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L'ultimo tremisse - un tremisse di Michele III per Siracusa


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Il tremisse venne coniato per la prima volta da Teodosio sul finire del IV secolo. Da allora, per più di 300 anni, divenne una delle più comuni monete romane.

Le ultime coniazioni di tremissi nella zecca di Costantinopoli appartengono a leone III (717-741), probabilmente ( @Poemenius correggimi se scrivo inesattezze) perché il ruolo monetario del tremisse venne assunto dal miliaresion, coniato per la prima volta nello stesso periodo. In Oriente così le emissioni in oro nel corso dell'VIII secolo si riducono al solo Solido.

In Sicilia, al contrario, l'argento non viene mai coniato. Accanto ai folles in rame hanno luogo vaste coniazioni in oro in tre diversi nominali, il solido, il semisse ed il tremisse. 

Il solido è coniato su un piede diverso da quello costantinopolitano, probabilmente di 3.8- 3.9 grammi per solido e un titolo più basso rispetto a quello di Costantinopoli.

Vari autori hanno ipotizzato un cambio, a partire dall'VIII secolo di 3 semissi di Sicilia per un solido di Costantinopoli.

Come sappiamo, il IX secolo fu un periodo di gravissima crisi per l'impero romano. La caduta di creta e l'invasione della Sicilia avevano definitivamente compromesso quello che rimaneva del controllo Romano sui mari. L'Italia vive in questi anni uno dei periodi peggiori della propria storia, con la totale mancanza di un'autorità centrale capace di proteggere la popolazione e garantire un minimo di sicurezza interna. E' questo il periodo in cui i ducati campani, lasciati a se stessi, di fatto cominciano ad assumere una politica totalmente autonoma, la Sardegna si trasforma in un insieme di giudicati, nascono gli emirati arabi in puglia e l'Italia del nord è in guerra civile tra i vari duchi per il titolo regale (o imperiale).  

La Sicilia romana a metà del IX secolo è sotto assedio Arabo e le popolazioni cominciano a spostarsi verso luoghi isolati di difficile accesso per i razziatori. (https://it.wikipedia.org/wiki/Villaggio_bizantino_Canalotto , http://www.terraiblea.it/pantalica--i-villaggi-bizantini.html).

In questo contesto storico avviene la definitiva medievalizzazione delle emissioni monetarie siciliane. La zecca di Siracusa, che fino a 2 secoli prima emetteva nominali che andavano dal 5 nummi al solido in un’area caratterizzata da una vasta circolazione monetaria, si riduceva gradualmente ad emettere due soli nominali, uno in rame e uno in oro (la circolazione a due nominali avrà luogo anche per tutto il periodo arabo, con la circolazione quasi esclusiva di Tarì in oro e karrube in mistura). 

Il solido di Sicilia venne coniato per l'ultima volta sotto Teofilo. Sempre sotto Teofilo l'emissione di tremissi si era gradualmente ridotta a favore di un'enorme produzione di semissi, che rappresentano oggi una delle monete più comuni della Sicilia Romano-Orientale. 

Sotto il suo successore, Michele III viene definitivamente sospesa anche l'emissione di tremissi. I pochi esemplari noti sono della più alta rarità.

Infine, sotto Basilio, sono noti esclusivamente semissi, abbastanza comuni, e rarissimi folles. A dire il vero, la letteratura identifica come tremissi di Basilio monete di oro bassissimo e di basso peso. In realtà questi esemplari sono tutti semissi. Già da vari decenni nelle emissioni siciliane il semisse presenta in entrambi i lati il sovrano (o il successore designato) con globo. Il tremisse presenta da un lato il sovrano (o successore) con globo e dall'altro il sovrano con croce potente. Per il popolo la presenza di una figura con un globo in basso a sinistra in entrambi i lati significava che si aveva di fronte un semisse. Se da un lato vi era una figura con globo e dall’altro una figura con croce significava che di fronte si aveva un tremisse. Tutte le monete considerate tremissi di Basilio presentano un bel cerchio in entrambi i lati, per cui si tratta di semissi di oro bassissimo se non di rame dorato (probabilmente ossidionali).

La moneta che vi presento oggi dovrebbe rappresentare l'ultima tipologia di tremisse coniato dall’Impero romano d'Oriente. Coniato sotto Michele III, pesa 1.08 grammi per 12 mm, in accordo con le caratteristiche ponderometriche degli esemplari noti.

La moneta è stata appena acquistata in asta: venduta come semisse :rolleyes:, purtroppo non è passata del tutto inosservata <_<, per cui l'acquisto non è stato del tutto indolore. Spero di poter inviare nuove foto quando mi arriverà. 

1445.jpg

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  • 3 mesi dopo...
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 Mi ero dimenticato di mettere le foto della moneta dopo arrivata.

Provenienza: 

Asta bertolami 101 lotto 1445. 

Ho reputato opportuno, a scopo didattico per chi volesse approfondire la questione, Accompagnare la foto con un semisse e un tremisse di Teofilo, sempre di provenienza Bertolami di qualche asta fa (Bertolami E41 lotti 645 e 652 ).

 

E' interessante osservare come la quantità di oro decada con gli anni. La prima emissione, in ordine temporale, è probabilmente il tremisse dii Teofilo, segue il semisse, infine il tremisse di Michele III è praticamente in elettro.

  

 

 

Foto1.png

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Stranamente la moneta sembra non appartenere agli stessi coni della moneta presentata sul testo di Marco Anastasi al n. 574, utilissimo per approfondire le Bizantine Siciliane. 

Se la mia impressione fosse confermata anche dal vostro occhio, 

si potrebbero considerare le seguenti due possibilità: 

1) l'emissione è stata abbondante (almeno 2 coni di dritto e due di rovescio, quindi migliaio di monete emesse), ma poi la quasi totalità è stata dispersa o rifusa per impellenze militari e burocratiche.

2) uno dei conii è un falso recente.

La moneta è infatti un R5 in tutte le opere consultate, per cui si deve ipotizzare che le monete giunte fino a noi stiamo sulla dita di una mano, o al più di 2 mani.   

 

Foto 2.png

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Catalogazione della moneta nel testo di Marco Anastasi

libro.jpeg


Inviato
Il 19/7/2021 alle 12:01, azaad dice:

Come sappiamo, il IX secolo fu un periodo di gravissima crisi per l'impero romano.

Perdonatemi ma non comprendo questo riferimento a meno che per ‘romano’ qui si intenda dei Romaioi ovvero ‘bizantino’.

Il 19/7/2021 alle 12:01, azaad dice:

Come sappiamo, il IX secolo fu un periodo di gravissima crisi per l'impero romano.

L’impero romano era finito formalmente da un pezzo (476dC)

inoltre nel IX secolo si assiste al consolidamento del potere carolingio e della sua fondamentale riforma monetaria. 
in Sicilia giungono gli arabi ma sono tutt’altro chf conquistatori sanguinari, lasciano libertà di culto, adorano la terra di Sicilia e convivono pacificamente con popolazioni e poteri locali per oltrr due secoli. Naturalmente gestendo - in modo intelligente- l’economia e il governo delle città r lasciandoci monumenti stupendi che ancora oggi ammiriamo . 

 

Il 19/7/2021 alle 12:01, azaad dice:

l'Italia del nord è in guerra civile tra i vari duchi per il titolo regale (o imperiale).  

 

Veramente nel IX secolo dopo carlo magno - e la conquista del territorio longobardo nell’ultimo quarto dell’VIII secolo - si avvicendano al potere Ludovico e il nipote Lotario che governano in relativa tranquillità e soprattutto in continuità di potere..

da quale manuale/testo sono riprese le informazioni date sopra? 

 

 


Inviato
Il 13/11/2021 alle 21:21, numa numa dice:

Perdonatemi ma non comprendo questo riferimento a meno che per ‘romano’ qui si intenda dei Romaioi ovvero ‘bizantino’.

L'Imper Romano nella parte orientale non ha mai cambiato nome. Almeno fino al 1204. Il termine Impero bizantino è un'invenzione degli storici francesi dell'ottocento. Comoda, ma assolutamente inesatta.

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Buon Giorno

Bellissimo trittico.

Intervengo in merito alle Sue considerazioni in merito al riscontro di un possibile secondo conio per il tremisse illustrato, non sono certo in grado di fornire una risposta documentata alla questione, non ho che una conoscenza superficiale di questo periodo estremamente affascinante. Faccio solo alcune considerazioni, per cominciare valuterei una questione in merito al fatto se fosse ragionevole pensare che in vista di una emissione ufficiale di monete, anche se prevista di volume limitato, la realizzazione di un solo conio fosse normale. La lega non particolarmente “tenera” e le ridotte dimensioni delle monete, con maggiori rischi di usura e danneggiamento dei coni saranno sicuramente state prese in considerazione dagli zecchieri incaricati. La visione dei due diversi coni ricavabili dalle immagini con i limiti imposti dalla risoluzione limitata non  consente analisi approfondite. La raccolta delle immagini delle monete note con risoluzione adeguata potrebbe consentire di risolvere la questione ma presumo si presenti particolarmente difficile da perseguire. L’esistenza di due diversi coni, a meno di voler esprimere un giudizio negativo sulla moneta, che non penso sia in questione, sembra un dato di fatto.

 

Cordialità

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Il 13/11/2021 alle 21:21, numa numa dice:

Perdonatemi ma non comprendo questo riferimento a meno che per ‘romano’ qui si intenda dei Romaioi ovvero ‘bizantino’.

L’impero romano era finito formalmente da un pezzo (476dC)

Come ha detto Arka, preferisco parlare di Impero Romano anche dopo la fine ufficiosa affibbiata dagli storici di due secoli fa. Il 476 fu soltanto la data di deposizione dell'imperatore di Ravenna. Fino al 480 gli imperatori rimasero 2, Giulio Nepote (che governava dalla Dalmazia) e Zenone. 

Dopo questa data un singolo imperatore governava l'intero impero Romano, riconosciuto in larga parte dei territori un cui si trovavano regni Romano- Barbarici. 

Una data secondo me più significativa e che segna inequivocabilmente una discontinuità tra il mondo classico e il mondo medioevale è l'anno 380 (editto di Tessalonica) seguito dagli editti del 391-392 che per la prima volta nel mondo classico impongono una religione come religione di stato. Oppure il 622 D.C, anno dell'Egira, in cui con l'espansione Araba il mondo occidentale cambia per sempre e assume la configurazione che, in qualche modo, ha conservato fino a ora. 

 

Il 13/11/2021 alle 21:21, numa numa dice:


in Sicilia giungono gli arabi ma sono tutt’altro chf conquistatori sanguinari, lasciano libertà di culto, adorano la terra di Sicilia e convivono pacificamente con popolazioni e poteri locali per oltrr due secoli. Naturalmente gestendo - in modo intelligente- l’economia e il governo delle città r lasciandoci monumenti stupendi che ancora oggi ammiriamo . 

Non metto in dubbio la bontà della dominazione Araba. La popolazione che viveva durante la dominazione araba se la passava benissimo. Palermo credo fosse la terza città d'Europa e una delle poche, se ricordo bene, ad emettere oro. 

La mia considerazione riguardava non tanto i territori controllati dagli arabi, quanto quelli controllati dai bizantini (o romani orientali). In quegli anni si assiste ad una profonda tendenza all'incastellamento, mentre vari siti rupestri, disabitati da secoli e di difficile accesso, prendono ad essere nuovamente abitati.

I cittadini delle città conquistate dagli arabi venivano usualmente presi prigionieri e le città sottoposte a saccheggio. 

Vedi per esempio https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Siracusa_(878)#Gli_arabi_entrano_a_Siracusa 

Se il periodo di dominazione araba fu uno dei più felici vissuti dalla Sicilia, l'atto di conquista in sè fu quindi relativamente traumatico per i difensori.

Il 13/11/2021 alle 21:21, numa numa dice:

Veramente nel IX secolo dopo carlo magno - e la conquista del territorio longobardo nell’ultimo quarto dell’VIII secolo - si avvicendano al potere Ludovico e il nipote Lotario che governano in relativa tranquillità e soprattutto in continuità di potere..

da quale manuale/testo sono riprese le informazioni date sopra? 

 Qui credo di aver fatto confusione col periodo di Chaos che si visse nel Nord Italia nel periodo di Agonia della dinastia Carolingia, che in effetti avvenne successivamente a quanto ho scritto nel post iniziale. Mea culpa.

Le informazioni sono stati riformulate sulla base delle mie conoscenze storiche, e ho forse un pò calcato la  mano sull'incertezza nel Nord-Italia. 

 

 

 

Modificato da azaad

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1 ora fa, ghezzi60 dice:

Buon Giorno

 

Bellissimo trittico.

 

Intervengo in merito alle Sue considerazioni in merito al riscontro di un possibile secondo conio per il tremisse illustrato, non sono certo in grado di fornire una risposta documentata alla questione, non ho che una conoscenza superficiale di questo periodo estremamente affascinante. Faccio solo alcune considerazioni, per cominciare valuterei una questione in merito al fatto se fosse ragionevole pensare che in vista di una emissione ufficiale di monete, anche se prevista di volume limitato, la realizzazione di un solo conio fosse normale. La lega non particolarmente “tenera” e le ridotte dimensioni delle monete, con maggiori rischi di usura e danneggiamento dei coni saranno sicuramente state prese in considerazione dagli zecchieri incaricati. La visione dei due diversi coni ricavabili dalle immagini con i limiti imposti dalla risoluzione limitata non  consente analisi approfondite. La raccolta delle immagini delle monete note con risoluzione adeguata potrebbe consentire di risolvere la questione ma presumo si presenti particolarmente difficile da perseguire. L’esistenza di due diversi coni, a meno di voler esprimere un giudizio negativo sulla moneta, che non penso sia in questione, sembra un dato di fatto.

 

 

 

Cordialità

 

Grazie per l'intervento. Io purtroppo sono un semplice collezionista, magari con un occhio relativamente allenato su alcune tipologie di monete.

Non ho idea delle logiche con cui venissero preparati i coni. Sono abbastanza fiducioso che la moneta in mio possesso sia autentica (in mano è estremamente convincente), ma chiaramente non ne ho certezza al 100%. 

In epoca moderna, che io sappia, si preparava un solo conio e lo si sostituiva in seguito al deterioramento. A quei tempi non so. 

Certamente la moneta è R5, per cui, ammettendo che la moneta sia autentica, o l'emissione fu esigua già in partenza (e allora bisogna spiegare i due coni) o, se fu abbondante, parte del materiale fu refuso.

In teoria, è possibile ipotizzare che dopo una certa data i tremissi furono messi fuori corso e il circolante rifuso.

Un'altra ipotesi interessante (nessuna evidenza al momento) è che le zecche  o le officine fossero più di una. Questo aiuterebbe a spiegare, ad esempio, le forti differenze ponderometriche che si osservano nei folles coevi che permettono, per ogni emissione, di distinguere una sotto-tipologia "pesante" ed una "leggera". 

P.S Naturalmente la moneta è a disposizione per studi e approfondimenti qualora ve ne fosse richiesta. 

 

 

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Inviato
9 ore fa, Arka dice:

L'Imper Romano nella parte orientale non ha mai cambiato nome. Almeno fino al 1204. Il termine Impero bizantino è un'invenzione degli storici francesi dell'ottocento. Comoda, ma assolutamente inesatta.

Arka

Diligite iustitiam

Arka

lo so che ti piace molto fare il bastian contrario ? ma non mi puoi venire a dire che l’impero romano quale noi lo conosciamo si estingue con La caduta di Bisanzio. C’è una profonda cesura storica ma soprattutto culturale sociale  politica ed economica tra i due imperi. Basti pensare che in uno si  parlava latini e nell’altro greco . Che gli imperatori romani governavano, conquistavano e combattevano in modo profondamente diverso da quelli bixantini. 
e che tra Roma e Costantinopoli passa la stessa se non maggiore differenza che c’era tra la macedonia di Alessandro Magno e Alessandria d’Egitto. 
Bizantino  sara’ anche un nome convenzionale introdotto dagli Illuministi ma convenzionalmente  oggi e’ adottato da TUTTI gli studiosi che conoscono - molto bene - le differenze culturali e politiche tra i due territori .

accetto volentieri la specifica di Azaad che specifica piu’ in dettaglio : impero romano ( o dei Romani  = Romaioi) d’Oriente che forse e’ la dizione piu’ consona 


Inviato
42 minuti fa, numa numa dice:

Arka

lo so che ti piace molto fare il bastian contrario ? ma non mi puoi venire a dire che l’impero romano quale noi lo conosciamo si estingue con La caduta di Bisanzio. C’è una profonda cesura storica ma soprattutto culturale sociale  politica ed economica tra i due imperi. Basti pensare che in uno si  parlava latini e nell’altro greco . Che gli imperatori romani governavano, conquistavano e combattevano in modo profondamente diverso da quelli bixantini. 
e che tra Roma e Costantinopoli passa la stessa se non maggiore differenza che c’era tra la macedonia di Alessandro Magno e Alessandria d’Egitto. 
Bizantino  sara’ anche un nome convenzionale introdotto dagli Illuministi ma convenzionalmente  oggi e’ adottato da TUTTI gli studiosi che conoscono - molto bene - le differenze culturali e politiche tra i due territori .

accetto volentieri la specifica di Azaad che specifica piu’ in dettaglio : impero romano ( o dei Romani  = Romaioi) d’Oriente che forse e’ la dizione piu’ consona 

Cesura scusa ma proprio no...

Casomai modifica nel tempo... Nemmeno il 476 è una cesura perché nessuno se ne accorse per anni...posso citare studi ...

Greco in oriente... Ah beh, il monogramma di Teodosio II è già dal greco in parte..include la delta...

È una modificazione nel tempo ... Cesure no per favore...perché qualsiasi cesura mi citi, te la smonto pezzo per pezzo... 

Quindi daii...parliamo seriamente per favore... Non è che c'è un impero romano e poi uno bizantino perché questo fa ridere anche solo a pensarlo

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Inviato

Se poi mi parli degli imperatori e di come combattevano... Augusto, Adriano,Claudio II, Diocleziano...combattevano nello stesso modo?...gestivano lo stesso impero?...stessa società?...e mi fermo.

L'impero è una realtà in movimento che si modifica nel tempo... Se poi qualcuno pensa che per esempio Anastasio sia un imperatore bizantino e Zenone sia romano, può parlarne con altri e non con me...

 

 


Inviato

Peraltro...nei primi secoli dell'impero si parlava latino in oriente? Non sapevo...peccato che le monete locali fossero tutte in greco ???

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Inviato
6 ore fa, Poemenius dice:

Peraltro...nei primi secoli dell'impero si parlava latino in oriente? Non sapevo...peccato che le monete locali fossero tutte in greco ???

Appunto ?


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Io ho sempre avuto l'impressione che il concetto di impero bizantino sia stato creato perché gli storici occidentali non hanno mai accettato del tutto l'idea che l'impero romano di Augusto, attraverso lente modifiche culturali durate secoli, possa essersi trasformato in una sorta di dittatura militare semi-teocratica, in cui il potere civile si era ridotto ad una mera formalità. Come detto, questa evoluzione fu lenta e graduale, e già tra il regno di Augusto e quello di Diocleziano vi sono molte più differenze di quelle che intercorrono tra i regni di Diocleziano e Giustiniano. 

Il VI secolo, ad esempio fu profondamente in continuità col secolo precedente e se vogliamo vedere delle cesure, queste sono rappresentate dagli editti Teodosiani, che impongono una sola religione allo Stato Romano (qui l'impero era formalmente ancora 1), e l'invasione Araba, che relega Costantinopoli al dominio su Balcani, Anatolia, e sud Italia. 

A dirla tutta, sono abbastanza convinto che se l'impero in occidente fosse sopravvissuto alla crisi del V secolo avrebbe avuto un percorso non troppo dissimile dal fratello Orientale, con la creazione anche qui di una dittatura militare semi-teocratica.

Proprio per questo sono sempre stato convinto che la caduta dell'impero in Occidente sia stato una fattore determinante per creare quel vuoto di potere, mal riempito dai Carolingi, che nell'arco di molto secoli portò all'enorme sviluppo culturale del basso medioevo che sfociò poi nel rinascimento.

Ho serie difficoltà a pensare che l'impostazione culturale imposta nell'impero d'Oriente (che tra l'altro collassò in quel periodo per demeriti propri) avrebbe permesso un rinascimento in Grecia. 

  

Modificato da azaad

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@numa numa Faccio il bastian contrario quando è necessario fare il bastian contrario. ;)

Arka

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