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IGNORED

Girolamo Gottardo Murari - Tessera del sale (XVI secolo)


Risposte migliori

Inviato

Nel leggere il contenuto, personalmente mi ha fatto fare idealmente un tuffo nel lontano passato.

Veramente un ottimo lavoro.

Grazie e bravo Oppiano.


Inviato

L'Oro bianco della Serenissima.

Il sale, la storia di Venezia e il "quanto basta" (seminarioveronelli.com)

Il grande storico francese Jean-Claude Hocquet studia da decenni la «storia del sale». Ha scritto l’opera monumentale Il sale e la fortuna di Venezia. Nelle sue tesi, assai ben documentate dalle ricerche negli archivi di tutta l’Europa, sostiene che il sale sia stato uno dei fattori fondamentali della grandezza della Repubblica di Venezia. Nel Medioevo le saline occupavano almeno metà della laguna e procuravano a Venezia sale prezioso da scambiare con prodotti che ad essa mancavano, grano, ferro, legno.

Dalle ricerche dello studioso emergono dati e analisi di straordinario interesse che interpretano aspetti economici, politici e sociali della Serenissima con nuove chiavi di lettura. Il sale, elemento “primario” e indispensabile alle necessità della vita, poté divenire «oro bianco della Serenissima» solo in esito a una lungimirante e complessa azione politica ed economica condotta dal suo governo in tutti i territori del dominio veneziano.

Solo fino all’XI secolo Venezia può attingere alle sue stesse saline; già nel XII secolo è costretta a rivolgersi altrove, in primo luogo a Chioggia. E quando, poco dopo, anche questo non sarà sufficiente, Venezia inizierà a importare sale straniero da luoghi e territori sempre più lontani.

 


Inviato
1 ora fa, Oppiano dice:

L'Oro bianco della Serenissima.

Il sale, la storia di Venezia e il "quanto basta" (seminarioveronelli.com)

Il grande storico francese Jean-Claude Hocquet studia da decenni la «storia del sale». Ha scritto l’opera monumentale Il sale e la fortuna di Venezia. Nelle sue tesi, assai ben documentate dalle ricerche negli archivi di tutta l’Europa, sostiene che il sale sia stato uno dei fattori fondamentali della grandezza della Repubblica di Venezia. Nel Medioevo le saline occupavano almeno metà della laguna e procuravano a Venezia sale prezioso da scambiare con prodotti che ad essa mancavano, grano, ferro, legno.

Dalle ricerche dello studioso emergono dati e analisi di straordinario interesse che interpretano aspetti economici, politici e sociali della Serenissima con nuove chiavi di lettura. Il sale, elemento “primario” e indispensabile alle necessità della vita, poté divenire «oro bianco della Serenissima» solo in esito a una lungimirante e complessa azione politica ed economica condotta dal suo governo in tutti i territori del dominio veneziano.

Solo fino all’XI secolo Venezia può attingere alle sue stesse saline; già nel XII secolo è costretta a rivolgersi altrove, in primo luogo a Chioggia. E quando, poco dopo, anche questo non sarà sufficiente, Venezia inizierà a importare sale straniero da luoghi e territori sempre più lontani.

 

Ciao!

Tutto vero, non dimentichiamo, però, anche altre saline importantissime per la Serenissima e cioè quelle istriane; in primo luogo quelle di Pirano, Strugnano, Sicciole (create nel lontano 804 e ancora in buona parte esistenti); d'altra parte questa parte della costa istriana (Pirano e Parenzo in primis) erano la prima e importante sosta che le imbarcazioni veneziane indirizzate a sud, facevano.

saluti

luciano


Inviato

In una attualità dove "tutto si dà per scontato e tutto spetta per diritto", questo, come tanti altri spunti dovrebbe essere di insegnamento alle generazioni e far riflettere cosa si cela (in questo caso) dietro la semplice parola "SALE".

Una storia sconosciuta.

 

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Inviato

Buona giornata

Proprio così,  è l'epoca dove anche un seplice desiderio è un diritto ..... dubito che i giovani d'oggi, in genere, si pongano simili riflessioni, forse qualche "mosca bianca", altrimenti bisogna aspettare che maturino un po'

saluti

luciano


Inviato

Volevo complimentarmi con Oppiano per l’interessante argomento proposto e il materiale bibliografico reso disponibile al lettore.

Faccio presente che il Voltolina riporta anche la tessera N. 647 citata nella bibliografia di cui sopra, che può essere uno degli obiettivi di ricerca.

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