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Tarì Federico II di Svevia


Risposte migliori

Salute

cosa ci si poteva acquistare con un Tarì aureo di Federico II di Svevia?

c'è qualche ragguaglio in merito su internet o anche su questo forum?

Ringrazio chi risponderà

Salutoni

odjob

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7 minuti fa, odjob dice:

Salute

cosa ci si poteva acquistare con un Tarì aureo di Federico II di Svevia?

c'è qualche ragguaglio in merito su internet o anche su questo forum?

Ringrazio chi risponderà

Salutoni

odjob

Vedo sul Faraglia, ti faccio sapere in serata

 

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@odjob, 

anche Faraglia riporta poche notizie.

Afferma che, nel mese di gennaio 1240, Federico II autorizzò, per l' estate seguente, in Puglia,  la vendita di  4000 salme di grano a tarì 10 la salma, ossia tarì 1  e grana 5 il tomolo.

TI riporto il riferimento alle unità di misura:

https://it.wikipedia.org/wiki/Unità_di_misura_storiche_della_Sicilia 

Saluti Eliodoro

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1 ora fa, eliodoro dice:

@odjob, 

anche Faraglia riporta poche notizie.

Afferma che, nel mese di gennaio 1240, Federico II autorizzò, per l' estate seguente, in Puglia,  la vendita di  4000 salme di grano a tarì 10 la salma, ossia tarì 1  e grana 5 il tomolo.

TI riporto il riferimento alle unità di misura:

https://it.wikipedia.org/wiki/Unità_di_misura_storiche_della_Sicilia 

Saluti Eliodoro

Grazie,è già qualcosa per avere un'idea di valore

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Supporter

Io mi sono fatto l'idea, peraltro grossolana, che il tarì avesse il valore di  40-50 euro circa. 

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Non dobbiamo però dimenticare che soprattutto sotto Federico II i tarì avevano pesi molto differenti da circa 1 gr fino a quasi 5,

A me sorge il dubbio che più che il nominale si facesse spesso riferimanto al peso in oro.

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Una domanda che può sembrare semplice ma che invece a mio avviso non lo è. In primis perché vi è poca documentazione a riguardo ma soprattutto perché nei pochi documenti a noi pervenuti va distinto se il tarì è da considerarsi come moneta di conto o come moneta reale.

Nelle transazioni quotidiane io sono del parere che il tarì d'oro fosse poco utilizzato  ed al suo posto circolasse invece il denaro. Denaro che ricordo aveva un corso forzoso che prevedeva un cambio legale di 24 denari per tarì d'oro (almeno per il periodo più tardo). Un cambio molto sfavorevole per chi riceveva il denaro se si considera il rapporto fra oro contenuto nel tarì ed argento contenuto nei denari. 

Tarì d'oro che veniva utilizzato di certo per acquisti di importanza maggiore come proprietà, bestiame o comunque beni dal costo elevato.

Infatti su molti documenti dell'epoca viene indicato, nella transazione, se si tratta di tarì d'oro o semplicemente di tarì. Una differenza non di poco conto a mio avviso.

1250-1299 - Biblioteca Statale di Montevergine (beniculturali.it)

Nel link allegato si possono notare molte di queste differenze. 

Poi come stato scritto, il tarì era una moneta che si scambiava "ad pondum" quindi con notevoli differenze di peso fra i vari tondelli che spesso, per giungere al giusto peso da corrispondere, venivano frazionati.

Mi rendo conto di non aver risposto alla domanda ma spero che dal link indicato possa essere estrapolato qualche dato interessante e mi riprometto, tempo permettendo, di cercare altro che possa soddisfare la richiesta.

Buona giornata.

 

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Supporter

La moneta tarì fa riferimento ad un peso teorico del tarì di circa 0.889 g, definito trappeso (da tarì peso). Quando si parla di tarì si fa sempre riferimento a questa unità di peso. Tipicamente le monete venivano pesate e tenute in sacchetti del peso di un oncia di peso da 30 tarì (poco più di 26 grammi).

Le monete in circolazione facevano sempre riferimento a questa unità ponderale e ne rappresentavano sostanzialmente multipli.

Ad esempio una moneta del peso di 3 grammi valeva 3/0.889 tarì. Come moneta per le piccole spese presentava delle difficoltà e infatti il tarì venne rapidamente fatto fuori dal fiorino e dai nominali in argento come il carlino e il pierreale nella seconda metà del 200.

Per ovviare a questa follia Federico II introdusse l'augustale, del valore di 7 e 1/2 tarì e del peso rigoroso di 5 trappesi (la moneta aveva un diverso titolo rispetto al tarì)

Per gli scambi quotidiani, come detto da fedafa, circolavano probabilmente i denari, a corso forzoso con un cambio in tarì che si fa con gli anni sempre più scandaloso, tanto che sotto gli ultimi svevi e Carlo D'Angiò, l'argento monetato valeva più dell'oro :rolleyes:.

 

Modificato da azaad
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sono riuscito a trovare che una casa d'olio era venduta ad 1,5 Tarì ed un Tomolo di fave ad 11,5 Tarì (da Quaderno di Studi del Circolo Numismatico Mario Rasile,atti del convegno su Federico II Hohenstaufen per il 750°anniversario della morte)

Salutoni

odjob

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Ho trovato molto utili i dati che mi avete postato

Vi ringrazio.

Il tutto è scaturito dalla domanda di un conoscente che sapendo la mia passione verso la Numismatica mi aveva chiesto,dopo aver letto un documento storico che citava i Tarì ,durante il periodo svevo,il loro valore in fatto di spendibilità.

Salutoni

odjob

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