Vai al contenuto
IGNORED

Monete e Storia - Il Potere di acquisto


mtesta55

Risposte migliori

  • Risposte 80
  • Iniziato
  • Ultima Risposta

Utenti più attivi in questa discussione

  • simone

    15

  • mtesta55

    13

  • Rob_erto

    7

  • Horben Tumblebelly

    4

collegando un altro mio post a questa discussione

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic...13entry230213 mi piacerebbe sapere cosa si sarebbe potuto acquistare nell'antica Moesia con un pentassaria di Eliogabalo e se era spendibile una tal moneta anche nel territorio di Roma.

Saranno delle curiosità sciocche però a chi non sono venute guardando un'antico conio?

Link al commento
Condividi su altri siti


  • 1 mese dopo...

Il potere d'acquisto dei talleri nella Germania d fine '700...

Alla fine del XVIII secolo in ambito tedesco si potevano comprare con un tallero 12 kg di pane, 6 kg di carne, 2 bottiglie di Champagne, 1 kg di tabacco oppure 250 g di tè; anche una camicia, un paio di scarpe o tre paia di calze di lana costavano un tallero.

Il cibo e l'affitto di due stanze ammobiliate costavano ca. 100 - 120 talleri all'anno.

Il guadagno annuale di un mastro artigiano era tra i 200 ed i 600, di un impiegato pubblico medio o di un ufficiale prussiano di 100 talleri. Le entrate di un soldato semplice prussiano erano di 24 talleri, ai limiti della povertà. Mentre Johann Wolfgang von Goethe in qualità di scrittore, consigliere privato ed amico di Carl August, duca di Sassonia-Weimar-Eisenach, guadagnava più di 3000 talleri oltre a beni in natura (ad es. legna per il caminetto), Friedrich Schiller, in qualità di professore di storia, riceveva dallo stesso duca solo 200 talleri.

Fonte: wikipedia

Link al commento
Condividi su altri siti


  • 3 settimane dopo...
  • 3 settimane dopo...

Vi riporto alcune note scovate nel testo La Lira e la sua Storia regalato qualche anno fa (2003 se non sbaglio) con il quotidiano La Stampa

Quale e' il costo dei beni nelle epoche passate ? Non e' facile ricostruirlo.

Qualche informazione la ricaviamo dalle opere letterarie.

Il Decamerone di Boccaccio e' una buona fonte per i prezzi verso il 1350.

Da li' ricaviamo che "tre paia di buoni capponi e grossi" si potevano acquistare con 5 lire e che , allo stesso prezzo si poteva comprare un mantello.

Per comprare un podere ci volevano 200 lire.

Per fare una dote decente ad una figlia occorrevano almeno 100 lire.

Ci risulta invece , dai Motti e facezie del Piovano Arlotto , che mezzo secolo dopo , e' stata venduta una mula per 41 lire ma in realta' non ne valeva piu' di 12.

Manzoni , ne I Promessi Sposi ci da' qualche informazione sul valore della lira nella vita quotidiana del Seicento.

Renzo ricorda a Tonio che il "debito di 25 lire con il signor curato , per fitto del suo campo" e ci da' il prezzo preciso del riso : dodici lire al moggio , unita' di misura che corrisponde a 150 litri.

Qualche notizia sul valore della lira nel secolo successivo , la ricaviamo da Goldoni il quale ci informa che "un avvocato , che abbia credito e fortuna, puo' guadagnare senza darsi gran briga quaranta mila lire all' anno.

Possiamo fare un raffronto con il costo di un bene perche' sappiamo che una buona pezza di "Panno padovano, che vale 14 lire il braccio"

Link al commento
Condividi su altri siti


Nel 1878 Carlo Dossi scrive che "Ai di nostri per potere essere onesti bisogna almeno possedere 6 mila lire di reddito" Ma e' un ricco.

Invece Luigi Vassallo in un suo romanzo rappresenta la figura di un modesto impiegato che tira a campare con 95 lire il mese : un ragazzo che mangerebbe un patrimonio , una moglie che vuole assolutamente un cappello ogni due anni , una serva che divora un chilo di pane ogni giorno e 45 lire di pigione.

alla fine del secolo quando Collodi scrive Pinocchio , un " ciuchino zoppo " cioe' Pinocchio stesso , vale 20 lire e , negli stessi anni , secondo Fogazzaro un ottimo stipendio ammonta a 2.200 lire.

Qualche decennio dopo il fu Mattia Pascal , di Pirandello prende il largo dai suoi guai famigliari con 500 lire.

Link al commento
Condividi su altri siti


Interessante. Per quel che riguarda il medioevo bisogna tener presente però che la lira era solo una moneta di conto. Nel 1350 un lira poteva voler dire diverse cose anche dette dalla stessa persona: poteva essere una lira di piccoli o una lira di grossi per esempio. Cosa significa questo? Una lira di piccoli era composta da 12 denari piccoli per soldo (di piccoli), 20 soldi di piccoli per lira di piccoli, per un totale di 240 denari piccoli.

Una lira di grossi era la stessa cosa, ma composta da 240 grossi, quindi aveva un valore ben più elevato. Se non si specifica di cosa si sta parlando si rischia sempre di non conoscere affatto il valore della merce.

Il valore di monete diverse era spesso imposto dal governo emittente, che però lucrava sulla differenza di fino... per esempio ci fu un periodo in cui Venezia pagava i propri dipendenti pubblici in piccoli ma alla riscossione delle tasse accettava solo grossi!

Penso comunque che i capponi fossero venduti a gente del popolo, che in tasca generalmente aveva solo denari piccoli... certo che 240 x 5 = 1200 denari fa un bel sacchetto di monete!!

Link al commento
Condividi su altri siti


  • 3 settimane dopo...
  • 1 mese dopo...

Ciao mtesta55.

Alcuni giorni fa visitando il sito “Moneta e civiltà” (http://www.monetaecivilta.it/storia/pompei.html) mi sono imbattuto nell’articolo che riporto di seguito. Mi sono ricordato della tua ricerca e te lo propongo. Il mio dubbio è che forse sei già a conoscenza di quanto sotto riportato in quanto nella pagina web si fa riferimento ad un articolo di Laura Breglia emesso nel 1950.

Facendo una spunta degli interventi ho visto che Simone ti ha indicato un testo della stessa autrice (Circolazione monetale ed aspetti di vita economica a Pompei, in Pompeiana, 1950, Napoli). Non so se quanto riportato sia stato tratto dallo stesso testo. In tal caso chiedo scusa per la ripetizione della fonte.

Saluti.

alfa

“Economia

Passando ad una valutazione più specificamente economica, va notato che l'entità dei vari gruzzoli monetali rinvenuti a Pompei, è in genere esigua. Del resto se dall'esame delle tavolette cerate di Cecilio Secondo si riscontra un movimento bancario di appena 38.080 sesterzi, è chiaro che l'entità del capitale liquido di una famiglia è di gran lunga inferiore. In particolare, il contenuto dei rinvenimenti che ci rendono il contenuto del portamonete (mucchietti di poche monete per lo più in bronzo recuperate talora con frammenti di tessuto in mezzo ad ossa umane nel punto dove, evidentemente, il denaro veniva conservato) oscilla fra i 2 e i 20 sesterzi, vi sono poi borse modestissime con pochi assi, povero peculio che, tuttavia, doveva essere sufficiente al sostentamento. Il dato numismatico, coincide con il dato epigrafico fornito da una nota che documenta la spesa per 9 giorni consecutivi di una famiglia di tre persone, la cui spesa quotidiana ammonta a circa 6 sesterzi. Quindi se il costo di mantenimento di una famiglia è di 6-7 sesterzi, appare naturale ritrovare nella borsa del pompeiano medio una somma che si aggira fra i 2 e i 20 sesterzi, non stupisce dunque che una famiglia che conserva una somma liquida di oltre 1000 sesterzi sia una famiglia ricca. Tali dati, criticamente rivisti da E. Pozzi Paolini e correlati alle diverse regiones di provenienza, indicano come l'impianto delle attrezzature sportive, l'anfiteatro e la palestra - che occupano gran parte della Regio 2°- sembri aver influenzato lo sviluppo della Regio 1°, con ampi spazi destinati ad orti coltivati, in connessione ad impianti di tipo alberghiero, nella quale sono stati rinvenuti cospicui gruzzoli. Diversa è la strutturazione della Regio 2°, contenendo essa numerose case di tipo patrizio.”

Link al commento
Condividi su altri siti


  • 4 settimane dopo...
  • 1 mese dopo...

Per chi voglia cimentarsi in attività da "Settimana Enigmistica" segnalo un quiz sull'impiego della moneta romana ("Scopri che Romano saresti") più adatta in rapporto a varie situazioni di vita quotidiana nell'antichità. L'ho trovato per caso consultando il sito della Bolaffi nella sezione Monete dell'Impero Romano" (http://www.monete.it/home2.html).

Mi è sembrato originale e divertente. Non sò se se ne sia già discusso in qualche altro forum. Mi ha ricordato una serie di quiz usciti su CN diversi anni fa (ma riguardava l'identificazione di monete).

Forse potrebbe essere un'idea da proporre agli amministratori del forum: aprire una sezione di quiz/concorsi di carattere numismatico. Non sò se possa adattarsi alla linea de "La Moneta".

Ciao e auguri a tutti di buone feste.

Alfa

Link al commento
Condividi su altri siti


  • 2 settimane dopo...

Ciao,

sono nuovo del forum,

riprendo questo argomento che mi incuriosisce:

io sono appassionato dei Savoia, da VEI a Carlo Alberto e come molti di voi ho la curiosita' di sapere il potere di acquisto di questa monetazione in quel periodo.

Qualcuno di voi mi sa aiutare?

In particolare volevo sapere se un 100 lire in oro di Carlo Alberto valeva 20 monete da 5 lire in argento, o aveva un'altra particolare valutazione dovuta al metallo di cui sono composte?

Grazie 1000 :)

Link al commento
Condividi su altri siti


In particolare volevo sapere se un 100 lire in oro di Carlo Alberto valeva 20 monete da 5 lire in argento, o aveva un'altra particolare valutazione dovuta al metallo di cui sono composte?

298704[/snapback]

Diciamo, in generale, si.

Tuttavia distinguiamo due casi:

1) In certi periodi, non molto lunghi per la verita, la monetazione sottostava al cosidetto standard bimetallico. In questo caso il valore del peso d'argento corrispondente alle 20 monete era pari al valore del peso d'oro della 100 lire.

Durante questi periodi, uno poteva portare sia oro che argento alla zecca e farsi coniare le corrispondenti monete.

2) Lo standard bimetallico e' per sua natura instabile (cioe e' molto difficile da mantenere per periodi lunghi, a meno di non cambiare i pesi delle monete).

Lo standard monometallico non presenta questo problema ed era usato molto piu comunemente.

Uno poteva portare l'oro, ma non l'argento, alla zecca e ricevere monete in cambio.

Anche in questo caso pero si era comunque obbligati ad accettare indifferentemente la moneta d'oro o le corrispondenti 20 monete d'argento. Obbligo che deriva dalle leggi dello Stato emettente.

Cio anche se il valore totale dell' argento poteva essere sostanzialmente inferiore al valore dell' oro, intesi come metalli e non come monete.

Se questo sembra strano, considerate che il valore intrinseco di un biglietto da 500 Euro e' praticamente nullo (un pezzettino di carta), ma il valore del metallo di 500 monete da 1 Euro (3 chili di rame, piu altri metalli) non e' trascurabile: piu di $20.

Modificato da ersanto
Link al commento
Condividi su altri siti


Amici un saluto a tutti.

Sono da poco iscritto al Forum e quindi Vi prego di scusarmi se sarò irrituale.

Apro questa discussione nella speranza che la Vostra esperienza mi aiuti a portare avanti una ricerca storico/numismatica che mi appassiona particolarmente.

Sono un non più giovanissimo ingegnere toscano con la passione della storia e, ovviamente dico io, della numismatica.  Colleziono monete argentee italiane di grossa taglia dal 1600 alla Repubblica e nel corso degli anni sono giunto ad una collezione discreta per qualità e copertura composta di circa 150 pezzi.

Il problema che sto affrontando deriva immediatamente dalla passione numismatica.

Quello che collezioniamo è si un oggetto artistico, più o meno bello da vedere o prezioso di valore, ma è anche un pezzo di vita dei nostri avi.

Noi le collezioniamo per il piacere di vederle, toccarle, etc. etc., per loro era uno strumento di vita quotidiana.

Se serve ancora evidenzierei questi testi:

Villar Pierre –

Oro e moneta nella storia 1450/1920.

Bari –  Laterza 1971 – 466 pp;

Testo molto interessante con tanti riferimenti a prezzi nelle varie epoche.

Peter L. Bernstein –

Oro storia di un’ossessione

Milano – Longanesi 2002 -505 pp.

Carlo Maria Cipolla –

La moneta milanese del ‘400:  monetazione argentea e svalutazione secolare.

Roma –  Istituto Nazionale di Numismatica 1988 – 1427 pp;

Carlo Maria Cipolla –

La moneta a Firenze nel cinquecento.

Bologna – Il Mulino 1987 – 178 pp.

Carlo Maria Cipolla –

I Pidocchi e il Granduca, crisi economica e problemi sanitari nella Firenze del ‘600.

Bologna – Il Mulino 1979 – 113 pp.

Carlo Maria Cipolla –

Conquistadores, pirati, mercanti: la saga dell’argento spagnolo.

Bologna – Il Mulino 1996 – 83 pp.

Carlo Maria Cipolla –

Il governo della moneta a Firenze e Milano nei secoli XIV XVII.

Bologna – Il Mulino 1990 – 306 pp.

Carlo Maria Cipolla –

Le avventure della lira.

Bologna – Il Mulino 2001 – 150 pp.

Tutti i testi sopraccitati sono ricchissimi di riferimenti a prezzi storici, e valori di merci, beni ecc…

Saluti.

Per farla breve, con il mio 120 grana del 1815 che cosa CI POTEVO FARE nel 1815?

Il campo di interesse della mia ricerca è quindi il potere di acquisto delle monete.

L'origine della mia ricerca è la lettura di una pagina del diario di Napoleone scritto all'Elba: (cito a memoria) ".... che la sedia non sia di qualità eccessiva, al massimo abbia il costo di 5 lire .....". Per cui in quel tempo 5 lire avevano il potere di acquisto di circa  50-60 euro odierni. Non è poco per una moneta.

Ho cercato nella letteratura e nelle biblioteche italiane trovando solo cenni dispersi a tale argomento. Un buon lavoro, ma molto limitato è presente nel Tranfaglia Firpo (Volume I) relativo al prezzo di acquisto per grammo di argento nel primo medioevo.

Da quanto mi risulta, per quanto possa sembrare strano,  è molto più chiaro il valore di acquisto di un asse romano rispetto a quello delle monete argentee del nostro '600-'700.  Ovviamente le cose cambiano dopo l'Unità essendo disponbili statistiche regionali e nazionali (utile leggere la Storia di Montanelli).

Dopo quanto detto mi rivolgo a Voi per conoscere la Vostra opinione e sapere se siete in grado di indicarmi libri, documenti o qualsiasi informazione che possa aiutarmi nella ricerca.

Tramite questi contributi mi propongo, tempo permettendo, di costruire una sorta di puzzle storico numismatico con il quale dare ai nostri amati oggetti del desiderio una valenza concreta.

Ringrazio tutti per l'attenzione.

Marco Testa

[email protected]

210340[/snapback]

Link al commento
Condividi su altri siti


Se serve ancora evidenzierei questi testi:

Villar Pierre –

Oro e moneta nella storia 1450/1920.

Bari – Laterza 1971 – 466 pp;

Testo molto interessante con tanti riferimenti a prezzi nelle varie epoche.

Peter L. Bernstein –

Oro storia di un’ossessione

Milano – Longanesi 2002 -505 pp.

Carlo Maria Cipolla –

La moneta milanese del ‘400: monetazione argentea e svalutazione secolare.

Roma – Istituto Nazionale di Numismatica 1988 – 1427 pp;

Carlo Maria Cipolla –

La moneta a Firenze nel cinquecento.

Bologna – Il Mulino 1987 – 178 pp.

Carlo Maria Cipolla –

I Pidocchi e il Granduca, crisi economica e problemi sanitari nella Firenze del ‘600.

Bologna – Il Mulino 1979 – 113 pp.

Carlo Maria Cipolla –

Conquistadores, pirati, mercanti: la saga dell’argento spagnolo.

Bologna – Il Mulino 1996 – 83 pp.

Carlo Maria Cipolla –

Il governo della moneta a Firenze e Milano nei secoli XIV XVII.

Bologna – Il Mulino 1990 – 306 pp.

Carlo Maria Cipolla –

Le avventure della lira.

Bologna – Il Mulino 2001 – 150 pp.

Tutti i testi sopraccitati sono ricchissimi di riferimenti a prezzi storici, e valori di merci, beni ecc…

Saluti.

Link al commento
Condividi su altri siti


Egr. Ing. Testa Le invio questa recensione sperando di non aver sfondato una porta aperta

Titolo: Toscana Medioevale

Fonte: Copyrigth 1993 by Casa Editrice “Le Lettere” – Firenze ISBN 88 7166 1060

Autore: Giuliano Pinto

Il capitolo 5° tratta gli aspetti del lavoro urbano da cui si evincono le gratifiche date a: Chierici, cappellani, balie, cuochi, garzoni, governanti, manovali, maestri, braccianti... e chi più ne ha, più ne metta...

Sono inoltre riportatati i costi relativi alle pigioni, ai materiali di consumo e prodotti alimentari... siamo tra la fine del 1300 e gli inizi del 1400 A.D.

Il capitolo 6° mostra tabelle e grafici relativi all’andamento medio del: grano; del vino; della carne, dell’olio e della legna oltre all’andamento medio dei salari a giornata.

L’autore ha pubblicato altri due volumi:

 La Toscana del tardo medioevo (1982)

 Il contratto a mezzadria nella Toscana medioevale (1987)

Che purtroppo non fanno parte della mia biblioteca.

Il volume “Toscana Medioevale” è di facile e piacevole lettura ed offre uno spaccato fresco e vivace della terra di Toscana offrendosi a spunti di riflessione di indubbio interesse; al momento segnalo l’opera; ma sono disponibile a fornire un sunto dei capitoli 5° e 6°, ovviamente mirato all’obbiettivo dello studio in essere, solo che mi si lasci un pochino di tempo.

Saluti vivissimi ed auguri di buon lavoro:

Cesare Augusto

Link al commento
Condividi su altri siti


Allego i coeficenti Istat per tradurre i valori monetari dal 1861 al 2007 ( fonte Il Sole 24 Ore del 21/01/2008)

ANNO 2007

1861 8.247,4585

1862 8.197,4739

1863 8.443,0911

1864 8.681,5353

1865 8.828,8721

1866 8.737,6176

1867 8.528,2673

1868 8.197,4739

1869 8.148,0916

1870 8.031,9667

1871 7.791,3779

1872 6.893,9001

1873 6.502,8038

1874 6.350,1559

1875 7.415,4781

1876 7.008,2031

1877 6.735,9721

1878 6.993,7084

1879 7.081,5874

1880 6.831,2283

1881 7.303,3650

1882 7.481,1018

1883 7.729,0469

1884 7.882,1865

1885 7.711,4208

1886 7.720,2237

1887 7.737,8902

1888 7.641,7130

1889 7.514,3511

1890 7.256,3476

1891 7.279,7804

1892 7.343,0141

1893 7.506,0111

1894 7.539,4827

1895 7.581,7444

1896 7.615,8964

1897 7.516,0880

1898 7.581,7444

1899 7.702,6378

1900 7.667,7052

1901 7.659,0215

1902 7.711,4208

1903 7.489,3865

1904 7.399,2516

1905 7.391,1650

1906 7.256,3476

1907 6.929,2172

1908 7.000,9482

1909 7.202,2535

1910 7.008,2031

1911 6.838,1355

1912 6.776,4689

1913 6.762,9160

1914 6.762,9160

1915 6.320,4822

1916 5.050,7214

1917 3.570,7054

1918 2.560,7406

1919 2.522,5349

1920 1.919,6469

1921 1.622,5806

1922 1.632,3717

1923 1.641,8830

1924 1.586,0497

1925 1.411,8823

1926 1.308,8670

1927 1.431,6080

1928 1.544,7501

1929 1.520,4397

1930 1.570,2150

1931 1.738,0920

1932 1.784,8815

1933 1.897,0311

1934 2.000,2709

1935 1.972,2706

1936 1.833,7625

1937 1.675,2331

1938 1.555,7663

1939 1.489,9573

1940 1.276,7446

1941 1.103,4289

1942 954,6748

1943 569,2690

1944 128,1001

1945 65,0405

1946 55,1103

1947 34,0059

1948 32,1173

1949 31,6534

1950 32,0843

1951 29,2438

1952 28,0520

1953 27,5162

1954 26,7958

1955 26,0641

1956 24,8287

1957 24,3583

1958 23,2447

1959 23,3423

1960 22,7385

1961 22,0927

1962 21,0206

1963 19,5510

1964 18,4567

1965 17,6883

1966 17,3412

1967 17,0011

1968 16,7872

1969 16,3288

1970 15,5387

1971 14,7987

1972 14,0114

1973 12,6950

1974 10,6284

1975 9,0710

1976 7,7849

1977 6,5918

1978 5,8621

1979 5,0650

1980 4,1809

1981 3,5223

1982 3,0275

1983 2,6328

1984 2,3809

1985 2,1924

1986 2,0664

1987 1,9752

1988 1,8819

1989 1,7652

1990 1,6637

1991 1,5635

1992 1,4833

1993 1,4235

1994 1,3696

1995 1,3000

1996 1,2512

1997 1,2299

1998 1,2082

1999 1,1894

2000 1,1597

2001 1,1295

2002 1,1026

2003 1,0762

2004 1,0552

2005 1,0375

2006 1,0172

2007 1,0000

Link al commento
Condividi su altri siti


  • 1 mese dopo...
questo significa che 1 euro del 1861 avevano un valore pari a euro 8.247,4585 del 2007?

324433[/snapback]

No.

I coefficienti di adeguamento valutario forniscono i rapporti del potere d’acquisto della moneta, a partire dal 1861.

Per trasformare le entità valutarie espresse in valori correnti, di uno o più anni differenti, in valori di un determinato anno del periodo 1861/2007, occorre scegliere il coefficiente corrispondente all’anno in cui è espresso il valore monetario che si desidera trasformare, si moltiplica tale coefficiente per il valore da trasformare, ottenendo quello che esprime l’importo originario espresso in LIRE del 2007.

Per esprimere le cifre da rivalutare in Euro, occorre effettuare prima la rivalutazione ( moltiplicando per l’apposito coefficiente) e successivamente la conversione in Euro ( dividere per 1.936,27)

Esempio 1 lira del 1861 è pari a lire 8.247,4585 del 2007

dividendo 8.247,4585 : 1.936,27 si ha 4,2594 rapporto di valore tra 1 lira del 1861 ed un euro del 2007

Saluti

TIBERIVS

Modificato da TIBERIVS
Link al commento
Condividi su altri siti


  • 4 mesi dopo...

Come si può verificare leggendo ad esempio questo sito (in inglese)

http://www.measuringworth.com/worthmeasures.html

è un po' fuorviante utilizzare un indice singolo per confrontare valori odierni con valori del passato, e questo è tanto più vero quanto più lontano nel tempo è il confronto.

Si può verificare negli esempi del 1931 come, utilizzando diversi possibili indici di attualizzazione, il "valore odierno" dello stipendio di un contabile (allora di 2.250 dollari) possa variare da 24.500 a 366.000 dollari.

Link al commento
Condividi su altri siti


La spiegazione che il sito da della valutazione dello stipendio del contabile è la seguente:

1) in termini di quanti beni e servizi un contabile poteva comperare nel 1931, il suo reddito era pari a 28.850 dollari correnti (usando l'indice dei prezzi al consumo);

2) lo standard di vita che un contabile nel 1931 poteva permettersi era però pari a 66.500 dollari di oggi, ossia oltre il doppio del suo potere d'acquisto;

3) socialmente lo stesso contabile godeva dello status di persone che oggi guadagnano 150.000 dollari all'anno, ed aveva un potere economico pari a oltre 360.000 dollari annui (poteva andare ad uno stesso country club di una persona che oggi guadagna 150.000 dollari, ed aveva la stezza influenza economica di una persona che correntemente guadagna un terzo di milione di dollari).

Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...

×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.