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Scoperta una nuova razza sul Pianeta Terra: a causa delle radiazioni nucleari, i cani di Cernobyl hanno un unicum genetico

Scoperta una nuova razza sul Pianeta Terra: a causa delle radiazioni nucleari, i cani di Cernobyl hanno un unicum genetico

Lasciati indietro dai padroni, i quattrozampe di Černobyl' hanno dovuto adattarsi a una nuova vita, non solo come randagi ma anche come sopravvissuti al disastro del 1986. 37 anni dopo, alcuni ricercatori di diversi istituti universitari hanno analizzato il loro DNA, scoprendovi un genoma distinto e diverso da quello degli altri cani

di Giulia Favetti pubblicata il 07 Marzo 2023, alle 12:05 nel canale SCIENZA E TECNOLOGIA
 
 
 
 

Un lavoro vasto e approfondito, quello redatto dai 15 ricercatori di 6 diversi istituti (National Human Genome Research Institute dell'University of South Carolina, Clean Futures Fund+, North Carolina State University, Polish Academy of Sciences, State Specialized Enterprize Ecocentre, Columbia University Irving Medical Center e Jilin University), guidati da Grabriella J. Spatola e pubblicato su Science Advance col titolo "The dogs of Chernobyl: Demographic insights into populations inhabiting the nuclear exclusion zone".

cani Černobyl'

Il team ha preso in esame 302 cani che rappresentano le tre popolazioni di canidi in libertà che vivono all'interno della stessa centrale elettrica, ed entro un raggio compreso fra i 15 e i 45 chilometri dal luogo del disastro.

I profili dell'intero genoma canino di Černobyl', confrontati con quello di altri cani (sia negli esemplari di razza pura sia di razza libera), hanno rivelato che gli individui della centrale elettrica e della città ucraina sono geneticamente distinti da tutti gli altri canidi.

Non solo: mentre i cani "comuni" mostrano una maggiore somiglianza estetica e differenziazione genetica all'interno della popolazione, quelli ucraini da una parte si sono nettamente distinti dai loro cugini, dall'altra sono diventati molto simili fra loro.

cani Černobyl'

Come facile intuire, parte del comune genoma dipende dal fatto che i cani di Černobyl' si sono incrociati fra loro, andando a comporre 15 famiglie, con la più grande che copre tutti i siti di raccolta all'interno della zona di esclusione radioattiva.

Parliamo della Černobyl' Exclusion Zone (CEZ) un'area di 2600 km2 che si estende intorno alla centrale elettrica, colpita in modo più profondo dalla nube radioattiva, generando una catastrofe ecologica di enormi proporzioni.

Questa ricerca presenta la prima caratterizzazione di una specie domestica sul sito del disastro, stabilendo un punto di inizio e di confronto per i futuri studi genetici sugli effetti dell'esposizione a radiazioni ionizzanti a lungo termine e a basso dosaggio.

Fino ad oggi nessuno studio genetico sulla popolazione degli organismi di Černobyl' ha incluso mammiferi di grosso corpo, come i canidi, nonostante il loro potenziale per offrire potenti intuizioni sulla storia e la sopravvivenza della vita in un ambiente ostile e fortemente radioattivo.

I cani che attualmente vivono nella CEZ, e/o nelle sue immediate vicinanze, sono la sesta generazione post-disastro (ndr mediamente non vivono oltre i sei anni) e verosimilmente discendono dagli animali domestici che, in un qualche modo, sono riusciti a nascondersi durante le operazioni di abbattimento degli animali domestici abbandonati decisa dal Ministero degli affari interni ucraino per prevenire la potenziale diffusione della contaminazione radioattiva.

cani Černobyl'

Lo studio ha confrontato non solo il DNA dei cani della CEZ, ma anche quelli di altri esemplari di razza libera, di razza pura, e quelli nati in allevamenti (che formano un caso molto particolare a loro volta, visto che un allevatore tende a portare avanti sempre e solo alcune linee genetiche).

"Questi risultati costituiscono un primo passo fondamentale nella caratterizzazione di una popolazione target unica che è molto promettente per le indagini sugli effetti dell'esposizione continua alle radiazioni ambientali su una specie di mammiferi di grande corporatura. La classificazione di popolazioni distinte geograficamente definite, l'ascendenza e l'esistenza di strutture familiari all'interno e tra le popolazioni sono aree di indagine necessarie per progettare studi volti a trovare varianti genetiche critiche che si sono accumulate per più di 30 anni in questo ambiente ostile e contaminato" , si legge in una nota all'interno dello studio.

La ricerca (estremamente dettagliata, di cui potete scaricare il pdf a questo link), come detto, getta la prima pietra su cui poggeranno i futuri studi inerenti le radiazioni ionizzanti e i loro effetti a lungo termine sulla salute, l'aspettativa e la qualità di vita e la fertilità di specie di grandi dimensioni.

E soprattutto, come sia possibile sopravvivere e adattarsi ad esse.

 

https://www.hwupgrade.it/news/scienza-tecnologia/scoperta-una-nuova-razza-sul-pianeta-terra-a-causa-delle-radiazioni-nucleari-i-cani-di-cernobyl-hanno-un-unicum-genetico_114706.html

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I cani ci amano davvero?

 

 

 

Non bisogna mai dare per scontato un rapporto. Vi abbiamo raccontato che già da cuccioli i cani sviluppano le loro preferenze in temi di amicizia e ci giudicano di nascosto, tanto da pensare anche che siamo stupidi se non riusciamo a fare qualcosa di banale come aprire una scatoletta. La più grande dimostrazione che un cane potrebbe darti del suo “disprezzo” è il non accettare il cibo dalle tue mani. Ma nel caso in cui tutte le leccate e gli scodinzoli che ti fa non fossero abbastanza convincenti, gli scienziati hanno dimostrano quello che già sappiamo: i cani ci adorano. E quando ci amano, ci amano per davvero.

Cervello innamorato
Dimostrare l’amore non è un’impresa facile. Ma diversi studi sembrano sostenerlo, come quello del neurologo Gregory Berns che dopo la morte del suo adorato cane, Newton, ha affermato di essere diventato curioso di sapere cosa provassero e pensassero i cani. Così ha addestrato il suo cane Callie e altri esemplari a tollerare il rumore di una risonanza magnetica e poi ha analizzato la loro attività cerebrale. Ha quindi sottoposto ai cani una varietà di odori familiari e sconosciuti, scoprendo che tutti quelli conosciuti attivavano il nucleo caudato, una regione legata a processi mentali di livello superiore come le emozioni e i sentimenti romantici. Questa scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Behavioral Processes. E un ulteriore tassello si è aggiunto poco dopo con la pubblicazione su Social Cognitive and Affective Neuroscience della conferma che il caudato si accende anche durante l’interazione sociale con gli esseri umani, soprattutto se c’è in palio una ricompensa di cibo.

 

Legami di ossitocina
Il veterinario Takefumi Kikusui dell’Università di Azabu, in Giappone, ha scientificamente dimostrato che i cani piangono quando si ricongiungono con un proprietario dopo una lunga assenza e che le loro emozioni sono mediate dall’ossitocina, esattamente come accade in noi umani. La scoperta è stata pubblicata su Current Biology. E questo significa che l’attaccamento nei nostri confronti è reale, e ha una base biochimica, esattamente come l’innamoramento: prima si attiva il neurotrasmettitore dopamina, poi va in tilt la serotonina e infine interviene l’ossitocina, che cementifica il sentimento e lo fa durare nel tempo.

 

Prove di fedeltà
Fra i tanti studi condotti dall’etologo Clive Wynne, un’ulteriore conferma arriva da un esperimento volto a testare fino a che punto il migliore amico dell’uomo potrebbe spingersi per dimostrare il proprio amore, pubblicato su Plos One. Ispirandosi alle storie di cani che durante la Seconda guerra mondiale dissotterravano i corpi dei loro proprietari dopo i bombardamenti di Londra, il team di Wynne ha fatto (crudelmente) credere a 60 cani che i loro umani fossero in serio pericolo. E uno su tre avrebbe fatto di tutto per salvarlo, anche rischiando la propria vita. E gli altri due? Ci hanno provato, ma non hanno trovato il modo.

 

https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/03/04/news/i_cani_ci_amano_davvero-390280972/

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Dalla SE 4747.

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  • 2 settimane dopo...
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La mia cagnolina (cavalier king) in dormi veglia :)

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  • 2 settimane dopo...
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Dalla S.E.

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  • 2 settimane dopo...
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Dalla S.E. di maggio.

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"Bobi" cane da record, con i suoi 31 anni è il più anziano del mondo

Nonostante l'età decisamente avanzata, ha raccontato il suo padrone, è un giocherellone e gode ancora di una discreta salute. Il suo primato è certificato dal Guinness World Records

Si chiama "Bobi", vive con la sua famiglia in Portogallo e, con i suoi 31 anni, è il cane più longevo del mondo.

Di razza Rafeiro do Alentejo, è nato l'11 maggio 1992 ed è entrato di diritto nel Guinness World Records. Nonostante l'età decisamente avanzata, ha raccontato il suo padrone Leonel Costa, è un giocherellone e gode ancora di una discreta salute.

Oltre il doppio rispetto all'aspettativa di vita media

 La razza a cui appartiene è detta anche Mastino Portoghese. E' il tipico cane da guardia del bestiame, la sua aspettativa di vita media solitamente si aggira intorno ai 12-14 anni. Quindi "Bobi" ha addirittura raddoppiato quell'età.

Il segreto è nei geni?

 Leonel Costa ha detto che il segreto della sua longevità potrebbe dipendere da un fattore ereditario. Anche la madre di "Bobi", infatti, è sopravvissuta a lungo: è morta a 18 anni.

 

 

https://www.tgcom24.mediaset.it/animali/bobi-cane-piu-anziano-mondo_64637603-202302k.shtml

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  • 3 settimane dopo...
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Dalla S. E.

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