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Fiorino MIR 04-027 nella prossima Asta NAC Inverno 2021


ghezzi60

Risposte migliori

Buon Giorno

 

Nella prossima asta NAC inverno 2021 fra i Fiorini presenti, di qualità forse più modesta rispetto a quelli nella precedente Asta 130, almeno due presentavano delle particolarità degne di nota.

Quello che ora mi appresto a descrivere, indicato come MIR 4-27 Bernocchi 188/191 (dovrebbe essere Bernocchi 189), cattura l’attenzione perché malgrado la conservazione modesta, un buon BB, presenta un peso di 3,55 grammi. A questo si aggiunga un ulteriore particolare, la moneta sembra dare l’impressione di essere tosata. Per cercare di capire ed escludere un possibile errore nella compilazione del catalogo, ho inoltrato una richiesta alla NAC per avere conferma del dato relativo al peso, aggiungendo che la moneta dava l’impressione di essere stata sottoposta a tosatura, (avevo confrontato questo Fiorino ad altri esemplari con lo stesso conio di rovescio) chiedendo se si trattasse di un tondello insolitamente spesso.

Ho ricevuto una cortese e sollecita risposta, per la quale ringrazio, che confermava il peso indicato e l’ipotesi avanzata circa lo spessore.

Allego per consentire una verifica il Fiorino indicato, lotto numero 8, e un altro esemplare passato in una Asta Bolaffi del 2014, la numero 24.

 

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Devo ammettere che si tratta di un sovrappeso decisamente inusuale, in origine peraltro doveva essere maggiore di 1-2 centesimi di grammo. Facendo una stima delle differenze di diametro ho calcolato uno spessore del 10-12% maggiore nel Fiorino NAC rispetto alla norma, presumo vicino a un millimetro. Si tratta di uno dei Fiorini “buoni” più spessi e pesanti che mi sia capitato di riscontrare. Nei falsi il maggior spessore supplisce il ridotto peso specifico della lega, in questo caso è il risultato di scarsa attenzione da parte delle maestranze.

Ho avuto modo di riscontrare diversi Fiorini, anche in alta conservazione, “leggeri”, non ricordo casi come questo, c’è sempre da imparare.

Per chiudere il Fiorino è notevole per lo spessore anomalo e per il sovrappeso, mi si consenta una battuta, non ci sono più i “battilastra” e i tagliatori di tondelli che facendo gli interessi della Zecca realizzando monete calanti “il giusto”, come il macellaio all’affettatrice, “sono due-tre grani in più, che faccio lascio?”.

Una ultima nota più generale, i Fiorini di tipo IV sono classificati, sia dal Bernocchi che nel MIR Firenze, in ordine alfabetico. Di conseguenza segni come la “chiave” o il “cappello” per fare due esempi sono classificati all’inizio della serie, ho motivo di pensare invece che siano molto tardi nella sequenza, alla luce di una analisi dello stile, dei punzoni e della “mano” dell’incisore.

Cordialità

PS aggiungo per chiarezza che i Fiorini di cui ho allegato le immagini condividono il solo conio di rovescio, hanno diritti diversi.

Modificato da ghezzi60
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Conosco poco i fiorini, ma conosco bene i ducati Veneziani. Il peso di 3,55 per questi ultimi si riscontra molto spesso e a volte il tondello è stretto rispetto al conio, dando l'impressione della tosatura, mentre il peso è corretto.

Spero che sia un'informazione utile anche per i fiorini.

Arka

Diligite iustitiam

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Buona Sera,

Forse i Fiorentini, più vicini a Genova dei Veneziani, hanno acquisito in parte la proverbiale parsimonia dei genovesi….. (mi si consenta la battuta)

Provo a fare alcune considerazioni, la realizzazione di lastre dalle quali ricavare ritagliandoli i tondelli da coniare, non deve essere stato un procedimento semplice ed agevole con gli strumenti disponibili ai tempi del Fiorino in esame; lo spessore della lastra era probabilmente influenzato più dalla manualità e dall’esperienza dell’operaio che non dalle “misure” effettive. Anche le dimensioni dei tondelli preparati per il conio, in prima approssimazione, erano figli della manualità e della sensibilità pratica dell’esecutore, che valutando a “occhio” stabiliva in prima approssimazione le dimensioni dei fedoni, questi erano solo successivamente controllati per il peso ed eventualmente aggiustati asportandone una piccola porzione di bordo prima dell’operazione di conio. Venivano scartati solo i tondelli troppo leggeri, gli altri venivano “aggiustati”.

L’oro era praticamente puro, il materiale da lavorare era costante, per questo motivo presumo che i lavoranti acquisissero una sensibilità particolare nello svolgimento dei loro compiti.

Siamo in un periodo nel quale i Fiorini erano coniati in quantità notevoli, una minore attenzione o una svista sono comprensibili.

Aggiungo anche un desiderio per le feste (come i bimbi), che le case di aste, per le monete come Genovini, Ducati, Fiorini e le monete auree medievali fornissero, oltre alle misure fisiche di peso, diametro e orientamento degli assi di conio (che non tutti forniscono), anche dati sul titolo delle stesse. Oggi per un collezionista uno spettrometro XRF è ancora fuori portata, per una casa d’aste non sarebbe un problema, un’analisi dura meno di un minuto e consente di fornire il titolo e i tre-quattro componenti principali della lega.

So di compro oro che ne sono dotati, un conoscente che lavora nel settore del recupero di metalli lo usa correntemente, forse si teme l’effetto discriminante che potrebbe avere, non individua le monete buone ma sicuramente evidenzia quella porzione di falsi realizzati con una lega non corretta.

Cordialità

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