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IGNORED

La "genealogia" delle monete. Tributo alla memoria dei vecchi collezionisti.


Risposte migliori

  • 10 mesi dopo...

Piu’ che una filosofia direi la ricostruzione di un pedigree prestigioso. Un uso molto diffuso soprattutto in Inghilterra dove riescono ad andare indietro a volte anche moltissimo rintracciando ke precedenti proprieta’ per una moneta. Meno da noi anche se si vede qualche segnale incoraggiante..

bravo Fedafa! 

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Splendido ed interessante spunto di riflessione. 

Anche io prediligo le monete con albero genealogico, tanto da indurmi, quelle rare volte in cui mi sono trovato in tale situazione, a scegliere un pezzo di qualità inferiore ma "ex collezione...", "proveniente dalla raccolta di...." rispetto ad un anonimo ugual pezzo sia pur di qualità superiore.

Le monete provenienti da raccolte soprattutto se prestigiose hanno un fascino unico, mi  emozionano, mi fanno sognare, sulla scia dei grandi nomi della numismatica che le hanno possedute prima di me..... Amo ricercare notizie su di loro e sfogliare i vecchi cataloghi....

Sciocco romanticismo? Può essere, ma in fondo la numismatica è anche questo....

 

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38 minuti fa, sforza dice:

Splendido ed interessante spunto di riflessione. 

Anche io prediligo le monete con albero genealogico, tanto da indurmi, quelle rare volte in cui mi sono trovato in tale situazione, a scegliere un pezzo di qualità inferiore ma "ex collezione...", "proveniente dalla raccolta di...." rispetto ad un anonimo ugual pezzo sia pur di qualità superiore.

Le monete provenienti da raccolte soprattutto se prestigiose hanno un fascino unico, mi  emozionano, mi fanno sognare, sulla scia dei grandi nomi della numismatica che le hanno possedute prima di me..... Amo ricercare notizie su di loro e sfogliare i vecchi cataloghi....

Sciocco romanticismo? Può essere, ma in fondo la numismatica è anche questo....

 

Parole da scolpire nel bronzo ??

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Il 7/3/2021 alle 12:25, eliodoro dice:

Acquistai, tempo fa, due grani di Filippo IV che facevano parte della Civitas Neapolis 

IMG_20210307_122110.jpg

Le monete con il cartellino della Varesi 42 sono ricercate.

Acquistai dei pezzi da un commerciante che provenivano da quella ineguagliabile Collezione, purtroppo senza cartellino originale!

Sono comunque raffigurate in foto sul catalogo ma prive purtroppo di quel quadratino personalizzato con numero di lotto e il logo della grande Varesi.

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Il 7/3/2021 alle 10:43, fedafa dice:

È da tanto che, colpevolmente, non aprivo una discussione sul forum ma il mio tempo libero purtroppo/per fortuna è sempre meno e cerco di dividerlo adeguatamente fra le mie passioni ed interessi. Di recente c’è stata un’interessante asta che ha messo all’incanto un’intera collezione che ha creato bagarre fra numerosi collezionisti. Quello che mi ha piacevolmente colpito è stato l’interesse suscitato, oltre quello ovvio alla moneta, verso i cartellini della vecchia collezione. Solitamente quando si compra una moneta il tondello resta “anonimo”, riparte da zero nelle mani del suo nuovo possessore destinando all’oblio chi prima di lui ha curato e coccolato quella moneta, un triste destino per noi collezionisti.   Un semplice pezzettino di carta che accompagna la moneta invece ha permesso di non far cadere nel dimenticatoio il precedente possessore, un dovuto rispetto a chi prima di noi ha permesso che la moneta sia finita in mano nostra. Insomma una sorta di immortalità oltre che per il tondello, anche per chi prima di noi lo ha avuto. Una visione forse un po’ troppo romantica e poco legata all’attuale momento storico del collezionismo in cui il pensiero predominante è dettato da due sole parole: “Quanto vale?”, ma permettetemi questa visione forse più adatta ai tempi che furono e nel vedere l’interesse per i cartellini, che spero non sia motivato dal pensiero di un surplus sul valore economico, mi ha fatto comprendere che qualche “vecchio romantico” numismatico ancora c’è e questo è un bene per la Numismatica.

Fatta questa doverosa e piacevole premessa passerei a parlare di una moneta ora in mio possesso ma sui cui sono riuscito a ricrearne parte dei suoi passaggi di mano nel tempo.

Chi mi conosce sa della mia passione mai sopita per i cavalli. La moneta del popolo per eccellenza ricca di tipologie e di innumerevoli varianti e questo la rende, a mio avviso, il motivo sul perché sia tanto apprezzata dai collezionisti. Ognuno di noi credo possa vantare di avere in collezione un esemplare particolare, raro, o magari non ancora censito. Avendo per scelta ridotto la mia raccolta a pochi esemplari e cercando di studiare a fondo queste poche monete, periodo storico compreso, mi capita sovente di vedere gli stessi esemplari transitare di asta in asta nel tempo a conferma che le monete restano… i collezionisti passano.

La ricerca continua di esemplari da censire mi ha portato a scoprire diversi passaggi d’asta di una moneta ora presente nella mia collezione. Una semplice curiosità ma che fa apprezzare ancor di più questo piccolo tondello di rame passato di mano in mano per tanti anni alimentando anche, senza negarlo, un po’ di ego del sottoscritto inorgoglito sapendolo passato in alcune collezioni importanti del passato.

La prima notizia su questo cavallo lo troviamo nel “ragionamento” di Giovan Vincenzo Fusco Intorno alle zecche ed alle monete battute nel Reame di Napoli da re Carlo VIII di Francia edito nel 1846 dalle stamperie del Fibreno a Napoli (il Fibreno è un breve corso d’acqua che scorre a pochi metri dalla mia casa natale… segno del destino? ?).

Il “ragionamento” del Fusco, illuminante per l’epoca, non è però esente da qualche imprecisione in quanto questo cavallo viene riportato come battuto nella zecca di Capua.

Ve lo presento:

 

1.png.746961cbba4ed8243ccb7105b87bbe2f.png

Da Fusco 1846, Tav. IV, nr. 3

 

Passano gli anni e si arriva al 1882 dove, per la legge di cui sopra che non ammette deroghe al fatto che le monete restano mentre i collezionisti passano, questo cavallo, assieme alle altre monete della collezione Fusco, viene messo all’incanto. Pur se nel catalogo della collezione la moneta non è riportata tra le poche e sicuramente più meritevoli di figurare nelle tavole, la sappiamo presente perché al lotto 2149 leggiamo la descrizione di 6 cavalli con relativi riferimenti ed uno di essi è riferito proprio al lavoro del Fusco, tav. IV numero 3.

Non so chi abbia preso la moneta ma di certo dopo è finita nella collezione Cora perché nel successivo passaggio, cioè la vendita della collezione San Romé del 1924, la ritroviamo al lotto nr. 2343 proprio con l’indicazione del passaggio precedente (collezione Cora nr. 167).

2.png.6efbb3b170720fff91ba28e89f5d38d4.png

 

 

Con relativa immagine nelle tavole.

 

3.png.7669b5679f6f1020e6f9f6376bc34802.png

Passano gli anni ed ecco che, all’inizio del nuovo millennio, la moneta viene riproposta in un listino di vendita della ditta Baranowsky di Roma.

4.png.777b23e491bd4fc634050289f7587b4f.png

 

Un sorriso, una stretta di mano e da allora questo cavallo riposa con me.

5.png.c0958c9a0def071e5a3b5973185e7059.png

 

Per concludere questa è una mia storia ma sono certo che molti di voi ne hanno altre da raccontare. Vi invito a farlo in modo da non tagliare quel legame che unisce noi collezionisti di oggi con quelli del passato onorando la loro memoria.

D.F.

Sarebbe bello ricostruire il giro di collezioni che ha fatto una moneta... bel post :D 

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