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Due bronzi di Pergamo, in Misia


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Salve.

In un lotto ho trovato due bronzi di Pergamo, uno di tipo Asclepio/Bastone di Asclepio con serpente attorcigliato databile a circa il 200-30 a. C. e uno di tipo Atena/Trofeo composto da elmo e corazza databile a circa il 133-27 a. C.

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Mysia, Pergamon. Ca. 200-30 B.C. Æ (15-17 mm, 3.0 g). Laureate and bearded head of Asklepios right / AΣKΛHΠIOY ΣΩTHPOΣ, serpent-entwined staff of Asklepios. SNG BN 1828-48; SNG von Aulock 1373.

 

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Greek
MYSIA, Pergamon. Circa 133-27 BC. AE 22 mm, 6.1 g. Helmeted head of Athena right / ΑΘΗΝΑΣ ΝΙΚΗΦΟΡΟY Trophy consisting of helmet and cuirass. SNG France 1875-9.

 

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A Pergamo, circa un miglio a sud dell'acropoli della città, era situato Il famoso Asklepieion (o santuario di Asklepios), un sito di fama mondiale dove la gente si recava nella speranza di trovare una cura per i propri malanni. Le indagini archeologiche hanno trovato nel sito numerose parti del corpo in terracotta che devono essere state offerte da questi speranzosi pellegrini.

Asclepio o Esculapio è un personaggio della mitologia greca e romana, figlio sicuramente di Apollo mentre la madre secondo alcuni era Arsinoe, secondo altri Coronide. Si diceva fosse stato istruito alla medicina dal centauro Chirone, o che avesse ereditato tale proprietà dal padre Apollo. Divenne poi il dio della medicina, al pari di suo padre, ed era una divinità molto adorata dal popolo in quanto benevola con gl'infermi.

Secondo il mito, Apollo si innamorò di Coronide mentre lei faceva il bagno in un lago. I due consumarono la loro passione e poi il dio andò via, lasciando un corvo a guardia della ragazza; in quei tempi, i corvi erano di colore bianco. Coronide decise di sposarsi con Ischi e il corvo, quando li vide assieme, volò da Apollo per riferire. Quando scoprì che Coronide era incinta, il dio decise di punire il corvo perché non aveva allontanato Ischi da Coronide tramutandogli le piume da bianche in nere. Per vendicare il fratello disonorato, Artemide uccise Coronide trafiggendola con un dardo, ma Apollo decise di salvare il piccolo che Coronide aveva in grembo e chiese al fratello Ermes di prenderlo dal corpo della madre. Apollo decise di dare al piccolo il nome di Asclepio (noto anche col nome di Esculapio).

Secondo il mito, il semidio Asclepio ricevette dalla dea Atena il dono di cambiare il suo sangue con quello di Medusa la Gorgone. Da allora il sangue che sgorgava dalle vene del suo fianco sinistro era velenoso e portatore di sventure, mentre quello del fianco destro aveva il potere di guarire qualsiasi malattia e persino di fare risorgere i morti. Ciò fece arrabbiare sia Zeus che Ade, poiché l'afflusso dei morti dell'oltretomba diminuiva. Secondo una variante del mito, Asclepio inventò la "cura del medico", una tecnica di guarigione che gli permetteva di guarire ogni tipo di ferita e ogni tipo di malattia facendo addirittura risorgere i morti.

Proprio per questi poteri simili a quelli di un negromante, ovvero guarire i mali, riportare in vita i morti e garantire una vita straordinariamente lunga, Zeus decise di fulminarlo perché temeva che il particolare potere che Asclepio condivideva con gli uomini avrebbe potuto minacciare la fede negli dei, annullando di fatto la sostanziale differenza fra divinità e uomini, ovvero l'immortalità. Apollo, però, si sentì oltraggiato per il trattamento severo riservato a suo figlio e si vendicò uccidendo i tre Ciclopi che forgiavano le folgori di Zeus. Per placare Apollo, Zeus rese Asclepio immortale facendolo diventare un "dio minore" (date le circostanze non era certo possibile riportarlo in vita), tramutandolo nella Costellazione di Ofiuco, e quindi Asclepio, che era nato come semidio, divenne un dio sotto forma di costellazione.

apollonia


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Asclepio divenne così bravo nell'arte medica che riuscì anche a risuscitare i morti, come fece con Ippolito con l'aiuto di Artemide. Nell'antica Grecia si pensava che bastasse dormire in un santuario consacrato ad Asclepio per guarire da ogni malattia. In ogni tempio c'era almeno un serpente che proveniva dal santuario di Asclepio ad Epidauro, in quanto si credeva che fossero animali sacri per la divinità, poiché simbolo del rinnovamento. Uccidere un serpente di un tempio di Asclepio era considerato come un grande sacrilegio.

Il bastone di Asclepio spesso viene confuso con il Caduceo di Ermes e chiamato con questo nome. Asclepio infatti viene spesso raffigurato con in mano un bastone sacro che porta il suo nome ed è il simbolo internazionale del soccorso medico. Secondo il mito il bastone di Asclepio aveva poteri terapeutici ed era capace di guarire ogni tipo di malattia. Il serpente rappresenta il potere di guarigione del dio, simboleggiato dalla muta del rettile che richiama un'eterna rinascita.

apollonia


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Culto di Asclepio in Grecia

In Grecia Asclepio veniva venerato come il dio della medicina, delle guarigioni e dei serpenti. Molti riferimenti ad Asclepio sono stati ritrovati anche in ambito "occulto": la sua capacità di riportare in vita i morti lo rendeva difatti anche il dio invocato dai negromanti. Il suo culto aveva il suo centro a Epidauro, ma era onorato anche a Pergamo.

In Grecia, per ringraziare Asclepio di una guarigione, si era soliti sacrificare un gallo, animale considerato il migliore e più gradito alla divinità. Un esempio di questa pratica lo troviamo nel Fedone di Platone, il celebre dialogo che riporta la morte di Socrate. Quest'ultimo, prima di morire, chiede che venga sacrificato un gallo ad Asclepio. Il motivo di tale richiesta rimane tuttora fonte di dibattito.

apollonia


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Culto di Esculapio a Roma

Esculapio è l'adattamento latino (Aesculapius) del nome greco Asklepios, ma si tratta dello stesso dio. Il suo culto fu introdotto a Roma sull’isola Tiberina nel 291 a. C.

La tradizione vuole che in quell'anno la popolazione della città fosse colpita dalla peste. Dopo aver consultato i Libri sibillini, il Senato romano decise di costruire un tempio dedicato al dio, e a tale scopo fu inviata una delegazione a Epidauro per ottenere la statua del dio.

Al ritorno, mentre la barca che trasportava la statua risaliva il Tevere, un serpente, simbolo del dio, sceso dall'imbarcazione, nuotò verso l’isola Tiberina. L'evento fu interpretato come volontà del dio di scegliere il luogo dove sarebbe sorto il suo tempio, che fu proprio costruito sull'isola. Dal 1585, e tuttora nel ventunesimo secolo, sull'isola sorge uno degli ospedali più importanti d'Europa, il San Giovanni Calibita Fatebenefratelli.

apollonia


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Dea protettrice della città di Atene e anche di Pergamo dato l’ottimo rapporto tra le due città, Atena era chiamata anche Pallade, secondo un appellativo il cui significato risultava già oscuro ai Greci dell’età classica (i quali ne trassero arbitrariamente l’etimologia da palio, agito le armi).

Secondo la tradizione mitica, Atena nacque, già adulta e armata, dal cranio di Zeus, il quale aveva inghiottito la madre di lei, Metis, mentre era incinta. In quanto protettrice delle città, Atena è armata della lancia e soprattutto dall’egida, come si trova raffigurata a figura intera su molte monete. Su questo bronzo di Pergamo è raffigurata al diritto la testa della dea che indossa un elmo corinzio crestato e al rovescio un trofeo che presso gli antichi Greci e Romani era un segno di vittoria, eretto dai vincitori con le spoglie dei vinti, appese a un albero, a un palo, oppure ammucchiate, per lo più sul luogo stesso della battaglia.

I tetradrammi di Seleuco I Nicatore della zecca di Susa che raffigurano al diritto la testa di Alessandro Magno o Seleuco con elmo coperto di pelle di pantera, presentano al rovescio un trofeo incoronato dalla Nike, come pure alcuni vittoriati romani.

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