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Bronzo di Mopsium o Mopsion


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Salve.

Nella Leu Web Auction 17 è stato battuto un bronzo di Mopsium o Mopsion, città e città-stato di Pelasgiotis nell’antica Tessaglia, situata su una collina dello stesso nome che secondo Livio era a metà strada tra Larissa e la Valle di Tempe. Sul diritto è raffigurata la testa di Zeus vista di fronte, rivolta leggermente a destra, e sul rovescio Mòpso, un Lapita dal quale secondo Strabone prese origine il nome della città, nell’atto di colpire con la clava un centauro che cerca di scagliarli addosso un masso.

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Greek
THESSALY. Mopsion. Circa 350-300 BC. Trichalkon (Bronze, 21 mm, 8.11 g, 8 h). Laureate head of Zeus facing slightly to right; to right, thunderbolt. Rev. ΜΟΨΕΙΩΝ Mopsos, standing front, head to right, about to strike with club a centaur rearing left, holding above head a boulder which he is about to hurl. BCD Thessaly II 484. Rogers 412. Somewhat rough and with minor deposits, otherwise, about very fine.

From a European collection, formed before 2005.

Starting price: 25 CHF. Result: 440 CHF.

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Un esemplare del bronzo battuto alla CNG Triton X era già stato presentato da Valteri in una discussione del 2018 dal titolo “Centauromachia”, con riferimento alla scena del rovescio sullo scontro tra i Centauri e i Lapiti in occasione delle nozze di Piritoo. Sull’autenticità del bronzo sono state espresse riserve.

Un altro esemplare degno di nota è quello della NAC 116, la cui didascalia riporta notizie biografiche su Mopso.

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Greek Coins
Mopsius
Tetrachalkous circa 350, Æ 7.86 g. Laureate head of Zeus three-quarters r.; in r. field, thunderbolt. Rev. ΜΟΨΕΙ – ΩΝ Mopsus standing facing, head r., raising club and fighting centaur rearing l. McClean 4648. Rogers 412. BCD Thessaly I, 1210 (this coin). BCD Thessaly II, 484.
Very rare and in exceptional condition for the issue, possibly the finest specimen known. A very interesting portrait of fine style, brown tone, minor areas of weakness, otherwise good very fine / about extremely fine. Ex Nomos sale 4, BCD, 1210.

Mopsius was a settlement in the Vale of Tempe named after the Lapith seer, Mopsos. He was famous in Greek mythology for his ability to understand the speech of birds and the knowledge of augury granted to him by Apollo. Mopsos participated in the battle between the Lapiths and Centaurs that broke out at the marriage feast of Peirithoos- a conflict symbolizing the struggle and ultimate triumph of civilized (i.e. Greek) culture over barbarism. The involvement of Mopsos in the fighting is advertised on this very rare bronze coin through the reverse type featuring a Lapith clubbing a rearing Centaur. The type is notable for its similarity to the famous depictions of Lapiths and Centaurs in conflict on the sculptured metopes of the Parthenon. Mopsos later joined the Thessalian hero Jason and sailed as an Argonaut on the quest to bring back the Golden Fleece. Unfortunately, when the Argo was stranded in Libya, Mopsos was killed by the bite of a viper spawned by the blood of the slain Medusa. Its venom was so deadly and powerful that even the sorcery of Medea was unable to save the Lapith seer from death.

Starting price: 2.800 CHF. Estimate: 3.500 CHF. Result: 4.500 CHF

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Sul rovescio del bronzo è raffigurata una scena della Centauromachia, la battaglia tra Lapiti e Centauri durante la festa nuziale di Piritoo, fratello dei Centauri e re dei Lapiti.

Nella mitologia greca i Lapìti erano un popolo leggendario che abitava la vallata del Peneo in Tessaglia. La loro origine, al pari di quella dei Mirmidoni e delle altre tribù tessale, risale a un'epoca pre-ellenica. Le antiche genealogie sostenevano che la loro stirpe fosse imparentata con quella dei Centauri, secondo una leggenda per cui Lapite e Centauro sarebbero stati fratelli gemelli figli di Apollo e della ninfa Stilbe, figlia del dio fluviale Peneo. Lapite era un abile guerriero mentre Centauro era un essere deforme che visse insieme ai cavalli e si accoppiò con le giumente generando i Centauri, creature metà uomini e metà cavalli. Lapite divenne invece il progenitore della stirpe che da lui prende il nome e tra i suoi discendenti si trovano re e guerrieri come IssionePiritooCeneo e Corono, nonché i veggenti IdmoneMopso.

La madre di Piritoo era Dia, figlia di Deioneo (o Eioneo) mentre, come era comune per molti eroi, egli aveva un padre divino e un padre mortale. Il padre immortale era Zeus che però, per mettere incinta Dia, aveva dovuto assumere le sembianze di un cavallo, ragion per cui i Lapiti divennero anche abili cavalieri. A loro fu attribuita l'invenzione del morso delle briglie. Secondo l'Iliade i Lapiti parteciparono alla guerra di Troia con quaranta navi sotto il comando di Polipete, figlio di Piritoo, e di Leonteo, figlio di Corono.

Le nozze di Piritoo e Deidamia

La più famosa leggenda che coinvolge i Lapiti è quella della loro battaglia contro i Centauri in occasione della festa nuziale di Piritoo, la cosiddetta Centauromachia. I Centauri erano stati invitati ai festeggiamenti ma, non essendo abituati al vino, ben presto si ubriacarono dando sfogo al lato più selvaggio della loro natura. Quando la sposa Deidamia arrivò per accogliere gli ospiti, il centauro Euritione balzò su di lei e tentò di stuprarla. In un attimo anche tutti gli altri Centauri si lanciarono addosso alle donne e ai fanciulli. Naturalmente scoppiò una battaglia nella quale anche l'eroe Teseo, amico di Piritoo, intervenne in aiuto dei Lapiti. I Centauri furono alla fine sconfitti e scacciati dalla Tessaglia e a Euritione furono mozzati naso e orecchie. Durante lo scontro caddero il lapite Ceneo e il centauro Cillaro.

Ceneo, uno dei Lapiti più famosi, originariamente era una ragazza di nome Ceni ed era la favorita di Poseidone che, per esaudire una sua supplica, la trasformò in un uomo rendendola un guerriero invulnerabile. Donne guerriere di questo tipo, a stento distinguibili dagli uomini, erano comuni tra i cavalieri Sciti e furono ancora presenti nella tradizione albanese. Nel corso della battaglia contro i Centauri Ceneo si era dimostrato invulnerabile ancora una volta, finché i Centauri non decisero semplicemente di schiacciarlo con dei massi e dei tronchi d'albero: a quel punto egli sprofondò ancora apparentemente illeso nelle profondità della terra, dalle quali riemerse trasformato in un uccellino.

Quando l'interpretazione dei miti greci cominciò a essere mediata dall'influenza del pensiero filosofico, la battaglia tra Lapiti e Centauri fu vista come un'allegoria della lotta interiore tra gli istinti selvaggi dell'uomo e l'educazione basata sulla civiltà, rappresentata dalla giusta comprensione da parte dei Lapiti dell'uso che andava fatto del vino donato dagli dei, che deve essere allungato con acqua e bevuto senza abbandonarsi agli eccessi. Gli scultori greci della scuola di Fidia concepirono questa battaglia come una lotta tra l'umanità e dei mostri maligni che simbolicamente rappresentava il conflitto tra la civile Grecia e i barbari dell'Impero Persiano. La battaglia tra Lapiti e Centauri fu rappresentata sulle sculture dei fregi che decoravano il Partenone, per richiamare il reciproco rispetto e l'alleanza tra l’ateniese Teseo e il lapite Piritoo, nonché su quelle del tempio di Zeus a Olimpia. Fu inoltre un tema estremamente popolare per i decoratori di vasellame.

Da https://it.wikipedia.org/wiki/Lapiti

apollonia

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