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IGNORED

Attuali tendenze di mercato


fagiolino

Risposte migliori

La filatelia è molto interessante ma troppo dispersiva. Ricordo che anni fa avevo iniziato a sistemare la collezione di mio papa… comprati cataloghi, raccoglitori… ecc . Dopo 10 giorni ho rimesso tutto nello scatolone..

Modificato da skubydu
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Oggi ho letto questa notizia visibile nel link.

Prendo spunto dalla notizia (anche se è possibile prelevare in ATM di altre banche o per appuntamento) per farvi le seguenti domande:

Secondo voi, potrebbe mai essere possibile l'eliminazione completa della moneta circolante?

Dovremo collezionare carte di credito?

 

https://quifinanza.it/soldi/video/banche-ing-contanti-atm-casse-automatiche-prelievo/485141/

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1 ora fa, Aretusa dice:

Oggi ho letto questa notizia visibile nel link.

Prendo spunto dalla notizia (anche se è possibile prelevare in ATM di altre banche o per appuntamento) per farvi le seguenti domande:

Secondo voi, potrebbe mai essere possibile l'eliminazione completa della moneta circolante?

Dovremo collezionare carte di credito?

 

https://quifinanza.it/soldi/video/banche-ing-contanti-atm-casse-automatiche-prelievo/485141/

Non bisogna generalizzare,   una banca peraltro  estera, voglia riorganizzare  il suo sistema,  eliminando gli ATM, non vuol necessariamente dire che il sistema bancario italiano seguirà tale andamento, e da questo evento pensare che sia il prologo dell'eliminazione del contante  è pura fantascienza.

Certamente i clienti ING non saranno felicissimi di tale iniziativa, oltre che la chiusura di molti sportelli nelle principali città italiane, anche la stessa operatività risulta molto compromessa, come si legge dall'articolo, dal 1/7/21 i versamenti si  potranno solo fare con bonifici o giroconti ( ma che versamenti sono?) i prelievi presso ATM presso altre banche ( a pagamento) gli assegni spedirli per posta?!?!?! In banca   ( nell ING ) si potrà andare solo per: 

  • richiedere l’apertura di nuovi prodotti bancari, finanziari e assicurativi
  • effettuare tutte le attività oggi svolte in filiale per quanto riguarda i servizi di investimento.

per fortuna ci sono ancora altre banche a cui rivolgersi.

saluti

TIBERIVS

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8 ore fa, Aretusa dice:

Oggi ho letto questa notizia visibile nel link.

Prendo spunto dalla notizia (anche se è possibile prelevare in ATM di altre banche o per appuntamento) per farvi le seguenti domande:

Secondo voi, potrebbe mai essere possibile l'eliminazione completa della moneta circolante?

Dovremo collezionare carte di credito?

 

https://quifinanza.it/soldi/video/banche-ing-contanti-atm-casse-automatiche-prelievo/485141/

Questione molto interessante 

la moneta e’ un’invenzione/innovazione molto tarda essendo apparsa nella Storia solo nel VII sec. AC. per poi pero’ diffondersi a macchia d’olio, seppur in forme diverse, in praticamente tutti i paesi del mondo. 
mentre l’economia di mercato e gli scambi commerciali esistevano gia’ da molto tempo la moneta compare tardi. E’ possibile preconizzare una nuova fase ove la moneta ‘fisica’  viene ‘superata’ e la comparsa della valuta digitale potrebbe essere un facilitatore di tale trend.  La Svezia se ricordo bene aveva annunciato una progressiva eliminazione del contante. Tuttavia siamo certamente ( e per fortuna!) ancora molto lontano da un tale scenario, che - se mai trovasse realizzazione - dovrebbe necessariamente passare per valute digitali gestite da un organismo/banche centrali, che sono certo stanno gia’ studiando la questione senza, al momento, dire nulla. 

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Il 24/4/2021 alle 13:15, Orodicarta dice:

Scusate, investire significa acquistare x poi rivendere: non è questa l'attività del collezionista, che acquista x conservare. Sono 2 attività diverse, con dinamiche diverse e finalità diverse. Davvero non comprendo come le si possa confondere!

Certamente è un hobby, una passione, un divertimento, uno studio ecc ecc, però una persona saggia quando si ritrova a spendere per la propria "passione" cifre che per la maggioranza  risultano "importanti" non dovrebbe per  buon senso e dovere del "buon padre di famiglia" non considerare l'aspetto finanziario ( nel senso questi 200/300k € che  ho speso nella mia passione, potrebbero essere un plus o o un minus per la mia famiglia?!?!) 

Saluti 

TIBERIVS 

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Io temo una cosa. Se dovessimo passare alla moneta elettronica in modo esclusivo, rinunceremo a una bella fetta di libertà. Non sono sicuro che ne valga la pena.

Già adesso, ogni volta che vado al supermercato, mi chiedono se ho la loro tessera. Io rispondo: No, perchè tengo alla mia libertà. Ma avrebbe degli sconti, mi dice la cassiera. La rinuncia a questi sconti è il prezzo che pago per la mia libertà, rispondo io. Qualche cassiera è d'accordo con me.

Arka

Diligite iustitiam

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53 minuti fa, Arka dice:

Io temo una cosa. Se dovessimo passare alla moneta elettronica in modo esclusivo, rinunceremo a una bella fetta di libertà. Non sono sicuro che ne valga la pena.

Già adesso, ogni volta che vado al supermercato, mi chiedono se ho la loro tessera. Io rispondo: No, perchè tengo alla mia libertà. Ma avrebbe degli sconti, mi dice la cassiera. La rinuncia a questi sconti è il prezzo che pago per la mia libertà, rispondo io. Qualche cassiera è d'accordo con me.

Arka

Diligite iustitiam

Argomento interessante ma se vuoi essere veramente libero dovresti rinunciare anche a pc e telefonino, e volendo arrivare agli estremi anche a luce gas e acqua ed assistenza sanitaria di base (sono tutte cose che comportano registrazioni e tracciamenti).

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Di che libertà parlate? Sicuri che basti rifiutare una tessera, o un cellulare, o un computer, per essere.. "liberi"?

C'è qualcuno che sappia definirmi la "libertà"? Cosa intendete con questa parola?

Modificato da Orodicarta
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31 minuti fa, Orodicarta dice:

Di che libertà parlate? Sicuri che basti rifiutare una tessera, o un cellulare, o un computer, per essere.. "liberi"?

C'è qualcuno che sappia definirmi la "libertà"? Cosa intendete con questa parola?

Bella domanda, credo che stiamo addentrandoci nella filosofia, e che ognuno abbia la propria definizione.

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Faccio un esempio: Aretusa, al post #31, ha citato un articolo riportando un link che ho aperto x leggerlo. È apparso il solito avviso sull'accettazione preliminare dei cookies e, x non essere tracciato, ho chiuso la pagina senza leggere. Ho fatto una scelta "di libertà"? O, al contrario, ho rinunciato alla mia libertà x non subire una invasione di privacy? Che libertà è quella che impedisce di fare qualcosa?

Mi spiego meglio, o almeno ci provo. Ci sono diversi concetti che denotiamo abitualmente con la parola "libertà". C'è il concetto di "licenza": "prendersi delle libertà" ovvero permettersi di fare qualcosa che potrebbe andare a scapito della libertà altrui (es. "Mi sono preso la libertà di venire a casa tua x parlarti di persona" ecc..) Poi c'è il concetto di "facoltà": "libertà di stampa", "di parola", "di orientamento sessuale" ecc. Poi c'è la "Libertà" assoluta, quella del "buon selvaggio" che vive da solo nel bosco e non deve rendere conto a nessuno se non a sé stesso. Poi c'è ancora un concetto di "responsabilità" o "rispetto reciproco" per cui la libertà deve essere collettiva e quindi "la mia libertà finisce dove comincia la tua" (anche se io preferisco la versione libertaria x cui "la mia libertà È la tua") e che cerca di calare il concetto utopistico di libertà assoluta nella realtà di una società.

In nessuno di questi concetti io ritrovo la libertà di non essere tracciati: "libertà di non" è di per sé una contraddizione. Nel caso di libertà dal tracciamento io parlerei semplicemente di privacy perché il fatto di essere tracciato non lede in alcun modo la mia libertà. Tutt'al più è una invasione della mia sfera privata che, per quanto fastidiosa, però non limita le mie facoltà decisionali.

Quindi, tornando all'inizio di questo lungo messaggio, quando ho deciso di non leggere l'articolo x non essere tracciato, non ho avuto la sensazione di aver protetto la mia libertà. Al contrario, ho esercitato la mia libertà decisionale e ho rinunciato alla mia facoltà di leggerlo per proteggere la mia privacy.

Modificato da Orodicarta
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Da qualche tempo ogni pagina aperta su internet di chiede di accettare i cookie, e ti offre anche una alternativa. Se clicchi su questa ti propone un "perditempo", così accetti i cucchi. 

Se le mail non le volete più c'è un modo, in fondo c'è un avviso del tipo :

You received this email because you signed up on our website or on our partners websites or you made a purchase from us  

unsubscribe. ci cliccate sopra e non dovreste più riceverne da loro.

Tessera del supermercato. Ne ho tre, una mi riempiva di mail , ho fatto "come sopra", l'altra mi propone degli sconti e mi fa risparmiare qualche euro, la raccolta punti della terza mi ha regalato sei bottiglie di ottimo vino. Altre scocciature con i supermercati non ne ho avute.

 

 

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Siamo d'accordo che il concetto di libertà è molto labile e che i confini di questa libertà lo sono pure. Tuttavia il fatto che qualcuno possa tracciare in modo completo le mie scelte o le mie preferenze continua a turbarmi. Ed è quello che succede con le tessere del supermercato.

Attualmente ogni sito ha solo una piccola parte delle mie preferenze. Con il pagamento elettronico esclusivo qualcuno avrebbe tutta la mia vita in mano. Mah... :unknw:

Arka

Diligite iustitiam

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Qui vedete una forma di denaro elettronico anonimo e non tracciabile:

getmonero.org

Del tutto simile al contante, cioe' sempre pienamente fruibile. Come questa, altre nasceranno.

A me non preoccupa la tecnologia, ma chi la usa. Il problema principale di tutte le cose elettroniche sta sempre tra lo schienale della sedia e il monitor.

Modificato da giulira
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Awards

Il 21/4/2021 alle 14:38, Archestrato dice:

Gli investitori cercano certezze, ma quale operatore del settore numismatico potrebbe mai garantire di riacquistare una moneta al 20% in più sul prezzo di vendita tra venti anni, o trenta? Garantire contrattualmente intendo.

Guardala da questo punto di vista: io ti posso garantire che le attuali banconote di carta, siano Euro, Dollari o altro, tra 20 anni non riacquisteranno più - a parità di quantità - una certa moneta numismatica. Se vuoi, mi impegno contrattualmente.

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5 minuti fa, Arka dice:

Con il pagamento elettronico esclusivo qualcuno avrebbe tutta la mia vita in mano.

E' quello che vogliono. Controllare quanto e per che cosa spendi, e già il fisco può vedere  il tuo c/c e il tuo Dep.Titoli. Sanno tutto di te. Se vai a fare una visita specialistica il medico  mette il tuo nome nel PC e legge tutte le malattie per le quali sei stato curato, le medicine che prendi, ecc.  Vorrebbero infilarti un  microchip sotto la pelle per sapere dove vai e magari anche le tue attività a letto...

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Il 24/4/2021 alle 13:15, Orodicarta dice:

Scusate, investire significa acquistare x poi rivendere: non è questa l'attività del collezionista, che acquista x conservare. Sono 2 attività diverse, con dinamiche diverse e finalità diverse. Davvero non comprendo come le si possa confondere!

Investire significa scambiare la cartamoneta con qualcosa di concreto, visto che non esiste più il gold standard.

E se posso investire in qualcosa che mi appassiona (siano quadri, mobili o monete), perché non farlo?

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1 ora fa, Orodicarta dice:

Faccio un esempio: Aretusa, al post #31, ha citato un articolo riportando un link che ho aperto x leggerlo. È apparso il solito avviso sull'accettazione preliminare dei cookies e, x non essere tracciato, ho chiuso la pagina senza leggere. Ho fatto una scelta "di libertà"? O, al contrario, ho rinunciato alla mia libertà x non subire una invasione di privacy? Che libertà è quella che impedisce di fare qualcosa?

Mi spiego meglio, o almeno ci provo. Ci sono diversi concetti che denotiamo abitualmente con la parola "libertà". C'è il concetto di "licenza": "prendersi delle libertà" ovvero permettersi di fare qualcosa che potrebbe andare a scapito della libertà altrui (es. "Mi sono preso la libertà di venire a casa tua x parlarti di persona" ecc..) Poi c'è il concetto di "facoltà": "libertà di stampa", "di parola", "di orientamento sessuale" ecc. Poi c'è la "Libertà" assoluta, quella del "buon selvaggio" che vive da solo nel bosco e non deve rendere conto a nessuno se non a sé stesso. Poi c'è ancora un concetto di "responsabilità" o "rispetto reciproco" per cui la libertà deve essere collettiva e quindi "la mia libertà finisce dove comincia la tua" (anche se io preferisco la versione libertaria x cui "la mia libertà È la tua") e che cerca di calare il concetto utopistico di libertà assoluta nella realtà di una società.

In nessuno di questi concetti io ritrovo la libertà di non essere tracciati: "libertà di non" è di per sé una contraddizione. Nel caso di libertà dal tracciamento io parlerei semplicemente di privacy perché il fatto di essere tracciato non lede in alcun modo la mia libertà. Tutt'al più è una invasione della mia sfera privata che, per quanto fastidiosa, però non limita le mie facoltà decisionali.

Quindi, tornando all'inizio di questo lungo messaggio, quando ho deciso di non leggere l'articolo x non essere tracciato, non ho avuto la sensazione di aver protetto la mia libertà. Al contrario, ho esercitato la mia libertà decisionale e ho rinunciato alla mia facoltà di leggerlo per proteggere la mia privacy.

In effetti il termine libertà è simile ad altri termini come amore o dio, soggetti ad ambiguità, eccesso di astrazione, visioni soggettive, fraintendimenti... Personalmente non credo nella possibilità di una libertà assoluta, quella del "buon selvaggio" non è affatto una libertà assoluta in quanto se vive in una tribù deve rendere conto alle regole esistenti nella tribù, e quandanche vivesse da eremita sarebbe soggetto ai limiti intrinseci alla vita in natura e ai bisogni umani, la vera costrizione di base sono i bisogni intrinseci alla natura umana, abbiamo bisogno di aria respirabile, acqua, cibo, riparo dalle intemperie, questo solo per quanto i riguarda le necessità della sopravvivenza fisica, poi ci sono quelli psichici ed emotivi, più esposti alla soggettività del  temperamento individuale ma ugualmente cogenti e incisivi nella vita umana come ognuno può constatare nella propria esperienza.

Sono tutti questi bisogni e necessità di base, legati alla sopravvivenza fisica e anche psichica, che nel corso della storia umana hanno condotto le comunità a creare strutture, istituzioni, regole che da una parte hanno limitato lo spazio delle scelte individuali, dall'altra hanno aumentato le probabilità di soddisfare i bisogni di base per una quantità maggiore di individui, si tratta del famoso contratto sociale di rousseauiana memoria, un modello certamente semplicistico, ma comunque una buona approssimazione concettuale dello sviluppo verso comunità sempre più complesse tipico della nostra specie, essendo relativa la libertà si basa sempre su scelte individuali o collettive basate su priorità che possono essere dedotte dalla scala di Maslow, quelle della sopravvivenza di base vengono prima, seguono quelle legate al soddisfacimento dei bisogni psichici ed emotivi, perciò vi è sempre un po' una diatriba tra sicurezza e ordine, cioè esistenza di strutture fortemente regolamentate e autoritarie che limitano molto le libertà di scelta individuale in cambio di maggiore sicurezza collettiva e soddisfazione dei bisogni primari, e tra individualismo e soft power, strutture più aperte, con regole più flessibili e attente ai diritti, prerogative e caratteristiche individuali, che favoriscono appunto le possibilità di scelta degli individui perdendo però di mordente sul lato della compattezza comunitaria, il grado di paura e il senso di precarietà avvertito dalle masse incide molto sulle scelte in un senso o nell'altro tra le due modalità, e la situazione che stiamo vivendo ne è un esempio lampante.  

Sul piano del denaro il discorso è particolarmente interessante, in tempi di moneta coniata a valore reale, cioè di oggetti che basavano il loro valore sulla quantità di intrinseco, quindi metallo prezioso contenuto, un possessore di tali monete aveva la certezza che questo valore sarebbe stato garantito in ogni transazione, anche in ambito internazionale in caso di monete ad alto valore intrinseco, rimaneva però soggetto a tutti i rischi della conservazione fisica e del trasporto di tali oggetti, rapine, guerre e saccheggi, requisizioni statali, anche perdite accidentali, naufragi e incidenti, erano eventualità tutt'altro che remote, ragion per cui le comunità si adoperarono per limitare questi rischi attraverso varie modalità, nacquero le banche con i loro depositi e i loro titoli, l'individuo possessore di monete a valore reale sceglieva di affidarsi a delle istituzioni che lo garantissero dai rischi suddetti e gli rendessero la vita commerciale pure un po' più comoda... a forza di maneggiare pezzi di carta a vario titolo i possessori di capitali cominciarono ad assuefarsi ad un concetto, cioè la fiduciarietà, vale a dire la trasmissione del valore dall'oggetto reale ad un suo surrogato, i titoli cartacei, che nei primi tempi erano nominali e convertibili, ma che nel tempo si trasformarono in titoli al portatore, cioè l'odierna cartamoneta, oggetti che non hanno più alcun valore intrinseco ma che si basano ormai totalmente sulla fiducia che i possessori di capitali hanno nelle istituzioni da cui provengono, banche e stati... la diffusione della cartamoneta non è stata immediata, ha attraversato varie fasi, come è tipico di tutti i processi in cui è in ballo quel sentimento labile e precario eppure così fondamentale per le comunità umane che è la fiducia, eppure oggi ci fidiamo talmente di questi pezzi di carta nonostante le modalità della loro emissione e circolazione siano conosciute da pochissimi e per i più rimangano dei misteri esoterici al pari di antichi testi alchemici in arabo.

Credo che il problema della moneta elettronica sia più o meno simile, è un problema di fiducia, la cartamoneta può essere un pochino esoterica nel modo in cui acquista e conserva il suo valore, ma rimane comunque un oggetto, si può possedere, conservare, scegliere dove metterlo, offre tangibilità, cosa non più possibile con la moneta elettronica, anche l'ultimo tabù è violato, dopo il valore intrinseco anche la materialità della moneta non esiste più, al suo posto un complicato gioco di numeri su uno schermo, tanti misteri esoterici, paure e timori di grandi fratelli in agguato nell'ombra che ci possono fottere il soldo in qualunque momento, cosa che almeno prima richiedeva un atto materiale, cioè una bella rapina violenta e sanguigna, adesso invece la rapina sarebbe eventualmente silenziosa, asettica, occulta, quindi ancora più spaventosa...

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11 minuti fa, fagiolino dice:

E' quello che vogliono. Controllare quanto e per che cosa spendi, e già il fisco può vedere  il tuo c/c e il tuo Dep.Titoli. Sanno tutto di te. Se vai a fare una visita specialistica il medico  mette il tuo nome nel PC e legge tutte le malattie per le quali sei stato curato, le medicine che prendi, ecc.  Vorrebbero infilarti un  microchip sotto la pelle per sapere dove vai e magari anche le tue attività a letto...

I nostri trisnonni, bisnonni e nonni hanno lottato per darci la libertà; ora vogliono togliercela abolendo il contante e creando paranoie pandemiche.

Ricordate: abolire il contante è schiavizzare; sono balle quelle dell'evasione fiscale.

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Supporter
1 ora fa, gioal dice:

Investire significa scambiare la cartamoneta con qualcosa di concreto, visto che non esiste più il gold standard.

E se posso investire in qualcosa che mi appassiona (siano quadri, mobili o monete), perché non farlo?

Assolutamente, ci mancherebbe altro. Il punto cruciale è che, alla fine, stai comunque comprando qualcosa che ti appassiona.
A mio avviso, un collezionista si distingue da un investitore in base al presupposto per il quale è spinto a comprare un determinato oggetto. Un collezionista compra in base al proprio gusto personale, attratto dal fascino che prova nell'osservare quell'oggetto.
Guardando al mondo della numismatica, il collezionista prova una forma di attrazione verso ciò che compra; per certi versi la moneta "gli parla". A volte, il collezionista è anche portato ad acquisti poco logici o impulsivi, perché guidato da un sentimento (la passione) che non può essere totalmente imbrigliato dalla ragione.

L'investitore, invece, è guidato dalla logica del profitto. Non compra perché attratto dal significato storico della moneta e da ciò che porta dietro di sé. Il suo interesse primario è comprare un qualcosa che nel futuro possa acquisire un plusvalore.
L'oggetto in sé, così cruciale per il collezionista, diventa un qualcosa di subordinato all'andamento del mercato e alla convenienza economica nell'investire o meno. Oggi possono essere le monete, domani le automobili d'epoca e dopodomani i fumetti della Marvel. Ciò che conta è dove tira il "dinero".

Ovviamente, questi due sono casi limite, da me volutamente estremizzati. A volte, questi due universi possono anche trovare alcuni punti di congiunzione. Senza voler fare le verginelle, è evidente che dopo che uno ha speso migliaia di euro, si guardi alle spalle e pensi un attimo anche a ciò che ne sarà. Sarebbe abbastanza ipocrita negarlo.
Resta, comunque, il fatto che quelle migliaia di euro le ha spese per qualcosa verso cui prova interesse e piacere.
Un investitore "puro", invece, non agisce in questo modo e valuta fin da subito la convenienza di ciò che sta facendo.

Modificato da lorluke
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1 ora fa, gioal dice:

Investire significa scambiare la cartamoneta con qualcosa di concreto, visto che non esiste più il gold standard.

E se posso investire in qualcosa che mi appassiona (siano quadri, mobili o monete), perché non farlo?

E chi te lo impedisce? Ma, nel farlo, sei cosciente che stai investendo e non collezionando? Voglio dire: se acquisto 1000 azioni FCA, investo in azioni, mica le colleziono! Giusto?

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48 minuti fa, lorluke dice:

Assolutamente, ci mancherebbe altro. Il punto cruciale è che, alla fine, stai comunque comprando qualcosa che ti appassiona.
A mio avviso, un collezionista si distingue da un investitore in base al presupposto per il quale è spinto a comprare un determinato oggetto. Un collezionista compra in base al proprio gusto personale, attratto dal fascino che prova nell'osservare quell'oggetto.
Guardando al mondo della numismatica, il collezionista prova una forma di attrazione verso ciò che compra; per certi versi la moneta "gli parla". A volte, il collezionista è anche portato ad acquisti poco logici o impulsivi, perché guidato da un sentimento (la passione) che non può essere totalmente imbrigliato dalla ragione.

L'investitore, invece, è guidato dalla logica del profitto. Non compra perché attratto dal significato storico della moneta e da ciò che porta dietro di sé. Il suo interesse primario è comprare un qualcosa che nel futuro possa acquisire un plusvalore.
L'oggetto in sé, così cruciale per il collezionista, diventa un qualcosa di subordinato all'andamento del mercato e alla convenienza economica nell'investire o meno. Oggi possono essere le monete, domani le automobili d'epoca e dopodomani i fumetti della Marvel. Ciò che conta è dove tira il "dinero".

Ovviamente, questi due sono casi limite, da me volutamente estremizzati. A volte, questi due universi possono anche trovare alcuni punti di congiunzione. Senza voler fare le verginelle, è evidente che dopo che uno ha speso migliaia di euro, si guardi alle spalle e pensi un attimo anche a ciò che ne sarà. Sarebbe abbastanza ipocrita negarlo.
Resta, comunque, il fatto che quelle migliaia di euro le ha spese per qualcosa verso cui prova interesse e piacere.
Un investitore "puro", invece, non agisce in questo modo e valuta fin da subito la convenienza di ciò che sta facendo.

Mi pare non si possa obiettare in nulla.

  • Grazie 1
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19 minuti fa, Orodicarta dice:

E chi te lo impedisce? Ma, nel farlo, sei cosciente che stai investendo e non collezionando? Voglio dire: se acquisto 1000 azioni FCA, investo in azioni, mica le colleziono! Giusto?

Con le 1000 azioni non colleziono; ma se acquisto 1000 monete, le colleziono e allo stesso tempo investo, perché nel tempo si rivaluteranno,  poco o tanto, comunque sempre più degli Euro di carta.

Insomma, soddisfo una mia passione, sperando che nel futuro non avrò mai necessità di vendere; ma, siccome del diman non v'è certezza, so che ho un tesoretto cui eventualmente ricorrere... con l'avvertenza che bisogna essere consci che il disinvestimento non sarà facile e rapido.

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