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Per condivisione, l'articolo/saggio apparso sulla RIN Vol XXI Serie quinta LXXV 1973 a firma Giulio Superti Furga dal titolo:

"Un inedito scudo d'oro veneziano".

?

Modificato da Oppiano

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1 ora fa, Oppiano dice:

Per condivisione, l'articolo/saggio apparso sulla RIN Vol XXI Serie quinta LXXV 1973 a firma Giulio Superti Furga dal titolo:

"Un inedito scudo d'oro veneziano".

?

Ciao!

Hai dimenticato l'allegato .... ;)

saluti

luciano


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Scusate, ho avuto problemi nel caricamento delle foto!

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Inviato

image.png.7d7398a466f021642a7f76d39557c881.png Questo è lo scudo Gerolamo Priuli.

e la descrizione :

Scudo d’oro, AV 3,25 g. mm. 27  HIERONIM PRIOLVS DVX VENET Croce ornata e fiorata. Rv. SANCTVS MARCVS VENETVS Leone in soldo entro scudo ornato. CNI –. Papadopoli –. RIN 1973, pag. 233 e segg. (questo esemplare illustrato e descritto). Friedberg 1455 a.
Nessun altro esemplare noto.
Acquistato privatamente da Mario Ratto nel 1975, ex collezione Superti Furga.

E per non farvi mancare niente vi metto pure un articolo :

 

Di Carlo Barzan. Gli anni del dogato di Andrea Gritti, dal 1523 al 1538, furono piuttosto tumultuosi per l’Italia. La battaglia di Pavia aveva dato a Carlo V il temporaneo predominio nella penisola. Roma aveva subìto il sacco da parte dei lanzichenecchi, i mercenari arruolati nell’esercito imperiale. Firenze aveva perso le sue libertà.  I possedimenti veneziani a Oriente erano minacciati dall’impero ottomano.
La Repubblica di Venezia rispose con decisi interventi militari e finanziari. Per far fronte alla richiesta di monete d’oro da parte delle truppe impegnate sui vari fronti, il Consiglio dei Dieci previde di affiancare al ducato allora in uso una nuova tipologia monetale aurea.

Il 15 maggio 1528 un decreto firmato da Daniel Rhenerius e Franciscus Donatus chiariva: «Questo Conseglio intende quanto sia il continuo bisogno che si ha di trovar scudi dal sol per mandar alli exerciti nostri». Annunciava quindi l’entrata in uso della nuova moneta, lo scudo, e lo descriveva: «con il S. Marco in soldo in uno scudo da una banda et dall’altra una iusticia cum lettere atorno che dicano Andr. Griti».  In effetti sul diritto la moneta raffigurava  una croce fiorata all’interno di un cerchio, mentre dentro un bordo perlinato la legenda citava Andreas Griti dux Venetiar(um), ‘Andrea Gritti doge di Venezia’. Al rovescio il campo era occupato al centro dal leone di san Marco e nella parte superiore da un gruppo di tre foglie e due volute ai lati. La legenda precisava Sanctus Marcus Venetus. L’iconografia era semplice ma vigorosa: mancava il ritratto del regnante, ma il simbolo cristiano della croce e il leone, per antonomasia riferimento al potere di Venezia, bastavano per identificarla immediatamente.
Il peso era di 3,4 grammi e il titolo di 917 millesimi, inferiore quindi al titolo del ducato, che era di oro zecchino, cioè 997 millesimi.

 

A causa della nuova commessa, la zecca di Venezia si trovò a dover fronteggiare un improvviso e imponente carico di lavoro. I provveditori in zecca cercarono di rimediare con l’assunzione di nuovo personale: intanto ad aiutare Gambello e Benintendi alla lavorazione dei conii era arrivato Paolo de Franceschi. Fra maggio 1528 e luglio 1529 tutta la produzione si svolse sotto la sovrintendenza del massaro all’oro Marco Donà.
Le loro fatiche furono premiate perché, grazie agli utili derivati dalla produzione delle nuove monete, la zecca di Venezia poté provvedere autonomamente al pagamento dei salari, che dal 1507 erano a carico della cassa del Consiglio dei Dieci.

Il 7 novembre 1530 «ritrovandose questa cita et altre terre nostre in strettela de monede» venne ritenuto conveniente «proveder che almeno se possi haver oro de menor quantità de quello del ducato». Fu quindi introdotta anche una frazione dello scudo: pesava 1,68 grammi, valeva la metà ed era definita medias corona aureas.

(Panorama Numismatico, luglio 2018)

Io ho Gritti, Donà e Venier. mi manca Lando che cerco ma non trovo e G Priuli che non troverò mai se non ci sarà un tesoretto che salta fuori dal fondo di un canale.

              1166330183_VENEZIA79Franc.DonScudod.jpg.726730ecad9173a8a1fb589a41d69154.jpg568741703_VENEZIA79Franc.DonScudor.jpg.689115f05394490f85ab82311fd08c74.jpg

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Supporter
Inviato

Buona giornata

Resta, per me, incomprensibile il perché lo scudo d'oro a nome del Doge Andrea Gritti sia più apprezzato (a parità di rarità) rispetto al Ducato dello stesso Doge.

Non c'è quasi asta, nella quale vengano licitate monete veneziane, che non ci sia un esemplare di scudo a nome del Doge Gritti e magari non c'è alcun Ducato. Non si direbbe che di questo scudo ci sia una penuria.

Avevo pensato che il motivo principale fosse che questa moneta, creata per pagare i mercenari veneziani in combattimento, venisse poi portata al di fuori della Serenissima dagli stessi militari e che avesse come fine ultimo la fusione da parte di qualche Stato e non avesse una grande circolazione all'interno della Repubblica.

Eppure questa mia convinzione viene contraddetta dalla parte del 7 novembre del 1530, quando si istituisce il mezzo scudo, poichè in "cita et altre terre nostre in strettela de monede" ; quindi queste monete circolavano correntemente per il dogato ....

saluti

luciano

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Inviato

Il motivo dell'appetibilità dello scudo d'oro di Gritti e del suo valore rispetto al ducato è il fatto che lo scudo fa tipologia. Gli altri scudi d'oro costano molto di più.

Arka

Diligite iustitiam

  • Grazie 1

Inviato

@417sonia

Hai ragione. Si vedono più scudi che ducati. Dello scudo ci sono tre versioni che differiscono per la grandezza del leone e dello stemma al R/ e la terza quella che è considerata definitiva è molto più comune della prime. Ho lo scudo ma non ho il ducato.

Le prime 

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e il mezzo

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Ci sono in giro anche scudi falsi. 

 

  • Grazie 1

Inviato

Lo scudo di Lando l ho avuto e quando dicevo che era molto raro stentavano a crederlo. 


Inviato
1 ora fa, dux-sab dice:

Lo scudo di Lando l ho avuto e quando dicevo che era molto raro stentavano a crederlo. 

Ne compare circa uno all'anno a 800/1200 dipende dalla conservazione ma riesco sempre a farmi superare . Nella scala della rarità per nominativo direi :

Priuli, Donà, Venier, Lando e Gritti (1,2,3). Il Gritti 1 è molto raro, più del 2.


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