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In vendita la collezione di Oselle e Zecchini della Banca Popolare di Vicenza


Risposte migliori

Inviato (modificato)
6 ore fa, AndreaPD dice:

sono state vincolate in occasione di una mostra fatta a venezia, non ricordo precisamente l'anno. In quell'occasione fu fatta un'operazione di marketing dalla banca dichiarando in ogni dove che era l'unica collezione privata completa, da li la notifica che si traduce in questa vendita che si rivelerà quantomai bizzarra....

per quanto riguarda gli zecchini non so se siano stati notificati

 

Un altro boomerang dell’odioso ( e odiato ) Zonin. Ne avesse azzeccata una! 
stuzzicando il can che dorme - la Soprintendenza- si son prese lucciole per lanterne … 

ridicolo..

Il vincolo credo sia destinato a restare in ogni caso - non ho mai visto la Soprintendenza  rimuovere un vincolo 

Modificato da numa numa

Inviato

Nei due musei è diversa la proprietà. Il Museo Archeologico è statale, il Correr è civico.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato (modificato)
11 ore fa, incuso dice:

296 oselle. Supponiamo di ricavarne in media 5.000 EUR l'una (mi sembra veramente tanto ma è per far due conti) si arriva a 15 MEur che è un po' meno del 2% di quanto bruciato ai risparmiatori. Insomma, venderla o meno non è che poi faccia la differenza eh?

esattamente
tenuto conto che ci saranno da soddisfare i creditori privilegiati.. quelli chirografari .. e altre tipologie ..
al netto delle spese (dei privilegi su beni mobili bolli registrazioni decreti etc etc)

arriviamo quasi a briciole,

avrebbe più senso rivalersi verso gli MBO milionari degli amministratori/board management

Modificato da denario69

Inviato (modificato)
10 ore fa, Arka dice:

Nei due musei è diversa la proprietà. Il Museo Archeologico è statale, il Correr è civico.

Arka

Diligite iustitiam

Distinzioni che la Cultura non riesce a percepire ?

wiva la burocrazia italica 

Modificato da numa numa

Inviato

Non mi è chiaro il senso di questa frase, indicata nell'avviso di vendita: "i Vincoli sono stato fatto oggetto di gravame da parte del Venditore ed i relativi giudizi sono ad oggi pendenti avanti al Consiglio di Stato". Forse i vincoli sono attualmente oggetto di contenzioso e potrebbero essere rimossi?

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Inviato

È possibile che al giudice sia stata posta la medesima questione che avete posto voi...considerando che la vendita si pone in un contesto e con uno scopo diciamo "particolare" e che i vincoli possono "forse" essere indeboliti dall'esistenza di altre collezioni analoghe...se non fosse per quello ci sta dietro una bella collezione di Oselle a Vicenza esposta e fruibile al pubblico potrebbe essere attrattiva e avvicinare la curiosità e l'interesse verso la storia della propria terra e alla numismatica...tendo al romanticismo...che forse è tuttavia fuori luogo visto gli antefatti....

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Inviato (modificato)
46 minuti fa, Andrea Costa dice:

È possibile che al giudice sia stata posta la medesima questione che avete posto voi...considerando che la vendita si pone in un contesto e con uno scopo diciamo "particolare" e che i vincoli possono "forse" essere indeboliti dall'esistenza di altre collezioni analoghe...se non fosse per quello ci sta dietro una bella collezione di Oselle a Vicenza esposta e fruibile al pubblico potrebbe essere attrattiva e avvicinare la curiosità e l'interesse verso la storia della propria terra e alla numismatica...tendo al romanticismo...che forse è tuttavia fuori luogo visto gli antefatti....

Sicuramente si e sicuramente i vincoli prima o poi cadranno in qualche....  "sentenza" o "giudizio" ... 

e si ahimè ormai al romanticismo non ci guarda più nessuno ...

e chissà quando avremo poi venduto tutto il resto cosa faremo ... :D

Purtroppo in Italia c'è la tendenza a risolvere il problema in modo più rapido e meno fastidioso per il/i potenti di turno, poco importa se dovessero cadere i vincoli su un Caravaggio un Tiepolo, una collezione di monete, tanto ce ne sono tante, sono anche doppie ......(per ora sino al prossimo fallimento) .. 

Ma si, vendiamo anche a basso prezzo (meglio di niente !), facciamo la felicità di quegli investitori commerciali che compreranno e poi rivenderanno gli stessi pezzi al mercato (estero?) e bye bye monete, Tiepolo e Caravaggio (per amor di cultura, ovviamente :D ).. la strada maestra sarebbe quella di rivalersi sui bene personali economici dei gestori manager board e politici, fino alla settima generazione, ma impraticabile in un paesello come il nostro ... Mi viene in mente il film con R. Gere, che causava il fallimento delle aziende per poi spolparle rimettendone i beni sul mercato ... (lo ricordate?)

Lancio una provocazione e se un domani la maggior parte della classe dirigente preposta alla gestione fosse tutta allegra e spensierata nelle gestioni patrimoniali ? Cosa faremo ? Continueremo a vendere pezzi di patrimonio culturale e artistico per risanare i buchi, lasciando a piede libero chi è effettivamente responsabile di tutto (e che poi magari si ricompra gli stessi pezzi per tenerli nel salottone della villa, chiusa al pubblico eeh si mica la pignorano) ? Beh mi verrebbe da dire avanti così ed avanti tutta ... sino alla prossima collezione, o quadro, o palazzo ... 

PS una nazione senza ricordo del passato e senza identità è condannata, priamo o poi, inevitabilmente al fallimento ( e fanno bene i giovani ad andarsene via)

Consideratelo pure uno sfogo personale :) !!!!!

Avanti così ..... :D 

 

Modificato da denario69

Inviato
1 ora fa, denario69 dice:

Sicuramente si e sicuramente i vincoli prima o poi cadranno in qualche....  "sentenza" o "giudizio" ... 

e si ahimè ormai al romanticismo non ci guarda più nessuno ...

e chissà quando avremo poi venduto tutto il resto cosa faremo ... :D

Purtroppo in Italia c'è la tendenza a risolvere il problema in modo più rapido e meno fastidioso per il/i potenti di turno, poco importa se dovessero cadere i vincoli su un Caravaggio un Tiepolo, una collezione di monete, tanto ce ne sono tante, sono anche doppie ......(per ora sino al prossimo fallimento) .. 

Ma si, vendiamo anche a basso prezzo (meglio di niente !), facciamo la felicità di quegli investitori commerciali che compreranno e poi rivenderanno gli stessi pezzi al mercato (estero?) e bye bye monete, Tiepolo e Caravaggio (per amor di cultura, ovviamente :D ).. la strada maestra sarebbe quella di rivalersi sui bene personali economici dei gestori manager board e politici, fino alla settima generazione, ma impraticabile in un paesello come il nostro ... Mi viene in mente il film con R. Gere, che causava il fallimento delle aziende per poi spolparle rimettendone i beni sul mercato ... (lo ricordate?)

Lancio una provocazione e se un domani la maggior parte della classe dirigente preposta alla gestione fosse tutta allegra e spensierata nelle gestioni patrimoniali ? Cosa faremo ? Continueremo a vendere pezzi di patrimonio culturale e artistico per risanare i buchi, lasciando a piede libero chi è effettivamente responsabile di tutto (e che poi magari si ricompra gli stessi pezzi per tenerli nel salottone della villa, chiusa al pubblico eeh si mica la pignorano) ? Beh mi verrebbe da dire avanti così ed avanti tutta ... sino alla prossima collezione, o quadro, o palazzo ... 

PS una nazione senza ricordo del passato e senza identità è condannata, priamo o poi, inevitabilmente al fallimento ( e fanno bene i giovani ad andarsene via)

Consideratelo pure uno sfogo personale :) !!!!!

Avanti così ..... :D 

 

Mah sinceramente uno sfogo che mi pare un po' un minestrone dove dentro c'è tutto.

Perdonami ci sono troppi ambiti che tocchi ma che necessitano di un appropriato approfondimento.

Intanto la banca aveva acquisito tali beni come proprietà privata della banca e quindi - salvo vincoli che al momento non c'erano - puo' disporne come desidera (oggi per lei i commissari liquidatori).

Non credo prprio si possa dire che poi che l'Italia 'svenda' il suo patrimonio. Abbiamo le regolamentazioni piu' ferree esistenti in materia e semmai abbiamo il problema opposto - quello di disincentivare lo scambio ed il commercio. L'Italia ha uno dei patrimoni piu' ricchi esistenti sul pianeta in materia di arte - ma forse sarebbe il caso di dare priorità alla valorizzazione del patrimonio pubblico esistente (non sempre valorizzato come merita) prima di piangere calde lacrime e invocare provvedimenti restrittivi draconiani se una banca fallita si trova a vendere il suo Tiepolo di quart'ordine o una collezione di oselle che abbiamo in triplice copia - piu' grande e importante - a Venezia che pero' non sono visibili, non si espongono mai se non infinitesimamente e soprattutto per le quali non èp stato fatto un catalogo. Ecco se proprio mi devo indignare è piu' per queste cose che non per la vendita delal collezione di second'ordine di una banca,  i cui risparmiatori sono stati fregati. Poi non potrei essere piu' d'accordo  a far pagare quegli amministratori che hanno portato la banca al fallimento...  

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Inviato (modificato)
45 minuti fa, numa numa dice:

Mah sinceramente uno sfogo che mi pare un po' un minestrone dove dentro c'è tutto.

Perdonami ci sono troppi ambiti che tocchi ma che necessitano di un appropriato approfondimento.

Intanto la banca aveva acquisito tali beni come proprietà privata della banca e quindi - salvo vincoli che al momento non c'erano - puo' disporne come desidera (oggi per lei i commissari liquidatori).

Non credo prprio si possa dire che poi che l'Italia 'svenda' il suo patrimonio. Abbiamo le regolamentazioni piu' ferree esistenti in materia e semmai abbiamo il problema opposto - quello di disincentivare lo scambio ed il commercio. L'Italia ha uno dei patrimoni piu' ricchi esistenti sul pianeta in materia di arte - ma forse sarebbe il caso di dare priorità alla valorizzazione del patrimonio pubblico esistente (non sempre valorizzato come merita) prima di piangere calde lacrime e invocare provvedimenti restrittivi draconiani se una banca fallita si trova a vendere il suo Tiepolo di quart'ordine o una collezione di oselle che abbiamo in triplice copia - piu' grande e importante - a Venezia che pero' non sono visibili, non si espongono mai se non infinitesimamente e soprattutto per le quali non èp stato fatto un catalogo. Ecco se proprio mi devo indignare è piu' per queste cose che non per la vendita delal collezione di second'ordine di una banca,  i cui risparmiatori sono stati fregati. Poi non potrei essere piu' d'accordo  a far pagare quegli amministratori che hanno portato la banca al fallimento...  

 

cosa ci "azzecca" il minestrone ? 

Etichettare il pensiero di qualcuno come minestrone non è che sia propriamente simpatico ...

Era diverso tempo che non accedevo al forum, mi sembra che sia cambiato qualcosa non si respira più l'aria di qualche anno fa neanche qui ... 

Comunque riscrivo una mia convinzione:

i risparmiatori non vedranno una lira da quella vendita che andrà a soddisfare probabilmente altre categorie di creditori, e neanche un Caravaggio e un Tiepolo basteranno ..

 

PS una cosa non capisco:

chi classifica e si assume a giudice tale da ascrivere, che so, un Tiepolo/Caravaggio alla categoria di "quart'ordine" e quindi passibile di vendita ?  Ogni dipinto è una rappresentazione unica e nelle collezioni bancarie nemmeno ci dovrebbe stare (ma si capisce perchè ci stanno:  l'acquisto di beni arte è un'ottima lavatrice, i soldi li sbianca, altro che draconiano o ferreo)

ma sono io che ho una visione troppo romantica :D ...

e del resto hai scritto bene "abbiamo il problema opposto - quello di disincentivare lo scambio ed il commercio" 

 

chiudo qui il mio tread 

 

 

 

 

 

 

Modificato da denario69

Inviato (modificato)

Solo per amore di cronaca: non ho menzionato il Caravaggio (autore a me particolarmente caro) come lavoro inferiore. Sul dipinto specifico della collezione Pop. Vicenza in passato si è discusso per l'attribuzione, successivamente una parte della critica lo ha riconosciuto come originale al pari del quadro di Vienna con identico soggetto (Caravaggio era noto per fare piu' originali - o almeno cosi si crede - di uno stesso soggetto/dipinto - al contempo suoi allievi facevano delle fedelissime copie - magari su richiesta dello stesso committente del quadro originale del Maestro che poi venivano inviate ad amici e potenti del committente - ricordiamoci che all'epoca non esistevano foto o possibilità di produrre copie meccaniche - in sintesi la produzione di Caravaggio è una delle piu' complesse e 'copiate' per un artista di quel periodo). 

Dell'incoronazione di spine esistono tre versioni.

Una - considerata originale dalla critica - presso il Kunsthistorisches di Vienna

un'altra - quella acquisita in precedenza dalla cassa di Risparmio di Prato che è l'oggetto della vendita della Pop. Vicenza (che acquisi' a suo tempo la cassa di Prato con opere d'arte annesse) . Tale dipinto Non appare ricordato in alcun documento noto, ed è stato esposto per la prima volta nel 1951, quando era considerato una copia dell'artista. Successivamente - a seguito di un restauro - parte della critica lo riconosce come un originale.

Infine una terza copia venne ritrovata nel 2006 nella soffitta della Chiesa di San Bartolomeo di Genova attribuita anch'essa a  Caravaggio da Piero Donati, direttore della soprintendenza per il patrimonio storico artistico della Liguria.

Non è corretto definire tali dipinti come inferiori a quelli piu' noti, e la mia era voleva essere piuttosto una provocazione per enfatizzare la necessità di maggiore tutela delle opere note già nella disponibilità dello Stato piuttosto che continuare ad acquisire opere che per mancanza poi di fondi o spazi non vengono valorizzate come meritano. Ma dissento fermamente dalla nozione che istituti privati o privati tout court non debbano poter possedere opere di questa importanza. Occorre superare il concetto di 'possesso' e 'proprietà' per statuto e abbracciare piuttosto la nozione della valorizzazione dell'opera che potrebbe risiedere ovunque ma a condizione che possa essere possibile ammirarla per 'chiunque' e meglio ancora se ben studiata e indagata.

Le opere d'arte sono un bene pubblico ma non necessariamente debbono essere possedute dal pubblico. Ad un'istituzione pubblica che manca di mezzi o piuttosto volontà per valorizzare le sue opere preferisco un privato che le curi, le esponga , le faccia studiare e divulgare a favore della Comunità.

Questo concetto, molto in voga in altri Paesi, da noi stenta ad essere accettato anche se le potenzialità sulla carta sarebbero vastissime.

Modificato da numa numa
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Inviato (modificato)

Caro @numa numa non entro nel merito del tuo pensiero...

preciso solo che l'italia non è "altri Paesi" mi permetto di allegare un altro articolo per "amor di cronaca"

(che spiega bene altri intrecci, eh si perchè una genesi ci sarà stata):

25 gen 2018: 

https://www.vipiu.it/leggi/un-diamante-e-per-sempre-come-fregatura-e-infatti-il-quotidiano-locale-consigliava-diamanti-che-vendeva-intesa-e-azioni-bpvi-che-ha-arraffato-la-stessa-banca/

<< Il 31 ottobre 2017, sotto il titolo “Diamanti da investimento venduti anche a vicentini tramite Intesa, Unicredit, BPM, MPS: Report denuncia, Antitrust multa per 15,35 mln Idb e Dpi, procura di Milano indaga“, scrivevamo: “Dopo una denuncia di Rai Report di un anno fa, ripresa anche ieri sera (clicca qui e vedi l’ultimo servizio) presentando truffe ai danni di investitori anche vicentini in diamanti (sono in 100.000 gli acquirenti potenzialmente interessati) e dopo l’apertura di un’inchiesta per truffa aggravata presso la Procura di Milano e di due procedimenti per pratiche commerciali scorrette presso l’Autorità di garanzia per la concorrenza e il mercato arriva la notizia dei provvedimenti presi dall’Antitrust chiamata in causa insieme a Consob…“.

Ebbene, come vi abbiamo anticipato, stiamo per portare alle stampe un dossier in cui ricordiamo anche ai cittadini/lettori/soci di Vicenza come siano stati ben informati dalla stampa locale confindustriale sulle vicende della Banca Popolare di Vicenza prima che deragliasse addosso a 118.000 risparmiatori.

E allora, sistemando la rassegna stampa, ci siamo imbattuti in un paio di articoli del nostro bene amato quotidiano che consigliava caldamente proprio l’acquisto dei diamanti dalle società che poi L’Antitrust avrebbe sanzionato, scrive la Stampa, avendo «ritenuto gravemente ingannevoli e omissive le modalità di offerta dei diamanti da investimento» da parte delle società Intermarket Diamond Business (Idb) e Diamond Private Investment (Dpi) «anche attraverso gli istituti di credito con i quali rispettivamente operavano: Unicredit e Banco BPM (per Idb); Intesa Sanpaolo e Banca Monte dei Paschi di Siena (per Dpi)». L’ammontare complessivo delle sanzioni, decise al termine di due istruttorie, è di 15,35 milioni di euro…“.

Leggete ora gli articoli del 24 gennaio 2012 che anche gli investitori vicentini truffati avranno letto con la stessa fiducia che hanno riposto nelle azioni BPVi decantate per anni su quelle stesse pagine.

Il primo articolo, a firma Cinzia Morgani, nell’occhiello scrive «Investimenti. Un sistema diverso di impiego del risparmio», nel titolo spara «Meglio i diamanti dell’oro ballerino_ a “rischio-bolla”» e nel sommario dà il colpo finale «Gli operatori alla ricerca di alternative finanziarie a metallo giallo, titoli di stato, azioni e obbligazioni “Qui l’incremento di valore è costante nel tempo“».

Avevate ancora qualche dubbio quel 24 gennaio 2012 prima di correre, che so, in Intesa Sanpaolo per ordinare ai suoi sportelli i diamanti DPI?

Ecco allora il secondo articolo sotto forma di intervista.

A chi? Ma a Maurizio Sacchi, Amministratore delegato di Dpi, che alla stessa collega Cinzia individuava nei suoi diamanti «Il modo migliore per salvaguardare il vostro capitale» riferendosi ai parametri poi sanzionati quali “…le informazioni ingannevoli e omissive diffuse… il prezzo di vendita dei diamanti, presentato come quotazione di mercato…; l’andamento del mercato dei diamanti, rappresentato in stabile e costante crescita; … l’agevole liquidabilità e rivendibilità dei diamanti alle quotazioni indicate e con una tempistica certa; … la qualifica dei professionisti come leader di mercato“.
Tutte cose prima e poi sentite sulle azioni BPVi ma l’Ad di Dpi forse non aveva tutti i torti perchè se i diamanti, venduti tramite l’attuale erede di BPVi, Intesa Sanpaolo, non erano “il modo migliore” per investire, si sono rivelati, comunque, crollo e qualità discutibili a  parte, un modo migliore che non quello di investire in azioni della Banca Popolare di Vicenza.
Che ora valgono zero.
Leggete e riflettete, gente: la finanza è una cosa seria da far trattare a gente seria…Ora lo sapete, a spese vostre >>

(fine art)

questo è un altro link per chi avesse voglia di approfondire il sistema stupendo messo in piedi (con alcuni dei protagonisti, privati):

https://www.calvettiepartners.org/truffa-diamanti-altra-fregatura-bancaria/

 

certamente "privato è bello", tanto bello per certe tasche con la mano nelle altrui tasche.
(poi quando hanno problemi però aiuto pubblico dove sei ?!)

con queste tipologie gestionali :D .. avoja a vendere collezioni (e questa sarà la prima di una lunga serie)

 

Scusate mi ero ripromesso di non scrivere più ... 

 

 

Modificato da denario69

Inviato
2 ore fa, denario69 dice:

certamente "privato è bello", tanto bello per certe tasche con la mano nelle altrui tasche.
(poi quando hanno problemi però aiuto pubblico dove sei ?!)

con queste tipologie gestionali :D .. avoja a vendere collezioni (e questa sarà la prima di una lunga serie)

Perdonami Denario

la storia dei diamanti aggiunge indignazione alle nefandezze esperite dai farabutti della banca vicentina e fin quj non ci piove.

dissento invece dalle conclusioni molto sommarie che rischiano di scadere nel qualunquismo.

qui non so tratta di contrapporre privato e pubblico come fosse un derby

qui si tratta semplicemente di fare distinzione tra chi fa le cose giuste nell’interesse della cultura e chi invece non le fa. Bravo e’ chi agisce pro-cultura  Il colore della  pelle non conta  ? 

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Inviato
3 ore fa, numa numa dice:

Perdonami Denario

la storia dei diamanti aggiunge indignazione alle nefandezze esperite dai farabutti della banca vicentina e fin quj non ci piove.

dissento invece dalle conclusioni molto sommarie che rischiano di scadere nel qualunquismo.

qui non so tratta di contrapporre privato e pubblico come fosse un derby

qui si tratta semplicemente di fare distinzione tra chi fa le cose giuste nell’interesse della cultura e chi invece non le fa. Bravo e’ chi agisce pro-cultura  Il colore della  pelle non conta  ? 

Sottoscrivo tutti i tuoi interventi parola per parola.

Aggiungo un mio breve punto di vista: qui non si tratta di dare patenti di "buono" o "cattivo", come qualcuno sopra pare sostenere. Il buono è chi opera nell'interesse della collettività, indipendentemente dalla mera proprietà di un dato bene culturale. Nessuno può dare all'altro lezioni di moralità perché esistono esempi positivi e negativi da entrambe le parti (non necessariamente contrapposte). Riguardo la storia della popolare di Vicenza, nessuno tutela veramente i poveri investitori truffati, spesso con piccole cifre che rappresentavano però i risparmi di una vita. Se si pensasse veramente a rimborsare i creditori, tutti, per quanto possibile, si sarebbe messo all'incanto i beni della banca cercando di ricavare il massimo possibile e certo non dividendo per lotti massicci, peraltro anche sottoposti a tutela. Cosi' si ricaverà il minimo del minimo, non il valore effettivo. Riguardo Caravaggio o altri maestri importanti, per i quali capisco la necessità di non farli uscire dall'Italia, lo stato, che siamo poi noi tutti, perché invece di mettere il vincolo, non tira fuori i soldi e se le compra le cose uniche ed importanti, destinandole ad un museo pubblico che può valorizzarle? Sarebbe ora! La collezione numismatica, per niente unica come propagandata, andava venduta singolarmente e senza vincolo. Lo stato, al massimo, avrebbe potuto esercitare una prelazione, su tutto o su determinati pezzi, da valorizzare poi e non destinare ad un magazzino dimenticato. Dobbiamo secondo me cambiare il concetto di ciò che intendiamo per bene culturale. Un bene culturale è proprietà dell'umanità, non di un singolo stato o di un privato. Importante è che si possa studiare e valorizzare, che la collettività possa goderne. Si è detto che l'Italia ha un numero smisurato di beni culturali di ogni genere. Sarà ora di catalogare, fotografare, restaurare e promuovere nell'interesse della cultura, invece di limitare sempre di più il commercio ed il possesso? Ciò che importa è la conoscenza, non il mero possesso di un oggetto.

 

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5 ore fa, numa numa dice:

Perdonami Denario

la storia dei diamanti aggiunge indignazione alle nefandezze esperite dai farabutti della banca vicentina e fin quj non ci piove.

dissento invece dalle conclusioni molto sommarie che rischiano di scadere nel qualunquismo.

qui non so tratta di contrapporre privato e pubblico come fosse un derby

qui si tratta semplicemente di fare distinzione tra chi fa le cose giuste nell’interesse della cultura e chi invece non le fa. Bravo e’ chi agisce pro-cultura  Il colore della  pelle non conta  ? 

Il derby non l'ho mica iniziato io :) :) ho espresso un mio modesto parere.. prima tacciato per "minestrone" ? 

prima ancora, si è dato per scontato che non capissi cosa è una banca e mi è stato spiegato in tono .. come dire io so io e tu non  .. (va di moda non me la prendo :) :) :)

Sia come sia 

Sottoscrivo in pieno le tue parole conclusive :D chiudo qui la partita.

PS magari fosse qualunquismo sono dati oggettivi, difficilmente contestabili visto che i fatti reali sono sotto gli occhi di tutti (dagli ultimi anni a questa parte) 

ciao !

Modificato da denario69

Inviato
48 minuti fa, aemilianus253 dice:

Sottoscrivo tutti i tuoi interventi parola per parola.

Aggiungo un mio breve punto di vista: qui non si tratta di dare patenti di "buono" o "cattivo", come qualcuno sopra pare sostenere. Il buono è chi opera nell'interesse della collettività, indipendentemente dalla mera proprietà di un dato bene culturale. Nessuno può dare all'altro lezioni di moralità perché esistono esempi positivi e negativi da entrambe le parti (non necessariamente contrapposte). Riguardo la storia della popolare di Vicenza, nessuno tutela veramente i poveri investitori truffati, spesso con piccole cifre che rappresentavano però i risparmi di una vita. Se si pensasse veramente a rimborsare i creditori, tutti, per quanto possibile, si sarebbe messo all'incanto i beni della banca cercando di ricavare il massimo possibile e certo non dividendo per lotti massicci, peraltro anche sottoposti a tutela. Cosi' si ricaverà il minimo del minimo, non il valore effettivo. Riguardo Caravaggio o altri maestri importanti, per i quali capisco la necessità di non farli uscire dall'Italia, lo stato, che siamo poi noi tutti, perché invece di mettere il vincolo, non tira fuori i soldi e se le compra le cose uniche ed importanti, destinandole ad un museo pubblico che può valorizzarle? Sarebbe ora! La collezione numismatica, per niente unica come propagandata, andava venduta singolarmente e senza vincolo. Lo stato, al massimo, avrebbe potuto esercitare una prelazione, su tutto o su determinati pezzi, da valorizzare poi e non destinare ad un magazzino dimenticato. Dobbiamo secondo me cambiare il concetto di ciò che intendiamo per bene culturale. Un bene culturale è proprietà dell'umanità, non di un singolo stato o di un privato. Importante è che si possa studiare e valorizzare, che la collettività possa goderne. Si è detto che l'Italia ha un numero smisurato di beni culturali di ogni genere. Sarà ora di catalogare, fotografare, restaurare e promuovere nell'interesse della cultura, invece di limitare sempre di più il commercio ed il possesso? Ciò che importa è la conoscenza, non il mero possesso di un oggetto.

 

@aemilianus253 un piacere rileggerti dopo la mia assenza dal forum per molto tempo..

 

Ho già risposto abbondantemente sopra, considero il derby chiuso e  vinto da @numa numa  :D :D

Si vendano orsù le oselle ed i Caravaggio/Tipeolo e finanche i palazzi e buon asta a tutti :):D 

PS non è una questione di "buono" o "cattivo" ma una questione di metodo 

Ritorno ai miei modesti impegni !!!

 

 

 

 

 

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Inviato

Appunto. E il metodo in Italia non è dei migliori.

Arka

Dilicite iustitiam

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Inviato
2 ore fa, denario69 dice:

@aemilianus253 un piacere rileggerti dopo la mia assenza dal forum per molto tempo..

 

Ho già risposto abbondantemente sopra, considero il derby chiuso e  vinto da @numa numa  :D :D

Si vendano orsù le oselle ed i Caravaggio/Tipeolo e finanche i palazzi e buon asta a tutti :):D 

PS non è una questione di "buono" o "cattivo" ma una questione di metodo 

Ritorno ai miei modesti impegni !!!

 

 

 

 

 

Il piacere è mio. Credo che in una discussione pacata come questa, dove ognuno è libero di esprimere il suo legittimo punto di vista, non ci siano vinti o vincitori, ma tutti si esca un po' arricchiti dal confronto. Per quanto mi riguarda, dovresti continuare a scrivere perché i tuoi interventi risultano interessanti e piacevoli da leggere, anche quando inserisci volutamente qualche iperbole. Nessuno di noi propone infatti di vendere palazzi o quadri mirabili di grandi maestri (o cose simili), ma un diverso rapporto fra lo stato ed i privati. I beni sono privati, in questo caso, no? Lo scopo è di raggranellare più soldi possibile per compensare almeno in parte i creditori della banca fallita. Si faccia allora del tutto per ottenere il massimo possibile. Ciò non deve necessariamente andare contro l'interesse pubblico e le possibilità di valorizzazione e fruizione dei beni stessi (quelli naturalmente di maggiore interesse). Invece di imporre lotti invendibili o quasi, con il vincolo, lo stato eserciti la prelazione, tiri fuori i soldi e li aggiunga al nostro sterminato patrimonio culturale. Così facendo, aiuterebbe anche migliaia di persone che hanno perso i loro risparmi. Oppure lasci che almeno la vendita dei beni di minore interesse sia libera e il più possibile remunerativa. Dico male?

  • Mi piace 4

Inviato

Sottoscrivo quanto detto da Aemilianus. Questo il senso di quanto veniamo dicendo - ovvero che puo’ esistere un punto d’incontro tra interesse privato ed interesse pubblico senza necessariamente ledere alcuna delle due parti. 
non e’ come detto un derby con vincitori e vinti bensi una costruzione dove pubblico e privato si incontrino e dove pero’ entrambe le parti devono fare in qualche modo delle concessioni per far si che l’incontro si realizzi

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  • 3 mesi dopo...
Supporter
Inviato

Supporter
Inviato

 

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Supporter
Inviato

È ancora sub iudice il vincolo di pertinenzialita' pare...l'amministrazione si è già portata avanti...anche le oselle che furono poste in asta da Pandolfini avranno avuto questa provenienza?


Inviato
Il 23/1/2022 alle 16:07, simonesrt dice:

Purtroppo lo so bene ma ci si prova fino alla fine

 

Giusto! 


Inviato

Qualcuno sa se ls collezione di oselle e’ stara poi venduta ? 


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