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piastra sebeto 1736 con gigli invertiti


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Rileggete anche l’intervento di Lorenzo. Parla di “personali” conclusioni. Usa il condizionale, il verbo “ credo” e così via.

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Sarei curioso di sapere cosa ne pensi, ma sarei ancora più curioso di sapere cosa pensi delle mie argomentazione esposte al post numero 166. Fanno proprio pena, non hanno nemmeno un filo di logica, sono impresentabili o nascondono anche qualche verità? Siccome le ripeto da tanto e mai ho ricevuto risposta specifica, ancora non l’ho capito. Un abbraccio.

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Il 7/5/2023 alle 14:53, LOBU dice:

Dopo tutte queste domande, sono arrivato a delle personali conclusioni

Queste poche righe mi sembrano abbastanza chiare...

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12 ore fa, Releo dice:

Sarei curioso di sapere cosa ne pensi, ma sarei ancora più curioso di sapere cosa pensi delle mie argomentazione esposte al post numero 166. Fanno proprio pena, non hanno nemmeno un filo di logica, sono impresentabili o nascondono anche qualche verità? Siccome le ripeto da tanto e mai ho ricevuto risposta specifica, ancora non l’ho capito. Un abbraccio.

 

Allora, se da ricercatore dovessi scrivere una peer-review per un articolo in cui ci sono le argomentazioni e ipotesi discusse in questo thread, io personalmente scriverei così:

 

1) In generale, la disposizione di 3 gigli in un modo o in un altro non ha rilevanza nel simbolismo massonico.

2) Detto questo, che i maestri di zecca fossero massoni non rappresenta di per sé alcuna prova che quello che avveniva in zecca, in qualunque fase del processo di coniazione, fosse voluto dalla "massoneria", per altro -semmai- da una "loggia" o "obbedienza" non dalla "massoneria". Né dimostra una scelta dettata da principi massonici.

3) Mi pare che questa variante sia troppo diffusa nel tempo per poterla associare ad un "messaggio" politico preciso legato ad un determinato avvenimento. Dovrebbe avere ogni volta lo stesso significato? nel  1736, 1788, 1793, 1795, e 1817 1818? son 80 anni. Quale sarebbe e come lo si dimostra?

4) È assolutamente implausibile che un messaggio rivolto a poche persone avvenga in questo modo. Un "messaggio" su monete che circolano tra migliaia di persone avrebbe infatti senso come affronto o derisione pubblica, non come messaggio privato: Tutti lo devono vedere.
Al netto del punto (3) che secondo me è fondamentale, e anche volendo ammettere uno "sgarro", se ne dovrebbe aver notizia in qualche modo: documenti, giornali, pamphlet, poesie, parodie, manifesti, lettere. 

Esistono "sfigurazioni" dello stemma in contesti coevi chiaramente riferibili alla contestazione della casa regnante? Se sì, sarebbe un argomento a favore. Le foto di stemmi già postati vanno nella direzione opposta.


6) In mancanza di documentazione certa, la soluzione più plausibile è la più semplice in termini di congetture: variante araldica. Dalle foto già presentate pare che per i Borboni la disposizione  dei gigli medicei fosse di poca o nessuna rilevanza.
 

7) Come linea di ricerca dovrebbe essere proficuo raccogliere e confrontare rappresentazioni dello stemma  al di fuori della numismatica(!) negli 80 anni in questione e -importante- gli eventuali commenti coevi(!)  sulla disposizione dei gigli ed eventuali sostituzioni di stemmi errati.  Se in 80 anni nessuno hai mai scritto nulla per lamentarsi o evidenziare l'errore/affronto/parodia, allora la possibilità che si tratti di una mera variante grafica senza alcun significato recondito diventa una certezza.

 

 



 

Modificato da manuelcecca
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3 ore fa, manuelcecca dice:

2) Detto questo, che i maestri di zecca fossero massoni non rappresenta di per sé alcuna prova che quello che avveniva in zecca, in qualunque fase del processo di coniazione, fosse voluto dalla "massoneria", per altro -semmai- da una "loggia" o "obbedienza" non dalla "massoneria". Né dimostra una scelta dettata da principi massonici.

Tralasciano che questo caso comporterebbe che tutta la zecca fosse "collusa" poiché il maestro di zecca non si occupava in prima persona delle varie fasi della produzione della moneta. Avrebbero quindi dovuto essere al corrente di questo dettaglio gli incisori [dato che avrebbero dovuto improntare i conii], i coniatori stessi ed il personale preposto a controllare che la moneta fosse "ben coniata"... 

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Manuelcecca, ti dò atto che sei il primo, dopo tanta attesa, che si adopera, e con cognizione di causa, a dare delle risposte ai miei quesiti. 
Passo alle tue affermazioni: 1) Non so se sia proprio vero che i tre gigli disposti uno in alto e due in basso oppure due in alto ed uno in basso non stiano a significare nulla per i massoni. Conosciamo, in tutti i suoi risvolti, il simbolismo massonico dell’ epoca? 2) Se noi diamo per scontato che a Napoli i maestri di zecca o chi per loro fossero massoni o vicini alla massoneria, per quale motivo non avrebbero potuto utilizzare le monete al fine del raggiungimento dei loro scopi? Non abbiamo né prove né controprove certe. Ma penso che, dall’essere massoni al tentativo di utilizzare il loro linguaggio massonico in ogni sede e circostanza favorevole, il passo sia veramente molto breve…; 3)  Scusa, ma come fai a parlare di variante “troppo diffusa”? Secondo me, è esattamente il contrario. E’ proprio il fatto che si riscontra solo in rarissimi anni, dopo una totale assenza  di qualche decennio, concentrati magari in un pacchetto consecutivo di pochi anni, che ci lascia molto perplessi. Se la variante fosse veramente “troppo diffusa”, non farebbe assolutamente notizia. Ed è proprio a questo “andamento “strano” che si cerca di dare delle risposte da parte degli studiosi; 4) Un messaggio é un messaggio. Noi non sappiamo a chi poteva essere diretto e non riusciamo neanche a decifrarlo. Con ogni probabilità, all’epoca, le monete dovevano costituire un possibile valido veicolo per il conseguimento di determinati obiettivi. Pensiamo che, allora, non esisteva nessun mezzo di comunicazione e le monete, guarda caso, avevano una diffusione capillare…; 6) Dove hai letto che per i Borbone la disposizione dei gigli medicei fosse di nessuna importanza? Tieni conto che troviamo gigli invertiti(1/2) anche nello spazio Borbone! Non possiamo avventurarci in affermazioni così nette  senza riferimenti specifici; 7) È vero che, al di fuori della numismatica, erano , a volte, presenti stemmi (in chiese, palazzi…) che non rispettavano quello ufficiale. Ma penso che le monete, appunto per la loro peculiarità, capillarità, diffusione e larga circolazione obbligavano ad una maggiore e più fedele attenzione allo scudo ufficiale borbonico.

Tante le evidenze che non riusciamo a spiegarci ed in tanti casi siamo nelle condizioni di poter affermare tutto e il contrario di tutto. Ma cerchiamo di non scaricare sistematicamente sulla “casualità” tutto ciò che non riusciamo a capire, non dichiariamo semplicisticamente “normale” ciò che normale non lo è affatto..
Mi avventuro in un esempio terra terra, approssimativo e senza pretese particolari, ma che può dare un’idea di quello che vado dicendo.
Se abbiamo dei bigliettini, in numero pari, metà segnati con gigli 1/2 e metà con gigli 2/1, che intendiamo abbinare A CASO a dei numeri che vanno dal numero 1831 al numero 1859, pensate che, procedendo nell’operazione, a tutti quei numeri (una trentina circa) vadano sempre e comunque ad abbinarsi solo i  bigliettini con gigli 2/1?
Nel nostro caso in discussione, invece, accade proprio una cosa simile!    Si sostiene che, all’epoca, i gigli 2/1 oppure 1/2 avessero pari dignità , poi, però, non si spiega come mai su decine e decine di conii, su migliaia e migliaia di piastre di Ferdinando II, non ne troviamo una, ma nemmeno una sola, con i gigli a piramide. Alla faccia della casualità!

Manuelcecca, nel tuo intervento, apprezzabile e valido, anche tu ti adoperi a  svuotare il bidone con dentro le ipotesi, le congetture di Lorenzo o mie, ma non ti adoperi, contemporaneamente, a riempirlo con congetture diverse, per te probabili o possibili. In pratica, ancora una volta, il bidone torni a riempirlo soltanto di tanta onnipresente casualità.

Ggpp the top, in zecca avrebbero dovuto essere al corrente di tante cose, avrebbero anche dovuto evitare che venissero coniate e messe in circolazione monete con grossolani ed evidentissimi errori, eppure…

Mi scuso per la lunghezza esagerata del testo. Scusate.

Saluti a tutti.

 

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23 ore fa, Releo dice:

Manuelcecca, ti dò atto che sei il primo, dopo tanta attesa, che si adopera, e con cognizione di causa, a dare delle risposte ai miei quesiti. 
Passo alle tue affermazioni: 1) Non so se sia proprio vero che i tre gigli disposti uno in alto e due in basso oppure due in alto ed uno in basso non stiano a significare nulla per i massoni. Conosciamo, in tutti i suoi risvolti, il simbolismo massonico dell’ epoca? 2) Se noi diamo per scontato che a Napoli i maestri di zecca o chi per loro fossero massoni o vicini alla massoneria, per quale motivo non avrebbero potuto utilizzare le monete al fine del raggiungimento dei loro scopi? Non abbiamo né prove né controprove certe. Ma penso che, dall’essere massoni al tentativo di utilizzare il loro linguaggio massonico in ogni sede e circostanza favorevole, il passo sia veramente molto breve…; 3)  Scusa, ma come fai a parlare di variante “troppo diffusa”? Secondo me, è esattamente il contrario. E’ proprio il fatto che si riscontra solo in rarissimi anni, dopo una totale assenza  di qualche decennio, concentrati magari in un pacchetto consecutivo di pochi anni, che ci lascia molto perplessi. Se la variante fosse veramente “troppo diffusa”, non farebbe assolutamente notizia. Ed è proprio a questo “andamento “strano” che si cerca di dare delle risposte da parte degli studiosi; 4) Un messaggio é un messaggio. Noi non sappiamo a chi poteva essere diretto e non riusciamo neanche a decifrarlo. Con ogni probabilità, all’epoca, le monete dovevano costituire un possibile valido veicolo per il conseguimento di determinati obiettivi. Pensiamo che, allora, non esisteva nessun mezzo di comunicazione e le monete, guarda caso, avevano una diffusione capillare…; 6) Dove hai letto che per i Borbone la disposizione dei gigli medicei fosse di nessuna importanza? Tieni conto che troviamo gigli invertiti(1/2) anche nello spazio Borbone! Non possiamo avventurarci in affermazioni così nette  senza riferimenti specifici; 7) È vero che, al di fuori della numismatica, erano , a volte, presenti stemmi (in chiese, palazzi…) che non rispettavano quello ufficiale. Ma penso che le monete, appunto per la loro peculiarità, capillarità, diffusione e larga circolazione obbligavano ad una maggiore e più fedele attenzione allo scudo ufficiale borbonico.

Tante le evidenze che non riusciamo a spiegarci ed in tanti casi siamo nelle condizioni di poter affermare tutto e il contrario di tutto. Ma cerchiamo di non scaricare sistematicamente sulla “casualità” tutto ciò che non riusciamo a capire, non dichiariamo semplicisticamente “normale” ciò che normale non lo è affatto..
Mi avventuro in un esempio terra terra, approssimativo e senza pretese particolari, ma che può dare un’idea di quello che vado dicendo.
Se abbiamo dei bigliettini, in numero pari, metà segnati con gigli 1/2 e metà con gigli 2/1, che intendiamo abbinare A CASO a dei numeri che vanno dal numero 1831 al numero 1859, pensate che, procedendo nell’operazione, a tutti quei numeri (una trentina circa) vadano sempre e comunque ad abbinarsi solo i  bigliettini con gigli 2/1?
Nel nostro caso in discussione, invece, accade proprio una cosa simile!    Si sostiene che, all’epoca, i gigli 2/1 oppure 1/2 avessero pari dignità , poi, però, non si spiega come mai su decine e decine di conii, su migliaia e migliaia di piastre di Ferdinando II, non ne troviamo una, ma nemmeno una sola, con i gigli a piramide. Alla faccia della casualità!

Manuelcecca, nel tuo intervento, apprezzabile e valido, anche tu ti adoperi a  svuotare il bidone con dentro le ipotesi, le congetture di Lorenzo o mie, ma non ti adoperi, contemporaneamente, a riempirlo con congetture diverse, per te probabili o possibili. In pratica, ancora una volta, il bidone torni a riempirlo soltanto di tanta onnipresente casualità.

Ggpp the top, in zecca avrebbero dovuto essere al corrente di tante cose, avrebbero anche dovuto evitare che venissero coniate e messe in circolazione monete con grossolani ed evidentissimi errori, eppure…

Mi scuso per la lunghezza esagerata del testo. Scusate.

Saluti a tutti.

 

 

mah... che dire?
visto che hai solamente ripetuto quanto avevi già detto, non rispondo su tutto perché mi ripeterei.
però faccio 2 appunti:
1. i gigli, 2 o 3, non sono un simbolo massonico. 
2. l'argomentazione del tipo "se non ci sono dati potrebbe essere che x è vero", per esempio "per quale motivo non avrebbero potuto utilizzare le monete al fine del raggiungimento dei loro scopi", è un'argomentazione pseudoscientifica, perché se non ci sono dati allora tutto può diventare teoricamente possibile, il che però significa che nessuna ipotesi può avere priorità su altre. quindi nessuna È stringente e quindi non c'è motivo di sceglierne una se non per un bias di conferma di una scelta già fatta in partenza. Il che poi si riduce ad un'argomentazione dunque circolare.

3. per quanto mi riguarda l'argomento principe è la presenza dei gigli male ordinati negli stemmi sugli edifici. Si può presumere siano stati fatti su commissione per chi ci abitava. Se questi li hanno lasciati evidentemente gli andavano bene.

4. per quanto riguarda l'aspetto propositivo io ti risposto: variante araldica.

se questa abbia un particolare significato nella simbologia araldica non lo so, ma la presenza di gigli male ordinati negli stemmi, uno che ti posto anche qui (tratto dal sito nobili-napoletani.it), per me metta la parola fine ad ogni possibilità di vederci un qualche messaggio occulto in codice.

prova a chiedere  A Questi: http://www.nobili-napoletani.it/Pubblicazioni.htm

 

5. Visto che ti adagi su certa vena complottista, e visto che le mie argomentazioni tanto non ti convincono, allora ti faccio strippare su questo: la disposizione male ordinata ricorda i tre puntini massonici 

 

Modificato da manuelcecca
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Manuelcecca, a me piace discutere ed esporre ciò in cui credo o, meglio, che “credo  possa essere”. Poi, naturalmente,  mi capiterà anche di affermare delle sciocchezze ma, di solito, proprio dal confronto nascono tante scoperte e tante verità. Resto un po’ basito quando vado a constatare che dei collezionisti leggono questi testi, senza, però, mai pronunciarsi. Ma va bene anche così.

Mi sono ripetuto, è perfettamente vero, ma evidentemente, non sono arrivate risposte specifiche ai quesiti proposti. Non mi sembra che siano arrivate neanche in questa occasione, purtroppo, ma eviterò di ripetermi.
Tutto può essere considerato un’argomentazione pseudoscientifica. Sta di fatto che le monete venivano “segnate”, almeno questo risulta da tanti studi e, come venivano segnate, potevano anche essere utilizzate per altre finalità. Da chi e perché è da capirlo. Perlomeno, così mi viene da pensare. Poi, ripeto, per avere certezze assolute ed inconfutabili bisogna acquistare una bella sfera di cristallo.

Ti ringrazio moltissimo per la partecipazione costruttiva alla discussione. Ti saluto caramente.

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Manuelcecca, il tuo post numero 182 non ha convinto me,  ma vedo ora che, invece, ha convinto parecchi altri collezionisti, che, con  le loro reazioni positive, hanno manifestato di condividere pienamente le tue affermazioni e le tue ragioni. Cosa vuoi che ti dica: è probabile che mi sia rimbambito del tutto! Avere un po’ di anni, a volte, fa brutti scherzi!  Mi scuso se non sono riuscito a rispondere esaurientemente ai tuoi punti, da me valutati, attentamente e con molta buona volontà, uno per uno, e se ho insistito nella ripetizione dei quesiti. Amici più di prima. Un caro abbraccio.

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6 ore fa, Releo dice:

Manuelcecca, il tuo post numero 182 non ha convinto me,  ma vedo ora che, invece, ha convinto parecchi altri collezionisti, che, con  le loro reazioni positive, hanno manifestato di condividere pienamente le tue affermazioni e le tue ragioni. Cosa vuoi che ti dica: è probabile che mi sia rimbambito del tutto! Avere un po’ di anni, a volte, fa brutti scherzi!  Mi scuso se non sono riuscito a rispondere esaurientemente ai tuoi punti, da me valutati, attentamente e con molta buona volontà, uno per uno, e se ho insistito nella ripetizione dei quesiti. Amici più di prima. Un caro abbraccio.

 

Un abbraccio anche a te

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22 ore fa, Releo dice:

Manuelcecca, il tuo post numero 182 non ha convinto me,  ma vedo ora che, invece, ha convinto parecchi altri collezionisti, che, con  le loro reazioni positive, hanno manifestato di condividere pienamente le tue affermazioni e le tue ragioni. Cosa vuoi che ti dica: è probabile che mi sia rimbambito del tutto! Avere un po’ di anni, a volte, fa brutti scherzi!  Mi scuso se non sono riuscito a rispondere esaurientemente ai tuoi punti, da me valutati, attentamente e con molta buona volontà, uno per uno, e se ho insistito nella ripetizione dei quesiti. Amici più di prima. Un caro abbraccio.

 

hai provato a chiedere a quelli del sito nobili-napoletani.it?

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Manuelcecca, ti ringrazio per esserti ricordato di me e per l’nteressamento  sulle informazioni che io avrei dovuto prendere. Sei stato molto gentile. Ti sono sincero quando ti dico che neanche avevo preso consapevolezza di dover chiedere qualcosa a qualcuno. La questione dei gigli ha saturato la mia mente, mi si è sviluppato un senso di netto rifiuto verso l’argomento specifico, al punto che, l’altra sera, ho dovuto rileggere più volte il tuo intervento perché mi sembrava di non capire. Una sensazione strana. 
Comunque, ti ringrazio moltissimo per la partecipazione attiva e per la sensibilità. Ciao e grazie.
 

 

 

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  • 6 mesi dopo...

Sul pavimento della Cappella Borbone - dove riposano le spoglie dei re napoletani - è rappresentato lo stemma borbonico nella sua interezza.

Come è possibile osservare nello scudo dei Medici, i gigli sono "male ordinati": 1-2 anziché 2-1.

Anche qui la mano di un massone🤣

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Demonetis, testimonianze di questo tipo erano già di nostra conoscenza. Ognuno è libero di attribuire ad esse il valore che ritiene giusto. Sta di fatto, comunque, che le monete costituiscono esse stesse una testimonianza, la testimonianza più importante.

Dal 1734 (Carlo di Borbone) al 1859 ( Francesco II), nelle migliaia e migliaia di monete, nelle centinaia di conii realizzati con al retro dell’esemplare lo stemma borbonico, solo in casi molto, ma veramente molto molto rari, si riscontrano, nella palla dello spazio Medici, i gigli in posizione 1/2. Unica eccezione, l’anno 1817 ( fatto che, proprio per questo, sarebbe da interpretare!). Oltretutto, quei rarissimi casi cui si accennava, sono puntualmente concentrati in uno stesso singolo anno. Vedasi, ad esempio, i  Sebeto: i 6/7 esemplari conosciuti ad oggi con la posizione 1/2 dei gigli nello spazio Medici, da ripartirsi fra due diversi conii, sono tutti ascrivibili unicamente al 1736.
Basterebbe prendere in considerazione solo le piastre, le mezze piastre, i conii realizzati sotto il sovrano Ferdinando II: un mare enorme di esemplari, di coniazioni, ma MAI, e dico MAI, una palla dello spazio Medici con i gigli nella posizione 1/2. Sempre nella posizione 2/1! Per quale motivo? Se nella realtà del tempo fosse stato veramente indifferente utilizzare i gigli nell’una o nell’altra posizione, come mai, poi, nelle monete coniate nell’arco di ben 125 anni, la posizione a piramide dei gigli costituisce una anomalia macroscopica, estremamente rara? Anche in questo caso possiamo pensare ad una coincidenza, ad una casualità?
L’anomalia è lì, parla chiaro, tanto chiaro che è stata presa in seria considerazione da studiosi, operatori del settore, responsabili di cataloghi…
Naturalmente, questa è la mia analisi. Ognuno, poi, è libero di condividerla o di non condividerla e di proporre la sua.

Un caro saluto.

 

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  • 1 mese dopo...

Anche in un francobollo da mezzo tornese del Regno delle Due Sicilie i gligli  sono disposti nell'ordine 1-2 anziché 2-1.

naptorn-big.jpg

Questo dimostra, insieme ad altre rappresentazioni similari, come la corretta raffigurazione dello scudo dei Borbone non sia stata sempre rispettata tanto da essese conosciuta  in araldica come figure "male ordinate".

20231224-063554.jpg

Alla luce di tali informazioni è possibile affermare che dietro a tale errore non ci sia alcun significato nascosto.

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Il 25/12/2023 alle 07:07, demonetis dice:

Anche in un francobollo da mezzo tornese del Regno delle Due Sicilie i gligli  sono disposti nell'ordine 1-2 anziché 2-1.

naptorn-big.jpg

Questo dimostra, insieme ad altre rappresentazioni similari, come la corretta raffigurazione dello scudo dei Borbone non sia stata sempre rispettata tanto da essese conosciuta  in araldica come figure "male ordinate".

20231224-063554.jpg

Alla luce di tali informazioni è possibile affermare che dietro a tale errore non ci sia alcun significato nascosto.

 

Demonetis, innanzitutto formulo a voi tutti i migliori auguri per il prosieguo delle festività natalizie.

Poi, da neofita, mi permetto di sottoporre dei quesiti sulla ormai annosa questione concernente i gigli nella posizione 2/1 oppure 1/2. Con la preghiera di ottenere delle risposte mirate, in modo da potermi rendere conto di come stanno realmente le cose. Sono certo che arriveranno.

Nel tuo post sopra riportato, sostieni che “ dietro a tale ERRORE ( = gigli a piramide ) è possibile affermare che non ci sia alcun significato nascosto…”.

1)  Dato per scontato il tuo assunto, le monete interessate da tale errore ( gigli a piramide ) conservano il loro grado di rarità, il loro valore economico oppure decadono a monete prive di interesse particolare? Le classificazioni dei vari Magliocca, Di Rauso…, degli esperti di numismatica e dei cataloghi di riferimento, le riteniamo inficiate oppure no? Per esempio, la rarissima piastra del 1793 con gigli 1/2 devo continuare ad inseguirla oppure no?

2)  Come mai i gigli a piramide ( riscontrabili dal 1736 al 1859 ) è possibile rintracciarli, alla osservazione di innumerevoli conii,  solo in un numero estremamente ridotto di casi? Non trovo una spiegazione. Se i gigli, nella posizione 2/1 oppure  1/2 , all’epoca, venivano effettivamente utilizzati in modo indifferente e casuale, le monete ed i conii non dovrebbero rispecchiare tale realtà?  
Vogliamo focalizzare l’attenzione alle sole piastre e mezze piastre di Ferdinando II? Allora, dobbiamo constatare che, in un’abbondanza smoderata di monete e di conii a noi pervenuti, non è conosciuto nemmeno un esemplare che riporti i gigli a piramide! Pura casualità?

3)  Come mai, per contro, nell’anno 1817 ( e unicamente in quell’anno, dal 1736 al 1859) i gigli sono tutti a piramide, costituendo, per quell’anno, la normalità?

4)  La butto lì. Il francobollo da mezzo tornese, cui fai riferimento nel tuo post, non potrebbe costituire, nella filatelia, l’equivalente dell’anno 1817 nella numismatica? Le altre emissioni come si presentano?

A queste domande, partendo dal tuo assunto, non riesco a darmi delle risposte esaustive e convincenti, sorrette dalla logica.

In parte, mi sono ripetuto. Ne sono consapevole. Spero, però, che in questa occasione, tu o qualcuno  degli esperti che scrivono sul forum vogliate chiarirmi i dubbi e le perplessità. Scusate anche per la lunghezza del testo. Grazie. Un caro saluto.

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1 ora fa, Releo dice:

la rarissima piastra del 1793 con gigli 1/2 devo continuare ad inseguirla oppure no?

Ciao Releo, che sia un errore oppure no, la disposizione dei gigli....resta sempre una Piastra rarissima.

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2 ore fa, Releo dice:

1)  Dato per scontato il tuo assunto, le monete interessate da tale errore ( gigli a piramide ) conservano il loro grado di rarità, il loro valore economico oppure decadono a monete prive di interesse particolare? Le classificazioni dei vari Magliocca, Di Rauso…, degli esperti di numismatica e dei cataloghi di riferimento, le riteniamo inficiate oppure no? Per esempio, la rarissima piastra del 1793 con gigli 1/2 devo continuare ad inseguirla oppure no?

Indipendentemente dalla motivazione che ha generato la disposizione dei gigli in 1/2 la rarità non cambia visto che le monete con tale peculiarità sono effettivamente rare e il fatto di ricercarla o no è a discrezione del collezionista che può provare  piacere ad inserirla in collezione ...

 

2 ore fa, Releo dice:

2)  Come mai i gigli a piramide ( riscontrabili dal 1736 al 1859 ) è possibile rintracciarli, alla osservazione di innumerevoli conii,  solo in un numero estremamente ridotto di casi? Non trovo una spiegazione. Se i gigli, nella posizione 2/1 oppure  1/2 , all’epoca, venivano effettivamente utilizzati in modo indifferente e casuale, le monete ed i conii non dovrebbero rispecchiare tale realtà?  
Vogliamo focalizzare l’attenzione alle sole piastre e mezze piastre di Ferdinando II? Allora, dobbiamo constatare che, in un’abbondanza smoderata di monete e di conii a noi pervenuti, non è conosciuto nemmeno un esemplare che riporti i gigli a piramide! Pura casualità

Secondo me c'è da fare un chiarimento:anche se nel decreto di emissione non veniva menzionata la disposizione dei gigli (è un ipotesi) ciò non significa che poi in zecca ognuno faceva come gli pareva, secondo me si cercava comunque di seguire sempre la stessa disposizione, che poi non sarà sempre così visto che qualche pezzo con disposizione invertita è arrivato fino a noi...

A mio modo di vedere il paragone con le piastre e mezze piastre di Ferdinando II è poco calzante, forse in quel periodo erano un po' più rigidi? inoltre non possiamo avere la certezza assoluta che non esistano nominali di Ferdinando II con i gigli invertiti...

2 ore fa, Releo dice:

3)  Come mai, per contro, nell’anno 1817 ( e unicamente in quell’anno, dal 1736 al 1859) i gigli sono tutti a piramide, costituendo, per quell’anno, la normalità

Anche in questo caso siamo sicuri che tutte le piastre del 17 siano con gigli invertiti?...

In mancanza di documenti non si avranno mai risposte precise e definitive...

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Salve.

Le risposte fin qui pervenute mi lasciano molto più tranquillo. Sono interessato alla storia ed alla cultura napoletane, ma, in tutta sincerità, da collezionista, miro ad acquisire certezze sulle monete che acquisto più che a rincorrere all’infinito una discussione accademica, fine a se stessa. 
Nel momento in cui la posizione 2/1 oppure 1/2 dei gigli non va a interferire con la classificazione delle monete e con il loro grado di rarità già codificato, mi sento rassicurato. Mi scuso per la schiettezza.
Comunque sia, condivido in pieno quanto contenuto nelle risposte giunte. Anche relativamente al rilievo che il valore alla moneta venga, alla fin fine, attribuito dal singolo collezionista in base alle sue personali convinzioni e preferenze.

Naturalmente, la mia analisi e le mie considerazioni fanno riferimento a quanto, ad oggi, è pervenuto fino a noi.

Ringrazio, in attesa di altri eventuali pareri e puntualizzazioni.

Saluti.

 

 

 

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