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IGNORED

Chi controlla i controllori ?


Risposte migliori

Inviato

Certamente è strano sentire notizie su casi sospetti che coinvolgono politici e alti funzionari europei (ma non italiani), dal momento che sembrano o sono mostrati sempre come delle semidivinità giuste e generose, ma se qualcuno sgarra (secondo i loro parametri) allora sono guai e la loro mannaia non ha pietà....

Ecco qualche esempio:

Ue, anche i tedeschi rubano. Vedete questo signore? Clamoroso: come lo hanno beccato in flagrante

L'antica massima di Giovenale (Quis custodiet ipsos custodes?) non potrebbe adattarsi meglio che alla European Court of Auditors, cioè la Corte dei Conti europea con sede in Lussemburgo, organo che ha il compito di controllare le entrate e le spese dell'Unione attestandone legittimità e correttezza. Ma chi appunto controlla la Corte dei Conti e la correttezza delle spese dei funzionari che ne fanno parte? Nessuno a quanto pare.

Tanto che, secondo un'inchiesta del quotidiano francese Libération, i 27 membri, capo compreso, avrebbero fatto per molti anni quello che volevano, sfruttando al massimo i ricchi benefit a loro concessi per contratto e in qualche caso approfittando indebitamente delle indennità spettanti. Convocato in fretta e furia, e senza dare troppo nell'occhio, dalla Commissione per il controllo di bilancio del Parlamento europeo, il presidente della Corte Klaus-Heiner Lehne, 64 anni, tedesco, già eurodeputato e capo della Cdu a Dusseldorf, ha dovuto ammettere che l'organismo per cui lavora gode di privilegi spropositati, come un'auto blu con autista al prezzo forfettario di 100 euro al mese e 8 centesimi al chilometro. E che prima era anche peggio, in quanto la Corte aveva semplicemente il compito di contabilizzare i chilometri pagati a un prezzo stracciato, e ogni auto aveva a disposizione un dipendente a tempo pieno. Ma l'alto funzionario tedesco ha respinto invece duramente le accuse che lo riguardano direttamente e in proposito minaccia querele. Klaus-Heiner Lehne è accusato infatti di aver utilizzato insieme ad altri tre colleghi un appartamento relativamente piccolo in un edificio non proprio prestigioso del granducato, come facciata per poter intascare l'indennità di dislocamento. Per contratto infatti i 27 membri della Corte dei Conti europea che ha appunto sede in Lussemburgo sono tenuti a vivere nello stesso granducato, così come i membri della Commissione devono vivere a Bruxelles. A tal fine, ricevono un'indennità mensile di alloggio del 15% dello stipendio che è pari, nel caso di un membro semplice che guadagna la bellezza di 22.430 euro, a 3.364 euro al mese. A questa somma poi si aggiungono altre indennità, e benefit come quelli per i coniugi, i figli ecc. Nel caso del presidente l'indennità di dislocamento è pari a 3.600 euro, dal momento che il suo stipendio base è di 24mila euro mensili. Secondo Libération dunque Klaus-Heiner Lehne avrebbe frodato 325.000 euro dal 2014 (quando si è insediato), passando «la maggior parte del suo tempo nella sua bella città di Düsseldorf» dove avrebbe continuato a essere membro attivo della CDU, nonostante l'attività politica sia vietata ai membri della Corte dei Conti. Lehne ha respinto le accuse al mittente, sostenendo che un presidente di un'istituzione come quella deve pur girare l'Europa per fare il suo lavoro, di aver scelto quell'appartamento in quanto si trova a soli 800 metri dalla sede della Corte dei Conti, e di averlo subaffittato ad altri colleghi in quanto per lui 160 metri quadrati per viverci da solo sono troppi. In quattro dunque, pur percependo una somma mensile di quasi 30mila euro a testa, si sarebbero divisi le spese d'affitto di una casa il cui canone è approssimativamente di 3mila euro.

Semplicemente taccagni o squallidi truffatori? Libération peraltro non si ferma alla questione della casa, rivela anche di spese scriteriate, di cene di lavoro da 400 o 500 euro a botta, sostiene che le "auto blu" sono state utilizzate anche per fini privati e che ci sono delle «missioni non verificate» ma puntualmente rimborsate. Ce n'è abbastanza per un'indagine seria e non una semplice audizione al termine della quale la presidente della Commissione che l'ha convocata, la tedesca della Cdu Monika Hohlmeier, ha detto che «molte delle cose che ha scritto Libération sono false». Non la pensano però così diversi giornali dello stesso Paese che si chiedono se non sia il caso di riformare un'istituzione così delicata come la Corte dei Conti europea, sottratta a qualsiasi controllo e i cui membri, oltre a godere di privilegi ingiustificati, diventano tali senza alcuna competenza specifica se non quella di essere scelti dal proprio governo, Paese per Paese. È così che Klaus-Heiner Lehne e altri lui vi sono entrati, premiati per essere meritevoli quadri di partito.

https://www.liberoquotidiano.it/news/europa/29677545/ue-tedeschi-rubano-presidente-corte-conti-beccato-flagrante.html

 

 

 

 


Inviato

Malta: ex commissario Ue Dalli accusato di tentata corruzione

Torna alla ribalta giudiziaria a Malta il 'cold case' di John Dalli, che nel 2012 era il Commissario europeo per Salute quando venne bruscamente 'licenziato' dall'allora presidente Barroso per lo scandalo di una tentata concussione denunciata da un'azienda svedese produttrice di tabacco da masticare (il cosiddetto 'snus' particolarmente diffuso nei paesi scandinavi). Secondo quanto riporta il Times of Malta, Dalli dovrà affrontare accuse penali per il tentativo compiuto dal suo assistente Silvio Zammit di chiedere una tangente da 60 milioni di euro in cambio di un parere favorevole a permettere la vendita dello 'snus' in tutta l'Unione Europea. Del dicembre 2012, poco dopo il 'licenziamento' del suo capo dall'incarico europeo, Zammit fu incriminato per commercio di influenze e complicità nella tentata estorsione. Dalli tornò a Malta solo nel 2013, dopo che il neo eletto governo laburista aveva rimosso l'allora capo della polizia John Rizzo. Rizzo negli anni ha sempre insistito che l'ex Commissario Ue dovesse andare a giudizio. Ma il suo successore, Peter Paul Zammit, aveva deciso che non ci fossero prove sufficienti per l'apertura di un processo. Il governo laburista di Robert Abela, succeduto a Joseph Muscat nel gennaio 2020 dopo le rivelazioni sul caso Caruana, ha nominato a capo della polizia Angelo Gafà, che nel 2012 era l'ispettore che condusse materialmente le indagini su Zammit e Dalli. (ANSA).

https://www.gazzettadiparma.it/italia-mondo/2021/11/22/news/malta-ex-commissario-ue-dalli-accusato-di-tentata-corruzione-15298/

 


Inviato (modificato)

Poi c'è la povera Stella che si è ritrovata per sbaglio su un conto corrente 4 milioni di euro....ma perché a me o a voi questo genere di errori non capita mai?

Lunedì 24 maggio 2021 la redazione di Facta ha ricevuto via WhatsApp una segnalazione che chiedeva di verificare le informazioni contenute in un articolo pubblicato il 14 maggio dal sito web Voltairenet.org. L’articolo oggetto della nostra verifica si intitola “La commissaria europea alla Sanità sorpresa in corruzione flagrante” e riferisce di un documento della Corte dei Conti cipriota che metterebbe in dubbio la regolarità di «una serie di versamenti su un conto bancario detenuto dal marito» di Stella Kyriakides, dal 2019 commissaria europea alla Sanità.

Si tratta di una notizia fuorviante. 

La vicenda che riguarda Stella Kyriakides è stata portata alla luce lo scorso aprile dal programma televisivo tedesco Panorama, mandato in onda dall’emittente pubblica Ard. Secondo Panorama, un rapporto della Corte dei Conti cipriota (disponibile a questo link) avanzerebbe alcuni dubbi circa la regolarità di un prestito erogato da una banca di Stato cipriota verso Maralo Limited – una società diretta dal marito Kyiriakos Kyriakides – nonostante questa non avesse le garanzie sufficienti per ricevere il prestito. 

La Corte dei Conti di Cipro ha definito «molto problematica» la natura del prestito e il sospetto esplicitato dalla stampa è che tale operazione sia stata resa possibile dall’influenza politica della commissaria europea. Per evitare simili dinamiche, ogni membro eletto o nominato in organi dell’Unione europea è chiamato a redigere una «dichiarazione di interessi», nella quale inserire i nominativi di persone o aziende verso le quali potrebbe esistere

un eventuale forma di conflitto d’interesse. Nel documento che riguarda Stella Kyriakides, il marito Kyiriakos è effettivamente descritto come un uomo d’affari, ma tra le nove società a lui collegate non compare il nominativo della Maralo. 

Nonostante la dinamica descritta nell’articolo da VoltaireNet sia sostanzialmente corretta, non è ancora possibile parlare legalmente di «corruzione flagrante», come nel titolo. La vicenda ha infatti attirato l’attenzione dei media e della politica – con un’interrogazione parlamentare presentata il 6 aprile 2021 da Sven Giegold (Verdi) – ma il caso non ha al momento prodotto il giudizio di nessun organo giuridico, europeo o cipriota. 

https://facta.news/fuori-contesto/2021/05/24/la-commissaria-europea-alla-sanita-non-e-stata-sorpresa-in-corruzione-flagrante/

 

Modificato da ARES III

Inviato (modificato)

Poi come non citare il giustiziere Manfred Weber capogruppo/presidente del PPE, acerrimo nemico della corruzione, degli sprechi di risorse economiche, un frugale duro e puro... con gli altri si intende....

Uffici fantasma' pagati con fondi Ue: scoppia lo scandalo al Parlamento europeo

Molti eurodeputati usano i fondi europei destinati a sostenere le spese per gli uffici nelle proprie circoscrizioni nazionali in modo illecito, “affittando” spazi appartenenti alle loro residenze, ai loro partiti politici o in alcuni casi per pagare uffici che in realtà non esistono affatto. E’ quanto rivelato da un gruppo di giornalisti investigativi di diversi Paesi europei nell’ambito del ‘The MEPs Project’. Secondo gli autori dell’inchiesta, gli uffici di 249 europarlamentari non esistono o comunque non è possibile rintracciarli, e al momento soltanto 133 degli attuali 748 membri del Parlamento europeo hanno detto chiaramente quanto pagano effettivamente in affitti di uffici.

Il popolare Weber paga un ufficio che si trova a casa sua – Una serie di inchieste svolte attraverso i 28 Stati membri ha svelato che ci sono almeno 42 casi di eurodeputati che pagano l’affitto ai loro partiti politici nazionali, o persino ai loro stessi conti bancari personali. Tra questi anche il capogruppo dei popolari, Manfred Weber, che avrebbe preso in affitto un ufficio che è situato però nella sua residenza nel suo villaggio di origine in Baviera, in Germania.

I rimborsi dei deputati – I deputati europei oltre allo stipendio di base che ammonta a 6.611 euro netti ricevono diversi rimborsi. Innanzitutto una diaria per ogni giorno che firmano il registro delle presenze a Bruxelles o Strasburgo, pari a 306 euro al giorno. Hanno diritto fino a 4.264 euro l’anno per viaggi al di fuori dello Stato membro di elezione e al rimborso di tutti i costi di viaggio all’interno del proprio Paese di origine. Per sostenere il lavoro dei loro uffici hanno a disposizione un budget mensile di 24.164 euro per pagare i propri assistenti a Bruxelles e Strasburgo e nel collegio di elezione. E sempre per sostenere le attività in quest’ultimo hanno 4.342 euro al mese esentasse (la ‘General Expenditure Allowance’, Gea) che sono destinati a coprire spese per l’affitto di un ufficio, la sua gestione, le spese di telefono e postali, i costi per l’acquisto, il funzionamento e la manutenzione di computer e l’organizzazione di conferenze. Queste ultime spese non devono necessariamente essere rendicontate e solo alcuni deputati, di propria spontanea volontà, forniscono tutte le fatture. Così come solo alcuni restituiscono i fondi non spesi o addirittura, come previsto dalle regole, chiedono di riceverne meno se prevedono che non li utilizzeranno.

Uffici in affitto nelle sedi dei propri partiti – In generale diversi eurodeputati sembrano subaffittare gli uffici presso i rami locali dei loro partiti: 38 parlamentari hanno confermato di aver pagato l’affitto al loro partito, che sia locale o nazionale. Altri trasferiscono l’intera somma della Gea al loro partito di appartenenza.

Uffici fantasma – L’inchiesta dell’MEPs Project rivela che in alcuni Stati membri, dal Belgio alla Bulgaria, passando per Italia, Germania, Olanda e Spagna, alcuni eurodeputati non dispongono di nessun ufficio in assoluto. Molti parlamentari hanno rifiutato di dire dove si trovi il loro ufficio in patria. La maglia nera va alla Polonia, dove ben 51 deputati europei non sono stati in grado di rispondere alle domande dei giornalisti. Secondo il Parlamento europeo, gli eurodeputati possono affittare un ufficio personale da loro stessi o dai loro partiti, a patto di rispettare alcune condizioni informali. In ogni caso, non possono usare l’indennità – finalizzata “a coprire le spese direttamente legate all’esercizio del loro mandato” – per finanziare i loro partiti nazionali o a scopo personale. Pochissimi parlamentari rimborsano il Parlamento per i fondi inutilizzati: dal 2010 soltanto 20 deputati hanno restituito il denaro dell’istituzione europea, per un totale che varia tra i 100mila e i 600mila euro a seconda dell’anno.

Nessun controllo da parte del Parlamento – Il totale dei fondi del Parlamento da destinare agli uffici dei parlamentari ammonta a 40 milioni di euro ogni anno. Poiché Strasburgo non verifica questo tipo di pagamenti, non c’è nessuna documentazione disponibile per controllare come sono spesi tali fondi. Secondo l’inchiesta il Parlamento europeo non monitora né l’esistenza di uffici nazionali degli eurodeputati, né il rispetto delle condizioni per utilizzare i fondi. “Considerando il fatto che la spesa del budget dell’Ue è sottoposta a stretti controlli e verifiche, è notevole il fatto che gli eurodeputati non rispettino gli stessi standards per i propri finanziamenti”, ha criticato Wouter 

Wolffs, ricercatore in politiche europee all’Università di Leuven in Belgio. Nel 2015, dopo il diniego da parte del Parlamento europeo a consegnare i documenti utili per le loro ricerche, i giornalisti dell’inchiesta hanno portato il caso alla Corte europea, dove è ancora in attesa di una sentenza.

“Serve più trasparenza” – “Questo è ciò che accade quando i deputati europei possono spendere 40 milioni di euro dei soldi dei contribuenti ogni anno senza dover produrre una sola ricevuta”, ha dichiarato Nick Aiossa, responsabile politico di Transparency International Eu. “Dovrebbe essere evidente che la mancanza di trasparenza e di controllo 

intorno a tali indennità le rendono vulnerabili agli abusi. Le rivelazioni di oggi sono abbondanti prove di questo. Questa indennità – continua Aiossa – ha delle regole e non è destinata a servire come stipendio aggiuntivo, un modo per arricchire personalmente se stessi, né sovvenzionare i partiti politici nazionali. È giunto il momento che il Parlamento adotti misure per instillare un alto livello di fiducia nell’istituzione”.

Tajani promette una riforma delle regole – Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha assicurato che verranno presi i provvedimenti necessari per assicurare che casi del genere non avvengano più. “Ho chiesto agli organismi competenti di riformare le regole sulla General expenditure allowance”, spiega in una nota in cui afferma che lo scorso 15 maggio “su mia richiesta il Segretario generale del parlamento europeo ha presentato la bozza riforma che punta ad aggiornare la lista delle spese rimborsabili e a rafforzare le disposizioni attuali”, inoltre “per facilitare i controlli” la riforma introdurrebbe “la possibilità di sottoporre le spese a dei controlli, e di certificare e pubblicare i conti”, inoltre si prevede vi versare la Gea su un conto bancario apposito (adesso viene versata sul conto del parlamentare insieme allo stipendio), per facilitare il controllo del suo utilizzo.

https://www.eunews.it/2017/05/31/uffici-fantasma-fondi-ue-caso-parlamento-europeo/86858

Modificato da ARES III

Inviato

Allora sorge una domanda sono proprio questi signori i più indicati nel giudicare se un paese membro ha un alto tasso di corruzione o se i fondi erogati vengono mal gestiti ?

Sono perplesso......un ladro che vuole fare il giudice.... schizofrenia?


Inviato (modificato)

Approfittatori. Per non dire di peggio.

Se la spassano con i soldi dei contribuenti. Forse pensando di essere al di sopra di tutto o di tutti.

Convinti di potersi fare il "cappotto di legno" con le tasche...

Forse non rammentano il detto: non tutti vivono, ma tutti muoiono.

Quindi sai già cosa auguro a certuni.

Modificato da FFF

Inviato (modificato)
17 ore fa, ARES III dice:

Allora sorge una domanda sono proprio questi signori i più indicati nel giudicare se un paese membro ha un alto tasso di corruzione o se i fondi erogati vengono mal gestiti ?

Sono perplesso......un ladro che vuole fare il giudice.... schizofrenia?

 A parte che in passato ci sono stati anche casi di funzionari europei italiani corrotti, a giudicare se un paese membro ha un alto tasso di corruzione o se i fondi erogati vengono mal gestiti sono molti signori diversi e non necessariamente corrotti, sulla base di dati.

Ma è fantastica questa del tabloid nel primo post che titola "anche i tedeschi rubano"... mi chiedo da dove gli saltano fuori 'ste scoperte dell'America, della serie piccoli geni crescono.

Modificato da ART

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