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Medaglia CECCO III ORDELAFFI: 550° Anniversario della morte


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MEDAGLIA DEL CIRCOLO FILATELICO NUMISMATICO FORLIVESE.

ANNO 2016

550° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI CECCO III ORDELAFFI 

Artista: Mario di Cicco 

Diametro: Bronzo 60 mm / Argento 44 mm

 

CECCO ORDELAFFI (1435 - 1466)

Appartenente alla nobile famiglia degli Ordelaffi di Forlì, Francesco IV, conosciuto come Cecco III , nacque il 29 marzo del 1435, in Forlì da Antonio Ordelaffi e Caterina Rangoni. Il suo padrino di battesimo fu Guelfo di Dovandola, conte, Signore di Dovandola e Tredozio (morto nel 1439). 

Ad un anno dalla sua nascita, in Forlì vi fu una sollevazione popolare che vide Antonio Ordelaffi portare in salvo suo figlio presso la famiglia materna, a Spilamberto , che lascerà solo nel settembre 1441 con il fratello Pino, per rientrare in Forlì. Nell'aprile 1447 venne deciso il matrimonio fra Cecco III e Lucrezia Malatesta, figlia del magnifico Signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta. Sempre nello stesso mese, ottenne con il fratello l'investitura da papa Niccolò V; tale investitura costò agli Ordelaffi Lire 5000.

L'anno dopo il padre muore e Cecco e Pino Ordelaffi vengono nominati eredi. Però la loro giovane età impone la reggenza e della madre e dello zio Ugo Rangoni .

Parte per la Lombardia nel novembre dell'anno medesimo, per far pratica nel mestiere delle armi. In Lombardia combatte al servizio dei veneziani contrastando con il Malatesta  le truppe della Repubblica Ambrosiana. Nel gennaio 1450 rientra in Forlì per ripartire tre giorni dopo alla volta di Rimini, per impalmare Lucrezia Malatesta. 

Nel maggio 1451 torna al servizio dei veneziani e venne aggregato anche al patriziato della Serenissima. La sua fama si espande in Venezia e difatti nel luglio dello stesso anno venne accolto in Venezia da cento patrizi e dal Doge Francesco Foscari con tutti gli onori. I cento patrizi della Serenissima, in suo onore, indossano una veste simile alla sua. Torna in Forlì subito dopo.

Nel settembre 1452 per i veneziani combatte contro le truppe del duca di Milano Francesco Sforza e nell'ottobre del 1453 viene fatto prigioniero dallo stesso dopo che gli venne uccisa la cavalcatura. Ferito, rimane in convalescenza in terra lombarda. Venne però rilasciato, guarito, il mese successivo a patto di non scendere più in campo contro lo Sforza. 

Nel 1454, nei mesi di ottobre e novembre, l'Ordelaffi si ritrovò al centro di una rivolta popolare nella sua Forlì. Inizialmente tale rivolta era a suo favore e quindi contraria al governo di suo zio Ugo, fratello della madre. La rivolta andava però ad aggravarsi e così Cecco III chiese aiuto ad Astorre Manfredi che accorre dalla Val di Lamone, e così anche Antonio Loredan con le truppe veneziane da Ravenna. Una breve tregua viene posta in essere quando vengono impiccati alcuni rivoltosi , ma ebbe breve durata poiché Ugo Rangoni riesce nuovamente a riprendere in mano la situazione e l'Ordelaffi è costretto a rifugiarsi nel castello di Forlimpopoli fino a che con lo zio non raggiunge un compromesso. Nel dicembre di quell'anno, inoltre, ebbe a fare arrestare il castellano di Forlì per non aver rivelato di un trattato che minava la Signoria. 

Nei primi mesi del 1455, esattamente in marzo, nella sala grande del suo palazzo è alla presenza di molti cittadini forlivesi. In quel contesto, fece arrestare Filippo Denti che si espresse pubblicamente contro di lui. Il Denti sarà rinchiuso nella rocca di Rivaldino, dove sarà ucciso. Nel dicembre dello stesso anno vengono annullate le nozze con Lucrezia Malatesta a favore di Elisabetta Manfredi , figlia di Astorre il quale promette un altra figlia a Pino Ordelaffi, fratello di Cecco III. Si sposa nel gennaio 1456 con Elisabetta Manfredi. In fine mese, complice il Brandolini, si legge un avviso posto di nascosto alla porta di San Mercuriale di Faenza, dove gli Ordelaffi sono convocati in Roma alla presenza del papa. Cecco chiede aiuto alla Serenissima recandosi in Venezia .

Nel 1456 scoppia la peste in Forlì e l'Ordelaffi raggiunge a Faenza Astorre Manfredi. Nel 1458 in Ferrara, accompagna papa Pio II nel monastero di Sant'Antonio; quando invece dallo stesso, mesi dopo, venne nominato cavaliere nella chiesa di San Giovanni in Siena. 

Nell'aprile 1460 cinge la sua città di nuove mura. Nello stesso anno nasce suo figlio Antonio Maria . I padrini sono il cardinale Orsini e Bartolomeo Colleoni . In Faenza aiuta il suocero contro il nipote Taddeo Manfredi alla testa di numerose truppe. 

Con l'allontanamento, complice anche sua madre, di Ugo Rangoni da Forlì causa il malcontento popolare, Cecco III diviene l'effettivo ed unico Signore della città.

Nel 1463 assedia Fano e Roberto Malatesta . Comanda lui le truppe che dovevano essere comandate dal fratello Pino che, ammalatosi improvvisamente, non può presenziare. Cecco venne così sospettato di aver tentato di avvelenare suo fratello e ciò fa scattare l'odio fra i due fratelli. Questo odio, non strano per l'epoca, è alimentato sia dal loro zio che dalla loro madre. Nl 1464 procura al fratello una condotta agli ordini dei veneziani di Bartolomeo Colleoni, per farlo allontanare dalla corte di Forlì .

Nel 1466 Cecco III si ammala. In maniera disonesta il suo ministro Francesco Bifolci amministra il tutto. In questo contesto, i fedeli di Pino Ordelaffi smuovono i malcontenti popolari contro il Bifolci . Così , rientrato da Venezia, Pino cavalca il malcontento popolare. Gli uomini dello stesso entrano nel palazzo ponendo Cecco e i famigliari, moglie e figli, nella prigionia della torre dell'Orologio. Guido Gambaraldi, fedele di Pino, irrompe nella prigionia dell'Ordelaffi e lo pugnala con uno stiletto al cuore. 

Era il giorno 22 aprile del 1466.

Venne sepolto in Forlì nella chiesa di San Francesco

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