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Ungheria, Brasile, Romania, ma non solo: ecco chi adotta più cani nel mondo

 

La terra dei magiari è il primo Paese al mondo, in terminini percentuali rispetto alla popolazione, per numero di padroni di cani. Altri grandi amanti dei quattro zampe sono i brasiliani dove circa metà degli abitanti ne ha uno

 

 

Ungheria, Brasile, Romania, ma non solo: ecco chi adotta più cani nel mondo

 

Ascolta ora: "Ungheria, Brasile, Romania, ma non solo: ecco chi adotta più cani nel mondo"

 

Il cane è notoriamente il migliore amico dell’uomo. Chiunque abbia un quattro zampe sa quanto affetto sia capace di dargli e quante gioie possa regalargli non appena lo vede arrivare, quando giocano insieme o anche nei momenti in cui percepiscono la sua tristezza. In tutto il mondo, i cani sono riconosciuti come gli animali da compagnia per antonomasia e a ogni latitudine troviamo qualcuno che non può farne a meno, a prescindere dal colore della pelle e dalla forma degli occhi.

Sulla rivista "Archeological and Anthropological Sciences", nel marzo 2020, era stato pubblicato uno studio realizzato da alcuni storici dell’Università di Granada dopo che in un sito archeologico collocato nel Sud della Spagna erano stati rinvenuti i resti di cani di piccola stazza che risalirebbero a 2mila anni fa. Secondo gli accademici, ciò starebbe a significare che già all’epoca gli animali venivano affiancati agli esseri umani nelle loro attività, inizialmente per la caccia dato che erano molto simili ai lupi, ma poi con l’Impero romano divennero degli esemplari da addomesticare anche per il solo piacere di godere della loro compagnia.

Negli Stati Uniti ci sono circa 76 milioni di cani e il governo centrale insieme agli esecutivi dei singoli Stati ha investito molto negli incentivi finalizzati all’adozione degli amici a quattro zampe che vanno dalle assicurazione sanitarie fino alla realizzazione di parchi solo a loro dedicati. In Brasile, circa il 50% della popolazione ha adottato un loppide e un’indagine statistica ha rivelato che ove i brasiliani non riescano a coronare il sogno di diventare genitori, propendono per la convivenza con un cane. Anche la Cina ha una popolazione canina non indifferente e anche qui, come in Brasile, è consuetudine portare a casa un cane se non si ha un bebé da cullare.

In questa classifica, si guardano le percentuali dei padroni di cani in rapporto alla popolazione in ogni singolo Paese. Al primo posto c’è l’Ungheria con il 27,57% di abitanti con un cane, mentre a seguire ci sono i brasiliani con un 25,04% di loro che ha un cane. La medaglia di bronzo va all’Australia dove ad avere un quattro zampe è il 23,83%, mentre la medaglia di legno va alla Romania con il 21,09%. L’Italia è 15esima con il 14,78% di amanti dei cani.

 

https://www.ilgiornale.it/news/cultura-e-societ/oltre-gulasch-ungheresi-sono-anche-amanti-dei-cani-2248306.html


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Siamo più vicini a un farmaco per allungare la vita dei cani

È sviluppato da un'azienda californiana di biotecnologie per le razze di taglia grande, e secondo l'Fda i primi dati sono incoraggianti
 

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Un terranovaMARTINFREDY/GETTY IMAGES
 
 

È risaputo che la taglia dei cani è inversamente proporzionale alla loro aspettativa di vita. Se per esempio i bovari del bernese e gli alani vivono solo tra i sei e gli otto anni, i corgi possono sopravvivere fino ai quindici e i chihuahua addirittura fino ai venti.

Per colmare questo divario, l'azienda biotecnologica Loyal di San Francisco sta sviluppando un farmaco sperimentale per allungare la vita (e migliorarne la qualità) delle razze di taglia grande. L'azienda ha annunciato che, sulla base dei primi dati, la Food and drug administration (Fda, l'agenzia degli Stati Uniti che regolamenta farmaci e prodotti alimentari) ha stabilito che il suo farmaco ha una "ragionevole aspettativa di efficacia". Loyal non ha ancora dimostrato che la medicina allunga effettivamente la durata della vita, ma la decisione dell'Fda sottolinea che l'ente ha fiducia nell'approccio di Loyal e che il farmaco sarà presto testato nell'ambito di una sperimentazione più ampia.

 
 

"I proprietari di cani di grossa taglia vogliono passare più tempo con i loro cani", spiega Celine Halioua, amministratrice delegata di Loyal. "Il fatto che non vivano così a lungo è davvero straziante per le persone", aggiunge Halioua, secondo cui la grande varietà delle dimensioni dei cani non è naturale, ma è il risultato dell'allevamento selettivo da parte dell'uomo, finalizzato a creare cani con determinati tratti fisici o in grado di svolgere compiti specifici. In media, i cani meticci vivono più a lungo delle loro controparti di razza.

 

Finora la Fda non ha mai approvato farmaci progettati per prolungare la durata della vita degli animali , né tantomeno quella degli esseri umani. "Si tratta di una novità assoluta", afferma Linda Rhodes, ex amministratrice delegata dell'azienda biotecnologica per animali domestici Aratana Therapeutics e consulente di Loyal. Rhodes sottolinea che mettere a punto farmaci per allungare la vita nelle persone è difficile perché gli esseri umani vivono già relativamente più a lungo di altre specie. Ma iniziare con i cani – e con le razze che hanno una vita più breve – potrebbe offrire indizi importanti: "Le implicazioni per altre specie, compresi gli esseri umani, sono piuttosto profonde", commenta.

 

Il farmaco sperimentale di Loyal è un'iniezione da somministrare ogni tre-sei mesi da un veterinario. Ha lo scopo di abbassare i livelli di un ormone chiamato Igf-1, che è coinvolto nella crescita e nel metabolismo ed è stato collegato alle dimensioni del cane. Gli esemplari di taglia grande sono portatori di una variante genetica che causa livelli elevati dell'Igf-1.

 

È stato dimostrato che l'inibizione di questo ormone aumenta la durata della vita di vermi, mosche e roditori. Negli esseri umani, sia i livelli molto alti dell'Igf-1 che quelli molto bassi aumentano il rischio di mortalità, mentre una fascia media è associata alla mortalità più bassa.

 

Nei primi studi, Loyal ha somministrato il suo farmaco sperimentale a 130 cani. Halioua afferma che l'azienda ha dimostrato di essere in grado di portare i livelli di Igf-1 nei cani di taglia grande a quelli riscontrati negli esemplari di taglia media. Dopo aver ricevuto l'iniezione, due cani hanno avuto feci liquide per un giorno o due ma a parte questo Halioua riferisce che non sono stati osservati effetti collaterali di rilievo.

Per determinare l'effetto del farmaco sulla durata della vita, l'azienda sta pianificando uno studio più ampio che inizierà nel 2024 o 2025 e che coinvolgerà circa mille cani da compagnia di taglia grande di almeno 7 anni. .

 

Halioua dichiara che l'obiettivo dell'azienda è lanciare il farmaco sul mercato entro il 2026. Ma prima di ricevere il via libera negli Stati Uniti, Loyal dovrà dimostrare all'Fda che l'iniezione è sicura e che la medicina può essere prodotta in modo affidabile. A quel punto, l'agenzia americana può concedere un'autorizzazione temporanea che dura cinque anni e consente di vendere il farmaco dietro prescrizione medica. Durante questo periodo, Loyal raccoglierà dati sull'efficacia del prodotto e richiederà l'approvazione completa.

L'azienda sta lavorando anche su altri due farmaci: una versione in pillole per cani di razza grande e gigante e una pillola per cani anziani di tutte le razze.

Danika Bannasch, genetista veterinaria dell'Università della California Davis afferma che l'Igf-1 è solo uno dei fattori che si ritiene siano associati alla taglia e alla longevità dei cani: "Per quanto riguarda l'obiettivo, credo sia un po' prematuro. Sappiamo che i cani di razza più piccola vivono più a lungo di quelli di razza più grande, ma non sappiamo quanto di questo sia dovuto all'influenza dell'Igf-1".

In uno studio pubblicato il mese scorso, Bannasch e i suoi colleghi hanno identificato un altro possibile fattore dietro la longevità dei cani, un gene chiamato Erbb4. Il team ha studiato più di 300 golden retriever, confrontando il dna di cani ancora vivi a 14 anni con quello di esemplari morti prima dei 12 anni. Gli scienziati hanno scoperto che i cani con alcune varianti del gene sono sopravvissuti più a lungo, in media 13,5 anni rispetto a 11,6 anni. Bannasch avverte che il lavoro è stato condotto su una sola razza e che non è noto se queste varianti siano associate a una vita più lunga in altri tipi di cani.

 

Il gene Erbb4 è la versione canina di Her4, un gene umano strettamente correlato a HeR2, che è associato al cancro. Lo studio sui cani potrebbe quindi avere implicazioni anche per la salute umana. I ricercatori stanno anche testando nuove terapie contro il cancro nei cani, nella speranza che possano aiutare le persone.

Somministrare un farmaco sperimentale a cani sani, tuttavia, è diverso dal trattare cani malati. Secondo Bannasch, il farmaco di Loyal dovrà superare un'elevata soglia di sicurezza perché i proprietari possano essere tranquilli a somministrarlo ai loro animali. La genetista sottolinea anche che dovrà dimostrare di essere in grado di prolungare la vita oltre a qualche mese per convincere le persone ad acquistarlo: "Da proprietaria di un animale domestico, penso che qualsiasi cosa superiore a un anno sarebbe fantastica. Sospetto che le persone sarebbero davvero interessate", afferma.

 

Linda Rhodes sostiene che gli esseri umani hanno il dovere di rimediare alle disgrazie genetiche che i cani hanno ereditato a causa di centinaia di anni di allevamento. "Abbiamo allevato cani che hanno problemi perché vogliamo che abbiano un certo aspetto o un certo comportamento – dice –. È nostra responsabilità capire come possiamo aiutarli".

https://www.wired.it/article/cani-farmaco-che-allunga-vita-taglia-grande-loyal/


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Prof porta il cane a scuola. Il preside: “La vedo una cosa naturale. L’idea di far entrare gli animali nella vita degli studenti può portare dei benefici”

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La prof non sa a chi lasciare il cane per un’ora per cui chiede al dirigente scolastico di poterlo portare a scuola, il quale si mostra entusiasta e acconsente. Si tratta della storia dell’ITT Marco Polo di Firenze che suscitato la curiosità di tanti.

 

Sinceramente non ci vedo niente di straordinario – racconta Ludovico Arte, preside del Marco Polo a Firenze Today -. Quest’insegnante ha preso questo cucciolo da un paio di mesi e non sapeva dove sistemarlo per quella giornata. Quindi gli ho detto che poteva tranquillamente portarlo a scuola”.

So che in altre scuole sarebbe stato uno scandalo, ma sinceramente la vedo come una cosa naturale. Diverse volte abbiamo fatto pet teraphy con laboratori pomeridiani, dove i ragazzi lavoravano sulle emozioni attraverso gli animali e professionisti del settore. L’idea di far entrare gli animali nella vita degli studenti può portare sicuramente dei benefici”, prosegue il dirigente scolastico.

Il rispetto e la convivenza con gli animali li valuto come un elemento fondamentale del vivere civile – conclude Arte -. Credo che sarebbe importante in un luogo come la scuola, favorire anche in modo naturale, senza troppi discorsi, la convivenza serena con gli animali. Il rapporto con queste creature può portare ad un lavoro prezioso su di sé. Basti pensare ai bambini autistici o con disabilità, che riescono attraverso gli animali, ad esprimere cose che invece con gli essere umani non riescono. Questa è stata un’occasione casuale, ma sarebbe opportuno che gli animali entrassero nelle scuole per mille motivi”.

https://www.orizzontescuola.it/prof-porta-il-cane-a-scuola-il-preside-la-vedo-una-cosa-naturale-lidea-di-far-entrare-gli-animali-nella-vita-degli-studenti-puo-portare-dei-benefici/


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Il 5/3/2024 alle 21:56, nikita_ dice:

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Il nome del nostro supereroe ?


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1 ora fa, ARES III dice:

Il nome del nostro supereroe ?

Immagine presa nel web, il nome non è specificato.

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Awards

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55 minuti fa, nikita_ dice:

Immagine presa nel web, il nome non è specificato.

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Pensavo fosse tuo o di un tuo conoscente. Grazie comunque per le bellissime foto.


  • 2 settimane dopo...
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Immagine La mappa delle carezze del cane

 


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C'È FORSE UN ALTRO ANIMALE CHE ERA IL MIGLIOR AMICO DELL'UOMO PRIMA DEI CANI

 
C'è forse un altro animale che era il miglior amico dell'uomo prima dei cani
 

Seppur siamo abituati a pensare che i cani sono stati i primi animali dell'Eurasia a subire il processo di domesticazione che li ha portati a vivere con l'uomo, una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science ci racconta che altrove la storia è stata leggermente diversa.

In uno scavo archeologico della Patagonia, in Argentina, un gruppo di scienziati ha trovato dei resti di volpi in alcune tombe realizzate da antichi cacciatori - raccoglitori. Queste tombe hanno un'età di circa 1800-1500 anni, ma all'epoca non esistevano ancora cani domestici in Sud America.

Questo ha suggerito agli archeologi che prima dell'arrivo dei cani le antiche popolazioni pre colombiane avessero adottato le volpi come animali domestici, integrandoli nella loro società come abbiamo fatto noi europei e le popolazioni asiatiche con i cani.

Le analisi paleontologiche hanno anche confermato che la specie di volpe in questione non era la comune volpe rossa, che è possibile trovare in Eurasia e Nord America. Apparteneva ad una specie oggi estinta, il cui nome era Dusicyon avus.

Sfruttando le analisi isotopiche, gli scienziati sono stati anche in grado di scoprire la dieta dell'animale, che era del tutto equiparabile a quella umana, essendo composta principalmente da vegetazione e da poca carne proveniente da allevamento.

"Il suo forte legame con la nostra specie durante la sua vita sarebbe stato il fattore principale che ha permesso a questo animale di finire in una architettura funebre, dopo la morte dei suoi proprietari" hanno scritto gli autori dello studio. Tale conclusione è anche rafforzata dal fatto che la datazione al radiocarbonio ha rivelato che fu sepolto più o meno nello stesso periodo del proprietario della tomba.

Gli autori dello studio hanno anche cercato di determinare la causa dell'estinzione di questa specie. Secondo un'ipotesi, potrebbe essere scomparsa poiché si riproduceva con cani domestici, di seguito all'arrivo dei conquistatori spagnoli, creando una stirpe ibrida che alla fine fu assimilata geneticamente nella linea di sangue delle volpi e dei cani attuali.

Tuttavia, la divergenza genetica tra D. avus e i cani moderni si è rivelata abbastanza significativa, tanto che le due specie non avrebbero potuto produrre una prole ibrida fertile. Quindi questa teoria è stata scartata e ora si pensa che la sua scomparsa sia legata probabilmente agli effetti del cambiamento climatico e alla presenza umana.

Questo studio ha quindi dimostrato che non sempre i cani si son rivelati i primi animali domestici ad essersi integrati nelle società umane, seppur nella maggioranza dei casi abbiano finito per prevalere sulle altre specie.

Per quanto riguarda invece le volpi attuali, una altra ricerca ha scoperto che si stanno evolvendo in tutto il mondo a grande velocità, sorprendendo i biologi e chiarendo che il processo evolutivo delle specie è ancora in atto.

https://tech.everyeye.it/notizie/e-animale-miglior-amico-uomo-cani-america-710664.html


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