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Contromarche nelle monete pontificie


monetiere

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Ciao a tutti 

Non avendo una minima idea su come muovermi vorrei chiedervi se qualcuno è per caso a conoscenza di eventuali pubblicazioni, se esistono, che parlano di contromarche applicate nelle monete dello stato pontificio. Non avendo trovato praticamente nulla in rete volevo avere qualche delucidazione da voi, più esperti sicuramente di me, riguardo eventuali libri o semplicemente articoli anche solo che trattino la tematica in breve o che comunque siano degli inserti in opere di più ampio respiro.

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  • 2 settimane dopo...

Ciao @monetiere, la questione che poi non è affatto semplice. A mia conoscenza, non ci sono libri o pubblicazioni che trattino specificatamente delle contromarche sulle monete papali. Si tratta infatti di un argomento sporadico ed assai eterogeneo e che forse non suscita ampio interesse, tanto da "meritare" un trattazione sistematica. 

In linea del tutto generica, non avendo competenze specifiche dell'argomento:), le contromarche (fenomeno presente ovviamente non solo sulla monetazione papale), possono essere le più eterogenee e possono avere motivazioni assai diverse che spesso rimangono ignote o non facilmente spiegabili. Bisogna inoltre distinguere quelle che sono le contromarche "d'epoca", cioè apposte sulla moneta nel periodo in cui quella moneta circolava, e quelle successive. Quelle così dette "d'epoca" hanno spesso un significato storico-politico o economico, quelle successive possono avere le motivazioni più disparate e spesso sconosciute.    

Mi sono preso la briga di spulciare un po' i db disponibili online, per cui ti allego alcuni esempi. 

 

Una delle CM più "famose" nella monetazione papale è questa presente su questo testone (la si vede anche sui testoni di Innocenzo XI del tipo "Melius est dare quam accipere"). Si dice che sia la CM che indica l'appartenenza ad una collezione. In effetti in passato le monete potevano essere vergate sui campi con china nera o blu spesso con un numero, che poteva indicare la classificazione di quella moneta nell'ambito di una collezione. In alcuni casi, come questo, addirittura marcata, per renderla immediatamente riconoscibile come facente parte di una determinata raccolta. Sicuramente si tratta di una CM posta successivamente sulla moneta. 

 

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Decisamente inconsueta ed elaborata è invece quest'altra CM presente su questo testone di Alessandro VIII: ALESSANDRO VIII (1689-1691) Testone 1689 A. I, Roma. D/ Busto del Pontefice R/ I SS. Pietro e Paolo. Munt. 21 Ag g 8,88 • Interessante esemplare che presenta, al diritto, una contromarca composta da R sormontata da testa d'aquila.

Non saprei dire quale significato possa avere, ma direi CM quasi sicuramente non coeva.  

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Questa che segue invece è una CM sicuramente coeva il cui significato è ben noto e di grande importanza storica:

FANO. Sisto V (1585-1590) Baiocco a/I (g. 0,94). Busto a sn. R/ La Madonna con il Bimbo seduta sulla S. Casa di Loreto. Munt. 112; Berm. 1373. MI RARO al D/ contromarca circolare con croce trifogliata e globetti nei quarti. 

Quella contromarca, spiega il Muntoni, era apposta, indifferentemente al dritto e al rovescio dei baiocchi in mistura, per arginare l' invasione delle contraffazioni, ma data la facile riproducibilità non diede i frutti sperati: infatti, sono stati riscontrate contraffazioni anche con questo marchio.

Questa è una CM che sicuramente da un valore storico-numismatico aggiuntivo a questa monetina.

 

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Anche questa contromarca ha un fortissimo significato storico, che è da ricercare nelle lunghe e  complesse vicende del "Comtat Venaissin".

AVIGNONE
Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini), 1592-1605.
Dozzina 1593 con giglio francese contromarcato al rv.

Nel 1593 Achille Ginnasi (1553-1594), di Castel Bolognese fu nominato governatore del Contado Venassino da papa Clemente VIII. In entrambi i territori dell'enclave gli abitanti erano esentati dalle tasse e dal servizio militare, e quindi godevano di grandi privilegi in confronto ai vicini sudditi del Regno di Francia. Nei secoli successivi i re di Francia tentarono più volte di annettere la regione in occasione di divergenze con la Santa Sede, e il Comtat fu invaso dalle truppe francesi nel 1663, 1668, 1768 e 1774. Durante il regno di Luigi XIV e Luigi XV fu anche soggetto a limitazioni commerciali e doganali: nel 1734 il re di Francia proibì agli abitanti del Contado Venassino di coltivare il tabacco e di produrre stoffe di seta stampata.

La sovranità papale sul Contado Venassino ebbe fine, dopo lunghi secoli, solo con la Rivoluzione francese. Già dal 1785 si erano registrate tensioni riformistiche e, quando nel 1789 scoppiò la rivoluzione, come in Francia venne chiesto al papa Pio VI di convocare gli Stati Generali del Contado, che si erano riuniti per l'ultima volta nel 1596. Superata l'iniziale resistenza del papa, la riunione ebbe luogo nell'aprile 1790 e sancì alcune misure di stampo repubblicano (uguaglianza fiscale, abolizione dei privilegi di classe, riforme giudiziarie). Tuttavia, quando la vicina Avignone insistette per passare insieme al Regno di Francia, venne rinnovato il giuramento di fedeltà al papa e venne accolto il vicelegato di Avignone, scacciato dalla sua città. Si giunse allo scontro armato con Avignone, che fu interrotto dall'intervento delle truppe francesi. Nel 1791, per mezzo di un plebiscito non autorizzato dal papa, gli abitanti votarono a favore dell'annessione alla Francia. Dal 1793 l'ex Contado Venassino forma, assieme ai territori di Avignone e Orange, il dipartimento della Vaucluse. La Santa Sede dal canto suo non riconobbe formalmente il risultato del plebiscito sino al 1814 e quando il Congresso di Vienna restaurò lo Stato Pontificio in seguito alla parentesi napoleonica il papa protestò vivamente per la mancata restituzione della sua enclave provenzale.

Possiamo dire con certezza che l'apporre il giglio di Francia sulle monete papali dell'enclave papale, faceva ben capire che aria tirasse!:D

Michele

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Modificato da ZuoloNomisma
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@ZuoloNomisma innanzitutto grazie per la pazienza e soprattutto per l'accortezza di avermi risposto.

Penso che per il caso del sampietrini più che di una contromarca possa trattarsi di una ribattitura (se noti ci sono le lettere PE che sono le iniziali di PERUGIA che sono al rovescio).

Comunque il resto degli utenti del forum che non hanno risposto li mandiamo a "Chi l'ha visto"...:D:help:

Apparte scherzi, bastava semplicemente rispondere che non si era a conoscenza di pubblicazioni a riguardo ma va bene lo stesso così.

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Il 30/1/2022 alle 10:42, ZuoloNomisma dice:

Decisamente inconsueta ed elaborata è invece quest'altra CM presente su questo testone di Alessandro VIII: ALESSANDRO VIII (1689-1691) Testone 1689 A. I, Roma. D/ Busto del Pontefice R/ I SS. Pietro e Paolo. Munt. 21 Ag g 8,88 • Interessante esemplare che presenta, al diritto, una contromarca composta da R sormontata da testa d'aquila.

Non saprei dire quale significato possa avere, ma direi CM quasi sicuramente non coeva.  

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Questa è un marchio apposto dall'artigiano che ha eseguito la montatura (poi rimossa) della moneta; un amico collezionista ne aveva diverse, ancora con la montatura integra, a volte anche il rosario su cui la moneta era divenuta "medaglione".

Ciao, RCAMIL.

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  • 1 anno dopo...
Il 30/1/2022 alle 11:03, ZuoloNomisma dice:

Anche questa contromarca ha un fortissimo significato storico, che è da ricercare nelle lunghe e  complesse vicende del "Comtat Venaissin".

AVIGNONE
Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini), 1592-1605.
Dozzina 1593 con giglio francese contromarcato al rv.

Nel 1593 Achille Ginnasi (1553-1594), di Castel Bolognese fu nominato governatore del Contado Venassino da papa Clemente VIII. In entrambi i territori dell'enclave gli abitanti erano esentati dalle tasse e dal servizio militare, e quindi godevano di grandi privilegi in confronto ai vicini sudditi del Regno di Francia. Nei secoli successivi i re di Francia tentarono più volte di annettere la regione in occasione di divergenze con la Santa Sede, e il Comtat fu invaso dalle truppe francesi nel 1663, 1668, 1768 e 1774. Durante il regno di Luigi XIV e Luigi XV fu anche soggetto a limitazioni commerciali e doganali: nel 1734 il re di Francia proibì agli abitanti del Contado Venassino di coltivare il tabacco e di produrre stoffe di seta stampata.

La sovranità papale sul Contado Venassino ebbe fine, dopo lunghi secoli, solo con la Rivoluzione francese. Già dal 1785 si erano registrate tensioni riformistiche e, quando nel 1789 scoppiò la rivoluzione, come in Francia venne chiesto al papa Pio VI di convocare gli Stati Generali del Contado, che si erano riuniti per l'ultima volta nel 1596. Superata l'iniziale resistenza del papa, la riunione ebbe luogo nell'aprile 1790 e sancì alcune misure di stampo repubblicano (uguaglianza fiscale, abolizione dei privilegi di classe, riforme giudiziarie). Tuttavia, quando la vicina Avignone insistette per passare insieme al Regno di Francia, venne rinnovato il giuramento di fedeltà al papa e venne accolto il vicelegato di Avignone, scacciato dalla sua città. Si giunse allo scontro armato con Avignone, che fu interrotto dall'intervento delle truppe francesi. Nel 1791, per mezzo di un plebiscito non autorizzato dal papa, gli abitanti votarono a favore dell'annessione alla Francia. Dal 1793 l'ex Contado Venassino forma, assieme ai territori di Avignone e Orange, il dipartimento della Vaucluse. La Santa Sede dal canto suo non riconobbe formalmente il risultato del plebiscito sino al 1814 e quando il Congresso di Vienna restaurò lo Stato Pontificio in seguito alla parentesi napoleonica il papa protestò vivamente per la mancata restituzione della sua enclave provenzale.

Possiamo dire con certezza che l'apporre il giglio di Francia sulle monete papali dell'enclave papale, faceva ben capire che aria tirasse!:D

Michele

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Stesso discorso allora anche per questo mio esemplare, diametro 24mm,peso 1,6 grammi... Quanta storia dietro quel piccolo giglio... 

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