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Dopo i cani e i gatti, gli altri animali


apollonia

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  • 1 mese dopo...
  • 4 settimane dopo...

Ogni pappagallo ha un nome (cantato) scelto dai suoi genitori

 

A un orecchio inesperto, i cinguettii dei pappagallini potrebbero sembrare solo una serie casuale di note. Ma questo è lontano anni luce dalla verità. Il ricercatore Karl Berg dell'Università del Texas Rio Grande Valley ha decodificato il loro canto e fatto una scoperta davvero toccante.


Non solo i richiami hanno un significato, ma alcuni sono un vero e proprio marchio distintivo e rappresentano a tutti gli effetti il loro nome, ovvero come sono stati chiamati per la prima volta dai loro genitori. 

 

Sappiamo perfettamente che alcuni pappagalli sono in grado di memorizzare e imitare i suoni che li circondano. Ma il professor Berg ha deciso di studiare come questo processo si svolge in natura. Al centro dei suoi studi c'è il pappagallino groppaverde, il Forpus passerinus Linnaeus, una specie molto loquace originaria del Venezuela. Dopo le prime scoperte del 2011, gli è servito del tempo per codificare il significato del canto e scoprire l'utilizzo ricorrente del proprio nome.

 

Per determinare se i piccoli imparassero i suoni dai loro genitori, o se li avessero semplicemente ereditati geneticamente, Berg ha seguito l'educazione di pappagalli "adottivi", ovvero cresciuti da genitori non biologici, e scoperto che imparano a comunicare proprio dai loro tutori, che gli insegnano a cantare come un genitore insegna a un bambino a dire mamma, papà e il nome che per sempre lo distinguerà da tutti gli altri.

Il nome svolge un ruolo importante nella vita di ogni pappagallo, sia come modo per annunciare chi è, sia per sapere quando un altro pappagallo sta parlando con lui. "Il canto degli uccelli appreso è un modello animale ampiamente utilizzato per comprendere l'acquisizione del linguaggio umano - scrive Berg -. Gli uccelli canori maschi spesso imparano le canzoni dai maschi adulti all'inizio della loro vita. E presumibilmente in tutte le oltre 350 specie di pappagalli conosciute, gli individui di entrambi i sessi imparano da cuccioli i segnali vocali che utilizzeranno per tutta la vita per soddisfare un'ampia varietà di funzioni sociali". 

 

Nonostante gli intriganti parallelismi con gli esseri umani, "non c'erano studi sperimentali che dimostrassero la produzione vocale appresa nei pappagalli selvatici - conclude -. Ora sappiamo come avviene", e che a tutti gli effetti può essere considerata un'eredità d'amore.

 

https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/01/07/news/ogni_pappagallo_ha_un_nome_cantato_scelto_dai_suoi_genitori-382324186/

 

 

 

 

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  • 3 settimane dopo...

Animali di serie A e quelli di serie B...

 

Ursula von der Leyen non riesce proprio a perdonare. Riaperta la caccia a GW950m, il lupo che sbranò il suo pony

La regione di Hannover ha reinserito l’animale in quelli ricercati, con tanto di taglia. A settembre l’aggressione del pony della presidente della Commissione europea

La Regione di Hannover ha riaperto la caccia al lupo, e non a un lupo qualsiasi. Nel mirino infatti per la seconda volta c’è GW950m, un esemplare di lupo adulto di notevoli proporzioni che il primo settembre scorso si è avvicinato particolarmente affamato in un recinto ben sorvegliato (pure con telecamere) accanto a una tenuta nel Nord Ovest della Germania e si è intrufolato al suo interno attaccando e poi sbranando Dolly, un pony di 30 anni di età. I lupi quello fanno quando sono affamati, e quello aveva fatto nella sua vita lo stesso GW950m, che era stato già segnalato per l’assalto ad altri piccoli animali in allevamenti domestici. Per assaltare un pony robusto di quella età il lupo doveva avere particolarmente fame, perché la preda non era facilissima, e i suoi zoccoli in grado di fare male. Ma alla fine il lupo ha sopraffatto la preda. Senza averne chiesto prima la carta di identità: l’animale infatti apparteneva alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha vissuto come è comprensibile quella perdita di Dolly come una vera e propria tragedia. Vivere insieme per decenni, essere il docile cavallino su cui hanno imparato a stare in sella i sette figli di Ursula ha reso la perdita particolarmente dolorosa. E le autorità della Regione di Hannover hanno pensato subito che quel dramma familiare doveva avere adeguata risposta. Il 6 ottobre scorso il lupo GW950m è stato inserito nella lista degli animali (anche altri lupi) che i cacciatori della Regione potevano abbattere.

 

C’era però un limite temporale: la caccia sarebbe comunque terminata alla mezzanotte del 31 gennaio 2023. A quel punto la testata Politico.eu ha aperto una sorta di caccia al lupo con relativo count-down. La sezione si chiama “Ursula vs. The Wolf”, e sotto correvano i giorni, le ore, i minuti e i secondi che mancavano alla mezzanotte del 31 gennaio, quando la caccia avrebbe dovuto terminare. Di fatto Politico.eu e non solo faceva il tifo per il lupo, sperando sfuggisse ai cacciatori. Il lupo ce l’ha fatta. E secondo le autorità di Hannover l’animale è ancora vivo.

 

A rendere difficile la fuga di GW950m però è arrivata a novembre una risoluzione del Parlamento europeo che chiedeva alla Commissione di mitigare lo stato di protezione di cui godono in tutta Europa i lupi, citando le proteste degli allevatori per i continui attacchi al loro bestiame. La risoluzione è stata approvata a maggioranza dal Parlamento e in qualche modo si è intrecciata con la fuga del lupo nemico della von der Leyen. Ed è sembrata legata proprio a questa vicenda la lettera che 12 ministri dell’Ambiente hanno inviato alla Commissione europea proprio il 31 gennaio, giorno in cui scadeva la caccia a GW950m, per chiedere di non indebolire in alcun modo la protezione legale dei lupi, proponendo di stanziare adeguati risarcimenti per gli allevatori. Il primo firmatario della lettera era il ministro slovacco, ma poi seguivano le firme dei suoi colleghi di Spagna, Grecia, Irlanda, Bulgaria, Austria, Romania, Portogallo, Lussemburgo, Slovenia, Cipro e perfino della Germania.

Il 2 febbraio però è arrivata alle autorità della regione di Hannover una nuova richiesta di potere abbattere GW950m, il lupo di Ursula, anche se resta protetto dal riserbo il richiedente. È partita così la procedura per reinserire il fuggiasco nella lista degli animali selvatici su cui c’è una taglia. E prima che la caccia parta di nuovo stanno nascendo comitati ovunque perché sia concessa la grazia a GW950m non mettendo una nuova “taglia” sull’animale.

https://www.open.online/2023/02/04/riaperta-caccia-lupo-sbrano-pony-ursula-von-der-leyen/

 

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Una civetta in pieno centro: ha preso dimora nel complesso archeologico

La soprintendenza speciale l'ha chiamata "Ela". Il sito è a pochi metri da una delle zone più trafficate di Roma

la-civetta-tra-le-rovine-romane-foto-del La civetta Ela. Foto di F. Caricchia/Soprintendenza speciale.

 
 
 
 
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Una civetta in pieno centro: ha preso dimora nel complesso archeologico
 
 
Una civetta in pieno centro: ha preso dimora nel complesso archeologico

 

Non è un reperto archeologico ma rappresenta una scoperta comunque sorprendente quella che ha effettuato la Soprintendenza speciale di Roma. A pochi metri da Porta Maggiore, una delle zone più trafficate della Capitale, è stata infatti avvistata una civetta.

 

Il rapace all'Esquilino

Il giovane rapace è diventato un inquilino del “Palazzo Sessoriano” nel complesso archeologico di Santa Croce in Gerusalemme. Grazie al suo piumaggio la civetta si è completamente mimetizzata con gli antichi laterizi usati per costruire il complesso realizzato un quadrante ricco di storia. Ma non è sfuggita all’occhio attento di chi gestisce il sito archeologico presente a Santa Croce in Gerusalemme.

La civetta Ela

“Una giovanissima civetta ha scelto le mura dell’Acquedotto Claudio come sua residenza” ha fatto sapere la soprintendenza “E' ancora incerto se si tratti di un maschio o di una femmina: per questo è stato scelto per lei il nome neutro Ela, e anche per celebrare il penultimo princeps della dinastia dei Severi, che in questi luoghi costruì la sua sontuosa residenza privata”. Si tratta dell’ “imperatore Elagabalo” che regnò su Roma dopo Caracalla, vale a dire tra il 218 ed il 222 dopo Cristo.

Il complesso archeologico

“Ela” si candida così a diventare la mascotte di un complesso che, al suo interno, contava anche un circo per la corsa dei carri, la cui originaria lunghezza si stima fosse anche superiore a quella del Circo Massimo. Sempre nel complesso trovava spazio anche la residenza imperiale ed ancora oggi sono visibili le rovine del secondo anfitreato romano, quello Castrense, che veniva riservato soltanto ai prestigiosi ospiti della corte imperiale. 

 

In una città in cui gli abitanti devono fare i conti, quotidianamente, con esemplari della fauna selvatica che si spingono nelle zone più antropizzate, anche le civette fanno la loro parte. In questo caso diventando inatteso testimonial di un sito archeologico che, oltre al rapace, ospita ricchezze tutte da scoprire.  

 

Soprintendenza speciale la civetta Ela - foto F.Caricchia Soprintendenza speciale la civetta Ela - foto F.Caricchia
 

https://www.romatoday.it/attualita/una-civetta-in-pieno-centro-ha-preso-dimora-nel-complesso-archeologico.html

 

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  • 4 settimane dopo...

Ogni anno questa mamma papera porta i suoi cuccioli a casa mia e io l’aiuto a prendersi cura di loro. Questa mattina ho aperto la porta a 13 nuove palline di piume che facevano capolino

Foto che fanno sorridere buonumore
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  • 4 settimane dopo...
Supporter

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Dalla S.E.

apollonia

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volpe selvatica
 

Pescatore scopre volpe selvatica che sta per attaccare un gatto ma rimane sorpreso

Spesso ci ritroviamo testimoni di scene che immortalano la natura in tutta la sua crudeltà. Non a caso è definita natura matrigna. Qui vige la legge del più forte e la competizione per le risorse, spesso carenti. Molti penserebbero che non ci sia spazio, nella natura selvaggia, per atti di tenerezza, compassione e altruismo. Questa affascinante storia vi farà ricredere senz’altro: un pescatore assiste all’incontro tra una volpe selvatica e un gatto randagio.

volpe selvatica

Ci troviamo nella Turchia orientale, nei pressi del lago Van. Qui vive un pescatore che ogni giorno, per lavoro, esplora il territorio circostante. Quello che vede un giorno però, lo lascia senza fiato.

 

Una normale mattina di lavoro infatti, l’uomo si è imbattuto in una volpe selvatica che si stava avvicinando pian piano ad un gattino randagio. Il pescatore era convinto che la volpe volesse attaccare o ferire il piccolo gatto bianco ma con sua grande sorpresa la volpe non attaccò il gatto che aveva accanto! Anzi, quello della volpe sembrava essere un atteggiamento del tutto innocuo e inoffensivo. Il pescatore allora colse l’occasione per rimanere a guardare e rimase stupito nel constatare che i due erano grandi amici.

volpe selvatica

L’uomo continuò a osservare i due pelosetti accuratamente e nel frattempo decise di tirar fuori la macchina fotografica e immortalare queste scene incredibili. La volpe e il gatto giocavano e si divertivano come se si conoscessero da tempo e la loro amicizia crebbe sempre di più.

Il pescatore e i suoi colleghi del posto ormai, convivono con questi animali e spesso offrono loro da mangiare, godendosi delle scene davvero memorabili. L loro amicizia è indissolubile e i due sono inseparabili. Non c’è davvero nulla da temere per la piccola e bianca, ma allo stesso tempo coraggiosa, palla di pelo del lago!

 

 

https://www.365animali.com/pescatore-scopre-volpe-selvatica-che-sta-per-attaccare-un-gatto-ma-rimane-sorpreso/

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Cervo e gatto amici

Il piccolo cervo riesce a trovare una famiglia insieme al suo amico gatto dopo essere stato abbandonato

 

L’amicizia non conosce razza e genere e a dimostrarlo è proprio la strana amicizia nata tra questi due animali molto diversi tra loro. Si tratta di un piccolo cervo e il suo amico gatto che era stato abbandonato dalla sua famiglia. Una storia toccante e commovente che ci mostra le bellezze della natura.

Cervo e gatto amici

Il cervo in questione è stato scoperto in fin di vita, solo e stanco in mezzo alla foresta, senza sua madre. Così, coloro che lo hanno trovato, hanno deciso di portarlo nella loro casa per prendersene cura e dargli le cure e il cibo di cui necessitava. Così è riuscito a salvarsi.

L’animale era molto solo e scosso dal grande cambiamento, ma soprattutto triste per la perdita di sua madre. Non c’era nessuno che gli fosse familiare ma per fortuna ha trovato lui: un gattino rosso molto dolce. Grazie a lui si è riuscito perfettamente ad integrare nella famiglia.

cervo e gatto

Il gatto ha iniziato fin da subito a prendersi cura del piccolo cervo come se fosse suo figlio. Una cosa che ha lasciato senza parole i proprietari che non si aspettavano la nascita di un’amicizia così particolare. I due sono diventati inseparabili e il cervo ha iniziato a seguirlo ovunque andasse. Proprio come se fosse suo figlio.

Ad oggi, il cervo si è perfettamente integrato nella famiglia. I due vanno molto d’accordo e spesso dormono insieme e si danno affetto come fratello e sorella. Sono diventati dei compagni inseparabili e non c’è cosa che facciano l’uno senza l’altro.

Un bellissimo rapporto che ha ammaliato il web per la sua dolcezza, dimostrando che l’amicizia e l’amore non conoscono limiti. Per quanto diversi da noi questi animali possano sembrare, in realtà sono capaci di insegnarci più di quanto pensiamo!

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Giallo sul lupo che aveva sbranato il pony di Ursula von der Leyen

 

Il suo nome in codice inserito nella lista dei lupi «trovati morti»

Nessuno ne ha dato notizia ufficiale, ma nel sito Internet del ministero dell’Ambiente, della energia e della protezione del clima della Bassa Sassonia è stato pubblicato un elenco di lupi «trovati morti» in Bassa Sassonia e su cui era stata autorizzata la caccia perché troppo aggressivi e pericolosi per l’uomo. L’ultimo animale nell’elenco è il lupo GW950m, capo del branco di Burgdorf nella regione di Hannover. Un lupo suo malgrado famoso, perché è quello accusato di avere sbranato Dolly, l’amato pony di 30 anni di età del presidente della commissione europea Ursula von der Leyen nel settembre dell’anno scorso. E su cui fra mille polemiche era stata “aperta la caccia” fino al 31 gennaio scorso, quando il permesso di caccia era stato prima rinnovato poi temporaneamente congelato da un ricorso degli animalisti.

 

Secondo le informazioni del ministero i «lupi trovati morti» vengono prelevati e «inviati all’Istituto Senckenberg di Gelnhausen, dove viene effettuata l’analisi del dna, che identifica l’animale senza alcun dubbio. La carcassa stessa viene trasferita all’Istituto Leibniz per la Ricerca sugli zoo e la fauna selvatica di Berlino ogni mese circa, insieme ai lupi uccisi in incidenti stradali, ad esempio, come parte del regolare monitoraggio degli animali morti». Non sono indicate le cause della morte che potrebbe essere anche naturale o accidentale, ma in questi casi non per la «caccia autorizzata». Resta quindi un giallo la sua fine.

 

Per lunghi mesi la testata Politico.eu aveva aperto nell’autunno scorso una sorta di caccia al lupo con relativo countdown. La sezione si chiamava Ursula vs. The Wolf, e sotto correvano i giorni, le ore, i minuti e i secondi che mancavano alla mezzanotte del 31 gennaio, quando la caccia avrebbe dovuto terminare. A novembre 2022 era stata anche approvata a maggioranza una risoluzione del Parlamento europeo che chiedeva alla commissione di mitigare lo stato di protezione di cui godono in tutta Europa i lupi, citando le proteste degli allevatori per i continui attacchi al loro bestiame. Contro quella decisione alla commissione era stata inviata una lettera il 31 gennaio scorso da 12 ministri dell’Ambiente della Ue per chiedere di non indebolire in alcun modo la protezione legale dei lupi.

 

 

 

https://www.open.online/2023/04/08/von-der-leyen-lupo-morto-pony/

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  • 1 mese dopo...
L'orsa Jj4 è innocente, la perizia veterinaria forense la scagiona". La ricostruzione della Leal
 
 

"L'orsa Jj4 è innocente, la perizia veterinaria forense la scagiona". La ricostruzione della Leal

L'orsa Jj4 è innocente, non sarebbe stata lei ad aggredire Andrea Papi, il runner ucciso in Val di Sole, in Trentino. A esserne sicura è la Leal (Lega Antivivisezionista) che in una nota spiega: "Dalla relazione tratta dalla perizia veterinaria forense che perviene dal rappresentante legale di Leal Aurora Loprete si apprende che non è stata l’orsa Jj4 ad aggredire Andrea Papi ma si prova quanto segue: la dentatura di un animale, per la medicina veterinaria forense, ha lo stesso valore delle impronte digitali umane e quindi la scienza in questa perizia smentisce le menzogne raccontate da Fugatti. Nelle relazioni si legge infatti che: 'Sono state rilevate lesioni identificabili come da penetrazione di coppia di canini caratterizzate da una distanza tipica dei canini di un orso maschio adulto'. Le femmine di orso presentano infatti misure inferiori rispetto ai maschi sia come massa corporea sia come misure dentali e la relazione continua ancora aggiungendo altri dettagli: 'Come correttamente riferito dal dottor Barbareschi, le ferite riscontrate non sono riconducibili ad una attività predatoria, il corpo, infatti, non presenta segni di consumo. La descrizione delle lesioni non corrisponde nemmeno alle ferite che si riscontrano in caso di attacco finalizzato alla eliminazione dell’avversario'".

 

Ma la perizia veterinaria forense non si limiterebbe solo ad analizzare gli aspetti dell'"attacco fisico" ma, facendo riferimento "alle indagini molecolari", la Leal ritiene "d'obbligo" fare "una precisazione": "Essendo quella trentina una popolazione derivante da pochi soggetti capostipiti, sappiamo che essa è caratterizzata da una limitata variabilità genetica. Se da un lato varie fonti non ufficiali si esprimono con avverbi di non certezza (esempio: presumibilmente), dall’altro lato, al contrario i provvedimenti prospettati sul destino dell’orso lasciano dedurre che l’identificazione sia avvenuta con elevato grado di certezza”.

Un altro passo importante della perizia è quanto riportato nella parte finale: "Relativamente alla natura dell’attacco, esso è riconducibile a un tentativo protratto di allontanamento e dissuasione da parte dell’orso sulla vittima. Anche relativamente a questo aspetto, le evidenze riscontrate non consentono di classificare l’azione lesiva né come un attacco deliberato né come una predazione".

“Con il deposito presso il TAR delle perizie forensi a firma del dottor Roberto Scarcella e dottoressa Cristina Marchetti - dichiara Gian Marco Prampolini, Presidente Leal - ci batteremo con ancor più forza in tutte le sedi opportune affinché le illegittime ed illogiche ordinanze di abbattimento non possano mietere vittime innocenti. E chiediamo sin da ora l'immediata liberazione dell'orsa”.

La nota della associazione conclude: "Al momento non è dato sapere cosa possa aver spaventato l'orso, ma la scienza scagiona le orse trentine; e la tipologia di attacco scagiona definitivamente tutti gli orsi. Con questo Leal smaschera la farsa costruita artatamente da Fugatti e dalla sua Giunta e ne chiede le immediate dimissioni".

https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/05/08/news/orsa_jj4_e_innocente_ricostruzione_leal-399276066/

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