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Calcolare il valore delle monete... esistono formule?


fornari

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Buonasera, sto muovendo i primi passi nel mondo della numismatica, per cui chiedo scusa se ciò che sto dicendo può risultare insensato o ridicolo.

La mia domanda è: come calcolare il valore di una moneta?

Mi sono informato leggendo tutto il possibile su internet, e ho scoperto che il valore dipende da diverse variabili, come la conservazione, la rarità, il metallo, la presenza di un'eventuale patina, lo stile, la procedura di coniazione ecc...

Possedendo un background finanziario, ho sempre cercato di analizzare le cose con metodo quantitativo, per cui mi chiedevo se, col tempo, qualcuno di voi abbia costruito una formula o un metodo di calcolo oggettivo per determinare il valore delle stesse (attribuendo magari ad ogni fattore una certa pesatura).

L'idea mi è venuta osservando l'e-commerce di Moruzzi, dove vengono esposti dei punteggi relativi alle condizioni degli articoli (come in foto).

Vi ringrazio :)

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3 ore fa, Fxx dice:

Ciao. Purtroppo secondo me si può ipotizzare un range di valore, ma l'incognita più grande nell'acquisto di monete, specialmente in asta, la fanno gli acquirenti. 

 

1 ora fa, Scudo1901 dice:

E’ così ?

Immaginavo non fosse così semplice... per quanto riguarda il range di valori di cui parlate, su cosa vi basate per determinarlo? Andate a istinto?

Oppure ci sono dei metodi precisi (es. se la moneta è un "R4" di rarità allora aggiungo 400-500€... ma se è un "D" di conservazione allora tolgo 200-300€).

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E' impossibile avere una formula che stabilisca il valore di una moneta o di un oggetto, in quanto la variabile "umana" influisce molto sul valore. Il fatto di avere un "buco" vuoto nella collezione, comporta , nel caso si trovasse, per esempio la moneta mancante, a sottostare a delle leggi "mentali" che nessuna formula può estrapolare. Pur di averla si è disposti a sborsare una cifra superiore al risultato dell'ipotetica formula. L'appagamento personale non ha prezzo. Sicuramente si può ipotizzare una formula: rarità x conservazione x patina x ..... = € .... Ma quando l'oggetto dei desideri è nelle tue mani e stai trattando, saltano tutti i parametri. Quando a fine partita stai perdendo e un gol cambierebbe le sorti, anche il portiere esce dai pali e gli schemi vanno a farsi benedire.

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29 minuti fa, Scudo1901 dice:

Ciao

capisco bene, anche per formazione professionale, come da tua stessa ammissione, il tentativo di ridurre la numismatica (o meglio, il mercato numismatico) a qualcosa di scientifico o che sottosta a regole più tipiche dei mercati finanziari, ma questo non è possibile.

Ciò in quanto:

A) Le monete non fanno parte di mercati quotati (e, aggiungo, per fortuna)

B) La domanda e l'offerta non rispondono a criteri matematici o statistici di natura quantitativa, ma dipendono da numerosi fattori tra cui: le mode del momento (ad esempio in questi anni c'è la caccia maniacale al FDC), la liquidità nelle mani dei collezionisti, la conservazione rispetto al numero di pezzi coniati e così via.

C) Soprattutto le monete sono oggetti d'arte e come tali la passione, la ricerca del pezzo mancante, l'esemplare eccezionale, la volontà di spuntarla ad un'asta perché magari la moneta è la sola mancante ad una serie, comportano una non predittibilità di valori certi di mercato.

Grazie mille @Scudo1901 per la risposta, in effetti la quantità di elementi in gioco è decisamente alta e il mio approccio quantitativo risulterebbe inefficace.

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1 minuto fa, prtgzn dice:

E' impossibile avere una formula che stabilisca il valore di una moneta o di un oggetto, in quanto la variabile "umana" influisce molto sul valore. Il fatto di avere un "buco" vuoto nella collezione, comporta , nel caso si trovasse, per esempio la moneta mancante, a sottostare a delle leggi "mentali" che nessuna formula può estrapolare. Pur di averla si è disposti a sborsare una cifra superiore al risultato dell'ipotetica formula. L'appagamento personale non ha prezzo. Sicuramente si può ipotizzare una formula: rarità x conservazione x patina x ..... = € .... Ma quando l'oggetto dei desideri è nelle tue mani e stai trattando, saltano tutti i parametri. Quando a fine partita stai perdendo e un gol cambierebbe le sorti, anche il portiere esce dai pali e gli schemi vanno a farsi benedire.

Chiarissimo, trovo il paragone col mondo del pallone decisamente azzeccato! Quando entra in gioco l'emotività non c'è formula che tenga. Grazie!

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Sono d’accordo un po’ con tutti gli interventi sopra circa l’impossibilità di determinare un probabile prezzo, mentre credo che si possa stimare un valore ragionevole di mercato, sempre parlando di un range e direi non con formule ma con l’esperienza e i dati di mercato.

Questo a condizione che vi siano sufficienti transazioni recenti sul mercato per la tipologia d’interesse (aste e prezzi fissi) e che tali transazioni siano effettivamente concluse fra venditore e compratore (e non troppi falsi realizzi e prezzi di riserva non raggiunti, che purtroppo esistono e non sappiamo misurare).

Ad esempio, se per una data tipologia (meglio se accoppiamento specifico di conii, ma possibilmente anche per tipi molto simili) disponiamo di numerosi esemplari venduti negli ultimi anni, è possibile fare un ordinamento delle monete vendute per qualità e posizionare l’esemplare in base alla qualità relativa e quindi ricavare un range di massima di valore di mercato.  

Mille fattori possono influenzare un giudizio sintetico della qualità: conservazione, qualità del metallo e del tondello, centratura, rarità, pedigree e pubblicazione su un corpus, eventuale toning o patina, qualità artistica dei conii... e altri 1000 fattori

In linea puramente teorica, se ho ordinato in una scala numerica gli esemplari venduti per qualità e associo a questo indicatore i relativi realizzi (per le aste, con i costi accessori), potrei anche fare un grafico di correlazione in grado di rispondere alla domanda “quanto vale”... e lo stesso si può fare con regressioni a più fattori. Ma più semplicemente lo si capisce anche con un banale posizionamento in ordine di qualità.

Poi vi sono altri aspetti che influenzano il prezzo e non poco: andamento del mercato crescente o calante, numero di aste e quantità di materiale proposto, recente pubblicazione di un corpus o maggiore interesse per una tipologia (immaginate quanto successo con le provinciali post Dattari collection), numero di collezionisti interessati per lo specifico lotto, presenza di altri lotti per la stessa tipologia e di qualità differente, tassi di mercato e andamento dell’economia, timori di patrimoniale... e altri 1000 fattori

Insomma, a mio modo di vedere la formula c’è, ma la abbiamo in testa!

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5 ore fa, fornari dice:

 

Immaginavo non fosse così semplice... per quanto riguarda il range di valori di cui parlate, su cosa vi basate per determinarlo? Andate a istinto?

Oppure ci sono dei metodi precisi (es. se la moneta è un "R4" di rarità allora aggiungo 400-500€... ma se è un "D" di conservazione allora tolgo 200-300€).

Magari fosse così facile…. Non ci sarebbero contestazioni ne il bisogno di periti esperti… e per quelle moderne é già più semplice…. Per le antiche è ancora più difficile…

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Buonasera a tutti

Per gli amanti della matematica e della statistica ci sarebbe, in realtà, un sistema di calcolo per arrivare al "più probabile valore di mercato" di un bene (generico) e, quindi, anche di una moneta. E' un sistema anglosassone chiamato M.C.A. (market comparison approach), ovvero un sistema comparativo e pluriparametrico basato su dati di mercato. Viene utilizzato in campo estimale per la valutazione di immobili ma, a mio parere e opportunamente adattato, potrebbe essere usato anche nel nostro caso.

Brevemente, in maniera molto semplificata ed in linea del tutto teorica:

1) si raccolgono dati di mercato relativi alla moneta interessata (prezzi di aste ecc...)

2) una volta individuate le caratteristiche che maggiormente influenzano il valore del bene che si sta stimando, si stabiliscono i relativi presunti "pesi" (cioè quanto può incidere ad es. lo stato di conservazione, la patina, il lustro .......)

3) il valore cercato viene inteso come somma di un numero finito di prezzi parziali, ciascuno relativo ad una singola caratteristica

4) con particolari calcoli si applicano le caratteristiche della moneta da stimare ai prezzi di mercato conosciuti, trovando altrettanti probabili valori applicabili alla moneta da stimare

5) il valore che cerchiamo corrisponde alla media di tali valori.

Ovviamente la cosa non è così semplice (chiedo scusa ma non è neppure semplice spiegarla) e molti sono i limiti d'applicazione. E' chiaro che un metodo simile, ad esempio,  non serve a nulla se parliamo di monete molto rare di cui esistono pochissimi o addirittura nessun dato di mercato.

Per chi ama queste cose e si vuole cimentare, magari modificando (se fattibile) il software gratuito relativo alle stime immobiliari che si trova in rete o progettandone uno ad hoc, buon lavoro.   

Buona notte a tutti  

 

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57 minuti fa, Daniele Elias dice:

Buonasera a tutti

Per gli amanti della matematica e della statistica ci sarebbe, in realtà, un sistema di calcolo per arrivare al "più probabile valore di mercato" di un bene (generico) e, quindi, anche di una moneta. E' un sistema anglosassone chiamato M.C.A. (market comparison approach), ovvero un sistema comparativo e pluriparametrico basato su dati di mercato. Viene utilizzato in campo estimale per la valutazione di immobili ma, a mio parere e opportunamente adattato, potrebbe essere usato anche nel nostro caso.

Brevemente, in maniera molto semplificata ed in linea del tutto teorica:

1) si raccolgono dati di mercato relativi alla moneta interessata (prezzi di aste ecc...)

2) una volta individuate le caratteristiche che maggiormente influenzano il valore del bene che si sta stimando, si stabiliscono i relativi presunti "pesi" (cioè quanto può incidere ad es. lo stato di conservazione, la patina, il lustro .......)

3) il valore cercato viene inteso come somma di un numero finito di prezzi parziali, ciascuno relativo ad una singola caratteristica

4) con particolari calcoli si applicano le caratteristiche della moneta da stimare ai prezzi di mercato conosciuti, trovando altrettanti probabili valori applicabili alla moneta da stimare

5) il valore che cerchiamo corrisponde alla media di tali valori.

Ovviamente la cosa non è così semplice (chiedo scusa ma non è neppure semplice spiegarla) e molti sono i limiti d'applicazione. E' chiaro che un metodo simile, ad esempio,  non serve a nulla se parliamo di monete molto rare di cui esistono pochissimi o addirittura nessun dato di mercato.

Per chi ama queste cose e si vuole cimentare, magari modificando (se fattibile) il software gratuito relativo alle stime immobiliari che si trova in rete o progettandone uno ad hoc, buon lavoro.   

Buona notte a tutti  

 

 

8 ore fa, Tinia Numismatica dice:

Magari fosse così facile…. Non ci sarebbero contestazioni ne il bisogno di periti esperti… e per quelle moderne é già più semplice…. Per le antiche è ancora più difficile…

 

8 ore fa, Emilio Siculo dice:

Sono d’accordo un po’ con tutti gli interventi sopra circa l’impossibilità di determinare un probabile prezzo, mentre credo che si possa stimare un valore ragionevole di mercato, sempre parlando di un range e direi non con formule ma con l’esperienza e i dati di mercato.

Questo a condizione che vi siano sufficienti transazioni recenti sul mercato per la tipologia d’interesse (aste e prezzi fissi) e che tali transazioni siano effettivamente concluse fra venditore e compratore (e non troppi falsi realizzi e prezzi di riserva non raggiunti, che purtroppo esistono e non sappiamo misurare).

Ad esempio, se per una data tipologia (meglio se accoppiamento specifico di conii, ma possibilmente anche per tipi molto simili) disponiamo di numerosi esemplari venduti negli ultimi anni, è possibile fare un ordinamento delle monete vendute per qualità e posizionare l’esemplare in base alla qualità relativa e quindi ricavare un range di massima di valore di mercato.  

Mille fattori possono influenzare un giudizio sintetico della qualità: conservazione, qualità del metallo e del tondello, centratura, rarità, pedigree e pubblicazione su un corpus, eventuale toning o patina, qualità artistica dei conii... e altri 1000 fattori

In linea puramente teorica, se ho ordinato in una scala numerica gli esemplari venduti per qualità e associo a questo indicatore i relativi realizzi (per le aste, con i costi accessori), potrei anche fare un grafico di correlazione in grado di rispondere alla domanda “quanto vale”... e lo stesso si può fare con regressioni a più fattori. Ma più semplicemente lo si capisce anche con un banale posizionamento in ordine di qualità.

Poi vi sono altri aspetti che influenzano il prezzo e non poco: andamento del mercato crescente o calante, numero di aste e quantità di materiale proposto, recente pubblicazione di un corpus o maggiore interesse per una tipologia (immaginate quanto successo con le provinciali post Dattari collection), numero di collezionisti interessati per lo specifico lotto, presenza di altri lotti per la stessa tipologia e di qualità differente, tassi di mercato e andamento dell’economia, timori di patrimoniale... e altri 1000 fattori

Insomma, a mio modo di vedere la formula c’è, ma la abbiamo in testa!

 

10 ore fa, Arka dice:

La variabile incontrollabile è l'esperienza.

Arka

Diligite iustitiam

Grazie a tutti! In effetti proprio questo pomeriggio ero giunto alla conclusione che il metodo più semplice per farsi un'idea del valore di una moneta è proprio quello di consultare lo storico degli acquisti precedenti (anche se essendo un principiante non saprei dove trovare uno storico simile).

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5 ore fa, fornari dice:

 

 

 

Grazie a tutti! In effetti proprio questo pomeriggio ero giunto alla conclusione che il metodo più semplice per farsi un'idea del valore di una moneta è proprio quello di consultare lo storico degli acquisti precedenti (anche se essendo un principiante non saprei dove trovare uno storico simile).

Per esempio per le monete comuni puoi usare eBay, inserisci la moneta oggetto di ricerca e nelle opzioni spunti la casella per vedere quelle vendute, così vedi anche i prezzi di vendita. Anche su AC Search mi pare se possano trovare dati relativi alle aste, ma è a pagamento. Infine, anche se poco aggiornato, trovi dei passaggi in asta sul catalogo di questo forum. Poi volendo spulciare su portali tipo Bidinside puoi vedere le aste passate con realizzi e invenduti. Diciamo che con tanto tempo a disposizione Google ti fornisce parecchie risposte.

Buona giornata!

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4 ore fa, Fxx dice:

Per esempio per le monete comuni puoi usare eBay, inserisci la moneta oggetto di ricerca e nelle opzioni spunti la casella per vedere quelle vendute, così vedi anche i prezzi di vendita. Anche su AC Search mi pare se possano trovare dati relativi alle aste, ma è a pagamento. Infine, anche se poco aggiornato, trovi dei passaggi in asta sul catalogo di questo forum. Poi volendo spulciare su portali tipo Bidinside puoi vedere le aste passate con realizzi e invenduti. Diciamo che con tanto tempo a disposizione Google ti fornisce parecchie risposte.

Buona giornata!

Eccellente! Ti ringrazio molto ????

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Perché ognuno ha la sua e non è possibile calcolarla per una formula che abbia valenza generale.

Arka

Diligite iustitiam

Modificato da Arka
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Ci sono cataloghi, ma sono tutti valori a mio parere variabili.

La conservazione: c'è chi parla di fior di conio e chi di quasi fior di conio; tra i due c'è una differenza di prezzo non passabile. Un graffio pesante su una moneta in FDC può portarla a qFDC. Sta a te valutare la conservazione, non chi te la vende.

La rarità: un anno vengono valutate come R1, un altro anno come R2 perché magari ne sono state ereditate dai nonni o per mancanza di soldi tutti vogliono venderle o chissàche. Dipende dal periodo. Su questo valore in scala non ci faccio proprio veramente riferimento, piu' che altro la tiratura.

Il prezzo: dipende dal mercato, ma se ti sai muovere bene, puoi trovare pezzi non male ad un prezzo piu' che buono.

 

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Buongiorno,

probabilmente con una approssimazione lineare con i pesi tarati su Rarità e Conservazione, si rischierebbe di avere dei valori troppo lontani da quelli effettivi (dettati dal mercato).

Ad avere tempo si potrebbe istruire una rete neurale con i realizzi delle principali case d'asta in un arco temporale più o meno esteso.

Correggendo, per ciascuna asta, con le variabili commissioni e spese di spedizione che cambiano da casa a casa.

Aggiungerei poi un termine correttivo che tiene conto dell'anno e dell'inflazione.

A questo punto, inserendo le caratteristiche di un esemplare, verrebbe restituito il prezzo di mercato approssimato.

Non è detto, poi, che quello sia il prezzo giusto che un collezionista intende pagare: esiste ancora una componente emotiva che cambia da individuo a individuo che la matematica non può ancora modellare.

Saluti

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In linea di principio per beni non seriali (e cioè riguardo alle monete che per stile, conservazione, epoca, rarità, pedigree ... sono molto difficilmente ritrovabili) il prezzo è sempre un P.A.R. (prezzo a richiesta) con un occhio volto al passato. Poi sta a vedere se vi sono collezionisti cui una determinata moneta manca e che hanno adeguata disponibilità economica!

Il discorso di uno strumento per calcolare i prezzi è ipotizzabile per monete comuni e contemporanee (bullion ad esempio) non certo per altri tipi. E' un po' come il mercato dell'arte in cui certi artisti sono quotati "a metro quadro" e per altri tale idea fa semplicemente sorridere. Anche per il mercato immobiliare sopramenzionato vale lo stesso principio: per il "nuovo" vale un criterio "multiparametrico" per l'antico o l'eccezionale, no.

Un esempio per tutti: se per una stessa moneta in asta vi fossero interessate due persone, in un caso a) con disponibilità 9.000 € e 10.000 € rispett. e in un caso b) con disponibilità 900 € e 1000 € rispett., nel caso a) la moneta farebbe una cifra 10 volte superiore che in b). Poi, nella realtà dei fatti, basta che vi sia una sola persona con la disponibilità indicata a guidare il prezzo ...

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  • 2 settimane dopo...
Il 29/5/2021 alle 12:00, numa numa dice:

L’unica valutazione realistica e’ quella che fa il mercato ...

Concordo, e credo che rientrino pacificamente nel concetto di mercato anche i (frequenti e ben noti) "falsi realizzi".

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