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Inviato (modificato)

Bravissimo Artur, mi sembra davvero un'ottima idea, la tua, per una discussione che si preannuncia interessantissima. Anche chi, come me, mastica un po' di queste cose, imparerà sicuramente, soprattutto per le zone meno praticate.

Come hai giustamente e chiaramente spiegato, nonostante l'opinione stranota (anche scolasticamente) che nel medioevo vi erano un'infinità di staterelli spesso in perenne guerra, le monete avevano una circolazione "transnazionale" davvero importante.

Basti vedere la grande eterogeneità di molti ripostigli, con accumuli spesso straordinariamente variegati.

Da non dimenticare, poi, che i confini dell'Italia di oggi ai tempi non impedivano affatto la circolazione di numerale "italiano" all'estero, e viceversa. Vedi ad esempio l'area di circolazione delle aquileiesi a nord delle Alpi, o di monete di area austriaca qua in Friuli.

Modificato da gigetto13

Inviato

Io consiglierei la lettura di C.M. Cipolla, Le avventure della lira. Bologna 1972, dove a p. 48-49 spiega molto bene il fenomeno delle aree monetarie "All’interno di ogni area circolava liberamente e in piena legalità una massa notevole di monete di altri stati o di altre aree. Ciò che caratterizzava un’area monetaria «era il fatto che le monete di vari stati o città facenti parte di una data area seguivano tutte abbastanza fedelmente, sia pure con diversa intensità, i movimenti di una data moneta dominante», ecc. ecc. 

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Inviato
15 ore fa, gigetto13 dice:

Bravissimo Artur, mi sembra davvero un'ottima idea, la tua, per una discussione che si preannuncia interessantissima. Anche chi, come me, mastica un po' di queste cose, imparerà sicuramente, soprattutto per le zone meno praticate.

Come hai giustamente e chiaramente spiegato, nonostante l'opinione stranota (anche scolasticamente) che nel medioevo vi erano un'infinità di staterelli spesso in perenne guerra, le monete avevano una circolazione "transnazionale" davvero importante.

Basti vedere la grande eterogeneità di molti ripostigli, con accumuli spesso straordinariamente variegati.

Da non dimenticare, poi, che i confini dell'Italia di oggi ai tempi non impedivano affatto la circolazione di numerale "italiano" all'estero, e viceversa. Vedi ad esempio l'area di circolazione delle aquileiesi a nord delle Alpi, o di monete di area austriaca qua in Friuli.

Verissimo, basta vedere la composizione del Ripostiglio di Alife:

https://www.academia.edu/36837164/Il_Ripostiglio_di_Alife

La mancanza di una monetazione enea d'argento, comportava l'utilizzo normale di provisini francesi e denari lucchesi; Per non parlare del grosso veneziano, particolarmente apprezzato.

I sovrani angioini dovettero intervenire per vietare la circolazione normale di monetazione "straniera"

Saluti Eliodoro

 


Inviato

Ringrazio @Liutprand per il consiglio bibliografico che è sempre utile. Tuttavia nei testi troviamo il significato di area monetaria, mentre qui vorrei che si spiegasse soprattutto a coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo numismatico medievale le effettive aree monetarie presenti in Italia. Con la speranza di appassionarli alla tematica e che possano poi approfondire con i testi consigliati.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato

L'area monetaria che conosco meglio è quella del Nord-est d'Italia. Comprende più o meno la X regio romana, la Marca Veronese nell'alto medioevo e corrisponde all'attuale Triveneto con qualche aggiunta.

Alla caduta dell'impero romano d'occidente questa area (non ancora monetaria) entra nel sistema ostrogoto. Alla fine della guerra tra Ostrogoti e Bizantini fa parte del sistema bizantino fino alla fine del VI secolo per entrare poi in quello longobardo nei secoli VII e VIII. Con l'avvento dei Franchi entra nel sistema carolingio e adotta il denaro d'argento con la riforma di Carlo Magno. I suoi denari vengono battuti nella zecca di Treviso (MEC 1, 733 e 746). Ben presto con Ludovico il Pio inizia le coniazioni la zecca di Venezia. Solo un secolo più tardi apre la zecca imperiale di Verona. Ma già nel X secolo la zecca di Venezia comincia a differenziare i propri denari da quelli delle altre zecche. Infatti comincia a coniare denari con una lega inferiore, arrivando al punto di valere la metà di quelli veronesi nel XII secolo. Inizia così un'area monetaria della Marca veronese dove abbiamo un denaro di Verona che vale il doppio del denaro di Venezia. Le due monete avevano trovato una propria collocazione e un proprio valore validi in tutta l'area.

Verona D.jpg     Verona R.jpg

Denaro di Verona (secolo XII)

Venezia D.jpg     Venezia R.jpg

Denaro di Venezia (secolo XII)

Ma questo è solo l'inizio...

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Ciao a tutti, 

argomento molto interessante. Mi permetto di entrare in punta di piedi proponendo un saggio che ho trovato online e riproponendo una vecchia discussione del forum nella quale viene trattato anche la questione delle "aree monetarie" e in cui ci sono ottimi spunti e interventi. 

http://www.monetaecivilta.it/storia/medievale.html

 

Buona lettura e ri-lettura!

Michele

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Inviato

Ringrazio @ZuoloNomisma per aver ricordato la discussione. Tuttavia anche questa generale. Qui invece vorrei sviluppare le singole aree monetarie presenti in Italia nel medioevo. Come avete visto ho iniziato con la Marca veronese che continuerò, ma che spero possa coinvolgere anche altri esperti. Per le altre aree spero nel soccorso di altri utenti esperti di altre zone d'Italia. Alla fine dovremmo ottenere un quadro generale della circolazione monetaria nel medioevo italiano. Almeno lo spero...

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Cerco di spiegare ancora cosa mi piacerebbe che facessimo tutti insieme. Per esempio la Toscana è un'area monetaria unica? Comprendeva tutte le zecche? C'erano anche zecche di altre regioni nella sua area monetaria? 

Queste sono le domande che mi pongo e che spero ottengano una risposta... E così per tutta la penisola.

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Torniamo alla Marca veronese. Nel XII secolo cominciarono a comparire anche altre monete e altre zecche. Nella parte orientale della marca cominciarono ad affluire i denari dell'Arcivescovado di Salisburgo coniate a Friesach, detti frisacensi. La possibilità di un guadagno convinse il Patriarca Ulrico II (1161-1182) ad aprire una zecca ad Aquileia, dopo un primo tentativo di Poppone nel X secolo. All'inizio la zecca di Aquileia imitava perfettamente le monete di Friesach che si inserirono perfettamente nel sistema veneziano con il rapporto di 30 denari veneziani per un frisacense.

Ma a Venezia con l'avvento del doge Sebastiano Ziani (1172-1178) venne riformata la moneta creando un nuovo denaro che fosse pari a quello veronese. Il rapporto con la nuova moneta divenne di 12 denari veneziani nuovi per un frisacense di Aquileia, che divenne scodellato. Questo rapporto di 12 a 1 resta fino alla fine della Repubblica di Venezia ed è quello tra il bagattino e il soldo.

A seguito di una protesta dei Vescovi di Salisburgo l'imperatore Enrico VI con l'editto del 1 giugno 1195 proibì ai Patriarchi di imitare le monete di Friesach e Pellegrino II (1194-1205) iniziò quindi a coniare nuovi denari scodellati con disegno modificato.

Friesach D.jpg     Friesach R.jpg

Denaro della zecca di Friesach

Ulrico D.jpg     Ulrico R.jpg

Denaro di Ulrico II

Venezia D.jpg     Venezia R.jpg

Denaro di Sebastiano Ziani

Pellegrino D.jpg     Pellegrino R.jpg

Denaro di Pellegrino II

 

Stiamo per entrare nel XIII secolo...

Arka

Diligite iustitiam

 

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Inviato

A cavallo tra il XII e il XIII secolo l'area monetaria della Marca Veronese si arricchisce di nuove zecche. Infatti seguendo in tutto la zecca aquileiese, aprono la propria i Conti di Gorizia. Questa zecca si trova fuori dal territorio italiano, ma all'interno dei domini dei Conti di Gorizia ed è la loro capitale. La zecca viene attivata infatti a Lienz. Una seconda zecca dei Conti di Gorizia funziona per poco tempo in Friuli, quella del porto franco di Latisana. Entrambe le emissioni ricordano quella nuova di Pellegrino II. Dopo una pausa la zecca di Lienz riprende le emissioni con Alberto II e funzionerà fino alla morte dell'ultimo Conte di Gorizia Leonardo.

Nello stesso periodo inizia a funzionare anche la zecca dei Vescovi di Trieste. Anche questa monetazione ricorda molto le emissioni di Aquileiae le emissioni continueranno fino ai primi anni del XIV secolo.

Gorizia D.jpg     Gorizia R.jpg

Denaro di Alberto II di Gorizia

Trieste D.jpg     Trieste R.jpg

Denaro del vescovo di Trieste Volrico

Una curiosità. L'alabarda rappresentata sul denaro di Volrico è ancora il simbolo della città di Trieste.

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Ciao @Arka .

L'idea della discussione mi piace e penso possa portare alla creazione di uno studio interessante. Per dare organicità ai contributi e nel contempo per produrre un documento riassuntivo, aggiornabile e che permetta una fruibilità facile e immediata, senza dover scorrere tutta la discussione, vorrei proporre la compilazione di un quadro sinottico riassuntivo dei dati che verranno (spero) presentati. Il quadro sinottico potrebbe avere un formato come in immagine...

Prego di non tener conto dei riferimenti che ho caricato, perchè li ho inseriti al volo senza verifiche approfondite, ma di valutarne l'eventuale utilità... Ho volutamente inserito le aree veneta, lombarda e emiliana per poter dare evidenza delle variazioni delle aree nel corso dei secoli, di composizione, di città di riferimento e/o della migrazione di città da un'area d'influenza all'altra (vedi Mantova, Brescia, Ferrara che prendono a riferimento la moneta veneziana). Il sinottico potrà essere in excel ed essere aggiornato dai singoli esperti per la propria area di competenza, o dal curatore su loro proposta... non conosco il funzionamento degli strumenti informatici all'interno del forum... se sia possibile l'adozione di un file condiviso o altro...???

Di seguito screenshot del file... spero sia comprensibile...

751347545_sinotticoareemonetarie.thumb.jpg.acecb2b17165efa8cea568845c13fc68.jpg

Ciao

Mario

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Inviato

Grazie @mariov60 l'idea è interessante. Ci sono tuttavia un paio di problemi, che spero possano essere superati. Il primo è che io sono un dinosauro tecnologico. E quindi dovremmo avere un grosso aiuto in tal senso. 

Il secondo è che vorrei che altri utenti possano spiegare le altre aree monetarie. Spero che qualcuno possa raccogliere il testimone.

Arka

Diligite iustitiam


Inviato

La fine del XII secolo fu importante per un altro motivo, la nascita del ''grosso''. L'esigenza di una moneta grossa si fece sentire a Venezia che era in piena espansione economica. Si coniò così una moneta di più di due grammi di peso, circa il doppio dei denari di Friesach e Aquileia e del valore di 26 piccoli che sparirono dal mercato (vedi Saccocci sulla motivazione).

Questo comportò una rivoluzione in Italia, dove molte zecche cominciarono a battere moneta grossa, ma anche nell'area monetaria della Marca veronese. Infatti anche nella parte nord occidentale della Marca si cominciò a battere moneta. Dapprima la zecca di Bressanone, che ebbe poca influenza sul resto della marca, successivamente quella di Trento con i suoi denari, i soldi e l'abbondante emissione di grossi vescovili.

Tutto ormai era pronto per la grande operazione finanziaria di Mainardo II...

PLS 14 D.jpg     PLS 14 R.jpg

Grosso di Enrico Dandolo

Trento denaro D.jpg     Trento denaro R.jpg

Denaro piccolo di Trento

Trento grosso D.jpg     Trento grosso R.jpg

Grosso di Trento

 

Arka

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  • 2 settimane dopo...
Inviato

A metà del XIII secolo nasce una nuova importante realtà monetaria nella Marca veronese: la zecca di Merano. I Conti del Tirolo Mainardo II e Alberto II nel 1258 fanno iniziare le coniazioni del grosso aquilino sfruttando le loro miniere d'argento. Questa moneta fu imitata in tutto il nord dell'Italia soprattutto all'inizio del XIV secolo, quando divenne un simbolo per le città ghibelline fedeli all'imperatore.

All'inizio degli anni 70 del secolo i due fratelli decisero di dividersi i possedimenti staccando la Contea del Tirolo dalla Contea di Gorizia. Albetro II si tenne Gorizia e il suo denaro è inserito nel post #11. La Contea del Tirolo andò a Mainardo II, che cominciò a coniare una nuova moneta con il suo nome il kreuzer o grosso tirolino. Anche questa moneta ebbe un grande seguito di imitazioni, non solo in Italia, ma anche in altre nazioni e per lungo tempo. Infatti il kreuzer nell'Impero Austriaco arrivò fino alla soglia del XX secolo.

AKN 180 ES D.jpg     AKN 180 ES R.jpg

Grosso aquilino della zecca di Merano

AKN 94 FT D.jpg     AKN 94 FT R.jpg

Kreuzer della zecca di Merano

 

Arka

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Inviato

Il XIII secolo è anche l'epoca del dominio di Ezzelino III da Romano sulla Marca veronese. E' della sua epoca il primo grosso di Verona con la scritta CI VI CI VE. Continua pure l'abbondante emissione di denari crociati. Sconfitto Ezzelino si affaccia nella Marca una nuova realtà monetaria che avrà un importante ruolo nel secolo successivo, la zecca di Padova. Infatti dal 1271 i suoi denari ''stellati'' cominciano a diffondersi in tutta l'area monetaria.

Ezzelino D.jpg     Ezzelino R.jpg

Grosso da 20 denari di Verona

PLS 5 (13) D.jpg     PLS 5 (13) R.jpg

Denaro di Padova

 

Arka

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Inviato

Nel frattempo a Venezia si preparava una rivoluzione per la Marca. Infatti con il dogado di Giovanni Dandolo torna ad essere coniato nel nord-est l'oro, anche se destinato soprattutto per il grosso commercio con l'oriente. Infatti trent'anni dopo Firenze e Genova anche la zecca di Venezia iniziò le coniazioni del ducato. Con il doge inginocchiato davanti a San Marco sul dritto e il Redentore in mandorla stellata sul rovescio il ducato veneziano fu una delle monete più longeve in assoluto, anche se con il nome cambiato in zecchino a metà del XVI secolo. Dura infatti fino alla fine della Serenissima e oltre, essendo coniato anche dagli Austriaci. E perdendo solo lo 1,75 % di peso in 500 anni.

AKN 102 ES D.jpg     AKN 102 ES R.jpg

Ducato di Pietro Gradenigo (1289-1311)

 

Arka

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  • Grazie 1

Inviato

All'inizio del XIV secolo domina la scena nella marca veronese Cangrande I della Scala. I suoi grossi ricordano quelli di Ezzelino anche se di peso inferiore. Unico elemento stilistico che differenzia i due grossi è la presenza, su quello di Cangrande, di una piccola scaletta che precede la legenda VERONA. Vengono coniati anche denari piccoli con caratteristiche simili. Queste emissioni proseguono anche dopo la morte di Cangrande, avvenuta nel 1329, fino al 1336.

AKN 146 FT D.jpg     AKN 146 FT R.jpg

Grosso di Cangrande I della Scala e successori

AKN 157 FT D.jpg     AKN 157 FT R.jpg

Denaro piccolo di Cangrande e successori

 

Arka

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Il 5/3/2021 alle 11:18, Arka dice:

Il XIII secolo è anche l'epoca del dominio di Ezzelino III da Romano sulla Marca veronese. E' della sua epoca il primo grosso di Verona con la scritta CI VI CI VE. Continua pure l'abbondante emissione di denari crociati. Sconfitto Ezzelino si affaccia nella Marca una nuova realtà monetaria che avrà un importante ruolo nel secolo successivo, la zecca di Padova. Infatti dal 1271 i suoi denari ''stellati'' cominciano a diffondersi in tutta l'area monetaria.

Ezzelino D.jpg     Ezzelino R.jpg

Grosso da 20 denari di Verona

PLS 5 (13) D.jpg     PLS 5 (13) R.jpg

Denaro di Padova

 

Arka

Diligite iustitiam

Buona domenica a tutti.

con questa mia intromissione, ( me ne scuso per questo ) volevo fare una correzione sulla lettura riguardante il grosso Scaligero.

La leggenda della stessa, non e' CI - VI - CI - VE, ( che starebbe ad indicare le citta' di Verona e Vicenza ) ma FRIR (Federico Imperatore ) chiaramente riferito all'Imperatore Federico II.

La lettura della moneta va' fatta partendo dalla lettera F, in senso antiorario.

I piccoli triangolini e le mezze lune, non sono le lettere V e C, ma parti di lettere che ne compongono la scritta FRIR.

Come si puo' vedere sul rovescio della moneta, la V di Verona e' ben diversa  dal tiangolino rovesciato della leggenda del diritto.

La stessa leggenda viene poi ripetuta sulla parte interna del rovescio, ( sempre in senso antiorario ) sotto il VERONA.

L'epoca rimane sempre quella di Ezzellino da Romano, ma il riferimento rimane sempre quella dell' Imperatore.

Grazie.

Buona giornata a tutti.

 

Vr   01017a00.jpg

 

 

 

 

 

Modificato da ottone
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Inviato

Ringrazio @ottone per la spiegazione. Tuttavia, come riferito da MEC, l'autorità emittente è Ezzelino III che in quegli anni era il Signore di Verona, anche sé formalmente vicario di Federico.

Devo aggiungere che comunque la legenda si trasforma nei piccoli di Cangrande e nei successivi, dove si legge chiaramente CI VI CI VE.

Arka

Diligite iustitiam

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Il 12/3/2021 alle 16:42, Arka dice:

All'inizio del XIV secolo domina la scena nella marca veronese Cangrande I della Scala. I suoi grossi ricordano quelli di Ezzelino anche se di peso inferiore. Unico elemento stilistico che differenzia i due grossi è la presenza, su quello di Cangrande, di una piccola scaletta che precede la legenda VERONA. Vengono coniati anche denari piccoli con caratteristiche simili. Queste emissioni proseguono anche dopo la morte di Cangrande, avvenuta nel 1329, fino al 1336.

AKN 146 FT D.jpg     AKN 146 FT R.jpg

Grosso di Cangrande I della Scala e successori

AKN 157 FT D.jpg     AKN 157 FT R.jpg

Denaro piccolo di Cangrande e successori

 

Arka

Diligite iustitiam

Volevo fare notare che nel Grosso di Cangrande, oltre alla piccola scala, viene sostituita anche la lettera F, in quella di E.

In questo caso la leggenda da FRIR diventa Erir ( Enrico Imperatore ).

Un chiaro riferimento ad Enrico VII di Lussemburgo.

Sul periodo di coniazione non mi pronuncio, pero' così ad occhio le coniazioni non mi sembrano troppo lontane tra loro.

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Inviato

Anche secondo me le coniazioni di due monete tanto simili non possono essere tanto distanti.

@ottone Interessante la nota sulla F che diventa E.

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

Verso il 1320 compaiono nell'area monetaria del Nord-est i grossi aquilini, imitazioni di quello meranese. Vengono battuti nelle zecche di Padova, Treviso e Vicenza e in molti casi servivano per pagare le truppe germaniche. Tutt'e tre portano il nome della città e l'autorità emittente è rappresentata nello scudetto presente su uno dei lati della moneta. I grossi aquilini scacciano dal mercato monetario della marca i grossi veneziani e costringono Venezia a reagire coniando nuove tipologie che vedremo in seguito (MEC 12, pag. 560).

AKN 11 FA D.jpg     AKN 11 FA R.jpg

Grosso aquilino di Vicenza

AKN 14 ES D.jpg     AKN 14 ES R.jpg

Grosso aquilino di Padova

Arka

Diligite iustitiam

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Inviato

da Padova, coniazione 1320-1321 di Ulrico di Vandsee , dico bene? 


Inviato

Sì, i primi grossi di Padova portano le armi di Ulrico con Walsee. Poi si trova lo scudetto, molto raro, di Pfannberg e infine Engelmaro Villanders. Nel 1328 Padova divenne parte del dominio scaligero.

Arka

Diligite iustitiam

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