Vai al contenuto
IGNORED

6/7 Marzo 2021 - Convegno di Roma al Seraphico


Risposte migliori

3 ore fa, ermy dice:

....e poi i mercatini si possono fare solo a Roma? in Romagna è un anno che non si possono più fare.

In Emilia quando eravamo gialli li hanno continuati a fare, in Romagna no e non ho mai capito il perché. 

Link al commento
Condividi su altri siti


E' ormai da un anno che subiamo chiusure, lockdown, quarantene, mascherine, restrizioni varie; a cosa sono servite?

A niente! Il covid c'è ancora.

Ha senso continuare così? Ovviamente no: se con un certo comportamento si ottiene sempre lo stesso risultato, perché per ottenere un risultato diverso si dovrebbe continuare con quel comportamento?

Quindi tanto vale tornare alla normalità: la situazione non peggiorerebbe, ma al limite migliorerebbe.

Frequentando palestre, tornando a viaggiare, VIVENDO, si alzerebbe il sistema immunitario.

Ben vengano, quindi, mercatini e convegni; le monete non saranno un bene di prima necessità, ma l'uomo non vive di solo pane.

Se poi qualcuno, come quelli citati da gennydbmoney al post 9, ha timori, stia pure a casa.

Link al commento
Condividi su altri siti


4 ore fa, gioal dice:

Ha senso continuare così? Ovviamente no: se con un certo comportamento si ottiene sempre lo stesso risultato, perché per ottenere un risultato diverso si dovrebbe continuare con quel comportamento?

Quindi tanto vale tornare alla normalità: la situazione non peggiorerebbe, ma al limite migliorerebbe.

Frequentando palestre, tornando a viaggiare, VIVENDO, si alzerebbe il sistema immunitario.

Se lo dici tu...

Modificato da Sirlad
Link al commento
Condividi su altri siti


4 ore fa, gioal dice:

restrizioni varie; a cosa sono servite?

A niente! Il covid c'è ancora.

Non voglio entrare in nessun modo in polemica, tuttavia questo ragionamento mi sembra leggermente fuorviante: non è possibile sapere come sarebbe andata senza le restrizioni (almeno quelle iniziali), magari sarebbe stata una situazione ancor più drammatica di quella che è in realtà stata con le restrizioni. Mi sembra ingiusto concludere circa l'inutilità delle restrizioni sulla base del fatto che il covid circoli ancora.

Sono d'accordo sul principio che prima o poi sarà necessario ritornare ad una vita (quasi) normale mentre il covid è ancora in giro, tuttavia mi sembra pericoloso affermare che riaprendo tutto indiscriminatamente la situazione possa solo migliorare, quantomeno dal punto di vista esclusivamente sanitario (che mi sembrava l'argomento principale della discussione) perchè ovviamente da un punto di vista economico e sociale la situazione è completamente differente...

Saluti!

Link al commento
Condividi su altri siti


5 ore fa, gioal dice:

E' ormai da un anno che subiamo chiusure, lockdown, quarantene, mascherine, restrizioni varie; a cosa sono servite?

A niente! Il covid c'è ancora.

Ha senso continuare così? Ovviamente no: se con un certo comportamento si ottiene sempre lo stesso risultato, perché per ottenere un risultato diverso si dovrebbe continuare con quel comportamento?

Quindi tanto vale tornare alla normalità: la situazione non peggiorerebbe, ma al limite migliorerebbe.

Frequentando palestre, tornando a viaggiare, VIVENDO, si alzerebbe il sistema immunitario.

Ben vengano, quindi, mercatini e convegni; le monete non saranno un bene di prima necessità, ma l'uomo non vive di solo pane.

Se poi qualcuno, come quelli citati da gennydbmoney al post 9, ha timori, stia pure a casa.

Sono allibito

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


L'articolo è del 30 novembre quindi non recentissimo, ma dovrebbe essere sufficiente a fare riflettere quelli che parlano di immunità di gregge ottenuta lasciando tutto aperto:

 

Gavino Maciocco

 

La Svezia di fronte al fallimento della sua strategia basata sul no al lockdown. L’inutile sacrificio di migliaia di anziani.

 

La strategia anti Covid-19 della Svezia è stata fin dall’inizio la più discussa e controversa: senza lockdown, con bar, ristoranti, negozi vari e spazi pubblici rimasti aperti, con l’implicito obiettivo di raggiungere l’immunità di gregge, per garantire ai cittadini il massimo possibile di libertà e per salvaguardare – con le parole del governo – “jobs, businesses and economy”. Le domande sono: tali obiettivi stati raggiunti? e a quale prezzo?

 

In un video di 14 minuti Johan Carlson, direttore generale dell’Agenzia svedese di sanità pubblica, presenta le linee generali e le motivazioni della strategia, con le poche, specifiche disposizioni per il controllo della pandemia. Un video in lingua inglese, con sottotitoli in inglese.

 

 

 

Ricapitolando: la strategia anti Covid-19 del governo svedese, suggerita e sostenuta dell’epidemiologo Anders Tegnell, non prevede lockdown sul modello di vari paesi europei, ma solo alcune prescrizioni:

 

Divieto di far visita nelle residenze per anziani

Didattica a distanza per le scuole superiori e la parziale chiusura delle università

Divieto di riunioni con più di 50 persone

E alcune raccomandazioni:

 

Le persone ultra70enni rimanere a casa e evitare i contatti sociali

Rimanere a casa in presenza di sintomi lievi, e per due giorni dopo che uno si sente bene

Mantenere il distanziamento fisico

Lavarsi frequentemente le mani

Evitare i viaggi non necessari

Favorire il lavoro a distanza

Da notare che in 14 minuti Johan Carlson non pronuncia neppure una volta la parola “mascherina” (face mask).

 

“Alla base della strategia del governo svedese”, scrive Haba Habib in uno dei due ampi reportage del BMJ dedicati al caso svedese[1] “sta l’implicita e controversa idea che, piuttosto che contenere la diffusione di un’infezione, un paese può raggiungere l’immunità di gregge consentendo che una parte della popolazione s’infetti, a spese della morte dei più vulnerabili. Ciò non viene detto in maniera chiara e esplicita, ma l’immunità di gregge è l’obiettivo reale del governo svedese”.

 

L’immunità di gregge avviene quando una grande parte della popolazione (generalmente dal 50 al 90%, dipende dal tipo di infezione) si immunizza nei confronti di un’infezione e produce l’arresto della sua diffusione. Secondo i sostenitori di tale posizione questa strategia è più sostenibile nel lungo termine rispetto alle misure più dure adottate da altri paesi. E all’inizio sembrava funzionare, finché non si è assistito a un crescente numero di decessi: nella settimana tra il 25 maggio e 2 giugno la Svezia è stato il paese con il più alto numero di morti in Europa: una media di 5,29 morti al giorno per milione di abitanti (seguita dal Regno Unito con un tasso di 4,48). Come si può vedere chiaramente dalla Figura 1 il livello di mortalità della Svezia – dall’inizio della pandemia alla fine di novembre – è stato di gran lunga superiore rispetto a quello degli altri paesi scandinavi (tutti in lockdown) e della Germania, e non molto inferiore rispetto alla media degli altri paesi europei (Belgio a parte!). Va notato tuttavia che la Svezia al pari di Norvegia e Finlandia presenta livelli di densità di popolazione molto bassi (rispettivamente 23, 16 e 14 ab/km2), mentre quelli di Italia, Germania e UK sono 206, 232 e 278 ab/km2, e di Belgio è 345 ab/km2.

 

 

 

La mortalità tra gli anziani

 

In Svezia l’89% dei decessi si è verificato tra le persone con più di 69 anni, metà delle quali sono morte nelle residenze per anziani. Nonostante le prescrizioni/raccomandazioni del governo, il coronavirus ha liberamente circolato in questi ambienti per la mancanza di misure protettive, come le mascherine. Un operatore (anonimo) ha riferito al BMJ: “Il personale lavora fino a 14 ore con livelli di protezione sotto lo standard e continua a lavorare anche in presenza di sintomi”[1].

 

Ma gli anziani si sono ammalati e sono morti anche all’interno della comunità, soprattutto se esposte al contatto con persone più giovani, come figli e nipoti[2]. In Svezia si sono eseguiti pochi test, si sono considerati non contagiosi gli asintomatici e di conseguenza non sono stati messi in quarantena i “contatti” asintomatici (“The Public Health Agency of Sweden’s website states as long as siblings or other members of the family do not show symptoms of disease they can go to school, preschool, or their workplace.”, si legge nel citato articolo del BMJ), tutto ciò ha enormemente favorito la diffusione del coronavirus tra gli anziani.

 

Ma altri fattori sono entrati in gioco nell’eccesso di mortalità degli anziani, come la mancanza di terapie adeguate e di ossigeno all’interno delle residenze e l’atteggiamento “passivo” dei medici nei confronti dei pazienti anziani affetti da Covid-19. Yugue Gustafsson, professore di geriatria all’Università di Umea, notava che la percentuale di persone anziane in assistenza respiratoria a livello nazionale fosse più bassa rispetto all’anno precedente, nonostante le persone over 70 fossero le più colpite da Covid-19. Il professore esprimeva lo sconcerto nel constatare la crescente pratica dei medici di raccomandare al telefono la somministrazione di “cocktail palliativi” (a base di farmaci come morfina e midazolam, che inibiscono la respirazione) ai pazienti anziani[1].

 

Si sono raggiunti gli obiettivi?

 

Il sacrificio degli anziani e dei soggetti più vulnerabili è il prezzo da pagare nelle strategie che mirano a raggiungere l’immunità di gregge nel caso di infezione da Sars-Cov2. L’impegno del governo di tutelare questa fascia di popolazione non ha avuto successo. Un sacrificio inutile perché, nonostante le politiche di facilitazione della circolazione del virus, i dati ci dicono che i livelli di prevalenza dell’immunità da Sars-Cov2 sono lontanissimi dalle soglie dell’immunità di gregge: 7,1% a livello nazionale, 11,4% a Stoccolma e 6,3 a Göteborg[3].

 

Ma il sacrificio degli anziani, il prezzo da pagare per tenere aperta la società, non è servito neppure a tutelare il business e l’economia: nel secondo trimestre* del 2020 il PIL della Svezia è calato dell’8,6%, una riduzione peggiore rispetto a Finlandia e Norvegia (leggi qui e qui).

 

La seconda ondata

 

Alla fine di ottobre la seconda ondata è arrivata anche in Scandinavia. In Svezia, a causa dell’aumento dei casi, delle ospedalizzazioni e delle morti, nella maggioranza delle province, a partire dal 12 novembre, sono state adottate misure più restrittive: limitazioni nell’uso dei mezzi pubblici, no al contatto fisico con persone estranee al nucleo famigliare, massimo di otto persone ai tavoli di bar e ristoranti. La regione di Uppsala ha imposto restrizioni più dure e ha parlato di “local lockdown”, suscitando l’ira dell’Agenzia svedese di sanità pubblica che non vuole sentire neppure nominare il termine lockdown, e ha derubricato le misure come “stricter guidelines”[2].

 

I dati degli 14 ultimi giorni (fonte: Ecdc) parlano di 263 decessi in Svezia, contro 63 in Danimarca, 34 in Norvegia e 24 in Finlandia. Come scrive il Financial Times, il rapporto tra Governo svedese e Agenzia di sanità pubblica (che non accetta modifiche alla sua strategia) si sta incrinando. Ciò che preoccupa il Governo è il crollo di fiducia della popolazione sulla gestione della pandemia: ad aprile il 73% degli svedesi approvava le politiche del governo, a novembre il consenso è calato al 42%.

 

Aggiungo anche qualche aggiornamento un po' più recente:

(ANSA) - ROMA, 17 FEB - Il ministro della Salute e degli affari sociali svedese Lena Hallengren ha avvertito che il rischio di una terza ondata di coronavirus nel Paese è "concreto". Lo riporta il Guardian "Stiamo osservando l'aumento dei casi con grande preoccupazione", ha detto dopo aver annunciato che oggi in Svezia sono stati registrati 4.223 nuovi casi di Covid-19 e 82 morti.

    Il governo di Stoccolma, finora l'unico in Europa a non aver mai imposto il lockdown contro il coronavirus, ha annunciato nuove restrizioni che potrebbero prevedere la chiusura di tutti i negozi al dettaglio non essenziali, parrucchieri e centri estetici, palestre, ristoranti e luoghi per eventi privati.

    (ANSA).

Link al commento
Condividi su altri siti


Un errore grande sarebbe fare una politica arrogante e spregiudicata,che per fortuna in Italia non c'è.

Si pensi fosse stato al contrario dove stavamo adesso.....

Modificato da caravelle82
  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


58 minuti fa, Scudo1901 dice:

Personalmente mi accontenterei di vedere che nel Forum le discussioni sulla pandemia e sulle sue presunte soluzioni da bacchetta magica, sterili in quanto ognuno poi rimane della sua opinione, divisive perché rischiano di degenerare nei toni e nelle conseguenze, fuori tema perché questo è un Forum di Numismatica, stucchevoli perché si ripetono da un anno senza una meta precisa, semplicemente sparissero da questo luogo. 

Se la pandemia - o più correttamente, il tentativo di contrastarla - non impedisse una vita normale, anche con riferimento alla numismatica, potremmo ignorarla su questo forum; in realtà se i mercatini non aprono, i convegni non si fanno, le aste dal vivo neppure è proprio perché c'è la pandemia; ed è ciò di cui si è discusso finora.

Fare gli struzzi non serve a niente; per discutere non è necessario degenerare nei toni.

Link al commento
Condividi su altri siti


  • eliodoro ha chiuso il topic
  • uzifox ha rimosso questo topic da quelli importanti
Ospite
Questa discussione è chiusa.
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.