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Commissioni d'asta


paperocv

Risposte migliori

Ciao a tutti,

dopo un po' di lontananza dal mondo numismatico mi sto di nuovo concentrando sui prossimi acquisti per implementare la mia piccola collezione.

Vedendo le varie e numerose aste di questo autunno noto che le commissioni d'asta vanno da un 15% a un 20-25% sul prezzo offerto.

Ora posso capire per il pezzo estremamente raro che si possa pensare di lasciare sul piatto un ulteriore 20% medio ma mi chiedevo quale fosse il senso di andare in asta per quelle monete non così rare per cui si può cercare e acquistare tranquillamente sui negozi on-line delle varie ditte numismatiche se non nei negozi fisici.

Per spiegarmi se cerco uno zecchino che possa valere sui 400€ lo troverò abbastanza agevolmente in alcuni negozi fisici e/o online pagandolo 400€ più eventualmente le spese di spedizione.

Se vado in asta e la base è 350 e lo prendo a 350 lo pagherò alla fine 420 più spedizione e assicurazione.

Quindi qual è il senso se non per puntare solo sulle estreme rarità? Oppure solo in caso di basi estremamente basse?

Se ho basi più o meno allineate al valore della moneta, che per carità è sempre relativo a quanta domanda ci sia, l'impatto del 20% mi porta a non considerarla se non per una estrema difficoltà di reperimento su altri canali.

Che ne pensate? Magari mi sfugge qualcosa

Grazie a tutti

 

 

 

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Una volta andavano in asta solo le rarità. Le monete ''normali'' si compravano in negozio, ai convegni o ai mercatini. L'avvento di internet ha cambiato le cose a favore delle aste. E la pandemia ha dato un'accelerazione al fenomeno.

Allo stato attuale è più facile vendere lo zecchino a 350 + diritti (anche 400 + diritti) che a 400 in negozio o al convegno. Ovviamente le monete comuni avranno una perdita maggiore al momento della dismissione per una questione di diritti d'asta.

Arka

Diligite iustitiam

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Me lo chiedevo qualche giorno fa,  e mi sono dato questa risposta: oltre a quanto già ampiamente detto da Arka, aggiungerei che gli affari in asta online si facevano 10/15 anni fa, perché erano pochi i collezionisti che " masticavano " l utilizzo di pc e carte prepagate o PayPal,  in genere solo i più giovani, adesso chiunque nel proprio  smartphone ha le varie app di eBay,  catawiki,  deamoneta,  sixbid ecc ecc quindi aumentando la concorrenza aumentano i prezzi di aggiudicazione,  purtroppo..

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7 minuti fa, Devant81 dice:

Resta il fatto che pagare 20....21 euro ogni 100 di valore della moneta per me è un furto....compro molto meno infatti rispetto ad anni fa.

È un immenso furto, sono d'accordo.. 

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Ciao,

anche io quando voglio cercare di prendere un lotto in asta mi faccio i conti sul prezzo massimo da offrire compreso di diritti.

la domanda però era più sulla logica di portare in asta e cercare su questa modalità delle monete che già alla base o quasi superano il presunto valore di realizzo applicando le commissioni.

Non capisco come monete che possano valere ad esempio 100 euro vengano messe in asta a base 80 se poi visitando i vari siti di numismatica o i vari shop la trovo magari a 90 o anche a 100 evitandomi il problema dei rilanci. Alla fine è una questione di capire che senso ha andare in asta se non per le grandi rarità.

Il dover "pensare" che quasi un quarto della mia offerta mi viene aggiunto successivamente mi fa quasi sempre abbandonare l'idea e cercare altri canali.

Io capisco le grandi spese dietro un'asta ma per le sole online questo criterio mi sfugge un po'. Ma non conosco appieno le commissioni delle varie piattaforme quindi dichiaro la mia "ignoranza" ma un 20% di diritti per quelle sole aste online rimane per me una questione inspiegabile.

 

Grazie a tutti per le risposte

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Appunto lasciamo perdere il fisco che sicuramente conta, ma qui parliamo di diritti dal 18 al 25 solo da una parte....poi anche la percentuale sul conferente e ovviamente anche  la percentuale sul realizzo....lasciamo perdere. Le belle monete costano tanto anche grazie a tutte queste voci. La visibilità che si da ad una moneta e anche la possibilità di vederle, la possibilità quindi di scelta la si paga cara

Modificato da Devant81
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Supporter
5 ore fa, paperocv dice:

Alla fine è una questione di capire che senso ha andare in asta se non per le grandi rarità.

Il dover "pensare" che quasi un quarto della mia offerta mi viene aggiunto successivamente mi fa quasi sempre abbandonare l'idea e cercare altri canali.

Il problema è che attualmente le aste costituiscono una fetta molto importante del mercato.
Soprattutto in questi ultimi due anni, in cui sono un po' mancati i convegni e gli acquisti in negozio, le aste online hanno preso sempre più il sopravvento. Perciò, ormai non vengono proposte solo grandi rarità e altissime conservazioni ma anche monete "normali". 
D'altronde, piattaforme come numisbids, bid inside, biddr, ecc. raccolgono ogni mese decine di aste e garantiscono nel complesso un'offerta incomparabilmente maggiore (per quantità e possibilità di scelta) rispetto a qualunque venditore.
Gli stessi venditori magari tengono qualche mese una moneta in negozio, nella speranza che arrivi il "cliente giusto".
Se questo non arriva, la portano a far slabbare e la mettono in asta, dove hanno la massima visibilità possibile (con una platea internazionale di offerenti) e, di conseguenza, le migliori possibilità di poter vendere l'esemplare (magari anche a molto più di quanto richiesto in negozio). 

Sulla questione delle crescenti commissioni, a mio avviso, è una conseguenza di questo spostamento del mercato verso un modello sempre più "asta-centrico". La domanda è più alta dell'offerta e le case d'asta sanno di avere il coltello dalla parte del manico.
Ecco, dunque, che, senza troppi scrupoli, vediamo crescere progressivamente i diritti. Ora la soglia massima pare essere il 25% ma, francamente, non mi sorprenderei troppo se tra qualche anno qualcuno cominciasse ad avvicinarsi anche al 30%. 

Modificato da lorluke
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Vi faccio un esempio....compro una moneta medievale in oro. La pago 2500 euro....dopo un annetto dato che era un doppione decido di venderla e la cedo a 2000 ad un commerciante amico, non importandomi della perdita perché volevo venderla in tempi brevi e fare cassa per altri acquisti. Lui la mette in asta notissima e la moneta fa 4200 più diritti. Allora o quello delle aste è un mondo fatato o a comprare ci sono persone ricche oppure stupide, oppure c'è uno scostamento dalla realtà. Premetto che la moneta che io ho comprato a 2500 da commerciante l'avevo vista a convegno di Parma e l'ho comprata  un anno dopo quindi non stiamo parlando di una moneta nascosta ma anzi aveva girato e pure bene. La realtà è che spesso in asta si è invogliati dalle descrizioni, dal fatto che si paga magari tra 2 mesi perché le aste sono on line mesi prima, insomma non è come dover staccare subito un assegno o fare un bonifico, anche se ci si arriva prima o poi, c'è anche una sorta di competizione con altri collezionisti, ma se ci pensate a caro prezzo .  Io unica cosa che trovo di interessante nelle aste è la panoramica e visibilità delle monete, perché in effetti prima dell avvento di internet di monete ne vedevo poche essendo io  in  una cittadina di provincia e non potendo andare spesso ai convegni.

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Supporter
3 ore fa, Devant81 dice:

La realtà è che spesso in asta si è invogliati dalle descrizioni, dal fatto che si paga magari tra 2 mesi perché le aste sono on line mesi prima, insomma non è come dover staccare subito un assegno o fare un bonifico, anche se ci si arriva prima o poi, c'è anche una sorta di competizione con altri collezionisti, ma se ci pensate a caro prezzo .

Purtroppo, nella pletora di offerenti che partecipano alle aste ve ne sono anche alcuni che non hanno il senso della misura e fanno offerte ai limiti della follia. Può darsi che sia anche una questione psicologica: gente ricca che spende migliaia di euro con la stessa nonchalance con cui io spenderei 10 euro ultimamente fa sempre più terra bruciata nelle aste più prestigiose. Forse la loro più grande soddisfazione è quella di voler sempre primeggiare sugli altri, anche a costo di fare acquisti poco convenienti da un punto di vista economico. O, probabilmente, si lasciano ammaliare dalle descrizioni di certe monete e, non avendo le conoscenze necessarie per valutarle autonomamente, finiscono col strapagarle...
Di ipotesi potremmo trovarne a iosa per cercare di giustificare acquisti del genere. 

Concludo dicendo che anni fa ritenevo fosse molto più conveniente comprare all'asta. Oggi, mi sto sempre più convincendo del contrario, ovvero che, alla fine, comprare ai convegni o in negozio sia meglio. Almeno, sai già qual è il prezzo e non devi preoccuparti della concorrenza di qualche pazzo scatenato... L'unico problema è che, come detto, ciò che possono offrire le aste supera notevolmente ciò che può proporti un qualunque commerciante.

Modificato da lorluke
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Supporter
13 minuti fa, lorluke dice:

Concludo dicendo che anni fa ritenevo che fosse molto più conveniente comprare all'asta. Oggi, mi sto sempre più convincendo del contrario, ovvero che, alla fine, comprare ai convegni o in negozio sia meglio. Almeno, sai già qual è il prezzo e non devi preoccuparti della concorrenza di qualche pazzo scatenato... L'unico problema è che, come detto, ciò che possono offrire le aste supera notevolmente ciò che può proporti un qualunque commerciante.

Passaggio totalmente condivisibile. Anni fa facevo ottimi acquisti anche io online e nelle aste. I prezzi, anche comprensivi di diritti, erano quasi sempre leggermente più vantaggiosi di quelli in negozio. Dall'ultimo anno in poi la situazione si è completamente ribaltata (almeno considerano i prezzi nei convegni e negozianti siciliani che frequento io).

 Credo che, fin tanto che non si calmi la tempesta, le case d'asta vadano prese in considerazione esclusivamente per le monete altrimenti introvabili.

 

 

 

Modificato da azaad
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2 ore fa, azaad dice:

Credo che, fin tanto che non si calmi la tempesta, le case d'asta vadano prese in considerazione esclusivamente per le monete altrimenti introvabili.

 

Saggia posizione ..

 

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3 ore fa, Devant81 dice:

Vi faccio un esempio....compro una moneta medievale in oro. La pago 2500 euro....dopo un annetto dato che era un doppione decido di venderla e la cedo a 2000 ad un commerciante amico, non importandomi della perdita perché volevo venderla in tempi brevi e fare cassa per altri acquisti. Lui la mette in asta notissima e la moneta fa 4200 più diritti. Allora o quello delle aste è un mondo fatato o a comprare ci sono persone ricche oppure stupide, oppure c'è uno scostamento dalla realtà. Premetto che la moneta che io ho comprato a 2500 da commerciante l'avevo vista a convegno di Parma e l'ho comprata  un anno dopo quindi non stiamo parlando di una moneta nascosta ma anzi aveva girato e pure bene. La realtà è che spesso in asta si è invogliati dalle descrizioni, dal fatto che si paga magari tra 2 mesi perché le aste sono on line mesi prima, insomma non è come dover staccare subito un assegno o fare un bonifico, anche se ci si arriva prima o poi, c'è anche una sorta di competizione con altri collezionisti, ma se ci pensate a caro prezzo .  Io unica cosa che trovo di interessante nelle aste è la panoramica e visibilità delle monete, perché in effetti prima dell avvento di internet di monete ne vedevo poche essendo io  in  una cittadina di provincia e non potendo andare spesso ai convegni.

Non sono probabilmente gli elementi che hai citato a fare la differenza , ne’  che il settore delle aste sia un mondo fatato , bensì semplicemente il fatto che in un’asta on line di colpo - in un’asta primaria - la tua moneta avuto migkiia di potenziali acquirenti in piu’ e quindi un’offerta potenziale con la quale neanche il maggiore dei convegni puo’ competere.

e’ questo elemento il vero game changer cui la maggior parte dei collezionisti fa  fatica a comprendere e ad abituarsi 

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Supporter
12 minuti fa, numa numa dice:

Saggia posizione ..

 

Ho persino ricominciato a comprare su ebay, piattaforma che avevo abbandonato qualche anno fa ?

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Il 20/10/2021 alle 18:30, paperocv dice:

Ciao a tutti,

dopo un po' di lontananza dal mondo numismatico mi sto di nuovo concentrando sui prossimi acquisti per implementare la mia piccola collezione.

Vedendo le varie e numerose aste di questo autunno noto che le commissioni d'asta vanno da un 15% a un 20-25% sul prezzo offerto.

Ora posso capire per il pezzo estremamente raro che si possa pensare di lasciare sul piatto un ulteriore 20% medio ma mi chiedevo quale fosse il senso di andare in asta per quelle monete non così rare per cui si può cercare e acquistare tranquillamente sui negozi on-line delle varie ditte numismatiche se non nei negozi fisici.

Per spiegarmi se cerco uno zecchino che possa valere sui 400€ lo troverò abbastanza agevolmente in alcuni negozi fisici e/o online pagandolo 400€ più eventualmente le spese di spedizione.

Se vado in asta e la base è 350 e lo prendo a 350 lo pagherò alla fine 420 più spedizione e assicurazione.

Quindi qual è il senso se non per puntare solo sulle estreme rarità? Oppure solo in caso di basi estremamente basse?

Se ho basi più o meno allineate al valore della moneta, che per carità è sempre relativo a quanta domanda ci sia, l'impatto del 20% mi porta a non considerarla se non per una estrema difficoltà di reperimento su altri canali.

Che ne pensate? Magari mi sfugge qualcosa

Grazie a tutti

 

 

 

Vedila cosi: l’offerta di materiale in asta e’ molto ma molto piu’ ampia di quella reperibile negli stock di commercianti o eventualmente anche nei convegni.

anche per monete comuni o non rare puoi comparare decine di offerte con condizioni, conservazioni, tipologie diverse tra cui puoi puntare su quella che potenzialmente ti interessa di piu’. Mentre da un commerciante questa scelta non l’hai mai o quasi in pratica. In un’asta poi puoi sempre metterti un limite e decidere fino a  qual punto una moneta ti interessa limitando cosi l’esborso ( comprensivo di commissioni) a quanto vuoi tu

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Oltre a tutto quello giustamente detto, terrei in considerazione l' effetto emozionale di un asta. 

Soprattutto sul finale, puó far agire diversamente che in un negozio a mente  fredda. 

  • Grazie 1
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Ciao a tutti,

concordo praticamente con tutto quello che si è detto....ma....25% sul prezzo di aggiudicazione? + le commissioni sul conferente (che ignoro a quanto ammontino)?

Se ipotizziamo una stessa percentuale anche sul conferente....una moneta viene venduta a un'asta per 100€....25€ li prendono da me quale acquirente....25€ li prendono dal conferente....su una vendita di 100€ incassano 50€? 

Non voglio di certo fare i conti in tasca alle case d'asta ma per quelle unicamente on-line non vedo come un carico del genere sia spiegabile

Ma sicuramente mi perdo dei pezzi...fiscalità, la grande varietà, il cambiamento da fisico a on-line...ma di settori che si sono reinventati sul canale digitale ne conosco tanti e un tale ricarico non lo vedo o non riesco a vederlo...

 

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