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Inviato (modificato)

@azaad Per caso mi trovo a studiare da un bel po' di tempo la storia delle terre di cui stiamo parlando. C'è una fondamentale questione che raramente viene ricordata in Italia. Buona parte dell'Ucraina e della Bielorussia per secoli hanno fatto parte del Regno di Polonia e anche della Polonia rinata dopo il 1918. La Russia Rossa (gli inglesi la chiamano Russia Rutena) con capitale Leopoli divenne polacca nel 1350 con Casimiro III re di Polonia. La Bielorussia e i territori di Kiev furono conquistati negli anni '70 del XIV secolo dal Granducato di Lituania e, a seguito dell'unione tra il Regno di Polonia e il Granducato, entro in questa unione nel 1386. Kiev rimase polacca fino al 1667 quando passo all'Impero Russo. La Bielorussia passò all'Impero Russo a seguito delle spartizioni della Polonia nella seconda metà del '700. La Russia Rossa e altri territori passarono invece al Sacro Romano Impero che li chiamò Galizia e Lodomeria.

Ovviamente questo è solo un brevissimo riassunto della storia di questi territori, ma già significativo, perchè permette di capire meglio alcune questioni attuali.

Arka

Diligite iustitiam

Modificato da Arka
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Supporter
Inviato
1 ora fa, Arka dice:

La Russia Rossa (gli inglesi la chiamano Russia Rutena) con capitale Leopoli divenne polacca nel 1350 con Casimiro III re di Polonia.

È vero che in vaste porzioni dell'Europa orientale etnonimia e glottonimia sono un problema perché spesso non coincidono (le attribuzioni degli etnonimi sono spesso molteplici), tuttavia mi sento di dire che il toponimo RUTENIA, per come lo stiamo intendendo noi qui, non è usato solo dagli inglesi.


Inviato

Come già detto, il mio è solo un breve riassunto. Rutenia non è un termine slavo e usato molto dagli inglesi.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato

Oggi il greggio era a 105 usd al barile. La forbice dell'anno è 74 - 133. Ovviamente il prezzo alla pompa non è giustificato.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato

Il termine "Rutenia" è stato usato anche per indicare un'area dei Carpazi all'interno del Regno d'Ungheria. La Rutenia subcarpatica comprendeva le città di Mukačevo (Munkács) e di Užhorod ( Ungvár). Questa regione aveva fatto parte dell'Ungheria a partire dall'XI secolo.

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  • Grazie 1

Inviato

Dal momento che siamo andati a parlare di questo territorio, vi mostro le immagini di uno dei castelli meglio conservati, il castello di Munkács (Mukačevo in slavo)....che noi ungheresi molto gentilmente reclamiamo indietro, pacificamente si intende!

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Inviato (modificato)

Se non sbaglio in tempo di guerra per gli speculatori, o squali, c'era la fucilazione....

Dal momento che si incomincia a contingentare gli acquisti di alimenti, ritengo che un semplice DPCM potrebbe fissare i prezzi di carburanti , gas ed elettricità! In quanto se si può limitare le libertà delle persone si può anche limitare e fissare momentaneamente i prezzi!

Altrimenti sarebbe vergognoso, toccare solo le libertà personali ed inalienabili e non la propria privata!

Se questo fosse avvenuto 30/20 anni fa la gente sarebbe scesa in piazza con i forconi.....

Modificato da ARES III

Inviato (modificato)

Mi hanno girato questa cartina dal giornale russo Komszomolszkaja Pravda, @Brios potresti farci sapere qualcosa di più?

Grazie Спасибо

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Modificato da ARES III

Inviato

Il divieto della minaccia dell'uso della forza

L'art. 2, par. 4 della Carta delle Nazioni Unite recita:

"I membri [dell'Onu] devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualunque Stato, o in ogni altro modo incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite".

La norma richiede agli Stati membri di astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall'uso della forza.

Affermando un principio radicalmente innovatore rispetto al diritto internazionale previgente, questa disposizione vieta in modo esplicito non soltanto il ricorso alla guerra, ma qualsiasi azione implicante il ricorso unilaterale alla forza ed estende il divieto anche alla semplice minaccia di azioni armate.

L'interpretazione dominante adottata dalla dottrina su questa norma ha generato una norma consuetudinaria, che vieta unicamente la minaccia e il ricorso alla forza armata mentre rimane lecito il ricorso alla forza economica. In ogni caso, il divieto opera quando la minaccia e l'uso della forza sono strettamente diretti contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di uno Stato.

La parte finale dell'art. 2, par. 4 costituisce l'epicentro dell'intera disposizione, essa consente di includere nell'ambito del divieto ogni forma di ricorso alla forza non prevista dalla Carta dell'ONU. Secondo tale disposizione, è consentito impiegare le armi nelle relazioni internazionali solo per l'adozione di misure coercitive nel quadro di organizzazioni regionali autorizzate dal Consiglio di Sicurezza o sotto la sua direzione (art. 53) e per l'attuazione delle decisioni e misure adottate dal Consiglio di Sicurezza a tutela della pace (ai sensi del cap. VII della Carta). È altresì sempre consentito l'uso della forza nel caso della legittima difesa (modalità espressamente consentita dall'art. 51 della Carta).

L'art. 51 della Carta dell'ONU, nel riconoscere il diritto di legittima difesa a seguito di un attacco armato, fa riferimento all'attacco da parte di forze armate regolari di uno Stato come l'attraversamento della frontiera da parte di truppe militari straniere, il bombardamento di un territorio dello Stato da parte di aeromobili militari e così via. Si deve comunque trattare di azioni che, per dimensione ed effetti, siano tali da dare luogo ad una violazione grave del divieto della minaccia dell'uso della forza.

Si può usare la forza per porre fine a massacri e atrocità?

L'analisi giuridica, con tutti i limiti del caso, conseguente alla guerra in corso in questi giorni tra Russia e Ucraina, porta al quesito se si può usare la forza unilaterale da parte di nazioni terze o alleanze regionali, come la Nato o la UE, per assicurare l'osservanza dei diritti umani e porre fine a massacri e atrocità.

Al riguardo, la Carta dell'ONU non autorizza gli Stati a ricorrere unilateralmente alla forza contro altri Stati con il fine di porre termine ad atrocità in atto. A sostegno di questa considerazione si può citare la posizione assunta dalla Corte Internazionale di Giustizia nel caso Nicaragua, quando la stessa Corte osservò che la protezione dei diritti umani, cioè il conseguimento di un obiettivo prioritariamente umanitario, non è compatibile con l'uso della forza.

A tal proposito osservò proprio che i bombardamenti aerei e terresti, il posizionamento di mine marittime e la fornitura di armi ed equipaggiamenti ai contras, nonché il loro addestramento, non fossero compatibili con gli obiettivi dell'ONU in tema di protezione dei diritti umani.

Per gli stessi argomenti, appare oggi incompatibile l'adozione delle No Fly Zones chiesta dall'Ucraina alla NATO ed all'UE per interdire le operazioni aeree russe.

Sempre al riguardo delle No Fly Zones, è opportuno ricordare la posizione assunta da numerosi Stati quando la NATO, con decisione unilaterale e contrariamente alla posizione del Consiglio di Sicurezza ONU, decise di istituirle su Kosovo, per interdire l'azione militare della Serbia su quella regione, allo scopo di ristabilire il rispetto dei diritti umani. Proprio in quella occasione, si registrò la posizione di Russia, Cina, Cuba, Bielorussia, Ucraina, Namibia e India in condanna dell'azione della NATO, sostenendo che essa era in palese contrasto con la Carta dell'ONU giacchè non era stata autorizzata appunto dal Consiglio di Sicurezza.

Dal necessario e sintetico inquadramento qui proposto sul diritto internazionale dei conflitti armati, deriva che il principio fondamentale, ossia lo scopo principale, a cui devono tendere tutti i membri della comunità internazionale è la pace ed il suo mantenimento. In sintesi, la pace rappresenta un interesse prioritario di tipo pubblico e collettivo e l'utilizzo della forza bellica per far cessare un conflitto armato in atto, può essere autorizzato solo dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

Posto che il diritto illimitato di ricorrere alla forza militare è stato soppresso dalla Carta delle Nazioni Unite e la pace è l'impegno prioritario degli Stati che hanno sottoscritto la Carta, qualsiasi forma di utilizzazione unilaterale della forza armata è vietata, tranne alcuni casi ben individuati come la legittima difesa e la difesa dei propri connazionali gravemente minacciati.

In tal caso, cioè qualora ricorrano le circostanze in cui è consentito l'uso della forza armata, devono essere applicate le norme di diritto umanitario dei conflitti armati che disciplinano le modalità di esercizio della forza (c.d. ius in bello). Ciò significa che qualunque Stato che si trovi, legittimamente o meno, impegnato in un conflitto armato è comunque obbligato a rispettare le norme di diritto bellico, oggi più noto come diritto internazionale umanitario; ciò evidentemente per impedire che la guerra, e soprattutto le violazioni del divieto dell'uso della forza, degenerino in atti di barbarie.

Conclusioni

In conclusione, oggi il diritto internazionale dei conflitti armati o diritto internazionale umanitario è sempre meno orientato verso la tutela di esigenze di carattere militare, preoccupandosi maggiormente della tutela dei diritti umani.

La giurisprudenza consolidatasi nei tribunali internazionali per i crimini di guerra rende più difficile per i belligeranti, se non impossibile, affermare di non essere vincolati da precetti giuridici in materia; tanto più che le norme contenute nelle Convenzioni dell'Aia e quelle delle Convenzioni di Ginevra, hanno in gran parte dato origine a norme consuetudinarie di contenuto corrispondente.

https://www.studiocataldi.it/articoli/44087-quale-diritto-nei-conflitti-armati.asp


Inviato
2 ore fa, ARES III dice:

Mi hanno girato questa cartina dal giornale russo Komszomolszkaja Pravda, @Brios potresti farci sapere qualcosa di più?

Grazie Спасибо:hi:

Ciao.
Penso che questo sia lo scenario più realistico. Se non c'è una guerra globale in Europa.

Пожалуйста. Товарищ.:spiteful:

L'ultima frase in russo è una password spia.

  • Grazie 1

Inviato
2 minuti fa, Brios dice:

Товарищ

Questa la conosco!


Inviato
4 minuti fa, Brios dice:

Пожалуйста

Guardando meglio anche questa!

Il mio russo si limita a sole 2/3 parole.


Inviato
11 ore fa, Arka dice:

@azaad Per caso mi trovo a studiare da un bel po' di tempo la storia delle terre di cui stiamo parlando.

È necessario ricordare l'intervento cattolico in questa materia come argomento a parte. A cominciare dal decreto del papa di conferire il titolo reale di re di Russia a Daniele di Galizia nel 1253.  Ricordiamo il sostegno della Chiesa uniata e la contemporanea pressione sugli ortodossi di Jan Sogob.

PS

Taccio sulle bugie e sulla propaganda di Possevino. scrisse saggi storici sulla Russia. In particolare il libro "Muscovy". Possevino fu uno degli autori della versione che Ivan il Terribile uccise suo figlio.


Inviato

Conosco bene Daniele I Romanowich. Fu lui a fondare Leopoli nel 1250 chiamata così in onore di suo figlio Leone...

Arka

Diligite iustitiam


Inviato
28 minuti fa, Arka dice:

Daniele I Romanowich

Ne so pochino, e se sbaglio correggimi:

Daniel Romanovich , soprannominato Daniel di Galizia, l' ucraino Danylo Romanovych, il russo Danilo ,o Daniil, Romanovich o Danilo Galitsky , (nato nel 1201 - morto nel 1264), sovrano dei principati di Galizia

 e Volinia (ora rispettivamente in Polonia e Ucraina ), che divenne uno dei principi più potenti dell'Europa centro-orientale.

Figlio del principe Roman Mstislavich, Daniel aveva solo quattro anni quando suo padre, che aveva unito la Galizia e la Volinia, morì in una battaglia contro i polacchi (1205). Solo nel 1221 Daniele iniziò a rovesciare altri pretendenti alla successione di Roman e ad affermare la sua autorità sulla Volinia; e solo nel 1238 ottenne finalmente il controllo della Galizia. Ha quindi diretto i suoi sforzi verso l'arricchimento del suo dominio, incoraggiando i migranti a stabilirsi lì, costruendo città, tra cui Lviv e Chełm , e promuovendo lo sviluppo di un fiorente commercio attraverso le sue terre.

Dopo il Invasioni mongole (1240–41), tuttavia, Daniele fu costretto a riconoscere la sovranità del khan . Nonostante la sua riconosciuta fedeltà al khan, sviluppò stretti rapporti con i suoi vicini occidentali, sperando così di assicurarsi alleati che avrebbero sostenuto il suo tentativo di rovesciare i signori mongoli. Per promuovere questo piano, sposò i suoi figli nelle case regnanti di Ungheria , Austria e Lituania e promise di riconoscere il papa come capo della chiesa nel suo regno.

Nessun aiuto militare era imminente, tuttavia, e nel 1256 Daniel ha lanciato la sua campagna e ha guidato i mongoli di Volinia ( c. 1257). Ma nel 1260 un'altra forza mongola entrò in Volinia e costrinse Daniele a distruggere le fortificazioni che aveva costruito nelle sue principali città. Gli invasori si ritirarono ma affermarono la permanenza della loro autorità lasciando che gli agenti amministrativi riscuotessero le tasse e reclutassero soldati. Daniel, rinunciando ai piani di resistenza, visse il resto della sua vita come un obbediente, anche se riluttante, vassallo del khan.

https://delphipages.live/it/storia-del-mondo/nobilta-storica/daniel-romanovich

 

 


Inviato (modificato)
Il 14/3/2022 alle 11:49, Titus dice:

Guerra Russia-Ucraina, il ministro Cingolani: “Aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato. Una colossale truffa”

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/12/guerra-russia-ucraina-il-ministro-cingolani-aumento-del-prezzo-dei-carburanti-ingiustificato-una-colossale-truffa/6523591/

(intervento successivamente ammorbidito ma il contenuto resta)

 

Speculazioni o no (che comunque hanno solo un piccolo impatto nei forti rialzi attuali dei prezzi), un positivo effetto collaterale della situazione attuale dei prezzi energetici sara' una sonora sveglia all'Europa e soprattutto all'Italia in fatto di approvvigionamenti e soprattutto di fonti energetiche.

Non sara' un male se i prezzi attuali si manterranno per un lungo periodo, si capira' che per mantenere gli attuali livelli di vita occorrono scelte e rinunce, come pure si avra' conoscenza del fatto che la cosiddetta transizione ecologica non potra' essere un passaggio indolore.

Modificato da Titus
transizione

Inviato
1 minuto fa, Titus dice:

Non sara' un male se i prezzi attuali si manterranno per un lungo periodo, si capira' che per mantenere gli attuali livelli di vita occorrono scelte e rinunce

Senza offesa: ma dillo a tutte quelle persone che hanno un reddito inferiore a 500€ e che con gli aumenti si sono visti crollare il loro già magro potere d'acquisto, e oggi devono scegliere se riscaldarsi, mangiare o acquistare medicinali!

Un minimo di attenzione verso gli altri non guasterebbe, poi è tutto relativo!


Inviato

@Titus vorrei premettere che non ho nulla contro di te (ci mancherebbe), però mi offri lo spunto per qualche riflessione: non capisco perché molti chiamano

3 minuti fa, Titus dice:

oligarca

un capitalista se russo, mentre se è americano si definisce filantropo?


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