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Monete greche antiche su banconote greche


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Salve e buon Primo Maggio.

Mi è stato segnalato dall’Accademia l’articolo di Vasso Penna Ancient Greek Coins on Greek Banknotes pubblicato dal Bibliotheca Alexandrina, Calligraphy Center su Abgadiyat, Issue No.5 – 2010, Proceedings of The Fourth International Forum of Calligraphy, Writing and Inscriptions in the World throughout the Ages Coins in the World, 16-18 March 2009.

Traduco dall’articolo:

“La scelta delle monete antiche per l'abbellimento delle banconote ha un doppio risultato. In primo luogo, le piccole monete rotonde sparse sullo sfondo delle banconote, con le loro rappresentazioni finemente incise ispirate al mondo degli dei e degli uomini, ma anche a quello degli animali e delle piante, contribuiscono senza dubbio al valore estetico delle banconote. In secondo luogo, esse sottolineano l'antica tradizione monetaria greca e funzionano quindi come garanti della storia presente e come agenti di prestigio per la vita finanziaria e pecuniaria del paese.”

“La scelta di determinati tipi numismatici per la decorazione delle banconote si basava principalmente sui criteri personali dell'incisore, che teneva conto del valore estetico e artistico delle rappresentazioni originali, anche se non senza alcuni interventi da parte dell'amministrazione, che aveva l'ultima parola sul disegno finale. Tuttavia, in alcuni casi, sembra che i criteri dell'artista siano stati influenzati dalla realtà storica attuale e da alcuni eventi di importanza nazionale.”

Ho pensato di presentare qualche banconota in questa discussione che può essere un punto d’incontro fra i collezionisti di cartamoneta e di monete greche.

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Luoghi sacri, templi, palazzi, statue, figure ed eventi mitici e storici hanno spesso decorato le banconote greche dalla metà del XIX secolo fino al 2002, quando la dracma fu sostituita dall'euro (Figg. 1-2). Allo stesso modo, antiche monete greche fuori circolazione da secoli sono ricomparse come elementi decorativi sulle banconote moderne (vedi Catalogo).

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Al centro del dritto di una banconota da 50 dracme è raffigurato Alessandro Magno che combatte contro i Persiani, un'immagine tratta dal cosiddetto Sarcofago di Alessandro Magno, oggi al Museo Archeologico di Istanbul.

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Al centro del rovescio domina il ritratto di Alessandro come è raffigurato su un medaglione d'oro del periodo romano, trovato all'inizio del XX secolo a.C. a Tarso in Cilicia (Fig. 3). Il disegno originale a colori dell'emissione realizzato da Axelos mostra nella parte inferiore del dritto la data 25 marzo 1921, ovviamente la data di esecuzione del disegno.

I motivi della scelta della raffigurazione di Alessandro Magno su entrambi i lati di questa specifica banconota potrebbero essere collegati agli eventi storici del periodo. È noto che le operazioni marziali dell'esercito greco in Asia Minore durante il marzo del 1921 furono inficiate da fallimenti che ebbero un grave impatto emotivo sui soldati e sugli ufficiali greci. Pertanto, è plausibile che la scelta dell'iconografia specifica possa riflettere il desiderio dell'artista di sottolineare momenti gloriosi dell'ellenismo, specialmente legati alla campagna orientale di Alessandro.

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Analogamente un evento storico potrebbe aver influenzato l'iconografia di questa banconota da 5 dracme con la testa di Atena sul rovescio che ricorda molto la testa della dea sui tetradrammi di Thourioi del IV secolo a.C. (Fig. 4).

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Questa banconota fu emessa nell'aprile 1923, mentre un mese prima, nel marzo 1923, una squadra di italiani fu inviata dalla Società delle Nazioni a sorvegliare il confine conteso tra Grecia e Albania, una decisione che fu molto criticata dai greci e che alla fine portò a una breve occupazione italiana di Corfù nell'agosto 1923.

La scelta della testa di Atena da una moneta di Thourioi, una colonia greca fondata sulle rovine dell'antica Sibari, per lo più da cittadini ateniesi, tra il 446 e il 443 a.C., potrebbe essere vista anche come un messaggio agli ufficiali italiani di Mussolini per richiamare alla loro memoria i grandi giorni dell'ellenismo e, più specificamente, delle antiche colonie della Magna Grecia, nel Sud Italia.

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Degna di nota è anche la rappresentazione di uno statere dell'Anfizionia delfica su una banconota da 100 dracme (Fig. 5). Sul dritto della banconota è presente il rovescio della moneta, con Apollo seduto sull'omphalos e appoggiato alla sua kithara, mentre al centro del rovescio domina la testa di Demetra con una corona di grano.

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L'Anfizionia delfica, che era responsabile del santuario di Delfi (336/5-334 a.C.), era un'organizzazione composta da dodici rappresentanti di diverse città greche. Molto probabilmente, la scelta della moneta specifica per la decorazione della banconota da 100 dracme emessa nel maggio 1927 riflette le vicende politiche del periodo. Nel maggio 1927 fu votata in Grecia una nuova Costituzione che in qualche modo colmava le differenze che erano divampate nel governo ecumenico, con rappresentanti di tutti i partiti politici di quel periodo.

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Banconota da 1.000 dracme (figg. 6-7).

Al centro del rovescio è raffigurato il tempio di Apollo Epicurio a Bassai, un antico sito greco in Arcadia (Peloponneso). Nella parte inferiore della banconota, incorporati nel disegno geometrico della cornice di fondo, sono raffigurati entrambi i lati di uno statere d'argento della Lega Arcadica (zecca di Megalopoli; 363-362 a.C. circa). Testa laureata di Zeus Lykaios a sinistra / giovane Pan, nudo, seduto sul mantello drappeggiato sopra roccia, tenendo il lagobolon nella mano destra e appoggiando il gomito sinistro sulla roccia; nel campo, a sinistra le iniziali AR (= Arcadia); ai piedi della roccia, la siringa (strumento musicale di Pan).

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Banconota da 5 dracme (Fig. 8).

Al centro del rovescio la testa di Alessandro Magno che indossa una pelle di leone è rappresentata come sul medaglione d'oro romano trovato a Tarso in Cilicia all'inizio del ventesimo secolo d.C.

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Banconota da 25 dracme (Fig. 9).

Sul rovescio, raffigurati su entrambi i lati del valore di denominazione, ci sono le due facce di uno statere d'argento dell'antica colonia greca di Metaponto (340-330 a.C. circa). Testa laureata di Zeus, dietro il fulmine / spiga di grano.

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Un’altra discussione di una profondità incredibile ….. deve aver scoperto il copia e incolla da poco per come lo usa con entusiasmo e costanza…. 

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Banconota da 10 dracme (Fig. 10)

Sul rovescio, raffigurati su entrambi i lati del valore del taglio, ci sono le due facce di uno statere d'argento di Cnosso (c. 425-prima metà del IV sec. a.C.). Minotauro che corre / labirinto.

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Banconota da 5 dracme (Figg. 11-12)

Al rovescio, su entrambi i lati del valore di denominazione, ci sono le due facce di uno statere d'argento di Pheneos in Arcadia, Peloponneso (360-350/340 a.C. circa). Testa di Demetra a destra, con corona di grano, orecchini e collana/Ermes nudo tranne che per il suo petaso e un mantello drappeggiato sul braccio sinistro, che si muove verso sinistra, tenendo il kerykeion nella mano destra e il bambino Arkas nella sinistra.

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Cartamoneta sussidiaria a due dracme dello Stato greco (Fig. 22).

Sul rovescio un tetradramma di Lisimaco, re di Tracia (306-281 a.C.) che raffigura sul diritto la testa diademata di Alessandro Magno divinizzato, con corno di Ammone, e sul rovescio Atena seduta a sinistra, con Nike nella mano destra estesa e il braccio sinistro appoggiato sullo scudo.

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Questo tetradramma di Lisimaco è stato uno dei miei primi acquisti effettuati dalla storica casa d’aste francese Argenor, che si è ritirata alla fine degli Anni 2000.

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Re di Tracia, Lisimaco, tetradramma (17,06 g, diametro max 33 mm).

D/ Testa diademata di Alessandro Magno deificato a destra, che indossa il corno di Ammone.

R/ ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΛΥΣΙΜΑΧΟΥ, Atena in trono a sinistra, gomito sinistro appoggiato allo scudo a terra, lancia trasversale sul lato destro, con in mano la Nike che incorona il nome del re, monogramma sotto il braccio, clava a sinistra, gorytos e monogramma Alfa Gamma in esergo. Thompson -, SNG Manchester 814.

La moneta è stata coniata dalla zecca di Eritre, città dell’Asia Minore (Ionia) situata su una piccola penisola che si prolunga nella baia omonima, di fronte all’isola di Chio.

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Tra Eritre e Chio nacque una contesa per il possesso di una statua fenicia di Melquart, che i Greci identificavano con Eracle, arrivata con una zattera che, partita da Tiro, era approdata su una spiaggia tra le due città. Poi la statua è stata alloggiata a Eritre nel famoso santuario fatto appositamente costruire.

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Modificato da apollonia

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La città di Eritre ('Ερυϑραί, Erãthrae) ha derivato il nome dal color rosso della roccia trachitica su cui è posta.

Èritro- (o erìtro-), che in greco significa «rosso», è entrato nella nostra lingua come primo elemento di parole composte della terminologia scientifica. In medicina, è usato spec. in ematologia, con riferimento alle cellule della serie rossa, e in dermatologia, per indicare arrossamento dei tegumenti (https://www.treccani.it/vocabolario/eritro/).

apollonia


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Inviato

Storia e mito di Eritre

Secondo la leggenda il fondatore ne fu Eritro, figlio di Radamante di Creta; ma con i Cretesi avrebbero abitato la città altri popoli della regione, Carî, Panfilî, Licî; Cnopo, figlio di Codro d'Atene, vi avrebbe più tardi portato un nucleo di Ioni, e la città avrebbe per un certo tempo avuto nome da lui. La nuova colonia dovette fin dalle origini resistere all'invadenza della vicina Chio: dalla parte di terra confinavano con lei Teo e Clazomene: il suo territorio si limitava pertanto alla penisola, su cui era fondata, in varî punti della quale essa stabilì gruppi di coloni. Gli Eritrei parteciparono altresì alla fondazione di Parion sull'Ellesponto; fin dal sec. VII forse essi coniarono moneta di elettro e d'argento. Alla monarchia, mantenutasi nella discendenza di Codro, successe l'oligarchia aristocratica, e quindi li democrazia. Creso di Lidia e Ciro di Persia la sottomisero successivamente a tributo. Partecipò all'insurrezione degli Ioni contro i Persiani, e otto sue navi erano alla battaglia di Lade. Dopo la vittoria di Micale entrò nella confederazione degli stati greci, e quindi nella lega delio-attica (v.). Con Atene fu in stretti rapporti d'amicizia, modellando la propria costituzione, conservataci da un'iscrizione del 450 a. C., su quella ateniese. Nel 413 passò dalla parte di Sparta, ma nel 394, dopo la vittoria di Conone, tornò di nuovo con Atene. Strinse alleanza con Ermia di Atarneo per trovare un aiuto contro i Persiani. Sotto Alessandro Magno, che aveva concepito il progetto di tagliare con un istmo la penisola di E., fu libera ed esente da ogni tributo, e tale cercò di mantenersi, sebbene dovesse difendersi, non sempre con successo, dai diadochi, dai Seleucidi e dai Tolomei. Circa il 274 si difese col denaro dai Galati. Nella guerra di Antioco contro i Romani, parteggiò per questi, e ne ebbe confermata l'autonomia, che conservò forse anche dopo la costituzione della provincia d'Asia. Da Verre fu depredata delle sue statue; nel 76 tre legati di Roma vennero a raccogliervi i versi della sibilla Erofile. Coniò monete da Augusto a Gallieno. In età cristiana fu sede di vescovado. Della città è conservato il perimetro delle mura (sec. III a. C.); ad oriente, presso la porta principale, sono alcune sorgenti di acqua calda salata. Di qui nasce anche il fiumicello Aleon, che divideva a mezzo l'abitato: non lungi da esso sono i resti di un tempio che qualcuno ha ritenuto quello di Ercole, la divinità protettrice. L'acropoli si leva nel centro, sul mare; sulle pendici sudorientali di essa è la grotta della Sibilla; appoggiato al lato opposto è il teatro, e al di sopra un castello bizantino. Nell'insenatura che si apre sul versante occidentale verso il mare, è sorto il piccolo villaggio turco di Litri.

Bibl.: L. Bürchner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VIII, col. 575 segg., (con bibl.) J. Keil, Forschungen in der Erythraia, I, in Österr. Jahresh., XIII (1910), Suppl. col. 1 segg.; II, ibid. XV (1915), col. 49 segg.

 

Da https://www.treccani.it/enciclopedia/eritre_(Enciclopedia-Italiana)/

apollonia


Inviato

Che discussione interessantissimissimerrima….l’apoteosi del  “copy &paste”…. Chissà se lo fa anche nel suo lavoro…..


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Dal fondatore di Eritre all’isola di Creta

Il padre di Eritro era Radamanto (o Radamante), un personaggio della mitologia greca che fu un re dell’isola di Creta adorato non solo qui ma anche nelle isole egee e in Beozia. Figlio di Zeus e di Europa (secondo altri di Efesto), così come i due fratelli Minosse e Sarpedonte fu adottato da Asterio dopo che questi sposò la madre. Prese in moglie Alcmena (la vedova di Anfitrione) e fu padre di Gortis (associato al paese di Gortina) e di Eritro (Erythtrus). Secondo la leggenda, forse dal periodo minoico, Eritro era un re potente e durante la sua vita portò la legge e la giustizia a Creta; dopo la sua morte continuò nel Tartaro come un sovrano e giudice giusto. Inizialmente era considerato un pronipote di Kres (l'eponimo dell'isola Creta) ma successive genealogie lo collocano accanto a Minosse e Sarpedonte come figlio di Zeus e di Europa. A volte si possono trovare riferimenti ai tre fratelli e giudici della morte indicati come Radamanto, Minosse ed Eaco. Eaco però non è Sarpedonte, che sarebbe il vero terzo fratello. Secondo Omero, i Feaci lo portarono una volta su una delle loro navi da Scheria verso Eubea. Si recò anche a Calea dove sposò Alcmena e si meritò la reputazione di legislatore sapientissimo. Secondo Omero, Radamanto dimora nei Campi Elisi (Isole dei Beati) e per questo fu considerato Signore del mondo ultraterreno.

In Platone troviamo una tradizione che fa di Radamanto, assieme ad Eaco e Minosse, un giudice dei morti. Quando gli antichi volevano esprimere un giudizio giusto, quantunque severo, lo chiamavano "giudizio di Radamanto", proprio a significare la sua grande equità. Nel Tartaro esso inquisiva sui delitti e li puniva, obbligava i colpevoli a rivelare gli errori della loro vita e a confessare i delitti la cui espiazione doveva avvenire dopo la morte Radamantini erano i giuramenti che si facevano invocando a testimoni animali o cose inanimate. Socrate, ad esempio, giurava per il cane o per il papavero e Zenone per la capra.

Radamanto è rappresentato seduto su un trono al fianco di Crono con uno scettro in mano e sulla porta dei Campi Elisi.

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Da https://it.wikipedia.org/wiki/Radamanto

apollonia

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Nel Canto V dell’Inferno Radamanto è citato nell’incontro con Minosse, il mitico re di Creta figlio di Zeus e di Europa, celebre per avere dato ai Cretesi le prime costituzioni e per la severità con cui amministrava la giustizia.

Già presentato da Virgilio e da Omero come giudice dell’oltretomba, insieme al fratello Radamanto, in Dante Minosse è custode e giudice di tutto l’Inferno: le anime dei dannati si confessano dinanzi a lui, ed egli, valutatone il tipo di peccato, le destina al cerchio che compete loro, avvolgendo la coda intorno al suo corpo tante volte quanti sono i gradi che l’anima deve scendere. È il rappresentante della giustizia divina nell’Inferno.

Fonte https://tieniinmanolaluce.me/2013/01/16/dante-alighieri-divina-commedia-inferno-canto-v-sintesi/

 

Dal sito https://www.panorama-numismatico.com/tag/cnosso/ si può scaricare il mio articolo “Miti e leggende di Creta e monete con il labirinto di Cnosso” dove si accenna ai tre fratelli Minosse, Radamanto e Sarpedonte partoriti a Creta da Europa e adottati dal re cretese Asterione, il suo legittimo consorte mortale.

apollonia


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Fa compagnia al mio tetradramma lisimacheo del post # 13 una coppia di francobolli da 2,50 dracme con la raffigurazione della testa diademata di Alessandro Magno deificato a destra, che indossa il corno di Ammone.

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Il francobollo riporta in alto la scritta in greco MEGAS ALEXANDROS e in basso il valore (DRAX. ELLAS 2,50).

Sono stati emessi anche i rispettivi valori da 2 e da 1000 dracme.

apollonia


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Posseggo anche questa banconota da due dracme (Cartamoneta sussidiaria dello Stato greco) che raffigura sul diritto il ritratto di Alessandro Magno come compare nell'antica monetazione di Lisimaco e sul rovescio il rovescio del tetrobolo o dell’obolo d’argento di Alessandro I (c. 494-454 a. C.) o Perdicca II (454/3-414/3 a. C.), che raffigura la parte anteriore di un leone.

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La parte anteriore del leone raffigurata sul rovescio di un tetrobolo “heavy” di Perdicca II si può vedere al post # 52 della discussione https://www.lamoneta.it/topic/135627-le-monete-del-regno-di-macedonia/page/3/?tab=comments#comment-1552636

 

Di Alessandro I volevo ricordare un episodio raccontato da Erodoto nelle sue Storie, databile al 507 a. C. quando lui era ancora l'erede al trono di suo padre Aminta I.

Gli ambasciatori persiani erano giunti in Macedonia per chiedere la sottomissione del regno a Dario I e furono ben accolti dal re Aminta che offrì loro un sontuoso banchetto, durante il quale i Persiani chiesero che fossero condotte in loro presenza le donne che vivevano a corte. Quando le ragazze si unirono al banchetto, gli ambasciatori iniziarono a molestarle. Aminta considerava intollerabile quanto stava accadendo, ma non osava fare nulla per timore dei Persiani. Suo figlio Alessandro, invece, dopo aver convinto il re a ritirarsi, fece allontanare le ragazze col pretesto che dovevano lavarsi e le sostituì con un gruppo di giovani macedoni che aveva fatto abbigliare in abiti femminili e ai quali aveva fornito dei pugnali. I giovani, entrati nella stanza del banchetto, raggiunsero i delegati di Dario e, sguainate le armi che avevano nascosto sotto le vesti, li uccisero cogliendoli di sorpresa e vendicando così l'onta subita dalle loro concittadine.

apollonia


  • 2 settimane dopo...
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JOURNAL ARTICLE da https://www.jstor.org/stable/24308675?seq=1

Ἀνὴρ Ἕλλην, Μακϵδὼν ὕπαρχος? Ancora su Hdt. 5, 20, 4

Bruno Tripodi

Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia

Serie 5, Vol. 4, No. 1 (2012), pp. 45-61 (17 pages)

Published By: Scuola Normale Superiore

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follows

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