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Inviato
14 minuti fa, apollonia dice:

Forse sono stato poco chiaro nella spiegazione

Ora lo sei stato di più grazie!

ho capito dunque che non può essere un’incrostazione naturale, ma potrebbe essersi depositato sulla superficie per “trasferimento” dallo stampo.

Non mi è chiaro però come si possa escludere invece che il silicio sia parte integrante della lega usata dal coniatore o dal falsario, e dunque presente anche negli strati non superficiali. Non poteva essere già presente nella lega naturalmente estratta?


Inviato (modificato)

Mica ci sono falsi solo di monte modeste....

per andare oltre la composizione chimica del metallo in base solo ai suoi elementi si potrebbe inoltre anche analizzare gli isotopi dei vari elementi del metallo.

ci sono studi sugli isotopi per oggetti metallici archeologici, ma non ricordo i dettagli.

Modificato da coinzh

Supporter
Inviato
2 ore fa, Nibbi dice:

Ora lo sei stato di più grazie!

ho capito dunque che non può essere un’incrostazione naturale, ma potrebbe essersi depositato sulla superficie per “trasferimento” dallo stampo.

Non mi è chiaro però come si possa escludere invece che il silicio sia parte integrante della lega usata dal coniatore o dal falsario, e dunque presente anche negli strati non superficiali. Non poteva essere già presente nella lega naturalmente estratta?

Lo studio dei falsi di monete antiche d’argento con metodiche a raggi X ha come obiettivo principale quello di stabilire se l’argento è antico o moderno. Se antico, la probabilità di un falso è del 50% in quanto il falsario potrebbe aver usato un tondello ricavato da una moneta d’argento antica comune. Se moderno, la probabilità del falso è del 100%.

Il silicio non esiste in natura allo stato metallico ma in combinazione con l’ossigeno (silice, silicati) e così lo troviamo come deposito sulla superficie di monete antiche. È sperimentalmente dimostrato che sulla superficie della mia dracma il silicio si trova allo stato metallico, come oggi viene prodotto in forni elettrici facendo reagire il quarzo a temperature molto elevate con materiali come il carbone, per l’uso anche di alligante nelle leghe metalliche oltre ad altre applicazioni industriali.

Non so se il silicio metallico può essere presente anche nel “bulk” della mia moneta (potrei verificarlo con l’analisi a neutroni), ma è importante stabilire se poteva esserci nell’argento originariamente estratto (però Si non esiste in natura) oppure se si poteva produrre per riduzione della silice nelle condizioni di fusione della lega argento-rame (però l’argento fonde a 962 °C e il riscaldamento non supera i 1100 °C quando dovrebbe salire a 1900 °C per la riduzione).

Inoltre sarebbe interessante stabilire la frequenza del silicio metallico riscontrata in studi analoghi su monete d’argento antiche.

apollonia


Inviato

Dunque, se Si fosse solo in superficie, deve per forza essere lì per trasferimento da qualcos’altro (uno stampo ad esempio).

Se invece Si fosse anche nel bulk bisognerebbe capire come ci è finito, in modo naturale non è possibile, dunque o gli antichi raggiungevano i 1900 gradi (e si vedrebbe anche in altre monete autentiche) o è un argento moderno che per qualche motivo contiene Si nella lega.

Spero di aver riassunto bene.

Mi raccomando @apollonia tienici aggiornati sugli sviluppi.


Supporter
Inviato
5 minuti fa, Nibbi dice:

Dunque, se Si fosse solo in superficie, deve per forza essere lì per trasferimento da qualcos’altro (uno stampo ad esempio).

Se invece Si fosse anche nel bulk bisognerebbe capire come ci è finito, in modo naturale non è possibile, dunque o gli antichi raggiungevano i 1900 gradi (e si vedrebbe anche in altre monete autentiche) o è un argento moderno che per qualche motivo contiene Si nella lega.

Spero di aver riassunto bene.

Mi raccomando @apollonia tienici aggiornati sugli sviluppi.

Sì, e sarebbe interessante vedere se lo si trova anche sulle monete di cui dirò a seguire.

apollonia


Supporter
Inviato

Risposta alla domanda n. 2 del post # 71

Il prof. Ilya Prokopov (che in questo e nei prossimi mesi è particolarmente impegnato) ha raccolto in un database i conii moderni delle monete di Apollonia pontica prodotti nei vari laboratori della Bulgaria visitati personalmente, assieme agli esemplari autentici analizzati al SEM/EDS. È da questi risultati messi a mia disposizione che ho ricavato i dati in tabella I al post # 58.

Come moneta falsa da analizzare per un confronto della composizione superficiale con quella della dracma in discussione può essere utile al momento questa dracma “light” in mio possesso.

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Apollonia pontica, Tracia, ca 400 – 350 a. C. Dracma ridotta (Ag: 2,755 g; 14 mm). Faccia frontale di Medusa in classico stile attico, naso largo, ciocche ondulate di capelli, lingua sporgente / Ancora all’insù, A a sinistra, gambero a destra. Topalov Apollonia p. 353, 7 and p. 590, 41; SNG Cop ; SGCV I.

La moneta proviene dallo stesso shop online Titiana & Slavey della dracma in discussione ed è stata giudicata un falso da Ilya Prokopov dal confronto con i conii moderni del suo archivio.

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Inviato

Inoltre, sempre a scopo di confronto, può servire l’analisi di questa mia dracma sempre di provenienza Titiana & Slavey, della quale non ho chiesto pareri sull’autenticità.

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Tracia, Apollonia pontica, ca 450 a. C. Dracma (Ag: 3,683 g; diametro 18 mm; spessore della parte più spessa 3 mm). Ancora; gambero a destra / Svastica ribaltata con delfini negli angoli. SNG BMC Black Sea -; SNG Copenhagen -; Babelon, Traité IV, 1619; SNG Stancomb 30.

Infine l’analisi potrebbe anche comprendere questo sottomultiplo della tipologia con la svastica:

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Tracia, Apollonia pontica; 450-400 a. C. Emiobolo (Ag: 0,384 g; 7 mm). Ancora, sotto quattro globetti/Svastica ribaltata. Ref.: SNG BM Black Sea 149; SNG Stancomb 32; Slg. Klein 86.

Quindi di carne al fuoco ce n’è tanta: purtroppo la cottura è lenta, molto lenta. Ma bisogna aver pazienza che, secondo un proverbio turco, è la chiave del paradiso.

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  • 2 settimane dopo...
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Inviato

Condivido un bronzo di Apollonia pontica appena entrato in collezione. L’attribuzione è a mio carico perché la casa d’aste, oltre alla provenienza da Apollonia pontica in Tracia, dà solo il periodo di emissione (circa 200-100 a. C.) e le caratteristiche fisiche (AE 12 mm, 3,01 g).

 

1887135648_aeapolloniaapolloinpiediancora600dpi.jpg.bbeb3f8b874a0d036eb471870372a68f.jpg

La figura in piedi e di fronte sul diritto dovrebbe essere Apollo con l’arco nella mano sinistra e nella destra un lungo ramo. Sul rovescio troviamo sicuramente un’ancora e la lettera A.

277117080_Giovenalefirmaconingleseetedescook.jpg.0d3207f03287d08a1a4b92928d3acce0.jpg


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Inviato

In questa foto del diritto si vede meglio l’arco nella mano sinistra.

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apollonia


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Inviato

Esemplare con la dettagliata raffigurazione del diritto (Numismatik Naumann 73).

SNGBMC_190.jpg.ba59d812ee73059380ac0e50706c277f.jpg

Apollonia Pontika, Thrace, AE13 civic issue. ca 120-90 BC. 2.77 g, 13 mm. Apollo standing left, holding long laurel branch and bow with two arrows. Upright anchor, A in left field. SNG BM Black Sea 190; HGC 3.2, 1345. Very fine.

Starting price: 40 EUR - Estimate: 50 EUR - Result: 260 EUR

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Altro bronzo di Apollonia che ho in collezione (da Titiana & Slavey, Veronafil, novembre 2010).

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THRACE, Apollonia Pontika. End of 2nd – Beginning of 1st century B.C. Bronze tetrachalk 5.271 g, 18-19 mm. Laureate head of Apollo right; c/m bust of Artemis / Anchor; IH to left, [crayfish] to right. SNG BM Black Sea 187; SNG Stancomb -. VF, dark patina, nice metal, bold countermark.

La moneta presenta al dritto il profilo di Apollo a destra con serto d’alloro sulla fronte e una contromarca circolare costituita da un mini-profilo del dio più inclinato verso destra. Non è da escludere che la contromarca raffiguri Artemide, sorella gemella di Apollo. La contromarca ha appiattito i rilievi del crostaceo sul rovescio, cancellandone in parte l’immagine, mentre è ben visibile l’ancora verticale con due bracci sottili e il corpo schematizzato da due linee parallele e un fusto sottile rettilineo. Le lettere “IH” a sinistra dell’ancora mi risulta che abbiano rimpiazzato la “A” di Apollonia verso la fine del II° secolo a.C. e si ritiene siano un’abbreviazione di IHTPOY (guaritore), con il significato completo di “Monete della città del dio Guaritore”. Il Guaritore (Healer) o il Guaritore Splendente (Bright Healer) sono attributi del dio Apollo. Quindi il periodo di coniazione del bronzo (tetracalkon) va collocato tra la fine del II° sec. e l’inizio del I° sec. a. C. e il riferimento bibliografico è Topalov Apollonia p. 626, 102, p. 812. La località è sulla costa occidentale del Mar Nero e il nome Apollonia (del Ponto) è stato dato alla città (attualmente Sozopol, Bulgaria) per il tempio dedicato ad Apollo con la famosa statua colossale di Apollo Alexìkakos dello scultore greco Calamide (sec. 5° a. C.), alta 30 cubiti*, che più tardi sarà trasportata a Roma da Lucullo e collocata nel Campidoglio (una copia in marmo alta 181 cm è attualmente nel salone di Palazzo Nuovo in piazza del Campidoglio).

*La misura del cubito era di circa mezzo metro e corrispondeva idealmente alla lunghezza dell’avambraccio, a partire dal gomito fino alla punta del dito medio.

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Inviato

Bronzo in collezione del tipo testa laureata di Apollo a destra/Ancora all’insù con A a sinistra e crostaceo a destra. Lungo il bordo del rovescio il nome del monetiere ΔIXA ΛKIH.

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THRACE, Black Sea Area. Apollonia Pontika. Mid 4th-3rd Century BC. Æ Dichalkon (1.906 g, 12 mm). Laureate head of Apollo right / Anchor upwards; A left, crayfish right, ΔIXA ΛKIH. SNG BM Black Sea 178ff. Near VF, dark patina.

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Altro esemplare del bronzo precedente (slaveycoins.com, 2012).

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Apollonia Pontika, Thrace. Mid 4th-3rd centuries BC. AE Dichalkon (14mm, 2.21 g). Obv: Laureate head of Apollo right. Rev: DICALKIH, Anchor; A to left, crayfish to right. SNG BM Black Sea 178-81. Near VF, black patina.

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Inviato

Mio esemplare del bronzo tipo Testa laureata di Apollo a d. / Ancora, A a s., crostaceo a d. (Shop Online).

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THRACE. Apollonia Pontika. Mid 4th-3rd centuries BC. Ae (1.103 g, 10 mm). Obv: Laureate head of Apollo right. Rev: Anchor; A to left, crayfish to right. SNG BM Black Sea 182. Green patina. Good very fine.

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  • 1 mese dopo...
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Inviato (modificato)

Riprendo dal post # 59 per un aggiornamento sullo studio della dracma con i risultati dell’analisi SEM del rovescio.

Foto SEM a elettroni retrodiffusi della faccia esaminata

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Risultati tipici di una zona analizzata, precisamente la base dell’ancora che è rimasta fuori dalla foto soprastante.

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L’analisi di altri particolari del rovescio (lettera A, crostaceo) e del contorno ha dimostrato una composizione elementale in linea con quella illustrata dal grafico a colori e corrispondente a quella del diritto della moneta.

È assodato che la composizione elementale superficiale della dracma in discussione differisce da quella delle dracme autentiche determinata in Bulgaria per l’assenza di elementi in tracce come oro, bismuto e gadolinio e per la presenza di silicio metallico in percentuale più alta rispetto a quella degli altri componenti minori.

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Modificato da apollonia

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