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Inviato

chiedo per curiosità, ... per esempio a @grigioviola e Co. ;)

ma quanto è normale trovare dei Tetrico sovrappeso? o almeno a me pare così... 

17 mm

5,13 g.

circolavano frammischiati a quelli molto leggeri? c'è qualche testo in merito?

grazie per le info

5,13 g 17 mm.JPG


Inviato
23 minuti fa, Poemenius dice:

chiedo per curiosità, ... per esempio a @grigioviola e Co. ;)

ma quanto è normale trovare dei Tetrico sovrappeso? o almeno a me pare così... 

17 mm

5,13 g.

circolavano frammischiati a quelli molto leggeri? c'è qualche testo in merito?

grazie per le info

5,13 g 17 mm.JPG

Più che sovrappeso questo è proprio obeso... mai visti così pesanti.

Certo che con soli 17 mm di diametro pesare oltre 5 grammi vuol dire che è praticamente spesso come una fetta di formaggio...


Inviato

C'è chi li chiama (a mio avviso impropriamente) doppi antoniniani.

E, sì. Se ne trovano. Non sono comuni ma nemmeno così rari.

Molti hanno uno stile ottimo ma sono imitativi (su questo ad esempio ho qualche sospetto).

Qualche anno fa Denant ne mise in vendita una piccola collezione. Più o meno erano tra i 4 e i 5 gr. Molti di Vittorino.

Io ho un Postumo ma è di fatto è un sesterzio coniato con i conii di un antoniniano imitativo.

Forse ho anche dei Tetrici pesanti, poi verifico

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Al volo ho pensato un VITTORINO VIRTVS AVG a 4.10gr, un TETRICO II SPES AVGG a 4.25 gr e un TETRICO II NOBILITAS AVGG  a 4.40gr (tutti ufficiali)

Il Postumo di cui ti dicevo invece, tipo PAX AVG, pesa 5.15gr (ottimo stile, ma imitativo).

Non sono ai livelli del tuo di cui chiedevi lumi ma si avvicinano. Devo verificare anche se trovo qualche riferimento bibliografico.

...ma sbaglio o ultimamente ti stai interessando di III secolo? Qualcosa bolle in pentola? :)

 

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Inviato
8 minuti fa, grigioviola dice:

Al volo ho pensato un VITTORINO VIRTVS AVG a 4.10gr, un TETRICO II SPES AVGG a 4.25 gr e un TETRICO II NOBILITAS AVGG  a 4.40gr (tutti ufficiali)

Il Postumo di cui ti dicevo invece, tipo PAX AVG, pesa 5.15gr (ottimo stile, ma imitativo).

Non sono ai livelli del tuo di cui chiedevi lumi ma si avvicinano. Devo verificare anche se trovo qualche riferimento bibliografico.

...ma sbaglio o ultimamente ti stai interessando di III secolo? Qualcosa bolle in pentola? :)

 

:D :D :D

no, me ne guardo bene .... ho già abbastanza complicazioni con i secoli V-VII 

ma spesso ti trovi nelle mani cose altre, come queste, e il forum è un ottimo modo per arrivare alle pubblicazioni più recenti o alle info migliori....

materiali di III secolo, pur se sporadicamente, si trovano mischiati a materiale di V e a volte in strati di VI secolo

in Italia e Africa soprattutto DIVO CLAVDIO ufficiali e imitativi.... 

nel sondaggi di superficie anche qualche gallica....

l'interesse è fondamentalmente quello

poi in questo caso l'interesse è più legato alla "quotazione" del circolante... ovvero con che relazione circolassero monete di peso triplo o quadruplo di altre esteticamente di fatto identiche... è un tema che già ho studiato molto, ma senza mai andare a tempi predioclezianei

tuttavia è una domanda interessante anche qua, perchè apre a varie domande.... se per esempio come sostiene qualcuno le monete in alcuni momenti viaggiavano a peso, le falsificazioni leggere erano poco convenienti, perchè dovevi farne molte, per avere un risultato che a peso potevi ottenere con poche.... se erano a numero, produrne di peso alto non ha senso, perchè con lo stesso metallo puoi quadruplicare il valore in uscita...insomma, tante domande e ragionamenti, più da V secolo, che si riaccendono quando ti trovi in mano una moneta come questa 

per interessarmi al III secolo con criterio dovrei fare una full immersion di aggiornamento per ora impensabile :D 


Inviato
1 ora fa, Gallienus dice:

Più che sovrappeso questo è proprio obeso... mai visti così pesanti.

Certo che con soli 17 mm di diametro pesare oltre 5 grammi vuol dire che è praticamente spesso come una fetta di formaggio...

si confermo, è una bella fetta di moneta :D


Inviato

ricordo nel FAC una discussione in merito http://www.forumancientcoins.com/board/index.php?topic=71798.0;wap2 con un link a un lavoro interessante purtroppo non più disponibile.

...da qualche parte avevo salvato qualcosa in pdf in Inglese, ma non riesco a recuperarlo.

Il dilemma "a peso" o "a numero" accompagna anche tutto il filone delle imitative del III secolo con i vari rapporti di cambio tra antoniniani ufficiali, imitative regular size e minimi... per poi andare a scoperchiare il filone delle imitative galliche e dei divo claudio presenti in abbondanza in nord Africa e - con relativa significatività - in Sardegna e sud Italia... aspetti su cui esistono varie teorie tutte più o meno valide ma nessuna, ahimé, con riscontri inconfutabili.

Uno dei pochi dati certi del III secolo (in ambito gallico) è che difficilmente negli stessi ripostigli i minimi si accompagnano a emissioni di dimensioni regolari, a differenza delle imitative di modulo maggiore che si trovano tranquillamente in quantità considerevoli assieme alle emissioni ufficiali.

Altro dato interessante è la presenza di antoniniani, anche imitativi (ma non minimi!), nei ripostigli del periodo costantiniano che si spiega con la vicinanza ponderale e metrica dei due tipi.

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Inviato

questo è un tema di grande interesse e plurime complessità

per esempio è interessante quello che dici rispetto alle differenziazioni e non commistioni

sarebbe anche interessante capire se i minimissimi (chiamiamoli così per intenderci) fossero effettivamente tesaurizzati o no, cioé "come" sono arrivati a noi...

discorso molto complesso perchè ad esempio nei secoli V e VI le monete tesaurizzate volontariamente non risultano scelte sulla base del loro peso...

comunque...grazie

 


Inviato

per minimissimo, pur termine forse improprio, intendo la "sorella minore" ... 9 mm 0,31 g :D 

0,31 g 9 mm.JPG


Inviato

Conosco bene e ne ho una discreta rappresentanza!

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4 minuti fa, grigioviola dice:

Conosco bene e ne ho una discreta rappresentanza!

ovvio non dubitavo, lo dicevo per i meno ferrati....


Inviato

Ne ho una trentina di esemplari dal ripostiglio di Meximieux più un paio da ripostigli inglesi "storici" segno che venivano comunque tesaurizzati.

Poi ne ho una certa quantità di provenienza francese (possibile ripostiglio unitario) e molti di provenienza sparsa su suolo inglese... alcuni anche inferiori ai 9 mm!

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Inviato

ma quindi la prima "pesante" è a tuo avviso imitativa?


Inviato

non ci giurerei al 100%, lo stile è apparentemente ufficiale e il tipo VIRTVS per Tetrico I spesso e volentieri è meno accurato e inferiore alle altre produzioni ufficiali coeve (battuto in gran quantità alla "ciapa qua che la va ben")... questo quindi non aiuta.

Qui mi convince poco per l'ufficialità più il dritto che il rovescio: la barba del ritratto e la parte di legenda "TETRI".

Ma si parla di "sensazioni" eh... se pesasse sui 3 gr non avrei grossi dubbi sull'ufficialità, qui mi sento di fare un po' l'avvocato del diavolo.

Lo stile è davvero confondibilissimo alle emissioni ufficiali comem avrai già avito modo di vedere:

tetr-virt00.jpgtetr-virt1.jpgtetr-virt2.jpgtetr-virt3.jpg

Tuttavia non mi stupirei se fosse una produzione ufficiale! Mi sento di escludere teorie di ritariffazione a peso dell'antoniniano con valore doppio in base al peso, piuttosto credo si possa trattare di un tondello sfuggito al controllo qualità.

Se hai voglia di perdere gli occhi, da qui puoi scaricarti il catalogo-tesi di Mairat sulla monetazione dell'impero gallico che ha (ed è il suo punto di forza) quattro volumi di tavole fotografiche a colori con tutti gli esemplari noti reperiti da Mairat per ogni emissione gallica... ce ne sono circa 160... magari ci scappa una identità di conio!

 

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ecco il link al catalogo: 

 

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Inviato (modificato)

Cari @Poemenius e @grigioviola

Discussione molto interessante (anche per un semplice appassionato come me). Mi complimento con voi anche per la chiarezza espositiva su una materia piuttosto complessa, soprattutto per i non "addetti ai lavori".

Vorrei chiedere a @grigioviola

Parlando di ufficiali galliche: come distinguere quindi un antoniniano da un sesterzio visto che hanno entrambi la corona radiata, che i pesi possono essere vicini e che possono (se ho capito bene) condividere gli stessi conii ? Esistono criteri (di peso, credo) per distinguerli? Riguarda tutti i "gallici" o solo alcuni di essi?

E parlando di sesterzi: se molto pesanti, potrebbe il peso essere quindi indice di moneta "imitativa"?

Infine: perchè nei ripostigli raramente i "minimi" si accompagnano a emissioni di dimensioni regolari (quindi ufficiali, credo)?

Infine, una mia osservazione personale: sulla moneta di Poemenius, il profilo di Tetrico I mi ricorda piuttosto Vittorino.

Mi scuso per le troppe domande e spero di non aver fatto un minestrone.

Ciao da Stilicho

Modificato da Stilicho

Inviato
1 ora fa, Stilicho dice:

Parlando di ufficiali galliche: come distinguere quindi un antoniniano da un sesterzio visto che hanno entrambi la corona radiata, che i pesi possono essere vicini e che possono (se ho capito bene) condividere gli stessi conii ? Esistono criteri (di peso, credo) per distinguerli? Riguarda tutti i "gallici" o solo alcuni di essi?

E parlando di sesterzi: se molto pesanti, potrebbe il peso essere quindi indice di moneta "imitativa"?

c'è da dire che in ambito gallico i sesterzi che eventualmente possono essere confusi con gli antoniniani riguardano esclusivamente Postumo poiché con lui il sesterzio è "rinato" e "morto". Peso e stile sono senza dubbio i criteri di distinzione tra i sesterzi a modulo ridotto e gli antoniniani. In letteratura sono noti casi di coniazione di sesterzi imitativi con conii usati anche per antoniniani (ovviamente anch'essi imitativi). Se ne parla nel libro dedicato all'atelier II (scritto da Pilon) e se non erro anche in uno dei testi della serie "Tresor Monetaire" dedicati a Postumo. Esiste ad esempio il tipo di sesterzio con legenda breve sul tipo dell'antoniniano, rovescio PAX AVG e senza indicazioni SC (emissione ufficiale) che è stato ripreso a livello di imitazione anche con conii utilizzati per emettere antoniniani sempre del medesimo tipo PAX AVG. In questi casi peso e stile sono gli unici elementi distintivi. 6 grammi sono troppi per un antoniniano e pochi per un sesterzio ufficiale, specialmente se il diametro del pezzo in questione si aggira sui 20-22 mm.

I sesterzi troppo pesanti sono rari, esistono ma sono rari. Mentre generalmente il peso dei sesterzi imitativi è calante, e di brutto! Come pure il loro diametro.

2 ore fa, Stilicho dice:

Infine: perchè nei ripostigli raramente i "minimi" si accompagnano a emissioni di dimensioni regolari (quindi ufficiali, credo)?

Qui si apre un mondo! E varie sono le spiegazioni possibili.

Alcuni studiosi sostengono che i minimi dovevano essere utilizzati prettamente in ambito rurale ed erano visti un po' come uno status symbol di possesso di moneta spendibile laddove regnava perlopiù il baratto. Secondo questa  visione i minimi quindi non circolavano nelle zone maggiormente urbanizzate dove circolavano invece le emissioni ufficiali e le imitazioni "regular size". Ecco quindi una possibile spiegazione per una distinta tesaurizzazione dei tipi: da una parte piccoli (o anche grandi) depositi di minimi e da un'altra di monete ufficiali miste a imitazioni di dimensioni similari ai tipi imitati.

C'è chi invece sostiene un uso promiscuo delle varie tipologie con dei precisi rapporti di cambio dove le imitazioni di modulo minore avevano o un valore nominale fiduciario (presentano spesso e volentieri anche una lega differente dalle imitazioni di maggior dimensione che può quindi far supporre una compensazione di valore o un'aggiunta apputo di plus valore fiduciario)  o comunque un valore (e un uso conseguente) di moneta divisionale spicciola rispetto agli antoniniani ufficiali e alle imitazioni di maggior dimensione.

Nello studio della tesaurizzazione poi, non sempre è emersa una fotografia della moneta circolante fedele al 100% e questo perché il proprietario del deposito generalmente operava una cernita tra il circolante per creare il suo tesoretto o mettendo da parte solo monete buone o riponendo sia le buone che le meno pregiate ma in contenitori distinti. A fronte di questa azione di differenziazione vien da sé che risultano assai rari i ripostigli con minimi frammisti a monete ufficiali o imitative di dimensioni analoghe (sebbene ne esistano eh!).

Io personalmente credo siano valide e vere entrambe le teorie proposte. Molto probabilmente i minimi venivano usati con maggior frequenza nelle campagne, ma non a titolo esclusivo e, quantomeno in ambito urbano, dovevano avere un loro preciso valore di cambio (a peso? nominale? chi può dirlo!).

Infine non è da dimenticare  che i minimi e ancor più i minimissimi sono emissioni tardive che, sebbene imitassero i tipi gallici, vennero emesse sostanzialmente a impero gallico bello che finito! E se non bastasse va pure fatto presente come l'aureliano riformato non piacesse  nei territori gallici dove emergeva invece la necessità di moneta più leggera, di tagli divisionali spiccioli per gli scambi quotidiani. Questo permise il mantenimento in circolazione delle monete galliche e delle loro imitazioni ben oltre la durata dell'impero gallico.

Se poi vogliamo buttare altra carne (o benzina) sul fuoco, va evidenziato come esista un flusso ingente di moneta imitativa (per lo più minimi) che dalle gallie finirono in nord Africa e parzialmente anche in Sardegna e in sud Italia... perché questa fortuna nel bacino mediterraneo? Per penuria di circolante? Era una moneta che veniva usata per pagare merci a popolazioni più arretrate che avevano una concezione e uso differente del mezzo "moneta"? Chi può dirlo! Fatto sta che in Africa piacevano molto e dopo un primo flusso di importazione pare seguì una successiva fase produttiva in situ che riprese principalmente la serie DIVO CLAVDIO (forse perché di origine "romana" come emissione a livello ufficiale e quindi con una spendibilità maggiore anche fuori dalle gallie).

Tanta roba... difficile condensare tutto in un post! Di materiale ce n'è molto e anche gli studi non sono pochi, quello che manca è una visione d'insieme globale che ancora non è stata tentata! 

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Argomenti non semplici e tante questioni ancora aperte,  come leggo. Certamente, un ulteriore stimolo alla ricerca. 

Ringrazio per le risposte. Mi hanno fatto venire voglia di studiare per  cercare di  comprendere un mondo davvero nuovo. (almeno per me!).

Buona notte da Stilicho

 

 

 


Inviato

@grigioviola immagino che anche i dupondi facciano parte di questo ragionamento....? Sbaglio? 


Inviato
16 ore fa, grigioviola dice:

Se hai voglia di perdere gli occhi, da qui puoi scaricarti il catalogo-tesi di Mairat sulla monetazione dell'impero gallico che ha (ed è il suo punto di forza) quattro volumi di tavole fotografiche a colori con tutti gli esemplari noti reperiti da Mairat per ogni emissione gallica... ce ne sono circa 160... magari ci scappa una identità di conio

ce l'avevo... al mio occhio, non allenato come il tuo, le 841 sembrano abbastanza in linea, molte, anche sul lettering. Se tutte le 841 in tavola sono da considerarsi ufficiali, questa potrebbe plausibilmente essere tale...o almeno così a me pare


Inviato
11 ore fa, grigioviola dice:

c'è da dire che in ambito gallico i sesterzi che eventualmente possono essere confusi con gli antoniniani riguardano esclusivamente Postumo poiché con lui il sesterzio è "rinato" e "morto". Peso e stile sono senza dubbio i criteri di distinzione tra i sesterzi a modulo ridotto e gli antoniniani. In letteratura sono noti casi di coniazione di sesterzi imitativi con conii usati anche per antoniniani (ovviamente anch'essi imitativi). Se ne parla nel libro dedicato all'atelier II (scritto da Pilon) e se non erro anche in uno dei testi della serie "Tresor Monetaire" dedicati a Postumo. Esiste ad esempio il tipo di sesterzio con legenda breve sul tipo dell'antoniniano, rovescio PAX AVG e senza indicazioni SC (emissione ufficiale) che è stato ripreso a livello di imitazione anche con conii utilizzati per emettere antoniniani sempre del medesimo tipo PAX AVG. In questi casi peso e stile sono gli unici elementi distintivi. 6 grammi sono troppi per un antoniniano e pochi per un sesterzio ufficiale, specialmente se il diametro del pezzo in questione si aggira sui 20-22 mm.

I sesterzi troppo pesanti sono rari, esistono ma sono rari. Mentre generalmente il peso dei sesterzi imitativi è calante, e di brutto! Come pure il loro diametro.

Qui si apre un mondo! E varie sono le spiegazioni possibili.

Alcuni studiosi sostengono che i minimi dovevano essere utilizzati prettamente in ambito rurale ed erano visti un po' come uno status symbol di possesso di moneta spendibile laddove regnava perlopiù il baratto. Secondo questa  visione i minimi quindi non circolavano nelle zone maggiormente urbanizzate dove circolavano invece le emissioni ufficiali e le imitazioni "regular size". Ecco quindi una possibile spiegazione per una distinta tesaurizzazione dei tipi: da una parte piccoli (o anche grandi) depositi di minimi e da un'altra di monete ufficiali miste a imitazioni di dimensioni similari ai tipi imitati.

C'è chi invece sostiene un uso promiscuo delle varie tipologie con dei precisi rapporti di cambio dove le imitazioni di modulo minore avevano o un valore nominale fiduciario (presentano spesso e volentieri anche una lega differente dalle imitazioni di maggior dimensione che può quindi far supporre una compensazione di valore o un'aggiunta apputo di plus valore fiduciario)  o comunque un valore (e un uso conseguente) di moneta divisionale spicciola rispetto agli antoniniani ufficiali e alle imitazioni di maggior dimensione.

Nello studio della tesaurizzazione poi, non sempre è emersa una fotografia della moneta circolante fedele al 100% e questo perché il proprietario del deposito generalmente operava una cernita tra il circolante per creare il suo tesoretto o mettendo da parte solo monete buone o riponendo sia le buone che le meno pregiate ma in contenitori distinti. A fronte di questa azione di differenziazione vien da sé che risultano assai rari i ripostigli con minimi frammisti a monete ufficiali o imitative di dimensioni analoghe (sebbene ne esistano eh!).

Io personalmente credo siano valide e vere entrambe le teorie proposte. Molto probabilmente i minimi venivano usati con maggior frequenza nelle campagne, ma non a titolo esclusivo e, quantomeno in ambito urbano, dovevano avere un loro preciso valore di cambio (a peso? nominale? chi può dirlo!).

Infine non è da dimenticare  che i minimi e ancor più i minimissimi sono emissioni tardive che, sebbene imitassero i tipi gallici, vennero emesse sostanzialmente a impero gallico bello che finito! E se non bastasse va pure fatto presente come l'aureliano riformato non piacesse  nei territori gallici dove emergeva invece la necessità di moneta più leggera, di tagli divisionali spiccioli per gli scambi quotidiani. Questo permise il mantenimento in circolazione delle monete galliche e delle loro imitazioni ben oltre la durata dell'impero gallico.

Se poi vogliamo buttare altra carne (o benzina) sul fuoco, va evidenziato come esista un flusso ingente di moneta imitativa (per lo più minimi) che dalle gallie finirono in nord Africa e parzialmente anche in Sardegna e in sud Italia... perché questa fortuna nel bacino mediterraneo? Per penuria di circolante? Era una moneta che veniva usata per pagare merci a popolazioni più arretrate che avevano una concezione e uso differente del mezzo "moneta"? Chi può dirlo! Fatto sta che in Africa piacevano molto e dopo un primo flusso di importazione pare seguì una successiva fase produttiva in situ che riprese principalmente la serie DIVO CLAVDIO (forse perché di origine "romana" come emissione a livello ufficiale e quindi con una spendibilità maggiore anche fuori dalle gallie).

Tanta roba... difficile condensare tutto in un post! Di materiale ce n'è molto e anche gli studi non sono pochi, quello che manca è una visione d'insieme globale che ancora non è stata tentata! 

quello che dici è verissimo, è quasi sempre un problema di sintesi, la quale ha numerosissime complessità, che cito per comodità di chi magari non ragiona normalmente in questi termini....ad esempio:

1 - esiste un vero pattern delle tipologie suddivise tra aree urbane e aree periferiche

2 - che tipo di ritrovamenti sono? d'emergenza? cassa d'uso che nel tempo viene continuamente utilizzata e riempita in modo difficilmente qualificabile? deposito di tesaurizzazione? recupero per motivo contingente poi non utilizzato? monete smarrite in strato? altro?

3 - quando e come il pubblicato è stato valutato? in contesto, decontestualizzato etc....

4 - il quadro è aggiornato, ovvero, la stima e valutazione dei pezzi quando è stata fatta, (magari nel XIX secolo...) con che mezzi e quali conoscenze? abbiamo a disposizione un quadro complessivo delle immagini per poter rivalutare la cosa?

5 - il ritrovamento è integro? o è stato preselezionato dal "mercato" ... magari togliendo i pezzi migliori? o lasciando solo quelli leggibili?

l'insieme "mostruoso" di queste informazioni già diventa quasi un problema di big data ... con una serie di variabili incontrollabili e parzialmente soggettive....al quale va aggiunta una componente di "finanza comportamentale" legata a una popolazione di cui non conosciamo a fondo il sentimento economico di guida

c'è poi il tema della diffusione capillare o meno della moneta.... nei primi anni del IV secolo ad esempio diverse zone della Francia e Inghilterra producevano copie fuse delle monete tetrarchiche perchè le monete non arrivavano....almeno fino all'apertura di alcune zecche.

le imitazioni fuse dei Sesterzi, ove la diffusione dal centro era difficoltosa, erano abituali già nei primi secoli

c'è poi il tema della permanenza in circolazione.... il citato DIVO CLAUDIO arriva nelle sue forme anche imitate ad essere presente fino al VI secolo .... e le monete di IV secolo (solo alcune nello specifico) arrivano al VII secolo in numerosissimi contesti di scavo

aggiungiamo poi che le imitative possono avere datazioni strane... in Egitto esistono stampi in terracotta con impressioni di monete vandale e monete costantiniane contemporaneamente imitate alla metà del VI secolo

insomma... plurime complessità ... da farsi friggere il cervello :D

 

 

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20 ore fa, Poemenius dice:

@grigioviola immagino che anche i dupondi facciano parte di questo ragionamento....? Sbaglio? 

I dupondi di postumo non esistono.

su questo ormai sono tutti d'accordo. Postumo ha coniato solamente sesterzi che a un certo punto ha provato a ritariffare introducendo un elemento distintivo di natura fiduciaria: corona radiata e corona laureata come elementi distintivi. 

L'esperimento fallì, perché il peso come metro di valutazione era troppo radicato. Seguì un proliferare di imitazioni di peso e modulo ridotti che è difficile inquadrare con sicurezza, quel che è più probabile è che sia saltato il sistema fiduciario a favore di un sistema su base ponderale. La riforma dette impulso alle imitazioni perché prendendo un sesterzio ufficiale e fondendolo si potevano ricavare 2/3 sesterzi alleggeriti con la corona radiata e conseguentemente con il valore fiduciario maggiore. Vien da sé che il sistema saltò e che questi sesterzi entrarono in un sistema di cambi e rapporti probabilmente non più su base fiduciaria ma ponderale, ma da qui a parlare di dupondi... ce ne passa.

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9 ore fa, Poemenius dice:

ce l'avevo... al mio occhio, non allenato come il tuo, le 841 sembrano abbastanza in linea, molte, anche sul lettering. Se tutte le 841 in tavola sono da considerarsi ufficiali, questa potrebbe plausibilmente essere tale...o almeno così a me pare

L'ufficialità ci sta eh, il colpaccio sarebbe beccare una identità di conio per tagliare la testa al toro con un pezzo di peso normale.

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Inviato

@grigioviola

grazie per i tuoi contributi sempre molto ricchi di contenuto!

quindi, questa che avrei catalogato come RIC 188 dupondio 5,39 g e 24 mm

non è un dupondio, ma un sesterzio (doppio?) ridotto o imitativo.... corretto?

5,39 g 24 mm RIC 188.JPG


Inviato

corretto!

Doppio sesterzio (corona radiata) anche se... sul valore "doppio" vi sono solo supposizioni... diciamo che doveva essere superiore rispetto al laureato, ma non è certo che sia effettivamente doppio (è stato trasposto il rapporto antoniniano-denario in virtù della distinzione di corona, ma... chi lo sa!).

Anche in questo caso le legende IMP C POSTVMVS PF AVG e PM TRP COS (II PP?) con l'assenza delle lettere SC nei campi e dato il diametro di 24 mm mi fa supporre che i medesimi conii potessero essere impiegati sia per produrre sesterzi che antoniniani.

Stile molto prossimo allo stile ufficiale, decisamente ben fatto e lettering consono alle produzioni ufficiali... direi Atelier II (ovvero Chateaubleau)... peccato che non sia mai riuscito a procurarmi il catalogo sui bronzi di Bastien... raggiunge prezzi che sono delle vere e proprie fucilate!

 

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