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Non solo monete: calchi in gesso di monete antiche dai principali musei internazionali


Risposte migliori

Inviato

Il collezionismo numismatico e l'attività di studio e ricerca del settore sono strettamente connessi, lo sono ai nostri giorni e lo sono stati anche in passato.

Attualmente internet è un mezzo fondamentale per la condivisione di informazioni e materiali: sono innumerevoli i musei, le istituzioni pubbliche e private ecc che hanno deciso di pubblicare le loro collezioni online e/o di procedere alla digitalizzazione dei loro archivi.

Per citare un esempio a caso abbiamo il British Museum che ormai da diversi anni condivide nel proprio sito internet senza alcuna restrizione l'intera collezione museale di cui una consistente parte è presente anche con annessa foto.

Altre istituzioni invece hanno inserito qualche restrizione e per l'ottenimento di informazioni è necessario un contatto... tuttavia, nell'epoca in cui viviamo con un breve scambio di email si riescono ad ottenere miriadi di informazioni, sia per uso strettamente personale che per uso divulgativo/didattico.

Insomma, ottenere l'immagine di un antoniniano che si sa esser parte della collezione numismatica della Bibliothèque Nationale de France non è più una missione così impossibile, ma anzi è alla portata di tutti.

Nell'era pre-digitale invece esistevano altri sistemi: un dispendioso sopralluogo di persona (se si doveva uscire dal proprio paese) oppure lunghe attese e scambi epistolari finalizzati all'ottenimento di una fotografia o, andando ancor più a ritroso, di un calco di gesso!

Perché ho fatto questo lungo cappello introduttivo? Perché oggi vi presento il mio ultimo acquisto:

calchi.jpg

Il lotto è stato venduto come "calco in gesso di un antoniniano di Vittorino e di un aureo di Postumo" con la precisazione che nel retro delle due facce dell'antoniniano vi era la sigla "BM" mentre nel retro delle due facce dell'aureo di Postumo l'annotazione "Copenaghen".

Da buon segugio quale sono ho fatto un po' di ricerche e ho scoperto prima di tutto la provenienza:

calchi 3.jpg

Ex Baldwins's of St James's, Auction 55, lot 487 (parte).

Nella medesima asta è stata venduta, scomposta in più lotti, una collezione di oltre 500 calchi in gesso di monete romane molti dei quali avevano annotazioni sul retro del tipo "Paris", "Vienna", ecc.

Nell'asta vi erano solo alcune foto a titolo esemplificativo tra cui questi due vassoi:

calchi 4.jpgcalchi 5.jpg

Doveva trattarsi di una collezione davvero imponente di calchi di monete rare conservate presso i principali musei europei, con un focus apparentemente marcato sul III secolo e in particolar modo sull'impero gallico.

Il venditore attuale, da quel che ha avuto modo di apprendere avendo partecipato direttamente all'asta, mi ha riferito che doveva trattarsi di una serie di calchi risalenti agli anni '70-'80 del 1900.

Io di mio sono riuscito solamente a identificare la provenienza dei due pezzi siglati come BM che non sono facce della medesima moneta bensì il dritto rispettivamente di un antoniniano di Vittorino e di un antoniniano di Postumo che, fortunatamente, sono fotografati nell'archivio digitalizzato del British:

vitto.png

https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1964-0701-158

 

 

postu.png

https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1867-0101-1963

Il Vittorino è un acquisizione risalente al 1964 quindi la realizzazione dei calchi, probabilmente effettuata proprio dal BM (visto la musealizzazione del Postumo dal 1867), è compatibile alla finestra temporale indicata dal venditore.

Per quanto riguarda il Postumo invece stiamo parlando di un aureo del tipo seguente:

large_00659289_001.jpg

D\ POSTVMVS PIVS AVG
R\ ROMAE AETERNAE
RIC V - 37

Tuttavia di questo esemplare listato come "Copenaghen" non sono riuscito a recuperare altre informazioni, ho spulciato l'archivio fotografico della sezione numismatica del National Museum of Denmark, ma senza alcun risultato. Ignoro se esistano altre raccolte importanti conservate in qualche museo cittadino da cui potrebbe provenire l'esemplare in questione (tra l'altro di fattura nettamente inferiore rispetto ai due calchi precedenti).

Da ultimo ho inviato un quesito al British Museum di cui sono in attesa di risposta per cercare di capire fino a che anno il museo effettuava queste copie e in quali occasioni.

Una piccola curiosità insomma, una testimonianza di uno strumento di "conoscenza numismatica" d'altri tempi. Nullo il valore commerciale, ma significativo sul fronte della "storia del collezionismo numismatico".

Se qualcuno di voi ha in collezione vecchi calchi e vuole condividerli o ha altro materiale inerente... è ovviamente il benvenuto!

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Supporter
Inviato

Il nostro @grigioviola non si smentisce mai! Un ottimo lavoro di ricerca (ancora non concluso, come leggo).

Davvero interessante sapere quale poteva essere la finalità vera di questi calchi di gesso. Probabilmente lo studio, almeno inizialmente. Ho visto, infatti, che il calco dell'aureo ha un appiccagnolo. Pensavo anche alla ipotesi che potessero essere usati come tappa-buchi. Potrebbe essere?

Se ho ben capito, il calco dell'antoniniano e' stato fatto dal British Museum. Mi stupisce quindi che possano avere creato una sorta di ibrido per sbaglio.

Interessante poi il fatto che ci sia stato qualcuno che abbia collezionato tutti questi calchi di monete rare.

Ciao da Stilicho


Inviato

Ciao, la cosa che più mi colpisce di questi calchi in gesso, oltre al fatto che riproducono nei minimi dettagli la moneta è anche il modo in cui sono stati colorati superficialmente, molto realistici. Penso che l'errore non sia del BM ma del collezionista a cui appartenevano che li avrà accoppiati male, o nei passaggi successivi quando sono stati venduti.              ANTONIO 


Supporter
Inviato (modificato)

Sì, probabilmente ho capito male io: ci deve essere un calco per ogni faccia della moneta. Quindi molte delle mie considerazioni cadono. Sentiamo poi comunque Grigioviola. 

Modificato da Stilicho

Inviato

Esattamente. L'ibrido in realtà è frutto di un fraintendimento del venditore. Più realisticamente essendo in gesso, nei vari passaggi di mano saranno andati smarriti o rotti.

Per quanto riguarda l'appiccagnolo credo riproduca anch'esso l'originale in maniera fedele, probabilmente anche la moneta musealizzata è stata trasformata in monile

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Inviato

DE GREGE EPICURI

Alcuni studiosi usano ancora i calchi, almeno in certi casi. Anni fa per classificare una rara moneta ho scritto a Clive Stannard, mandandogli una foto. Mi ha risposto con estrema gentilezza, classificando l'esemplare, ma mi ha chiesto di mandargli un calco, in gesso o anche in plastilina (o qualcosa di simile), spiegandomi come fare e sostenendo che non era difficile. Dopo un po' di riflessione, ho preferito mandargli qualche altra foto...

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Inviato

Purtroppo il BM non tiene un elenco delle richieste di duplicati (foto, calchi ecc), tuttavia dalla risposta ricevuta dall'addetto sembra assodata la provenienza ed è anche compatibile con il periodo indicatomi dal venditore attuale (anni '70-80).

Vi riporto per completezza quanto comunicatomi dal museo:

Cita

It is quite possible the casts were made by the BM. Indeed since they could then be sent for study or photography off-site, mixing up obverse and reverse was a hazard of using this information source! It was a technique used since the early centuries of the museum, at one point I believe the skill used to be handed down in one family (who made casts and electrotypes). In modern times the post of specialist cast maker in the Coins and Medals dept was discontinued at the turn of this century with the advent of digital photography. 

 

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Inviato (modificato)

Da ragazzino, intorno ai 12 anni,leggendo un vecchio manuale di numismatica di Remo Cappelli  (che per me era la bibbia), che li citava,mi venne il desiderio di tentare di farne qualcuno delle 4 monete di Vittorio Emanuele II e III che avevo , tentai con diversi materiali,  gesso , argilla, fuga per pavimenti ( mio padre faceva il carpentiere),  alla fine ho capito che la cosa migliore era il gesso per dentisti, accompagnando mio fratello che doveva montare l apparecchio ortodontico mi ero fatto regalare un sacchettino.. vennero bene i calchi, chissà che fine hanno fatto però, del resto sono pure passati 30 anni! 

https://www.dontalia.it/gesso-di-ortodonzia-extrabianco-tipo-iii3-5kg?gclid=CjwKCAiAm7OMBhAQEiwArvGi3DDJH8TH1OghSkXCcPYdWWv8FBUb0pCfQBAxphJC18hPb5CHnqFkkRoCZ5UQAvD_BwE

Modificato da modulo_largo
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Inviato

Sì, è un tipo di gesso particolare che serve appunto per le impronte.

Ce ne sono anche di specifici per calchi, credo che il principio di lavorazione/preparazione sia il analogo.

E' una bella testimonianza di "storia dello studio numismatico" o comunque di "storia del collezionismo numismatico"... peccato non avere informazioni maggiori circa la precedente provenienza... sapere se era di uno studioso piuttosto che di un collezionista o di una qualche istituzione/circolo numismatico poteva far luce sull'utilizzo e lo scopo specifico di questa vasta raccolta di calchi!

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Inviato

Però se ci pensate,  sarebbe un ottimo sistema per tappare i buchi in collezione con monete impossibili,  come Romolo Augustolo e compagnia varia..


Inviato

Di sicuro questo è stato un "sistema" per un certo periodo di tempo nel collezionismo numismatico del secolo scorso e ancor di più del precedente.

In tal senso poi si sono inserite ad esempio anche le copie di Becker, quantomeno in ambito "gallico".

Altro illustre esempio poi sono i cosiddetti "padovanini" del Cavino.

Mentre un intento più "truffaldino" è da attribuire al Cigoi.

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Inviato
5 ore fa, grigioviola dice:

Di sicuro questo è stato un "sistema" per un certo periodo di tempo nel collezionismo numismatico del secolo scorso e ancor di più del precedente.

In tal senso poi si sono inserite ad esempio anche le copie di Becker, quantomeno in ambito "gallico".

Altro illustre esempio poi sono i cosiddetti "padovanini" del Cavino.

Mentre un intento più "truffaldino" è da attribuire al Cigoi.

Prima o poi ti chiederò un calco di Laelianus! Oppure mi aiuti a scovarne una in asta con attribuzione errata! ??

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Inviato
Il 11/11/2021 alle 12:24, grigioviola dice:

Di sicuro questo è stato un "sistema" per un certo periodo di tempo nel collezionismo numismatico del secolo scorso e ancor di più del precedente.

In tal senso poi si sono inserite ad esempio anche le copie di Becker, quantomeno in ambito "gallico".

Altro illustre esempio poi sono i cosiddetti "padovanini" del Cavino.

Mentre un intento più "truffaldino" è da attribuire al Cigoi.

Le copie del Becker però passavano come autentiche e pare che lui stesso, direttamente o per conto di qualche scaltro commerciante, abbia rifilato le sue copie ai collezionisti vendendole per buone…


Inviato

Riguardo le copie in gesso invece, presso il monetiere di Firenze, è conservata una interessante raccolta di calchi in gesso della serie fusa realizzati dal Mommsen.


Inviato

Però le copie del Becker di aurei gallici in metallo vile difficilmente potevano passare per autentiche.

Accusato di essere un falsario, si difese così:

Screenshot_20211113_075746.jpg

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Inviato

Quando Becker fu accusato di essere un falsario si difese dicendo che vendeva le sue creazioni come copie. Successivamente allo scandalo che lo coinvolse provó a vendere i suoi coni a diversi musei ma senza successo. Alla fine vennero battute numerose monete in metallo bianco e vendute per pochi soldi ai vari collezionisti dell’epoca. Di lì a poco Becker morí è solo successivamente i coni furono acquistati e trasferiti al museo di Berlino. Dal diario del Becker però sappiamo che per dare alle monete l’aspetto delle monete autentiche e consunte dal tempo, egli faceva fare loro un “giro con la sua carrozza dentro ad una scatola insieme a tante altre monete di metalli differenti”. Forse quindi la possibilità che le vendesse per buone non è poi tanto remora.

in ogni caso credo che le monete in stagno dorate di cui parli sono quelle coniate alla fine della sua carriera mentre sappiamo che ne esistono in metallo buono che, non fosse talvolta per le foto pubblicate sul libro sulla vita dì Becker, potrebbero ancora passare per buone.

Ecco una di quelle in metallo bianco 

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Inviato

Eccone invece una in buon argento

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Inviato

Ciao, non so se sono monete coniate da Becker perché non c'è scritto ma viene chiaramente indicato che si tratta di riproduzioni moderne in argento e sono in vendita attualmente(in molte altre vendute in passato era chiaramente scritto che erano sue e non erano d'argento). Lo stile però sembra quello. Quelle del Becker alcune volte hanno anche superato i 150euro, quindi hanno un loro mercato. Posto alcune foto di quelle in vendita attualmente, ma c'è ne sono molte altre.                                   ANTONIO 

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Inviato

In questo caso sembrano produzioni dell’est, non sono Becker


Inviato
14 ore fa, centurioneamico dice:

In questo caso sembrano produzioni dell’est, non sono Becker

Ciao e buona domenica a tutti. Siccome l'argomento Becker mi interessa molto purtroppo non sono riuscito a trovare nalla mia ricerca altre monete in buon argento a lui attribuite come quella da te postata di Vitellio. Ho trovato(ed ho visto in aste recenti) molte monete che erano riproduzioni di aurei e denari in metallo vile, con uno stile che sinceramente avrebbe potuto ingannare pochi collezionisti percui ti chiedo se ne sei in possesso di pubblicare altre foto di denari in argento come quello di Vitellio a lui attribuito. Grazie ed alla prossima, spero di non essere andato OT con questo mio intervento.                           ANTONIO 


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