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Contromarca su raro giulio di Clemente XII


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Modificato da RobertoRomano

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Inviato

La moneta è rara,la conservazione non eccelsa,ma mi interessa parecchio quella grossa contromarca  che,purtroppo,ha rovinato i rilievi del rovescio.Cosa indichi, non lo so...

Ancora non sono riuscito ad appurare se questi giulii,emessi prima della riforma di Clemente XII,che ne ridusse il peso,circolassero ancora dopo questa.In effetti,il contenuto in argento e'superiore(9.09 g nella mia) ai giulii post- riforma e la loro circolazione sarebbe stata antieconomica,specie negli scambi con gli stati esteri.E' anche nota la " fame" di argento da parte della Zecca romana che ritiro' moltissime monete dei papi precedenti,specialmente quelle di Innocenzo XIII e Benedetto  XIII che erano in buono stato e peso non calante. Monete in argento che divennero molto rare.


Inviato
21 ore fa, RobertoRomano dice:

La moneta è rara,la conservazione non eccelsa,ma mi interessa parecchio quella grossa contromarca  che,purtroppo,ha rovinato i rilievi del rovescio.Cosa indichi, non lo so...

Ancora non sono riuscito ad appurare se questi giulii,emessi prima della riforma di Clemente XII,che ne ridusse il peso,circolassero ancora dopo questa.In effetti,il contenuto in argento e'superiore(9.09 g nella mia) ai giulii post- riforma e la loro circolazione sarebbe stata antieconomica,specie negli scambi con gli stati esteri.E' anche nota la " fame" di argento da parte della Zecca romana che ritiro' moltissime monete dei papi precedenti,specialmente quelle di Innocenzo XIII e Benedetto  XIII che erano in buono stato e peso non calante. Monete in argento che divennero molto rare.

Ciao Roberto, interessante il tuo Giulio "del possesso" contromarcato. È il primo che vedo, e scorrendo anche gli esemplari su acsearch non ne ho trovato di analoghi. La mia impressione è che si tratti di una contromarca abbastanza "recente", perché il carattere di quella D mi sembra piuttosto moderno...non ho idea di quale possa essere il significato. 

In merito invece alla circolazione di questi Giuli antecedenti alla famosa riforma del 1733, qualche chiarimento lo possiamo ritrovare spulciando il sempre ottimo De Caro-Londei. Viene riportato infatti che "...l'8 luglio 1734, fu stabilito, anche per evitare la presenza contemporanea sul mercato di nominali identici quanto a valore nominale, ma di peso diverso, di procedere ad un ritiro delle monete d'oro e d'argento emesse prima della riforma, invitando i privati a versarle in zecca al prezzo di scudi 11.70 la libbra per le monete d'argento e di scudi 175.50 la libbra per quelle d'oro". Gli autori inoltre sottolineano come dal 1730, anno di elezione del nuovo pontefice, al 1733 le emissioni argentee della zecca di Roma erano state piuttosto limitate e non furono coniati i nominali maggiori, come i testoni (tutti successivi al 1733), ad eccezione dell'unica (e ultima!) piastra dell'Abbondanza del 1731, che tuttavia ebbe esclusivamente un carattere di prestigio essendo stata coniata in un numero limitatatissimo di pezzi, all'incirca 1564. 

Gli autori proseguono riportando che "...nel periodo compreso tra l'elezione del pontefice e il 12 luglio 1733 [...] tutte le emissioni furono scarsissime tanto in oro che in argento... Il totale delle monete coniate dalla zecca di Roma per un periodo di tre anni e nove mesi ammontò ad appena 114.455 scudi e 74 baiocchi".

Pertanto, da quanto sopra detto, possiamo concludere con relativa sicurezza che i questi Giuli preriforma circolarono fino all'8 luglio 1734, quando iniziò il loro ritiro in conseguenza della riforma del 1733, e quindi per circa un anno circolarono contemporaneamente i nuovi giuli riformati assieme a quelli vecchi, che furono tollerati proprio in virtù del loro scarso numero, fino a quando vennero ritirati a partire dal luglio 1734.

Michele 

 

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Inviato

Allego per completezza anche l'altro giulio del possesso, con al D/ il busto del pontefice al posto dello stemma, è classificato al Munt 62, moneta della più esimia rarità, riportata come "Unico" con riferimento al Medagliere Vaticano. Questo in foto l'unico esemplare che ho trovato passato sul mercato, ex MuM 26, collezione Klaus Bronny.

Michele

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Inviato

Considerando la posizione "non deturpante", penso che la "D" possa essere una contromarca che identifichi la collezione di un privato o di un museo, di cui la lettera è magari l'iniziale. Usanza fortunatamente passata di moda...?

Ciao, RCAMIL.

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Inviato

Contromarca assassina...l'ipotesi che un museo o un collezionista possa aver danneggiato in tal modo la moneta mi sconcerta.Che possa esser stato un marchio per regolarne o impedirne la circolazione, questo è un mondo poco esplorato.


Inviato

Contromarche su monete estere ammesse a circolare in altri stati "storicamente" ce ne sono, ma non ne ricordo per le pontificie (escluse le emissioni avignonesi, assimilabili alle francesi del periodo). In ogni caso sono documentate, riconoscibili e pressochè inconfondibili.

La lettera mi fa pensare a qualcosa di più "mirato", come scrivevo sopra, un pò come la stampigliatura "AD" di monete passate in asta diversi anni fa, che poi si è vociferato essere la contromarca delle collezioni di un collegio (spagnolo o tedesco ora non ricordo) :

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Ciao, RCAMIL.


Inviato
31 minuti fa, rcamil dice:

Contromarche su monete estere ammesse a circolare in altri stati "storicamente" ce ne sono, ma non ne ricordo per le pontificie (escluse le emissioni avignonesi, assimilabili alle francesi del periodo). In ogni caso sono documentate, riconoscibili e pressochè inconfondibili.

La lettera mi fa pensare a qualcosa di più "mirato", come scrivevo sopra, un pò come la stampigliatura "AD" di monete passate in asta diversi anni fa, che poi si è vociferato essere la contromarca delle collezioni di un collegio (spagnolo o tedesco ora non ricordo) :

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Ciao, RCAMIL.

Non vorrei sbagliare, ma mi sembra ci sia una contromarca nei baiocchi di Sisto V sia per la zecca di Ancona che di Montalto.


Inviato

questa dovrebbe essere assimilabile alle contromarche con croce pisana che venivano apposte sulle baiocchelle di Fano che passavano il test di bontà della zecca, per distinguerle dalle contraffazioni con meno contenuto d'argento.

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