesso accadeva che voci e dicerie col passare dei secoli si accrescessero (fama crescit eundo, dicevano infatti i latini, o anche rumor multa fingit) fino a perdere il loro originario significato, talvolta addirittura trasfigurandosi in mitologia; quella della pericolosità della navigazione all’imboccatura settentrionale dello stretto di Messina, ossia in corrispondenza del passaggio tra la penisoletta di Scilla in Calabria e il capo siciliano di Cariddi, pericolosità considerata tale da arrivarsi addirittura a far derivare questi nomi da quelli di due mitologici spaventosi mostri divoratori di naviganti, in verità non corrisponde per nulla alla realtà delle cose, non essendoci infatti alcuna evidenza storica che ci confermi un particolare rischio nell’affrontare quel passaggio marittimo mediterraneo, il quale inoltre non fu nemmeno mai universalmente riconosciuto come rischioso quanto lo furono invece quello di Capo Horn, quello di Buona Speranza e quello di Agulhas, passaggi questi ancor oggi battuti da violenti venti e possenti correnti oceaniche. Da dove nasceva allora questa paurosa fama di Scilla e Cariddi? Probabilmente una certa pericolosità per le piccole e leggere imbarcazioni antiche doveva esserci, ma questo evidentemente prima che i frequenti e devastanti terremoti e maremoti succedutisi nel corso del tempo in quella sfortunata zona ne avessero sicuramente mutato la geografia sottomarina.

Il primo a parlarci di Scilla e Cariddi come di mitici mostri sanguinari fu Omero nella sua Odissea, poema a cui poi tanti antichi scrittori si rifecero data l’autorevolezza della fonte. Nacque pertanto più tardi il detto: ‘Incappa in Scilla volendo evitare Cariddi’ (Incidit in Scillam, cupiens evitare Charybdim) per significare ‘cadere dalla padella nella brace’; ma in realtà schille (σϰίλλαι) nome greco calabrese, e caridi (ϰαρίδες), nome greco siciliano, avevano lo stesso significato, trattandosi infatti di due dei tanti nomi che allora nel Mediterraneo si davano ai gamberetti; un altro per esempio era palinuri (παλίνουροι), ma questo si usava più a nord, cioè per indicare quei crostacei che si potevano trovare e pescare appunto a Capo Palinuro (per inciso, anche questo nome poi fu mitizzato). Molto probabilmente dunque ‘essere tra Scilla e Cariddi’ non significò in origine trovarsi tra due pericoli di pari gravità, come più tardi invece si fraintese, ma volle semplicemente dire ‘se non è zuppa è pan bagnato’, cioè ‘è inutile che tu te ne stia a riflettere se far sosta a Scilla o a Cariddi, tanto sempre gamberetti dovrai mangiare’. E dovevano essere anche crostacei molto buoni perché Il Suida narra che il famoso buongustaio romano Apicio, autore di un ricettario di cucina vissuto tra 1º secolo a.C. e 1º secolo d. C., era talmente ghiotto di gamberi, gamberetti e astachi che girava il Mediterraneo su una sua nave recandosi e fermandosi là dove c’era fama che si trovassero i migliori crostacei; e proprio per questo motivo fu costretto a soggiornare per qualche tempo a Minturno nel Lazio, perché ne aveva fatto proprio là scorpacciate tanto smodate da restarne ammalato. Suida, Lexicon, graece et latine. T.3, p. 266. Halle e Brunswick, 1705."

Da https://it.wikipedia.org/wiki/Cariddi

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Bronzo di Gordiano III (Tarso, Cilicia) che raffigura al rovescio la dea lunare che guida una biga di tori verso destra, tenendo la frusta nella mano destra e le redini nella sinistra (LEU, WEB AUCTION 15).

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Lot 1347. CILICIA. Tarsus. Gordian III, 238-244. Hexassarion (Bronze, 35 mm, 21.62 g, 6 h). ΑΥΤ ΚΑΙ ΙΟΥΛ ΦΙΛΙΠΠΟΝ ЄΥΤ ЄΥϹ ϹЄΒ / Π - Π Radiate, draped and cuirassed bust of Philip I to right. Rev. TAPCOY MHTPOΠOΛЄΩΣ / A / M K / Γ Β Lunar goddess driving driving biga of bulls to right, holding whip in her right hand and reins in her left. BMC 300. RPC VIII online ID 3215. Very fine.

Starting price: 50 CHF, Result: 55 CHF

 

Selene (gr. Σελήνη) Divinità greca, personificazione della Luna. Figlia di Iperione e di Teia, sorella (o moglie, o figlia) di Elio, fu poi identificata con Artemide. Era rappresentata su un carro d’argento tirato da buoi bianchi (o cavalli o cervi). Nell’età ellenistica fu identificata con Ecate e dagli Egizi con Iside. Noto il mito dei suoi amori con il pastore Endimione, da cui avrebbe avuto 50 figlie. Nelle figurazioni più antiche aveva il disco lunare in testa; in seguito il crescente lunare sulle chiome.

Da https://www.treccani.it/enciclopedia/selene#:~:text=(gr.,fu poi identificata con Artemide.

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Bronzo di Decio Traiano che raffigura al rovescio un toro Zebù disteso davanti a un altare con ghirlande; dietro, la parte superiore di una figura maschile in piedi, rivolta verso sinistra, che impugna una lancia e uno scudo; a destra, Perseo, che tiene con la mano sinistra la Gorgone e il falcetto e con la destra la patera sopra l'altare; a sinistra, Demetra in piedi a destra, che tiene due piccole torce sopra l'altare; sullo sfondo, un’alta colonna con la statua di culto di Apollo Lykeios che tiene in cima due lupi (LEU, WEB AUCTION 15).

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Starting price: 50 CHF. Result: 620 CHF

Lot 1349. CILICIA. Tarsus. Trajan Decius, 249-251. Hexassarion (Bronze, 34 mm, 21.40 g, 12 h). ΑΥ ΚЄ [Γ ΜЄϹ Κ]ΟΥ ΔЄΚΙΟϹ ΤΡΑΙΑΝΟϹ ЄΥ ЄΥϹЄΒ / Π - Π Radiate, draped and cuirassed bust of Trajan Decius to right, seen from behind. Rev. ΤΑΡϹΟΥ ΜΗΤΡΟΠΟΛЄΩϹ - Α / Μ Κ / Γ - Β Zebu bull lying before garlanded altar; behind, upper part of a male figure standing facing, head to left and holding spear and shield; to right, Perseus, holding Gorgoneion and harpa with his left hand and patera over altar with his right; to left, Demeter standing right, holding two small torches over altar; in background, high column with cult-statue of Apollo Lykeios holding two wolves atop. BMC 304 and pl. XXXVII, 10 (same dies). RPC IX 1349. SNG Levante 1165 (same dies). SNG Paris 1767 (same dies). Rare and with an interesting reverse. Somewhat corroded, otherwise, very fine.


From the collection of Jean-Pierre Righetti, inv. no. 121, Leu Web Auction 11, 22-23 February 2020, 1409 (with collector's ticket), privately acquired on 11 November 2012.

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Bronzo di Gallieno che raffigura al rovescio Dioniso in piedi di fronte, testa a sinistra, che tiene un cantaro nella mano destra e il tirso nella sinistra; ai piedi a sinistra, una pantera seduta a sinistra che guarda indietro (LEU, WEB AUCTION 15).

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Starting price: 50 CHF. Result: 170 CHF

Lot 1350. CILICIA. Tarsus. Gallienus, 253-268. Hexassarion (Bronze, 31 mm, 14.67 g, 7 h). AY KAI Π HΓ ΓAΛΛIHNON ЄC (sic!) / Π - Π Laureate, draped and cuirassed bust of Gallienus to right, seen from behind. Rev. TAPC MHTPOΠOΛ A M K / Γ - B Dionysos standing front, head to left, holding kantharos in his right hand and thyrsos in his left; at feet to left, panter seated left, looking back. SNG Levante -. SNG Paris 1826. Ziegler -. Rare. Struck on a broad flan and with an attractive green patina. Very fine.

Ex Leu Web Auction 9, 7-8 September 2019, 837 and from the collection of Dr. P. Vogl, ex Münzhandlung Athena 1, 8 October 1987, 293 (with original ticket).

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Dioniso, figlio di Zeus e di ?...

Per quanto indiscusso sia il nome del padre, Zeus, diverse sono le versioni che riguardano la madre. Alcuni mitografi dicono sia figlio Demetra, altri di Io, o ancora di Lete; altri ancora lo fanno figlio di Dione, oppure di Persefone.

La versione più conosciuta è comunque quella che lo vede figlio di Semele, donna mortale figlia di Cadmo, re di Tebe. Semele aveva suscitato l'amore di Zeus che la fecondò sotto le spoglie di un mortale.
La gelosa Era lo scoprì e decise vendicarsi contro Semele e il suo bambino non ancora nato. Le apparve quindi sotto le spoglie della sua vecchia nutrice, e convinse l'incauta fanciulla ad assicurarsi della natura divina del suo amante, insistendo perchè le si presentasse nello splendore della sua vera natura.
Quella stessa notte, quando Zeus venne a trovarIa, Semele lo pregò di farIe un favore, e Zeus giurò sul fiume Stige (un giuramento irrevocabile!) che avrebbe fatto qualsiasi cosa gli avesse chiesto. Semele, che era stata ingannata da Era, gli chiese di apparirle in tutta la sua maestà di sovrano dell'Olimpo; non sapeva che ciò per lei avrebbe significato la morte. Costretto a rispettare il giuramento, Zeus prese le sue sembianze divine, una presenza che nessun mortale poteva sostenere.

Il fuoco di folgore uccise Semele, ma rese immortale il piccolo non ancora nato. Nel momento stesso in cui Semele moriva, Zeus estrasse dal suo grembo Dioniso e se lo cucì nella coscia, che gli fece da incubatrice finché il piccolo non fu pronto per nascere. Ermes fu la levatrice di questo insolito parto.

Dioniso fu portato presso la sorella e il cognato di Semele che lo allevarono come fosse una bambina, ma anche questo camuffamento non lo sottrasse alla vendetta di Era, la quale fece impazzire i suoi genitori adottivi che cercarono di ucciderlo.
Ancora una volta Dioniso fu salvato dalla morte da Zeus, che lo trasformò in un capretto e lo portò sul monte Nisa, un mitico luogo divino abitato dalle Ninfe, che lo allevarono in una grotta.
Qui il suo tutore Sileno, un mortale di solito raffigurato come un vecchio attempato, affidabile e a volte un po’ brillo, metà uomo e metà cavallo, lo mise a parte dei suoi segreti della natura e gli insegnò a fare il vino.

https://www.ilcerchiodellaluna.it/central_Dee_Diodioniso.htm

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Bronzo di Tiberio con il busto di Cibele al rovescio (LEU, WEB AUCTION 15).

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Starting price: 25 CHF. Result: 65 CHF

Lot 1352. GALATIA. Koinon of Galatia. Tiberius, 14-37. Assarion (Bronze, 24 mm, 7.47 g, 6 h), Priscus, legatus augusti, CY 42 = 18 or 21-23. TIBEPIOΣ [KAIΣAP] Bare head of Tiberius to left. Rev. EΠI ΠPE[IΣKOY] MHTHP ΘEΩN Turreted and veiled bust of Kybele to right; in field to right, ΓM. RPC I 3553. Rare. Light scratches on the reverse, otherwise, very fine.

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Cibele è un'antica divinità anatolica venerata come Grande Madre Idea, dal monte Ida presso Troia. Dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici identificata con Rea nella mitologia greca, simboleggiava la forza creatrice e distruttrice della Natura. Il centro principale del suo culto era il santuario di Pessinunte, nella Frigia, da cui attraverso la Lidia passò approssimativamente nel VII sec. a. C. nelle colonie greche dell’Asia Minore e successivamente nel continente, a Roma.

Cibele viene generalmente raffigurata seduta sul trono o sul carro trainato da due leoni o leopardi, con una corona turrita sul capo. I due leoni rappresentano Melanione e Atalanta, i personaggi mitologici trasformati in leoni da Zeus e condannati a trascinare il carro della dea come punizione per aver profanato un tempio di quest'ultima. La dea è accompagnata dal suo compagno Attis al quale il mito la vede legata e dai suoi sacerdoti.

Tra le molteplici varianti del mito, una narra che Zeus fosse innamorato di Cibele e cercasse di unirsi a lei senza successo. In una notte di incubi angosciosi, mentre la sognava ardentemente, il seme di Zeus schizzò sulla pietra generando l’ermafrodito Agdistis, un tipo malvagio e violento che con continue prepotenze oltraggiò tutti gli dei. Dioniso, giunto all'esasperazione, volle vendicarsi e architettò ai suoi danni uno scherzo atroce: gli portò in dono del vino e lo accompagnò a bere in cima a un grande albero di melograno, finché Agdistis si addormentò ubriaco in bilico su un ramo. Con una cordicella Dioniso gli legò i genitali al ramo e, sceso in terra, scosse l'albero con tutta la sua forza. Nel brusco risveglio il malcapitato precipitò, strappandosi di netto i genitali: così Agdistis morì dissanguato, mentre il suo sangue bagnava il melograno e lo faceva rifiorire rigoglioso e carico di succosi frutti. La ninfa del Sangario, il fiume che scorreva nelle vicinanze, sfiorò con la sua pelle uno di quei frutti e rimase incinta di un dio: fu così generato Attis il bello, il grande amore di Cibele. Costei suonava la lira in onore di Attis e lo teneva perennemente occupato in voluttuosi amplessi. Ma, ingrato e irriconoscente, Attis volle abbandonare quelle gioie e fuggì per vagare sulla terra alla ricerca di un'altra donna. Cibele sapeva bene che nessuna infedeltà di Attis sarebbe potuta sfuggire alla sua vista onnipotente e lo sorvegliava dall'alto sul suo carro trainato da leoni. Colse così Attis mentre giaceva spensieratamente con una donna terrena, convinto che le fronde di un alto pino fossero sufficienti a nascondere il suo tradimento. Vistosi scoperto, Attis fu assalito da un rimorso tormentoso e implacabile, finché all'ombra del pino si uccise.

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Oricalco di Traiano che raffigura al rovescio Demetra seduta a sinistra, con spighe di grano nella mano destra e lo scettro nella sinistra; sotto il trono, un’ancora (LEU, WEB AUCTION 15).

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Lot 1354. GALATIA. Koinon of Galatia. Trajan, 98-117. Tetrassarion (Orichalcum, 32 mm, 22.66 g, 7 h), T. Pomponius Bassus, presbeutes. AYT NEP TPAIANOΣ KAIΣAP ΣEBA ΓEP Laureate head of Trajan to right. Rev. KOINON ΓAΛATIAΣ EΠI ΠΟΜΠΩNIOY BAΣ Demeter seated left, holding grain-ears in her right hand and scepter with her left; below throne, anchor. RPC III 2860. Some smoothing and with minor deposits, otherwise, good very fine.

Starting price: 50 CHF. Result: 100 CHF.

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Demetra è la divinità della religione greca che presiedeva la natura, i raccolti e le messi, la cui figura corrisponde a quella di Cerere nella religione romana.

Il più importante mito legato a Demetra, che costituisce anche il cuore dei riti dei Misteri Eleusini, è la sua relazione con Persefone, sua figlia nonché incarnazione della dea stessa da giovane.

Un mito meno noto la vede implicata con il fratello Poseidone che la inseguì dopo che lei aveva assunto l’antico aspetto di dea-cavallo. Demetra tentò di resistere alla sua aggressione, ma neppure confondendosi tra la mandria di cavalli del re Onkios riuscì a nascondere la propria natura divina; Poseidone si trasformò così anch'egli in uno stallone e si accoppiò con lei. Demetra fu letteralmente furibonda ("Demetra Erinni") per lo stupro subito, ma lavò via la propria ira nel fiume Ladona ("Demetra Lousia"). Dall'unione nacquero una figlia, il cui nome non poteva essere rivelato al di fuori dei Misteri Eleusini, e un cavallo dalla criniera nera chiamato Arione. Anche in epoche storiche, in Arcadia Demetra era adorata come una dea dalla testa di cavallo.

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Bronzo di Gallieno con Ermes in piedi, di fronte, che tiene un borsellino nella destra e un caduceo nella sinistra (LEU, WEB AUCTION 15).

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Lot 1364. GALATIA. Ancyra. Gallienus, 253-268. Diassarion (Bronze, 23 mm, 6.18 g, 7 h). ΠO ΛI ΕΓ ΓΑΛΛΙΗNOC CE Radiate, draped and cuirassed bust of Gallienus to right. Rev. MHTPO B N ANKYPAC Hermes standing front, head to left, holding purse in his right hand and caduceus in his left. Arslan, Roman Coinage, 129. SNG von Aulock 6196. Earthen deposits, otherwise, very fine.

Starting price: 50 CHF. Result: 50 CHF

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Ermes, messaggero degli dei come ruolo principale, è inoltre il dio dei commerci, dei viaggi, dei confini, dei ladri, dell'eloquenza e delle discipline atletiche. Svolge anche la funzione di psicopompo, ovvero di colui che accompagna le anime dei defunti verso l’Ade. I suoi simboli sono il gallo e la tartaruga, ma, come si vede su questo bronzo, è chiaramente riconoscibile anche per il borsellino, i sandali e cappello alati e il bastone da messaggero, il caduceo.

La sua nascita è frutto di uno dei tanti amori extraconiugali del prolifico Zeus che, innamoratosi della ninfa Maia, le fece numerose visite notturne, come narra il quarto inno omerico …
" lui, il rapido messaggero degli dei, nato da Maia,
che in amore si diede a Zeus, la ninfa dalle trecce stupende.
Era onesta e stava lontana dalla compagnia degli dei,
abitava in grotta ombrosa, dove spesso di notte
il Cronide veniva a trovare la ninfa dalle trecce stupende,
mentre Era s'abbandonava al dolce sonno"

Per le vicende di Ermes (L’invenzione della lira, Il furto delle mucche di Apollo, Dio degli oratori, Dio della soglia, Guida delle anime, I suoi figli e Conclusioni) si rimanda a https://www.ilcerchiodellaluna.it/central_astro_Hermes.htm

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Assarion di Adriano che al rovescio raffigura a mezzo busto Asclepio con clamide drappeggiata sul braccio destro e sulla spalla sinistra; davanti, il bastone con un serpente attorcigliato (Leu Numismatik 5).

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Lot description:
PONTUS. Amasia. Hadrian, 117-138. Assarion (Orichalcum, 22 mm, 5.43 g, 6 h), CY 138 = 135/6. AYT KAIC TPAI AΔPIANOC CЄB Bare head of Hadrian to right. Rev. ЄTOYC PΛH AMACЄIAC THC MHTPOΠΟΛЄωC Laureate half-length bust of Asklepios to right, chlamys draped over his right arm and left shoulder; before, serpent-entwined staff. Dalaison 48 (D19/R38). RPC III 2917. SNG von Aulock 20 (same dies). Extremely rare, apparently the third known example. A lovely and interesting issue. Slightly smoothed, otherwise, about extremely fine.

Base d’asta: 400 CHF. Valutazione: 500 CHF. Risultato: 600 CHF

Di Asclepio, il figlio di Apollo venerato in Grecia come il dio della medicina, delle guarigioni e dei serpenti, s’è già parlato in questa discussione ai post # 162 e 163.

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Esemplare del British Museum https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1929-1013-394 

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Province              Cappadocia

City        Amasea 

Region  Pontus

Reign    Marcus Aurelius

Obverse inscription        ΑΥΤ ΚΑΙϹ Μ ΑΥΡ ΑΝΤΩΝΙΝΟϹ ϹƐΒ

Obverse design laureate-headed bust of Marcus Aurelius wearing cuirass and paludamentum, r.

Reverse inscription         ΑΔΡ ΑΜΑϹ ΝƐΩΚ Κ ΜΗΤ Κ ΠΡΩ ΠΟΝ ƐΤ ΡΞƐ

Reverse design to l., Ares standing, facing, head, r., wearing military dress, holding spear, resting hand on shield; to r., nude Aphrodite standing, l., covering her breasts with r. hand and pudenda with l. hand

 

Dei due amanti dell’Olimpo raffigurati al rovescio s’è già parlato in questa discussione nel post # 60 e successivi.

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Bronzo di Marco Aurelio con Ares e Afrodite sul rovescio (CNG 88).

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PONTUS, Amasia. Marcus Aurelius. AD 161-180. Æ (35mm, 22.02 g, 6h). Dated CY 165 (AD 165/6). Laureate, draped, and cuirassed bust right / Ares, holding spear and shield set on ground, standing right, vis-à-vis Aphrodite, in a posture of modesty, standing left; ЄT ΡΞЄ (date) in exergue. RPC Online -; Dalaison 82 (D29/R67); cf. RG 19; SNG von Aulock 22 (same obv. die). Good VF, green patina.

From Group CEM.

CNG 88, Lot: 830. Estimate $300. Sold for $320.

 

Per la vicenda del famoso “triangolo olimpico” Efesto-Afrodite-Ares vedi

https://www.lamoneta.it/topic/166635-i-due-amanti-dell%E2%80%99olimpo/#comment-1879143

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Commodo/Asclepio (British Museum, London (UK) )

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Province              Cappadocia

City        Amasea 

Region  Pontus

Reign    Commodus

Obverse inscription        Μ ΑΝΤΩΝΙ ΚΟΜΟΔ ΑΥΓ

Obverse design laureate-headed bust of Commodus wearing cuirass and paludamentum, r.

Reverse inscription         ΑΔΡ ΑΜΑϹ ΜΗΤΡ ΝƐΩΚ ΠΡ Π(ΟΝΤ) ƐΤ ΡΠΘ

Reverse design Asclepius standing, facing, head, l., holding serpent-staff

 

Per Asclepio v. post #212

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Bronzo di Alessandro Severo con Asclepio e Igea (American Numismatic Society, New York (USA) 

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Province              Galatia

City        Amasea 

Region  Pontus

Reign    Severus Alexander

Obverse inscription        ΑΥΤ Κ ϹƐΟΥΗΡΟϹ ΑΛƐΞΑΝΔΡΟϹ

Obverse design laureate, draped and cuirassed bust of Severus Alexander, r., seen from rear

Reverse inscription         ΑΔΡ ϹƐΥ ΑΛƐΞΑ ΑΜΑϹΙΑϹ ΜΗΤ ΝƐ ΠΡ ΠΟΝ ƐΤ ϹΚΗ

Reverse design Asclepius standing facing, head l., holding serpent-staff, and Hygieia standing facing, head r., feeding serpent from patera

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https://www.treccani.it/enciclopedia/igea

Igea (o Igiea; gr. ῾Υγίεια) Divinità salutare ellenica; personificazione della sanità fisica e spirituale, elevata a divinità e ritenuta figlia o moglie di Asclepio. Ebbe culto, associata ad Asclepio e anche sola, specialmente nell’età romana dov’era indicata come Salus o Valetudosinonimi, in latino, di "(buona) salute". Il suo attributo è il serpente.

Igea era raffigurata come una giovane donna prosperosa, nell'atto di dissetare in una coppa un serpente. In un'altra raffigurazione era seduta su un seggio, con la mano sinistra appoggiata a un'asta, mentre con la mano destra porge una patera a un serpente che, lambendola, si innalza da un'ara posta davanti alla dea.

Nella religione greca e romana, il culto di Igea è associato strettamente a quello del padre Asclepio, tutelando in questo modo l'intero stato di salute dell'individuo. Igea viene invocata per prevenire malattie e danni fisici, Asclepio per la cura delle malattie e il ristabilimento della salute persa.

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Bronzo di Alessandro Severo con Europa seduta sul toro (= Zeus) al rovescio.

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Province              Galatia

City        Amasea 

Region  Pontus

Reign    Severus Alexander

Obverse inscription        ΑΥΤ Κ ϹƐΟΥΗΡΟϹ ΑΛƐΞΑΝΔΡΟϹ

Obverse design laureate, draped and cuirassed bust of Severus Alexander, r., seen from rear

Reverse inscription         ΑΔΡ ϹƐΥ ΑΛƐΞ ΑΜΑϹΙΑϹ ΜΗΤ Ν Π ΠΟΝΤΟΥ ƐΤ ϹΚΘ

Reverse design Europa seated on bull, r.

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Bronzo di Alessandro Severo con Europa seduta sul toro (= Zeus) al rovescio.

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Province              Galatia

City        Amasea 

Region  Pontus

Reign    Severus Alexander

Obverse inscription        ΑΥΤ Κ ϹƐΥΗΡ ΑΛƐΞΑΝΔΡΟϹ

Obverse design laureate, draped and cuirassed bust of Severus Alexander, l., holding spear and decorated shield, seen from front

Reverse inscription         ΑΔΡ ϹƐΥ ΑΛƐ ΑΜΑϹΙΑϹ ΜΗ Ν Π Π ƐΤ ϹΛΔ

Reverse design Europa seated on bull, r.

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Zeus ed Europa

Secondo il mito, Zeus si innamorò di Europa osservandola su una spiaggia della costa fenicia insieme alle ancelle con le quali raccoglieva dei fiori e per averla ordinò ad Ermes di guidare i buoi di Agenore, il padre di Europa, verso quella spiaggia. Poi assunse le sembianze di un toro bianco e le si avvicinò per distendersi ai suoi piedi. Europa salì sul dorso del toro, impressionata dalla sua mansuetudine, e questi la rapì e la portò attraverso il mare fino all'isola di Creta. Zeus rivelò quindi la sua vera identità e tentò di usarle violenza, ma lei resistette. Il dio si trasformò in aquila e riuscì a sopraffarla in un bosco di salici o, secondo altri, sotto un platano sempre verde. Europa ebbe da Zeus i figli Minosse, Radamanto e Sarpedonte, che vennero adottati e nominati suoi eredi da Asterio, il re di Creta che sposò Europa che divenne così la prima regina dell'isola di Creta.

Ho parlato di questa vicenda in un articolo su Panorama Numismatico n. 396, di cui si può prendere visione in https://www.panorama-numismatico.com/wp-content/uploads/MITI-E-LEGGENDE-DI-CRETA-E-MONETE-CON-IL-LABIRINTO-DI-CNOSSO.pdf

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Bronzo di Alessandro Severo che raffigura al rovescio la veduta frontale di una quadriga guidata da un auriga radiato con la frusta e la mano alzata; in basso, un’aquila di fronte ad ali spiegate, testa a sinistra, sopra un altare; a sinistra, un albero (Naumann Gitbud & Naumann 36).

https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/6470

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Province              Galatia

City        Amasea 

Region  Pontus

Reign    Severus Alexander

Obverse inscription        ΑΥΤ Κ ϹƐΟΥΗΡΟϹ ΑΛƐΞΑΝΔΡΟϹ

Obverse design laureate, draped and cuirassed bust of Severus Alexander, r., seen from rear

Reverse inscription         ΑΔΡ ϹƐΥ ΑΛƐ(Ξ) ΑΜΑϹΙΑϹ ΜΗΤΡ (or ΜΗ(T) ΝƐ ΠΡ Π(Ο) ƐΤ ϹΚΘ

Reverse design front view of quadriga driven by a radiate charioteer, holding whip and raising hand; below, eagle facing with spread wings, head l., over an altar; to l., tree

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Bronzo con rovescio simile al precedente e al diritto il busto di Alessandro Severo a sinistra (Nomos obolos 5, 26 June 2016, lot 711).

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https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/6474

Province              Galatia

City        Amasea 

Region  Pontus

Reign    Severus Alexander

Obverse inscription        ΑΥΤ Κ ϹƐΥΗΡ ΑΛƐΞΑΝΔΡΟϹ

Obverse design laureate, draped and cuirassed bust of Severus Alexander, l., holding spear and decorated shield, seen from front

Reverse inscription         ΑΔΡ ϹƐΥ ΑΛƐ ΑΜΑϹΙΑϹ ΜΗ Ν Π Π ƐΤ ϹΛΔ

Reverse design front view of quadriga driven by a radiate charioteer, holding whip and raising hand; below, eagle facing with spread wings, head l., over an altar; to l., tree

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Sul rovescio dei due bronzi precedenti vi è l’altare è di Zeus Stratios, da Stratos, il nome della città più importante dell'antica Acarnania, in Grecia, famosa per il tempio dedicato a Zeus.

L’auriga è Elio, il dio solare greco figlio del titano Iperione e di Teia, e fratello di Selene, titanide legata alla luna, e di Eos, divinità dell'aurora. Ogni mattina Elio si solleva ad oriente sulle acque del fiume Oceano che circonda tutta la Terra, per guidare nel cielo il carro splendente del Sole, trainato da quattro cavalli che gettano fuoco dalle narici. Durante il dì percorre il cielo da oriente a occidente fin quando arriva la sera, poi si immerge nuovamente nel fiume Oceano. Per arrivare nuovamente ad oriente, utilizza una barchetta d'oro girando attorno all'emisfero boreale. Una volta giunto a destinazione riposa nel suo magnifico palazzo. Elio possedeva sull'isola di Trinacria sette mandrie di buoi, rappresentanti i sette giorni di una settimana, e sette greggi di pecore, rappresentanti le sette notti di una settimana. Ogni mandria e ogni gregge era composto da cinquanta capi, ovvero il numero, secondo il computo antico, delle settimane dell'anno solare.

Tra la numerosa prole di Elio compare anche la capra Amaltea che, dopo essere stata consegnata alla ninfa Adrastea da Gea, allattó Zeus infante.

Un mito corinzio del II secolo d. C. narra di una disputa tra Elio e Posedione (il Sole e il Mare) per il possesso dell’istmo e e dell’acropoli di Corinto in cui fece da arbitro Briareo, uno degli Ecatonchiri. Questi stabilì che l'Istmo sarebbe toccato a Poseidone e l'acropoli a Elio.

«Dicono pertanto i Corinti, che Nettuno venne a contesa col Sole per la loro terra; ma il loro mediatore Briareo decise, che l’istmo, e la terra a quello confinante fosse di Nettuno, e che la rupe, la quale domina la città appartenesse al sole. Da quel tempo dicono, che l’istmo appartenga a Nettuno.»

(Pausania, II 1.6)

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Bronzo di Alessandro Severo con Serapis al rovescio che tiene un lungo scettro e allunga la mano destra su Cerbero ai suoi piedi (British Museum, London (UK), 1979,0101.1174)

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Province              Galatia

City        Amasea 

Region  Pontus

Reign    Severus Alexander

Obverse inscription        ΑΥΤ Κ ϹƐΥΗΡ ΑΛƐΞΑΝΔΡΟϹ

Obverse design laureate, draped and cuirassed bust of Severus Alexander, l., holding spear and decorated shield, seen from front

Reverse inscription         ΑΔΡ ϹƐΥ ΑΛƐ ΑΜΑϹΙΑϹ ΜΠ Π ƐΤ ϹΛΔ

Reverse design Sarapis seated, l., holding long sceptre, extending right hand over Cerberus head at his feet

Vedi post # 151 per Serapis.

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Bronzo di Tiberio che raffigura al rovescio Dikaiosyne che avanza a sinistra, tenendo in mano bilancia e spighe di grano (Numismatik Naumann 81).

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Base d’asta: 40 EUR. Valutazione: 50 EUR. Risultato: 260 EUR

Lotto 325. PHRYGIA. Prymnessus. Tiberius (14-37). Kaikilios Plokamos, magistrate.
PHRYGIA. Prymnessus. Tiberius (14-37). Kaikilios Plokamos, magistrate.
Obv: ΣΕΒΑΣΤΟΣ. Laureate head right.
Rev: KAIKIΛIOΣ ΠΛOKAMOΣ / ΠΡ - ΥΜΝΗΣ / ΣΕ - ΩΝ. Dikaiosyne advancing left, holding scales and grain ears; monogram below.
RPC I 3202; BMC 19.
Condition: Very fine.
Weight: 7.08 g.
Diameter: 18 mm.

apollonia

 


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