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Inviato

Buongiorno,

Passato in asta Artemide LV del 24-25 aprile scorso al lotto 75 un didracma classificabile come Westermark 201, appartenente al gruppo III del primo periodo della monetazione Akragantina e quindi attribuita all’arco di tempo tra il 488 ed il 478 a.C.

 

L’esemplare in questione mi aveva subito colpito per la stranezza del piumaggio nella parte superiore dell’ala dell’aquila al dritto, mi pareva infatti non essere il risultato dell’usura del tempo, quanto piuttosto l’opera di un moderno quanto disattento “restauratore”.

 

Approfondendo il confronto con esemplari provenienti dagli stessi conii mi parrebbe di avere avuto più di qualche conferma in merito, come proverò ad illustrarvi.

 

Le sopracitate piume nella parte superiore dell’ala hanno forma  globulare, puntiforme se preferite, e sono raccolte in sei linee che procedono da in basso a sinistra ad in alto a destra. Nel pezzo di Artemide io ne conto sette invece, e due delle piume che a me parrebbero reincise sembrano essere formate da due cerchi che si intersecano (!).

 

Inoltre la linea che separa i due gruppi di piume di forma allungata, presenti nella parte centrale ed inferiore dell’ala, non corrisponderebbe anch’essa alla posizione che dovrebbe invece avere, terminando infatti poco dopo la zampa sinistra dell’aquila invece che poco prima della stessa zampa.

 

1) Artemide LV lotto 75:

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2) Nomos 18 lotto 45:

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3) CNG Eauction 452 lotto 62:

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4) CNG Triton XXIV lotto 363:

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Il mio occhio mi suggerirebbe che non sembra affatto un “conio reinciso” come qualcuno potrebbe sostenere. Ovviamente le mie sono valutazioni personali e quindi potrei anche sbagliarmi, nonostante sulle emissioni di Akragas e Gela un po’ la vista me la sua consumata.

 

Chiedo in conclusione conferme o meno a quanto qui esposto agli utenti della sezione, in particolare perché di tooling o reincisioni di conio la descrizione della casa d’aste non parlava e la moneta è salita da 650 a 2100 € di hammer.

So che si tratta di un argomento delicato e mi auguro potremo trattarne serenamente.

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Inviato

Moneta ripassata a bulino 

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Inviato
Il 7/7/2021 alle 13:30, Archestrato dice:

Chiedo in conclusione conferme o meno a quanto qui esposto agli utenti della sezione, in particolare perché di tooling o reincisioni di conio la descrizione della casa d’aste non parlava e la moneta è salita da 650 a 2100 € di hammer.

Ciao @Archestrato, nessun conio reinciso, ma solo come ha scritto @Tinia Numismatica.

Sicuramente moneta genuina, ma di conservazione "quasi BB"  con un (stupido) lavoro di bulino, hanno " disegnato " il piumaggio dell'ala, come un normale disegno su carta, per ingannare otticamente all'osservatore ingenuo.

Un confronto ci fa capire l'artefatto ingannevole.

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Inviato

Grazie @gionnysicily,

Mi sono espresso con cautela in effetti nel post di apertura, perché non ho alcuna conoscenza diretta né di ritocchi né degli strumenti usati per eseguirli.

Però tra le cose imparate da Te ed altri utenti qui sul forum e l’allenamento degli occhi su centinaia di immagini da database di musei, archivi online di aste, libri ecc. mi chiedo: ma non se ne è reso conto il “bulinatore” che sembrano davvero dei cerchietti disegnati, che danno un insipido senso di bidimensionalitá?

 

 


Inviato
11 ore fa, Archestrato dice:

mi chiedo: ma non se ne è reso conto il “bulinatore”

In effetti lo definisco "stupido bulinatore" Mi meraviglio dei responsabili della casa d'aste.

Con un rovescio di ottima conservazione, un dritto consunto dalla circolazione, al conferente non gli andava bene.

Pensando che "disegnando alcuni cerchietti al posto delle piume, avrebbe aumentato un punto sulla conservazione. :bash:

 

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  • 1 anno dopo...
Inviato

Mi chiedo cosa abbiano nel cervello questi “manovali del bulino” quando rovinano monete, nel caso seguente, anche di una certa rarità..

 

Anche se dovrei autocensurarmi per l’off topic parziale (visto il titolo) aggiungo qui un altro didrammo akragantino orribilmente manipolato al dritto.

Siamo scesi verso la metà del V secolo a.C. rispetto all’esemplare della discussione, con una moneta che era ancora completamente e piacevolmente leggibile prima di essere sfregiata. Una emissione alquanto rara quella dei didrammi connessi al periodo II della monetazione di Akragas: un solo conio di incudine, tre di martello per un totale di 19 esemplari censiti dal corpus della professoressa Westermark.

Il numero di catalogo per questo accoppiamento di conii è il 441 (O1-R1), di cui aggiungo tre esemplari per confronti.

Nel bulinare come se non ci fosse un domani, il nostro “artista moderno” ha aggiunto cerchietti su cerchietti, anche dove l’incisore antico (questo sì un Vero Artista) aveva tracciato un piumaggio fatto di linee variamente allungate sul collo e nella parte superiore dell’ala dell’aquila.

Moneta rovinata che qualche anima pia ha accolto comunque..

 

1- L’esemplare dal dritto vaioloso, ex Artemide eLive 23/86 del 4/5-06-2022:

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https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=5711&lot=86

 

2- Westermark 441.1 ex NAC P/1137 del 2005, ex collezione Moretti, ex Leu 1954 ed ex Ars Classica 17/120 del 1934.

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3- Westermark 441.9, ex collezione Dewing 556, acquistato nel 1941 ed in precedenza venduto da Spink nel 1894.

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4- Westermark 441.10, al British Museum dal 1905.

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Inviato

Più che autocensurarti dovresti autocelebrarti. L'aquila è davvero inguardabile e le due parti del piumaggio del tutto incongruenti e disarmoniche.

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