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Volevo sapere se queste sono 50 dinare della jugoslavia e se possono avere un valore oggi 

grazie a tutti in anticipo

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Inviato (modificato)
1 ora fa, Leon_007 dice:

Volevo sapere se queste sono 50 dinare della jugoslavia e se possono avere un valore oggi 

grazie a tutti in anticipo

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Un pò di Storia :

 

Il Regno di Jugoslavia fu uno Stato della Penisola balcanica in Europa, esistito dal 1929 fino al 1941, guidato dalla dinastia reale serba dei Karađorđević.

Contesto storico
Re Alessandro I

La fine della prima guerra mondiale e il dissolvimento dell'Impero Austro-ungarico videro la formazione di un'entità autonoma nelle terre abitate da Slavi appartenenti alla corona asburgica: lo Stato degli Sloveni, Croati e Serbi che dichiarò unilateralmente la propria indipendenza e la propria sovranità.

Nessuna delle potenze europee decise di riconoscere la nuova nazione, per cui i fondatori dello Stato si rivolsero a Belgrado per prendere accordi per una possibile unione al Regno di Serbia. L'unione fu sancita il 25 novembre 1918. Il giorno successivo, anche il Regno di Montenegro decise di aderire, e il 1º dicembre 1918, Alessandro Karađorđević, principe ereditario e reggente al trono di Serbia, nella piazza Terazije di Belgrado presiedette una cerimonia con la quale fondava il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni e lo poneva sotto l'autorità di suo padre, il Re Pietro I.
I primi contrasti

Le reazioni a questa decisione iniziarono ben presto: Re Nicola I del Montenegro non accettò che la corona del nuovo regno andasse ai sovrani di Serbia senza trattative, volendo egli stesso essere il re della nazione unita degli Slavi.
Nikola Pašić

Anche i membri del Consiglio Nazionale degli Sloveni, Croati e Serbi protestarono perché la guida del Governo non sarebbe andata a Nikola Pašić indicato in sede di trattative. Il Reggente superò la crisi nominando il 20 dicembre 1918 Stojan Protić, collega di partito di Pašić a capo del Governo e esiliando Re Nicola.

Fu creata un'assemblea legislativa che avrebbe funto da parlamento fino all'elezione dell'Assemblea costituente di cui, però, il Principe Alessandro tardava ad indire le elezioni. Fino al giorno del voto, il 28 novembre 1920 il Regno fu governato da ministeri instabili che avevano brevissima durata; l'assemblea legislativa provvisoria vedeva continuamente l'abbandono dell'aula da parte delle opposizioni, in particolare dei membri croati. Anche la neoeletta assemblea costituente fu in balìa del boicottaggio dei deputati croati e delle opposizioni. Ciononostante, il 28 giugno 1921 entrò in vigore la nuova Costituzione, votata solo dai deputati serbi e da altre minoranze.
La nuova Costituzione

Fu sancito che Regno dei Serbi, Croati e Sloveni fosse una monarchia parlamentare, democratica ed ereditaria, si concedeva ai cittadini la libertà di parola, di culto, di associazione e di stampa; se ne garantiva la salute e l'istruzione con politiche sociali governate dallo Stato. Si suddivideva il territorio in 33 regioni dotate di autonomia e stabilite su base storica ed etnica, con un controbilanciamento dei poteri statali garantito dai Prefetti di nomina regia.

L'unione tra lo Stato degli Sloveni, Croati e Serbi e il Regno di Serbia non fu inteso come una fusione tra due entità equivalenti, ma come un'annessione territoriale da parte della Serbia. Nonostante fossero garantite tutte le etnie presenti nel Paese, erano i serbi ad avere le redini dell'amministrazione poiché fu il Regno di Serbia che estese la propria burocrazia al resto della nazione come fece il Piemonte nel processo unificatorio italiano. I deputati di etnia croata si dichiararono da sempre all'opposizione e molto spesso boicottavano le sedute dell'Assemblea nazionale. Inoltre, forti contrasti continuavano a sorgere sulla questione dell'annessione all'Italia dell'Istria e di Fiume, che i croati rivendicavano come proprie, e sulla dicotomia tra potere centralista e decentrato.

Il 3 settembre 1931, il Re concesse una nuova Costituzione che, sostanzialmente, confermava le misure prese nel 1929 con le leggi speciali. Venne mantenuto il divieto di formazione di partiti politici e associazioni culturali o religiose, venne mantenuta, anche se attenuata, la censura sulla stampa, ma venne ridefinito il sistema parlamentare. Fu ricostituita l'Assemblea nazionale eletta dal popolo e fu creato il Senato di cui il Re nominava tanti membri quanti quelli eletti dai sudditi. Con l'articolo 116 della nuova Costituzione, il Sovrano si concedeva il diritto di prendere misure al di fuori della Costituzione stessa. Fu dato valore costituzionale alla nuova suddivisione amministrativa disegnata nel 1929.

In politica estera, Alessandro, il 9 febbraio 1934 siglò un'intesa con la Turchia, la Grecia e la Romania che sanciva la non belligeranza, l'inviolabilità delle frontiere e l'aiuto reciproco in caso di guerra. Il patto fu incoraggiato dalla Gran Bretagna, soprattutto nell'ottica di arginare le mire espansionistiche dell'Italia.

Il Partito nazionale jugoslavo era nato dalla fusione del Partito radicale serbo e del Partito democratico con alcuni membri del Partito democratico indipendente sloveno e di quello Rurale sloveno. I Croati non vi erano rappresentati e quindi non erano al governo. Nonostante la forte politica repressiva,

nel Paese esistevano diverse organizzazioni più o meno clandestine in lotta tra loro che combattevano contro l'esistenza stessa della jugoslavia o a favore, per il separatismo o per l'unità, per i diritti dei lavoratori o per il freno alle rivendicazioni sociali. Tra chi lottava contro l'unità dello Stato c'erano gli ustascia croati, appoggiati dal fascismo italiano e l'Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone (VMRO) che aveva legami con il Regno di Bulgaria; tra chi appoggiava l'idea jugoslava c'era l'Organizzazione dei nazionalisti jugoslavi (ORJUNA) e la "Mano bianca" (Bela ruka) cui erano legati il Primo Ministro Živković e lo stesso sovrano. I conflitti inter etnici erano, quindi, ancora molto vivi.

La lotta indipendentista e il contrasto alle politiche autoritarie dello Stato, furono alla base del complotto che vide unite la VMRO e gli Ustascia per attentare alla vita di Alessandro I. Il 6 ottobre 1934, quando il Re, appena sbarcato a Marsiglia per una visita di stato, si stava recando alla prefettura accompagnato dal Ministro degli esteri francese Louis Barthou, il macedone Vlado Černozemski sparò sulla vettura reale e uccise entrambi gli occupanti, per poi essere egli stesso freddato dalle sciabolate delle guardie del corteo. L'assassinio del sovrano non ebbe, però, alcun effetto per le rivendicazioni nazionaliste poiché l'unità del Paese non ne fu intaccata.


La reggenza


Il Principe Paolo
 

Morto Alessandro I, il primo in linea di successione era il primogenito Pietro, ma poiché aveva solo 11 anni, era necessaria la figura di un reggente. Il potere passò, quindi, il 9 ottobre 1934, in mano al Principe Paolo, cugino di Re Alessandro. Il Reggente ereditò un Paese con un'economia arretrata nonostante le riforme del decennio precedente, ulteriormente fiaccata dalla crisi borsistica del 1929, e con un sistema infrastrutturale antiquato. Le poche esportazioni della Jugoslavia erano dirette per metà in Germania, il che rendeva il Paese in gran parte dipendente dal Terzo Reich; il Principe condusse diverse trattative con le autorità britanniche perché acquistassero prodotti jugoslavi, ma con poco successo.

Sul fronte interno, Paolo mitigò l'approccio repressivo del predecessore verso le differenze culturali e le opposizioni, e cercò di attuare una nuova politica di conciliazione tra le etnie. In questo senso, il 26 agosto 1939, il Primo ministro Dragiša Cvetković siglò un accordo col politico croato Vladko Maček con cui venne creata la banovina di Croazia, in cui vennero uniti i territori a maggioranza croata, alla quale il Reggente attribuì una larga autonomia.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, la Jugoslavia dichiarò la propria neutralità, nonostante i rapporti di collaborazione con la Francia e il Regno Unito, poiché temeva che serbi e croati non avrebbero mai combattuto fianco a fianco nell'esercito jugoslavo.

Nel 1940, la Germania aveva invaso la Francia, l'Italia aveva attaccato la Grecia, il Capo del Governo rumeno Ion Antonescu si era alleato con l'Italia e la Germania: il Regno di Jugoslavia si trovava senza più alleati e circondato da Nazioni ostili. Senza tener conto dell'opinione pubblica filo occidentale, considerando la situazione di arretratezza e di scarso armamento dell'esercito, il Reggente decise, il 4 marzo 1941, di siglare col Ministro tedesco von Ribbentrop, l'adesione al Patto Tripartito, strappando alla Germania la promessa che l'esercito di Berlino non avrebbe utilizzato la Jugoslavia come campo di battaglia per contrastare l'invio di truppe britanniche sul fronte ellenico.

 

qui i dati della Sua monenta ( argento )  : https://it.ucoin.net/coin/yugoslavia-50-dinara-1938/?tid=39222

 

Saluti

 

Marco

Modificato da Bradi

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