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Corvo : arma segreta della marina militare romana


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Il corvo , probabilmente cosi' chiamato per somiglianza con il becco adunco del corvo , fu per eccellenza la prima arma segreta della marina romana , arma che sorprese la marina cartaginese , trasformando la battaglia navale in una battaglia semi terrestre , in quanto gli opposti soldati imbarcati sulle navi nemiche combatterono sul solido legno della nave abbordata in un corpo a corpo simile ad uno scontro terrestre .

Senza ricordare le fasi della prima guerra punica dove venne impiegata come prima ed ultima volta almeno cosi’ si pensa , quest' arma rivoluzionaria  permise di chiudere vittoriosamente per i Romani questo primo round tra Roma e Cartagine ; vorrei cercare di capire come il corvo veniva disposto sulla nave specialmente in fase di navigazione e come veniva azionato in fase di ancoraggio sulla nave nemica . Rimane oscuro e scarsamente immaginabile cosa succedeva dopo che la nave nemica veniva affondata o catturata , cioe' in quale modo veniva recuperato il corvo dalla nave nemica .

Questa arma segreta romana presenta ancora dei segreti .

In generale si pensa che il corvo fosse posizionato sulla nave romana gia' pronto in posizione verticale per arpionare e bloccare la nave nemica tramite il grosso becco di ferro che si andava ad incastrare nel legno nemico arpionandolo , oppure piu' semplicemente impedendo alla passerella di allontanarsi dalla nave nemica permettendo cosi’ l’ arrembaggio dei soldati romani .

Questo modo di immaginare il corvo in fase di navigazione normale presenta pero’ molti inconvenienti di manovrabilita’ , tra cui il piu’ importante riguarda quello della stabilita’ della nave ; basta infatti immaginare una passerella a travi in legno larga circa 80/100 centimetri per permettere il passaggio di due soldati affiancati e lunga , secondo calcoli moderni , circa 10/12 metri , del peso complessivo di parecchie centinaia di chilogrammi , forse anche una tonnellata considerando anche la base di manovra posta sulla nave romana , corde varie e con il pesante becco in ferro che doveva fare da peso guida alla caduta della passerella .

E’ inimmaginabile che una simile pesante e lunga struttura fosse posizionata in posizione verticale su una nave lunga circa 30 metri , questa avrebbe compromesso pericolosamente la navigazione della nave con un minimo di mare appena appena increspato ; se cosi’ fosse gli ingegneri navali romani sarebbero stati degli sprovveduti commettendo un grave errore di equilibrio della nave ; ma quale sarebbe stata l’ alternativa ?

L’ aiuto , forse , ci giunge da lontano e in modo inaspettato , proprio da una moneta in bronzo , un Sestante serie anonima , che diversamente da altri esemplari presenta sul ponte della nave questo strano marchingegno che e' particolarmente ben conservato in cui si nota perfettamente questo grosso oggetto in prossimita’ della prua dove normalmente viene locato il corvo che pare essere disteso sul ponte in posizione orizzontale , piu’ naturale e non pericolosa per la navigazione rispetto a quella verticale ; tutto il corvo risulta forse racchiuso in poco spazio rispetto a quanto invece si immagina essere stato tutto intero in verticale . La passerella di abbordaggio potrebbe non essere stata tutta di un pezzo , lunga 10/12 metri , ma divisa in almeno 3 pezzi che una volta alzati poco prima dell’ arrembaggio , si andavano ad incastrare l’ un l’ altro raggiungendo cosi’ la lunghezza definitiva ; questo metodo avviene ancora oggi con alcune scale usate dai Vigili del Fuoco per raggiungere altezze elevate degli edifici , usando appunto una scala impacchettata a strati , sezioni , in poco spazio , tale sistema a sezioni multiple utilizza sul mezzo di trasporto pochi metri di lunghezza , ma che una volta tutta aperta , la scala raggiunge qualche decina di metri di lunghezza .

Se infatti il corvo romano fosse stato tutto di un pezzo sarebbe stato impossibile sollevarlo tramite corde in verticale partendo da una posizione orizzontale , inoltre avrebbe occupato , se disteso , una grande parte della nave ; ecco perche’ lo si immagina gia posizionato in verticale con tutti i rischi legati alla navigazione che avrebbe sbilanciato con la sua altezza e il suo peso tutta la nave , specialmente se posizionato a prua o a poppa , anziche' al centro .

Ecco come immagino l’ ipotetico corvo nella moneta , supponendo che lo sia , suddiviso a sezioni nel modo sopra esposto .

Purtroppo non posso modificare con scritte e linee la moneta , e' protetta da scrittura , quindi mi limito a descrivere le ipotesi . Se qualcuno fosse cosi' bravo a liberarla dalla protezione, si capirebbero meglio :

1 quei 4 cerchietti che si notano sotto la struttura potrebbero essere i rulli di scorrimento delle sezioni della passerella .

2 il perno che si nota alla fine destra della sezione prima della prua , potrebbe essere il grande chiodo in ferro che si andava ad incastrare nel legno della nave nemica

3 quella specie di quadrato al centro della struttura , sopra i 4 rulli , potrebbe essere una specie di tirante delle corde per agevolare lo svolgimento delle sezioni della passerella .

4 la parte curva sulla sinistra della struttura potrebbe essere la parte rotante del corvo per essere indirizzato e poi abbassato sul lato destro o su quello sinistro della nave nemica .

Naturalmente tutto quanto esposto e’ solo frutto di ipotesi , in quanto non mi convince quella del corvo posizionato in verticale tutto di un pezzo in fase di navigazione .

P.S. la moneta , un sestante , in condizioni eccellenti , e' presente su un catalogo d’ asta , mi scuso per averla utilizzata per il post , ma e' l' unica che si e' prestata per la sua altissima conservazione alla ipotetica descrizione dell’ argomento .


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Alcune rappresentazioni moderne su come si pensa fosse posizionato il corvo in fase di navigazione prima della battaglia ; sembra poco credibile che la nave fosse ben governabile in caso di mare appena mosso , questo colosso verticale la sbilancerebbe certamente , anche per il motivo della corta chiglia nelle navi antiche , il pescaggio era di circa un metro e questo era gia' un punto di scarso equilibrio della nave .

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Ipotesi molto suggestiva; in questa stele funeraria è riportato il disegno di una prora con una struttura che farebbe pensare a un corvo diviso in sezioni.
 
(Immagine tratta da: Le quinqueremi: Roma alla conquista del Mediterraneo di P. Pastoretto e U. Milizia)

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l' unica descrizione che ci giunge dall' antichita' a proposito di questa arma offensiva della marina militare romana si trova nel libro III delle Storie dello storico greco Polibio , in cui in un passo descrive il corvo come una passerella mobile larga 1,2 metri e lunga 10,9 metri (misure rapportate) , con un piccolo parapetto su entrambi i lati della passerella a protezione del passaggio dei soldati romani . Il ponteggio era dotato di uncini alle estremità che servivano per agganciare la nave nemica consentendo alla fanteria di combattere quasi come sulla terraferma .

Questa descrizione del corvo nella fase finale di arrembaggio lascia pero' aperta la questione , o per lo meno in dubbio , su come il corvo si presentasse o fosse posizionato sulla nave in fase di normale navigazione a causa delle problematiche di equilibrio della nave sopra esposte ; da questa descrizione di Polibio nascono le attuali riproduzioni figurative del corvo .

P.S. la lunghezza della passerella del corvo di 11 metri come indicata da Polibio (lungo quasi come una palazzina di quattro piani) , potrebbe sembrare eccessiva , e di conseguenza il peso totale del corvo stimato circa una tonnellata , ma questa passerella doveva ovviamente essere molto piu' lunga dei remi della nave romana per evitare loro pericolosi urti con quelli della nave nemica . Insomma il solo vedere il minaccioso corvo romano in attesa dell' arrembaggio finale doveva incutere terrore agli occupanti della nave nemica .

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P.S.
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Cercando con interesse in rete una possibile ipotesi del corvo simile alla mia esposta teoria , ho inaspettatamente trovato una conferma proprio qui nel Forum . Una simile ipotesi fu esposta da @commodo , forse ora non piu' presente nel Forum , nel lontano Gennaio del 2007 in un post che aveva come argomento gli apparati presenti su una nave militare romana del periodo repubblicano del III secolo .

Riporto solo i punti 13 - 14 dove descrive ottimamente l' apparato presente nel sestante del presente post .

Fa piacere avere condiviso la stessa teoria , giungendo , quasi completamente , alla stessa conclusione , non condividendo la teoria dell' edicola in quanto sembra essere un corpo unico con l' apparato (corvo) uniti insieme da corde o altro legame ; forse l' edicola non era presente in quell' epoca in quanto Publio Cornelio Scipione a detta di Livio o Polibio , non ricordo a memoria chi dei due , scrisse che Scipione quando salpo' da Lilibeo alla volta dell' Africa , durante la seconda guerra punica , espleto' i voti propiziatori per l' impresa alla partenza , a terra , non durante la traversata .

13 -14. STRUMENTO (ARMA - EDICOLA)

Sul ponte di combattimento appare uno "strumento", iconograficamente unico nel suo genere, rappresentato solo sulle "prore" delle monete in bronzo della Repubblica Romana. Esso è costituito da una parte centrale di forma più spesso quadrangolare, a volte triangolare o pentagonale; a questo elemento sono apparentemente collegate due aste orizzontali, una più lunga, a poppavia e l'altra, più corta e leggermente obliqua, a proravia. Tale oggetto è stato poco considerato dai numismatici ma che, come vedremo, rappresenta un dato importante dal punto di vista stilistico in quanto la sua forma varierà nel tempo fino a scomparire. La rappresentazione più fedele è certamente quella presente sulle monete del II periodo (semilibrale) ma che comunque non rivela l'enigma. Il fatto dell'unicità di questa figura sulle monete della Repubblica Romana ci potrebbe far pensare ad un oggetto in uso esclusivamente presso i Romani ed il fatto che poi sia scomparso nel tempo, non ha permesso alle più recneti ed accurate raffigurazioni imperiali di renderlo noto. Partendo dalla considerazione che esso si trova ubicato sul ponte di combattimento dobbiamo desumere che si trattasse di un oggetto che durante la battaglia era necessario rimuovere per far posto ai soldati, utile alla navigazione oppure era uno strumento necessario alla battaglia, ovvero un'arma. Per essere una vela di trinchetto riposta sul ponte con il suo albero ci sembra troppo piccola; per essere un'ancora, sarebbe di forma inedita, troppo grande e di sicuro ingombro in caso di battaglia. Da queste considerazioni, sono propenso ad individuare in quell'oggetto un'arma. Essa infatti appare nei particolari prospettici nelle monete della serie semilibrale, coniata nei momenti appena successivi alla prima guerra punica. Si potrebbe giungere a pensare che quell'oggetto fosse un composto tra il famoso "corvo", descritto da Polibio, e un'altare destinato ai sacrifici. Se così fosse, il "corvo" sarebbe riposto sul ponte pronto ad essere rialzato in caso di attacco. Tale deduzione che deve essere considerata una semplice ipotesi, potrebbe essere riferita allo scopo commemorativo rappresentato in quella serie di monete coniata in memoria delle vittorie romane sulle navi cartaginesi. Probabilmente l'uso del corvo fu presto abbandonato perchè appesantiva la prora o forse perchè le tecniche di combattimento cambiarono (si preferì lo speronamento). In seguito quell'oggetto rimase raffigurato in maniera rozza e spesso non fedele alla realtà, forse perchè sconosciuto agli incisori del II sec. a.C., quando si riprese a disegnare la prora nei suoi minimi dettagli, esso scompare quasi del tutto dall'iconografia monetale così come scomparve anche il ponte di combattimento che venne sostituito da piccole torri mobili montate solo per le battaglie. Comunque per convenzionalità tale strumento si può scomporre in due parti che denominerò "l'ARMA", la parte composta dalle aste orizzontali, e "l'EDICOLA" la parte quadrangolare.

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13
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Una curiosita' : la moneta con la quale ho aperto il post , un sestante in eccellente conservazione , e' stato aggiudicato dopo molti rilanci per 385 euro , piu' diritti d' asta .

Modificato da Ospite
Inviato (modificato)

La testimonianza descrittiva nelle "Storie" di Polibio circa il corvo , inserita nella risposta n° 4 , e' importante poiche' fa supporre che questa arma marinara inventata dai Romani era ancora in funzione almeno fino al II secolo a. C. ; oltre non e' noto .

Sconfitta Cartagine dopo la III guerra punica Roma era ormai padrona del Mediterraneo quindi l' utilizzo del corvo potrebbe essere stato inutile .

Modificato da Ospite
  • 4 settimane dopo...
Inviato

Alla luce di quanto ipotizzato nel post , penso che questa serie di monete sestanti , emesse dalla zecca di Luceria negli anni 217 - 212 a.C. , negli anni iniziali della seconda guerra punica e il cui peso varia tra i 10 grammi e i 17 grammi circa , vada studiata da una equipe comprendente numismatici - storici - archeologi , pubblicando una relazione , al fine di capire cosa effettivamente rappresenti lo strano oggetto sopra la prua della nave , che ha dato spunto alla discussione : se il corvo , la cui posizione orizzontale in fase di navigazione sarebbe piu' sicura e logica , o piu' semplicemente una qualsiasi parte della nave , approfittando dello stato straordinario di conservazione generale del sestante che permette una indagine particolarmente favorevole . 

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Supporter
Inviato (modificato)

http://andrewmccabe.ancients.info/Corvus.html

Il sito di Andrew McCabe @ahala è una vera miniera di sapienza....

suggerisco all'amico @Agricola ed a tutti gli interessati di leggere questo excursus sul tema

Modificato da Scipio

Inviato

Grazie @Scipio , non conoscevo l' articolo ne il libro che viene citato nell' articolo , molto interessante . 

Certamente il passo di Polibio rimane in alcuni punti della descrizione un po' complicato nell' immaginare visivamente il corvo e in quale modo fosse disposto sul ponte della nave prima dell' arrembaggio ; personalmente rimango ancora perplesso sulla sua disposizione nella normale navigazione , infatti considerando la sua lunghezza di sei braccia abbiamo una lunghezza complessiva in metri , di circa 11 metri , cioe' circa 1/3 della lunghezza di una nave da battaglia romana di epoca repubblicana ; considerarlo tutto di un pezzo , con un peso stimato di quasi una tonnellata , ed anche probabilmente rimovibile dal ponte della nave , occorre avere una fede nel racconto di Polibio , senza dubbi alcuni .

D' altra parte dobbiamo fare affidamento sulla descrizione del corvo fatta da Polibio , non abbiamo altre testimonianze , peccato , per essere stata un arma navale tipicamente romana che decise la fine della prima guerra punica e che continuo' ad essere presente sulle navi romane almeno fino al II secolo a. C. , altrimenti Polibio non avrebbe potuto descrivere il corvo cosi' dettagliatamente .

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