Canoa Maya

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Ritrovata misteriosa canoa Maya sommersa datata poco prima della scomparsa della civiltà mesoamericana

Un gruppo di archeologi ha scoperto una canoa Maya di legno nel Messico meridionale, che si ritiene abbia più di 1000 anni. Lunga oltre 1,6 metri, è stato trovata quasi completamente intatto, sommersa in una pozza d'acqua dolce vicino alle rovine della città Maya di Chichen Itza. L'istituto di antichità del Messico (Inah) afferma che potrebbe essere stato utilizzato per estrarre acqua o depositare offerte rituali. Il raro ritrovamento è avvenuto durante i lavori di costruzione di una nuova ferrovia turistica nota come Maya Train. In una dichiarazione, l'Inah ha affermato che gli archeologi hanno anche scoperto ceramiche, un coltello rituale e dipinti murali di mani su una parete rocciosa nella piscina naturale, nota come cenote. Gli esperti dell'Università della Sorbona di Parigi hanno aiutato a individuare l'età e il tipo esatti della canoa. Sarebbe anche stato realizzato un modello 3D per consentire la realizzazione di repliche e per facilitare ulteriori studi. La civiltà Maya fiorì prima che la Spagna conquistasse la regione. Ai loro tempi, i Maya governavano vasti tratti di territorio in quello che oggi è il Messico meridionale, il Guatemala, il Belize e l'Honduras. La barca è stata provvisoriamente datata tra l'830-950 dC, verso la fine dell'età d'oro della civiltà Maya. Intorno a questo periodo, la civiltà Maya subì un grave crollo politico, segnato dall'abbandono delle città disseminate nell'odierna America Centrale, lasciando rovine di imponenti piramidi e altri edifici in pietra. Nessuna teoria per la fine della civiltà Maya è stata ampiamente accettata, ma si ritiene che sia dovuta a una combinazione di guerre interna, siccità e sovrappopolazione. Il cosiddetto Maya Train è un progetto multimiliardario, che attraverserà cinque stati del Messico meridionale. 

https://www.lastampa.it/cultura/2021/10/31/video/ritrovata_misteriosa_canoa_maya_sommersa_datata_poco_prima_della_scomparsa_della_civilta_mesoamericana-365670/

 

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Maya Canoes

 

The Maya, whose civilization was based in the southern Mexico (including the densely forested Yucatan Peninsula) and parts of Central America depended heavily upon waterborne transport to supply goods to their several urban centers. Within Mayan territory, goods traveled by river from the interior to coastal areas, and from the coast inland as well. Coastwise trade also occurred both among Maya and with neighboring peoples.

 

Christopher Columbus encountered the Maya in the Yucatan on his fourth voyage to the New World. His son Ferdinand wrote:

 

"...there arrived at that time a canoe long as a galley and eight feet [2.5m] wide, made of a single tree trunk like the other Indian canoes; it was freighted with merchandise from the western regions around New Spain. Amidships it had a palm-leaf awning like that which the Venetian gondolas carry; this gave complete protection against the rain and waves. Under this awning were the children and women and all the baggage and merchandise. There were twenty-five paddlers...."

The cargo in this single canoe included clothing, tools, weapons, foodstuffs, wine and luxury items. Obsidian was also an important import. The reported width of 8 feet seems unlikely for a logboat.

Although no Mayan boats have been recovered, there is ample evidence that dugout canoes were the standard means of transportation. Aside from the matter of size -- we can safely assume that river craft were smaller than seagoing boats -- Maya canoes took several forms. Incised illustrations appearing on bones found in a royal burial in Tikal depict some of these variants. Mayan illustration showed most objects in profile, which limits our understanding of the canoe designs to that view, but shows some clear differences in sheerline, end decoration, and in the forms of the stem and stern.

Paddler gods and animal deities vigorously transport a passenger -- probably the royal individual buried in the tomb in which this carving was found -- beneath the surface of the water, possibly into the underworld of death. The canoe accommodates several paddlers and passengers, and the stern is high and decorative. 

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This canoe has an even more elaborate raised stem, shown in perspective overlapping two other fancy canoe bows.

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Two gods fishing from a canoe. The straight sheer and overhanging end platforms are less ceremonial, more appropriate to a workboat.

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Found in Maya territory on Moho Cay, off the coast of Belize, this canoe model agrees with the previous image, including the straight sheer and the overhanging platform ends. The model, possibly a child's toy, was made from manatee rib. It's not clear if the tapered shape is an accurate representation of the canoe form, or if it was necessitated by the taper of the bone from which it was carved.

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Stingray god and Jaguar god paddle another straight-sheered canoe in an image from a temple in Tikal. The stern is similar to the two previous images, but the bow is more vertical, with less overhang. The paddle blades are entirely to one side of the shafts, which have no end-grips: the upper hand grasps the shaft several inches below the end, and the lower hand several inches above the decorated blade. (Similar paddles can be vaguely made out in images #1 and #3 above.) Stingray appears to be sitting at about the level of the sheerline, possibly on the stern platform, with his feet inside the hull, while Jaguar appears to be sitting cross-legged on the bow platform. (Stingray appears anxious, and Jaguar resigned. We can imagine the conversation: "Jaggy, are you sure you shut off the stove before we left?" "Yes, dear.")

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A paddle discovered at a Mayan saltworks on Punta Ycacos Lagoon on the Yucatan Peninsula in Belize agrees almost perfectly with those in the image above. The paddle does have a very narrow bit of blade opposite the main part of the blade. Total length is 1.43m. The shaft is round, 5cm diameter. The association of the paddle and the saltworks indicates waterborne trade in salt. 

Modificato 31 Ottobre, 2021 da ARES III

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A temple fresco from Chichen Itza shows three canoes traveling coastwise, each carrying two warriors. The canoe ends are high and similar to image #1. The single "paddler" in each boat appears to be using his long-shafted paddle to pole from the bow. The paddles have conventional symmetrical blades.

http://indigenousboats.blogspot.com/2014/04/maya-canoes.html?m=1

 

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Sciolto il mistero della canoa del Cinquecento circondata da resti scheletrici e trovata sul fondo di un laghetto

Una canoa, sul fondo di uno specchio d’acqua magico. In alto, attorno, alberi. Poi le pareti della grande pozza, l’acqua, i depositi rituali. Gli esperti dell’INAH e del CNRS hanno sottolineato che, per la sua morfologia, la barca potrebbe essere stata creata per essere depositata come offerta. Non avrebbe potuto navigare. Fu creata perché si sprofondasse. Le barche dei defunti non stanno in superficie. Intorno alla barca sono stati trovati 38 resti scheletrici, tra cui un metatarso umano e ossa di armadillo, cane, tacchino e aquila.

Due anni fa, gli archeologi subacquei dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) hanno localizzato una canoa monoxyla all’interno di un cenote, nell’ambito del lavoro di salvataggio archeologico svolto dal Ministero della Cultura del Governo del Messico durante i lavori per la linea del Treno Maya.

Questo 28 giugno 2023, nell’ambito del 12° Congresso Internazionale dei Maya, organizzato dall’Università Nazionale Autonoma del Messico, gli specialisti hanno ipotizzato un uso rituale dell’antica nave, sulla base di studi iniziali nei laboratori in Messico e all’estero.

 

Il capo dell’ufficio della penisola dello Yucatan della sottodirezione INAH di archeologia subacquea (SAS), Helena Barba Meinecke, ha riferito che le immersioni, effettuate a partire dall’ottobre 2021 nel cenote di San Andrés, omonimo del sito archeologico in cui si trova il cenote sistema carsico–, hanno permesso di realizzare modelli 3D della canoa e specificarne le dimensioni: 2,15 metri di lunghezza (lunghezza), 45 centimetri di larghezza (larghezza) e 36,5 centimetri di profondità (altezza).

Secondo l’archeologo, che ha partecipato al forum insieme agli archeologi Jesús Gallegos Flores, addetto al SAS nella penisola dello Yucatán, e Alexandra Biar, del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS), durante l’esplorazione di Nella cavità dove la canoa è stata ritrovata, sono stati prelevati campioni sia del legno della barca che dei resti scheletrici scoperti intorno ad essa.

Finora, ha detto, sono stati identificati 38 resti scheletrici corrispondenti a sette individui di diverse specie animali: armadillo, tacchino, cane e aquila; inoltre è stato riconosciuto un resto umano, associato ad un osso metatarsale del piede sinistro di una femmina adulta.

La preponderanza di ossa di armadillo e la presenza del metatarso umano portano gli esperti a teorizzare l’uso rituale della canoa e la sua collocazione nella caverna prima che questa venisse allagata.

Da un lato, hanno commentato, i resti dell’armadillo, la cui capacità di nuotare gli consente di trattenere il respiro e attraversare specchi d’acqua tenendo gli artigli al suolo, sarebbe un’allusione all’ingresso di detto animale negli inferi, prendendo in considerazione la concezione maya di grotte, allagate, semi-allagate e cenotes come portali a detto spazio cosmogonico.

Allo stesso modo, ha aggiunto Alexandra Biar, sono note immagini nelle ceramiche Maya in cui questo animale appare come uno “sgabello degli dei”, con personaggi che vi mettono i piedi sopra, il che sarebbe direttamente collegato alle prove archeologiche osservate nel cenote.

Sia Biar che Gallegos hanno approfondito che l’uso rituale della canoa è avvalorato anche dalla morfologia stessa della nave, poiché avendo prua e poppa molto pesanti, la sua capacità di navigazione doveva essere limitata in acque più dinamiche, quindi non escludono che era stato creato per scopi simbolici.

In merito agli studi effettuati sul legno della canoa, Biar ha evidenziato che le analisi al carbonio 14, effettuate con il supporto del CNRS, hanno dimostrato che il materiale organico risale al XVI secolo e non al periodo Classico Terminale (830 -950 d.C.), che predomina nel sito archeologico di San Andrés.

Anche se questo indicherebbe la continuità delle pratiche rituali Maya associate agli specchi d’acqua durante il periodo di contatto con gli spagnoli, gli specialisti hanno sottolineato che gli studi effettuati nell’acqua del cenote, nell’Unità Cinvestav Mérida, con il supporto della ricercatrice Dalila Aldana Aranda, ha mostrato concentrazioni di microplastiche che potrebbero influenzare la datazione, pertanto sono previste nuove immersioni per prelevare ulteriori campioni di legno e materiale osseo dal contesto sommerso.

Va notato che la canoa Maya è indagata in situ , in aderenza ai protocolli di conservazione dettati dalla Convenzione del 2001 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo.

Infine, gli esperti hanno ringraziato gli archeologi del Centro INAH Yucatán, José Francisco Osorio León, Francisco Pérez Ruiz e Nayeli Jiménez Cano per il loro supporto in questa indagine; dall’archeologa Carolina Ramos Novelo, dell’Università Autonoma dello Yucatán, nonché dal Dr. Dalil Aldana del Centro di Ricerca e Studi Avanzati dell’IPN Mérida.

 

https://www.stilearte.it/sciolto-il-mistero-della-canoa-del-cinquecento-circondata-da-resti-scheletrici-e-trovata-sul-fondo-di-un-laghetto/